Il 15 ottobre 2004 rilascia testimonianza Enzo Ticchioni sentito nell’ambito del proc. pen. 8970 c.
Questo il verbale: Ticchioni Enzo Testimonianza 15.10.2004
8970/02 R. G. Mod. 21
Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Perugia
(Perugia, Via Fiorenzo di Lorenzo n. 24/26, tel. n. 075/54491)
VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI (art. 362 c.p.p.)
Il giorno 15 ottobre 2004, alle ore 10,05, in Perugia, c/o Procura, in Via Fiorenzo di Lorenzo n. 24/26, dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost. (ufficio sito al terzo piano del palazzo), assistito dal Cancelliere B3 Dott.ssa Daniela Severi, è comparso il Sig. TICCHIONI Enzo il quale, richiesto delle generalità, risponde: ” Sono e mi chiamo Ticchioni Enzo, nato a Castiglione del Lago l’1.9.1938, res. a Magione Fraz. S. Feliciano v. Carrato n. 7. “.
Il Pubblico Ministero, visti gli artt. 197, 197 bis, 198, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., richiamati dall’art. 362 c.p.p. e ritenuto che non sussistono le ipotesi di cui agli artt. 197, 197 bis, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., ricorda alla persona informata sui fatti che ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che le saranno rivolte e di non tacere circostanze conosciute e la informa che le false informazioni al Pubblico Ministero sono punite a norma dell’art. 371 bis c.p.p.
Il Pubblico Ministero procede, quindi, a esaminare la persona informata sui fatti in ordine alle circostanze per cui è procedimento, collegato, ex art. 371 c.p.p., con quello n. 1277/03 R.G.N.R. Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze.
- Domanda: ” E’ parente di Raspati Fordise?”————————————————//
- Risposta: ” Sono suo cognato, perché fratello di Raspati Giuliana, sua moglie.”//
- Domanda: ” Dove abitava nel 1985? “——————————————————-//
- Risposta: ” Abitavo, come oggi, a S. Feliciano in v. Carrato che si trova vicino al ristorante di Cesare, cioè a circa un chilometro dal paese, in direzione nord, cioè verso Monte del Lago. “————————————————————————————–//
- Domanda: ” Conosce SISANI Secondo?”—————————————————–//
- Risposta: ” Sì, lo conosco molto bene, da sempre.”————————————//
- Domanda: ” Lei che orario faceva quando lavorava?”———————————– -//
- Risposta: ” La mattina mi alzavo presto per andare a pescare e tornavo a casa verso le 12,00. Poi, il pomeriggio partivo verso le 14,00 e ritornavo al tramonto, per rimettere a posto i tofoni, cioè le reti per le anguille. Infatti, dovevo mettere i pali e rimettere le reti per la pesca della notte, perché si tratta di reti nelle quali i pesci entrano e non escono più. “ ————————————————————————-//
- Domanda: ” Cosa ha visto il giorno della scomparsa del Narducci? “——————//
