Il 28 Dicembre 2004 inizia l’incidente probatorio per Mario Vanni. L’incidente si svolge alla presenza dell’Avv. Nino Filastò, avvocato di Mario Vanni e dell’Avv. Gabriele Zanobini, avvocato di Francesco Calamandrei. Giudice il Dott. Crivelli e il PM Paolo Canessa.

Estratto dalla sentenza De Luca:

Il P.M,, all’esito di detto colloquio (NdR: Colloqui Nesi Vanni del 26 giugno 2003 e 30 giugno 2003) , in primo luogo faceva richiesta di incidente probatorio per sentirlo quale teste assistito dal suo difensore Avv. Filastò, ai sensi dell’art. 197 C.P.P. sui suoi rapporti con Calamandrei.

Il Gip ammetteva l’incidente probatorio, che veniva svolto all’udienza del 28.12.2004, dinanzi al Dott. Crivelli. Anche il Vanni, come altri soggetti, ha parlato gradualmente, chiedendo in primis di non subire altri processi. Una volta ottenuta tale assicurazione si è reso disponibile in momenti diversi a fare dichiarazioni, rispondendo a domande in merito a persone diverse. Il difensore del Vanni preliminarmente poneva al giudice la questione relativa al fatto che il suo assistito non potesse essere sentito in merito ai fatti già addebitatigli o, comunque, a fatti relativi a sue ulteriori responsabilità. Una volta chiaritogli che doveva rispondere in quella sede solo relativamente a responsabilità di terzi e che su quello doveva dire la verità Vanni si dichiarava disposto a rispondere alle domande su fatti che non riguardassero sue eventuali ulteriori responsabilità (autoincriminanti) ex art. 198 Il co. C.P.P.

Nel corso dell’interrogatorio si apprendevano da Vanni alcune circostanze ritenute dai P.M. “sorprendenti”. Fino a quel momento si sapeva soltanto dallo stesso Vanni e da alcuni testi di riscontro, che aveva frequentato le cene di paese dove costui faceva la Macchietta, cene frequentate da vari professionisti ed una serie di persone che furono indicate alla Corte anche con foto acquisite agli atti. Nel corso dell’incidente probatorio Vanni aveva introdotto una circostanza assolutamente sconosciuta fino a quel momento, parlando di un rapporto privato tra Pacciani, Vanni, Lotti da un lato, e Calamandrei dall’altro 13 egli aveva descritto con dovizia di particolari l’abitazione del Calamandrei, soffermandosi minuziosamente sulla composizione delle camere, dei salotti, di due bagni che, secondo i P.M., corrisponderebbe alla planimetria acquisita successivamente. Peccato, però, che, contro esaminato dal difensore del Calamandrei a proposito di altri due maggiorenti del paese di S. Casciano (il sindaco ed il parroco), lo stesso Vanni abbia riferito più o meno le medesime circostanze, come sj vedrà nel prosieguo della presente trattazione, allorchè si esamineranno nel dettaglio le sue propalazioni.

Secondo quanto riferito dal Vanni il farmacista Calamandrei conosceva il Pacciani, li aveva visti insieme per strada, ed era con lui in rapporti di amicizia. Tale dato, secondo i P.M., doveva essere meglio chiarito, e, perciò, decidevano di procedere all’interrogatorio del Vanni nella veste di imputato di reato connesso, ancora quale teste assistito in data 25.1.2005.

Stralci dell’incidente probatorio:

A domanda del Pubblico Ministero 14: “Ma lei il Calamandrei lo conosce”? “si” Pubblico Ministero: “Da quando lo conosce, da quando”? E il Giudice anche lui gli domandava: “Da Quanto tempo conosce il Calamandrei?” ed il Vanni : “Da parecchio”. “Come l’ha conosciuto? Sa che attività svolge”? Il Giudice interveniva e chiedeva: “Ma ha capito la domanda? Come l’ha conosciuto”? E Vanni poi rispondeva: “Ma, è… paesano”. “Paesano dove”? “San Casciano”. “E lei come l’ha conosciuto”? E rispondeva: “Faceva il farmacista”. E allora il Giudice gli domanda va: “Andava in farmacia qualche volta”? “Sì, ci sono andato” – pag. 52 – “a comprare le medicine”. E il Pubblico Ministero allora, a questo punto, riprendeva il suo esame: “Anche perché c’era un rapporto fra di voi di amicizia”? E Vanni dice: “No, di Medicine, solo per quello, per le medicine”. “Lo ha incontrato sempre e solo in farmacia o anche altrove”? Vanni: “Mah”. Giudice: “Ha capito la domanda? Lo ha incontrato anche al di fuori della farmacia e dell’acquisto delle medicine”? E Vanni rispondeva al Giudice: “Sì”. “E dove vi siete incontrati e perché? E’ mai capitato che siete andati, non so, a cena fuori insieme con amici”? Vanni: “SÌ, siamo andati anche fuori a cena”. P.M.: “Sa con chi siete andati fuori a cena”? Vanni:”Mah, ‘un lo so. Come fo’ a rammentarmi tutti questi cosi?” P.M.:”Comunque con persone amici comuni? Ne ricorda qualcuna”? Vanni: “Mah”. Il Pubblico Ministero proseguiva: “Le chiedo uno sforzo, di ricordarsi qualcuna di queste persone”, a pag. 54. “Chi erano? Dove andavate? E se ci sa dire dove”. E lui rispondeva: “A San Casciano”. “Ma a cena in casa di amici o in locali”? “No, in locali”. “Eravate più persone o lei e Calamandrei soltanto”? E Vanni diceva: “Diverse persone”. “Le è mai Capitato di andare lei solo con Calamandrei”? “No, non mi pare”. “Queste cene, queste frequentazioni, in che periodi erano”? Vanni: “Non me lo rammento”. “Sono durate a lungo o per un periodo breve”? Vanni: “Mah”. “Da tantissimi anni? Da quando era giovane? Non so, prima del suo arresto”? E Vanni diceva: “Quando ero giovane”. “Anche il Calamandrei c’era quindi, che era più giovane di lei”? “SÌ”. Pag. 55. “Quando andavate a queste cene lei era la persona più anziana o era la più giovane”? “Mah”. “Tante persone eravate in genere”? “Mah, diverse, parecchi”. “Quanti sono”? “Dieci, forse più”. “Eravate solo uomini”? “Sì, solo uomini”. “La Ciulli, il nome Ciulli le dice qualche cosa”? “No”. “Le dice qualcosa il nome Ciulli”?

14 (pag. 52 della deregistrazione)