- Risposta: ” Ricordo che mi ero recato nel tratto di lago antistante l’isola Polvese, in direzione di S. Arcangelo, davanti al castello. Stavo sistemando le reti che fanno da guida verso il tofo, cioè verso la rete “acchiappapesci”, a forma di tubo o nassa. Per sostenere la rete vi erano dei pali, tre per la guida e tre per il tofo. Avrò sistemato quel giorno 10 tofi. Ho sistemato le reti e i tofi nel tratto di lago tra il castello dell’isola Polvese e la punta del Maciarone. Quando arrivai, prima delle 14, non c’era nessuno. Preciso che il tratto di lago in questione, all’epoca, sarà stato profondo circa un metro. Il lago era molto calmo e non ricordo assolutamente la presenza di vento, perché altrimenti non è possibile sistemare i tofoni. Mentre lavoravo, di tanto in tanto mi guardavo intorno, ma non ho notato nessuno. Aggiungo che, se un pescatore si avvicina ad un altro pescatore, normalmente lo chiama, piu’ che altro per sfotterlo amichevolmente. Quel giorno feci un po’ tardi e, quando il sole stava per calare all’orizzonte e appariva bello rosso verso le colline di Castiglione del Lago e tra Chianciano e il monte Amiata, decisi di ritornare a casa. Nel puntare verso S. Feliciano, vidi a circa 50 metri un’imbarcazione, mi pare di colore azzurro, che aveva la prua tra le canne davanti al castello dell’isola Polvese e la poppa verso S. Arcangelo. A bordo dell’imbarcazione vi era un uomo sui 45 anni, dai capelli neri o comunque scuri, così almeno mi sembrava, di corporatura normale e con indosso un giubbotto di renna marrone. L’uomo era appoggiato al bordo dello scafo ed era girato verso Castiglione del Lago. Non posso dire se l’uomo avesse o meno occhiali. L’uomo era seduto e non faceva niente. Io non lo conoscevo, ma, quando passai, quella persona mi salutò alzando la mano. “—————————————————————————————-//
- A.D.R.: ” Nel punto in cui l’uomo si trovava, l’acqua era profonda un’ottantina di centimetri. Dato che l’acqua era così poco profonda, io ero dovuto passare piu’ al largo perché altrimenti mi sarei incagliato. Lo vidi ad una distanza di circa 50-60 metri.”—————————————————————————————————-//
- A.D.R.: ” Quando vidi quella persona, saranno state le 17,15 o 17,20 circa. Tornai alla Cooperativa Pescatori di S. Feliciano dove mi aspettava Ugo Mancinelli che mi chiese se avessi visto uno scafettino con una persona a bordo. Io gli risposi che stava in mezzo alle canne davanti al castello. Lui mi disse che l’avrebbe dovuto andare a riprendere perché aveva sicuramente finito la benzina. Aggiunse che Giuseppino Trovati gli aveva detto che era partito di gran fretta, ma che non aveva preso nemmeno la benzina. Io me ne andai a casa e verso le 20,00 seppi dallo stesso Mancinelli che lo scafetto l’aveva trovato dove gli avevo detto, ma non c’era nessuno. Ugo mi disse anche che nello scafetto c’era un giubbotto di renna marrone. Non mi disse di avere rinvenuto altro. Mi disse solo che nella barca c’era unicamente il giubbotto di renna. Il Mancinelli non mi disse chi fosse la persona che non si trovava. Da quel giorno non ho saputo piu’ nulla, se non che l’uomo è stato rinvenuto cadavere la mattina dopo o due giorni dopo. Questo lo sentii dire in paese. Due giorni dopo che avevo visto la persone a bordo dello scafetto, venni a sapere che il cadavere rinvenuto apparteneva al dott. Francesco Narducci che aveva una villa sopra casa mia. “————————————-//
Viene mostrata a questo punto la foto n. 32 A- 33 che si allega in copia al presente verbale.