“Sì”. Prima diceva “no”, poi “sì”. “Cosa le ricorda? Sì nel senso che era la moglie o sì è un nome che conosce”? La risposta del Vanni: “Eh”? E il Pubblico Ministero: “Ha capito la domanda”? Vanni: “Ho capito”. “Ma vorrei insistere” – Pubblico Ministero – “se sa se la moglie si chiama Ciulli o si chiama, nonostante siano separati, non lo so”… Vanni: “Mah”. Poi l’avv. Filastò, a pag. 60, diceva che per due volte gli si stava ripetendo la stessa domanda e lui non faceva che rispondere altro che “Mah, mah, mah, mah, mah”. E allora interveniva il Giudice: “Allora, la conosceva questa signora Ciulli o non la conosceva”? Ancora una volta la risposta del Vanni era: “Mah”. Pubblico Ministero: “Ma ricorda se qualche volta a queste cene c’era anche la signora Ciulli”? Il Vanni rispondeva: “Mah, non lo so. Mah”. “Lei ricorda quando sono finite queste cene”? “Eh, da parecchio tempo”, pag. 61. “Lei ha mai avuto occasione di incontrare o di passare il tempo col signor Calamandrei”? “No”. “Ha parlato qualche volta così? Quali erano gli argomenti di cui parlavate”? “Mah, cose nostre”. “Cose vostre? E cioè? Ci vuole spiegare”? diceva il Pubblico Ministero, “lei ha detto cose nostre, sembra di capire che avevate qualcosa in comune”. Vanni: “Eh”. “Che cosa? Di che cosa parlavate”? “Icché gli ho a dire? Non lo so”. “Cerchi di ricordare, lei dice “cose nostre”” “vuol dire che qualcosa ha ricordato, sennò avrebbe detto di medicine, no? Quali erano le cose vostre”? pag. 62, ed il Vanni: “Mah, si parlava”. Pubblico Ministero: “Insisto, vorrei sapere di che cosa. Lei deve rispondere su questo, le ha detto il Giudice. Parlavate di lavoro”? E lui diceva: “Sì”. “Ad esempio”… “Di queste cose qui”. P.M.: “Parlavate di donne che frequentavate”? Vanni: “Si può aver parlato anche di donne”. Pubblico Ministero: “Frequentavate donne in comune, per caso, conoscevate”? “Mah, no, codesti affari no”. “E allora perché dice “si sarà parlato anche di donne”? Cosa vuol dire”? Allora, ancora una volta, – pag. 63 – interveniva il Giudice: “Ha capito, allora, signor Vanni? Le sta chiedendo il Pubblico Ministero se ricorda chi fossero le persone che lei incontrava a queste cene”. E lui rispondeva: “Amici, così”. Giudice: “Ha qualche nome di cui si ricorda”? “Eh no, non mi ricordo”. “Ricorda l’ultima volta in cui ha visto il Calamandrei”? “Gli è parecchio, parecchio tempo”. “Lui lavorava e ancora lavora in farmacia o non ce l’aveva più… o non ce l’aveva più”? Il Vanni rispondeva: “No, la farmacia”. “Lei lo sa se ce l’ha ancora”? “Mah, ‘un lo so mica io, ‘un ci sono più stato”. Pubblico Ministero: “Quando ha detto che vi incontravate e parlavate delle cose vostre ricorda dove avvenivano questi incontri e questi colloqui”? Vani:”E che ho a dire io? Non lo so”. P.M.: “Lei è mai stato a casa del Calamandrei”? Vanni: “Sì”. P.M.:”Sa dove abitava”? “Ci sono stato”. “C’è stato”? “Sì, ma icché… icché vuol dire”? “Il Calamandrei veniva a casa sua”? Vanni: “No, a casa mia il Calamandrei non c’è mai stato”. Pubblico Ministero: “Invece lei andava a casa del Calamandrei. E come mai andava a casa del Calamandrei”? “Eh, siamo amici”. “Ah” – fa il Pubblico Ministero – “allora siete proprio amici”. “Sì, bravo; sì, bravo”. “E perché? Quali erano i motivi per cui andava a casa del Calamandrei”? “Mah, a piglia’ le medicine”. P.M.: “Ma quando andava a casa del Calamandrei a pigliar le medicine, c’erano i suoi familiari? La moglie c’era”? “Sì”. “C’era anche la moglie. Quindi lei la conosce abbastanza bene la moglie”. “Sì, ‘un c’è male, ‘un c’è male”. Vanni: “Siamo di paese”. “Lei ha conosciuto” – a pag. 65 – “altri familiari del Calamandrei”? “No”. Qui diceva “no”; P.M.:”Sa se aveva figli”? Vanni: “Mah”. Pubblico Ministero: “Non lo sa. Ha capito la domanda”? Vanni: “L’ho capita, signor Canessa”. “Lei ha conosciuto anche il padre del signor Calamandrei”? “Sì, l’ho conosciuto anche lui”. “Cosa faceva”? “Mah, il farmacista”. “E frequentava anche il padre o ha frequentato solo Francesco”? Vanni: “Di queste cose non le so io”. “No, lei”. Vanni: “lo”? “Sì”. Vanni: “No, no”. “Solo il figlio”. E Vanni risponde: “Mh”. “Lei ricorda come l’ha conosciuto, come siete diventati amici”?, pag. 66. “Siamo paesani, no? Andavo a piglia’ le medicine per la mi moglie, no”? “Ho capito”, fa il Pubblico Ministero. “Eh, ha capito”, dice Vanni. “Io però le ho chiesto quando andava a trovarlo a casa di cosa parlavate, perché lei ha detto che parlavate delle vostre cose. Deve essere proprio un argomento così delicato” – diceva il Pubblico Ministero – “dato che non ci vuol dire quali erano le vostre cose”. Interveniva l’avvocato Filastò: “Ma, veramente l’ha fatto diventare delicato lei con questa insistenza sulle “cose vostre””. “E io le ho chiesto e le chiedo quali erano gli argomenti di cui lei e Calamandrei parlavate, dato che eravate amici”. La risposta di Vanni, ancora una volta: “Mh, a piglia’ le medicine, si parlava così”. “Però poi ha detto che andava a trovarlo a casa, eravate amici e parlavate delle vostre cose”, diceva il Pubblico Ministero. “Sì”. Proseguiva poi il Pubblico Ministero, pag. 67: “Vorrei capire come e perché sono diventati amici. Lei ha detto eravate amici. Ci vuole spiegare”? Vanni: “Eh, andavo a piglia’ Ie medicine, si parlava così, in amicizia, no?, per la mi moglie, le medicine, la roba, le medicine per casa”. P.M.: “Ma perché andava a casa del Calamandrei”? Vanni: “Mah”. Ancora: “Quando lei andava a casa del Calamandrei di che cosa parlavate”? pag. 68. “Si parlava così, d’amicizia nostra, qualche discorso si faceva, ma nulla di straordinario”. “Allora se non c’è nulla di straordinario ce lo può dire”. “Mah, io la senta”… Il Pubblico Ministero domandava: “Parlavate di sport”? e Vanni:”Sì, si è parlato anche di sport, ha voglia”. “Senta una cosa: sa se il Calamandrei andava a caccia, per esempio”? “Mah, non lo so”. “Mah, io non credo”. “No. Se aveva amiche donne”? “Non lo so”. “No. Lei ha mai parlato… le ha mai parlato il Calamandrei se aveva problemi con la moglie”? “Non me ne ha mai parlato”. “Quando era presente la moglie di che cosa parlavate”? “Mah, io andavo a piglia’ le medicine, ma poi ‘un facevo mica nulla di straordinario”. “La moglie era anche lei in farmacia? Le dava le medicine anche la moglie”? “No”. “Sa se il Calamandrei aveva delle armi”? “No, codesto affare non lo so”. “Ha mai sentito parlare in quella casa di pistole”? “No, mai”. “La moglie ha mai parlato di pistole”? “No, mai”. “A quelle cene ci sono stati il Pacciani e il Lotti”? “Mh, qualche volta ci sono stati”, pag. 70. “II Calamandrei era anche amico di Pacciani e Lotti, come ha detto lei”? Vanni: “Sì”. “E come lo sa? Li vedeva insieme”? Vanni: “Mh”, Pag. 70. “Cosa vuol dire “mh”? Sì o…”? “Un lo so”. “Ha detto “mh”, ci vuole spiegare cosa vuol dire”? Vanni: “Mah, icché devo dire? lo non lo so mica. Icché sapevo l’ho detto. lo altre cose non le so, ha capito”? P.M.:”lo le ho chiesto se si frequentavano. Mi ha detto “sì”. Le ho chiesto se erano amici, mi ha detto “mh”. Vorrei sapere come ha capito che erano amici. A casa, quando andava lei, a volte è capitato che ci fossero anche Pacciani e Lotti”? Vanni: “A volte c’è stato”. Pubblico Ministero: “A volte c’è stato. C’è stato Pacciani e Lotti” – Pubblico Ministero – “o l’uno o l’altro”? “Sì”. “A casa di Calamandrei”, diceva Vanni, “C’era presente anche lei”? “Eh”. Pubblico Ministero: “Eh, sennò come fa a saperlo? E di che cosa parlavate nelle volte in cui a casa eravate lei, Pacciani e Lotti e Calamandrei”? “Icché si