- Domanda: ” A quanto ricorda, l’uomo che lei vide a bordo dello scafetto poteva essere vestito come il cadavere che le viene mostrato in foto?————————————-//
- Risposta: ” No, debbo confessare che nella mia vita di pescatore e di bagnino, non ho mai visto un cadavere di annegato così. I cadaveri che ho visto erano tutti bianchi, con la melma che usciva dalla bocca. Pochissimi di loro avevano anche sangue dal naso. I cadaveri degli annegati che io ho visto erano tutti piegati verso il fondo del lago con la schiena al cielo, mentre mi è stato detto che il cadavere ripescato aveva le mani alzate al cielo e stava a pancia all’aria. Credo che sia stato ripescato da Ugo Baiocco, un certo Morettini, che è il presidente della Cooperativa Pescatori di S. Arcangelo e da uno dei due fratelli Truffarelli. “———————————————–//
- A.D.R. : ” Non conosco Giancarlo Zoppitelli. Nei giorni successivi a quello in cui avevo visto l’uomo a bordo dello scafetto, io sono andato a pesca sempre in direzione del castello, dell’isola Polvese, dell’isola Maggiore e di Castiglione del Lago, mentre i tofoni, che avevo apposto il giorno in cui avevo visto quello sconosciuto, vi rimasero per mesi. I giorni successivi, misi i tofoni da altre parti, in particolare Monte del Lago – S. Feliciano”————————————————————————————————//
- Domanda:” Cosa ricorda dei giorni successivi?”——————————————//
- Risposta: ” Posso dire che il cadavere ripescato fu portato nel carro funebre dell’impresa Moretti che doveva dirigersi verso Perugia, all’obitorio, ma fu fermato da un contrordine, così mi è stato detto. Il carro era seguito da circa tre autovetture ed è stato mio figlio Roberto, che stava a bordo di un motorino e che all’epoca aveva 11 anni, ad indicare loro la strada verso la villa dei Narducci. Aggiungo anche che ero amico, all’epoca, di un poliziotto di Cortona, quello che è stato ucciso recentemente in treno dalle Brigate Rosse. Questo mi disse che il giorno in cui il Narducci era scomparso, era stato inseguito da lui e da un suo collega, in auto, ma lo avevano perso di vista, all’altezza di Terontola. Il poliziotto mi disse che il Narducci era in moto. Pensandoci meglio, ricordo che il mio amico poliziotto fece riferimento al giorno precedente alla scomparsa del medico. Il poliziotto era originario di Tuoro ed io lo conoscevo da tempo. Mi disse che pedinavano il Narducci da tempo perché avevano trovato i resti umani femminili dentro il frigorifero della sua abitazione di Firenze. Mi disse anche che era sicuro che lo avrebbero preso, ma purtroppo poi avvenne la disgrazia. Il poliziotto mio amico stava alla Stradale, ma non so se a Castiglione del Lago, a Camucia o a Cortona. Il poliziotto mi disse, come ho riferito, che avevano trovato i reperti umani femminili in una casa che il Narducci aveva a Firenze. L’amico poliziotto mi disse anche che avevano preparato un posto di blocco nella strada vecchia che viene da Firenze e passa attraverso Arezzo e Cortona, per giungere al Lago. Il Narducci, sempre secondo quanto mi disse il poliziotto, era riuscito a superare il posto di blocco e a scomparire nel nulla. Ripeto che si trattava del poliziotto ucciso dalle Brigate Rosse nel treno nei pressi di Terontola. In questo momento non mi ricordo il nome. “—————————————————————————————————//
Si dà atto che viene mostrato al sig. Ticchioni l’album fotografico n. 2/2003 del G.I.De.S. di Firenze.
- Domanda: ” Riconosce, per caso, nelle foto che le vengono mostrate, la persona che vide a bordo dello scafetto”? —————————————————————————//
- Risposta: ” Assolutamente no. Fra l’altro l’uomo che io vidi era un po’ girato verso Castiglione del Lago. L’unica foto che ho riconosciuto è quella che raffigura Pacciani, e cioè la n. 0008, mentre la fot n. 0032 mi ricorda molto un uomo morto l’altro ieri al Lago, ma non assomiglia per nulla all’uomo che vidi nel 1985. Aggiungo che io Narducci non so nemmeno come fosse fatto .“ —————————————————//
Si dà atto che vengono mostrate a questo punto al signor Ticchioni le foto nn. 1 (22A-23, 23A-24 e 24A-25.
- Domanda: ” Era questa l’imbarcazione che lei vide quel giorno? “———————-//
- Risposta: ” Il modello dell’imbarcazione era simile. Aggiungo che sapevo che il Narducci aveva un motore Evinrude. “————————————————————//
Si dà atto che il presente verbale è stato redatto in forma riassuntiva, a norma dell’art. 140 c.p.p. e chiuso alle ore 12,10.
L.C.S.
IL PUBBLICO MINISTERO
(Dr. Giuliano Mignini sost.)
IL CANCELLIERE
(Dott.ssa Daniela Severi)