parlava… io pigliavo, andavo per piglia’ le medicine per la mi moglie, poi le altre cose…”. E il Pubblico Ministero: “In casa eravate… quando eravate voi quattro di che cosa parlavate”? “Eh, ‘un lo so”. Pubblico Ministero, pag. 71: “C’erano anche altre persone oltre Pacciani, Lotti, lei, Calamandrei”? “No”. “O eravate voi quattro e basta”? “Un lo so io quest’affare qui”. P.M.: “Ma cos’era, la sera, la mattina, il giorno”? “Sì, di giorno, no”? “E perché lei Pacciani e Lotti andavate insieme a casa di Calamandrei”? Qui l’avv. Filastò interveniva: “Questo non l’ha mai detto, che ci andavano insieme”. Pubblico Ministero si correggeva: “E allora perché vi siete trovati insieme? E’ uguale. Lo saprà, eravate persone adulte. Qual è il motivo che vi univa insieme in quella casa, in quei momenti”? Vanni: “lo andavo a piglia’ le medicine per la mi moglie, poi le altre cose io ‘un le so”. Pubblico Ministero: “Andavate insieme, tutti e tre, voi, da Calamandrei, o vi trovavate lì”? “Si”, la risposta. “Andavate insieme o vi trovavate lì”? “Sì”. Pubblico Ministero: “Andavate insieme”? Vanni: “Ci si trovava lì”. P.M.: “Vi trovavate o ci andavate insieme tutti e tre”? “Eh”. “Perché andavate a casa dei Calamandrei”? “Mah, io andavo a piglia’ le medicine, gliel’ho detto. Fo i soliti discorsi io, no? E icché devo dire”? Interviene l’avvocato Filastò: “Gliel’ha detto cinque o sei volte”. Pubblico Ministero: “L’idea di andare avanti a trovare il Calamandrei ce l’aveva il Pacciani, il Lotti o ce l’aveva lei”? Pag. 72. “Mh”. Poi, ancora a pag. 72: “E’ mai venuto a questi incontri anche il Pucci”? “No, io credo di no”. “Cos’ha detto? Non ho sentito”. “lo credo di no”. “Il Pucci”. “Sì”. “Senta una cosa, lei ‘ha sentito di cosa parlavano in sua presenza Pacciani e Calamandrei”? “No, erano amici. lo icché ho a dire? Mah”. Pubblico Ministero: “E Lotti di cosa parlava”? “Andava a piglia’ le medicine anche lui, eh”. “Ma come mai capitava che eravate insieme lì voi tre più il Calamandrei”? Vanni: “Siamo amici”. “Ci può spiegare perché andavate voi tre a casa del Calamandrei”? “Siamo amici”. “Allora ci parli di questa amicizia”. “Mah”. Pubblico Ministero: “Perché eravate amici? Qual è il motivo per cui voi quattro eravate amici? Chi è diventato amico prima del Calamandrei? Lei, Pacciani o Lotti”? “Mah, io ‘un lo so codesto affare”. Pag. 73. Pubblico Ministero: “Ogni tanto capitava che andavate a casa del Calamandrei”? “Mah, ogni quando in quando”. “Cosa vuol dire “ogni quando in quando”? “Mah”. “Qual era il motivo per cui decidevate di andare”? Poi a pag. 75 Pubblico Ministero: “Lei ha mai incontrato Calamandrei e Pacciani insieme per strada”? “Sì, sì, a volte li ho visti insieme”, P.M.: “Dove”? Vanni: “Eh, alla farmacia”. Domanda del P.M.: “lei ha mai incontrato Calamandrei e Pacciani insieme per strada”? La risposta è “alla farmacia”. Vanni: “Sì, sì, a volte li ho visti insieme”. P.M.: “Dove”? Vanni: “Eh, alla farmacia”. A pag. 76: “Lei vedeva insieme Pacciani e Calamandrei? Li vedeva per caso”? Vanni: “Sì, sì, di combinazione, li trovavo alla farmacia”. “Le è mai capitato di vederli per caso fuori”? “No, no”. Pubblico Ministero: “E allora come mai a volte vi trovate, vi trovavate, come ha detto lei, no?, insieme? Perché a casa”? “S’andava a piglia’ le medicine”. P.M.: “Lei ci ha detto che conosceva” – a pag. 78 – “anche il padre del Calamandrei”. “Sì”. “Ricorda quand’è morto”? “Un lo so”. “Lei è diventato amico di Calamandrei Francesco quando il padre era ancora vivo o era morto”? “Sì, era vivo”. “Lei ha conosciuto Francesco quando il padre era ancora vivo”? “Sì, bravo signor Canessa”. “Andava a casa di Calamandrei quando il padre era ancora vivo o…”? “Sì”. (Il padre del Calamandrei risulta deceduto nell’anno 1971, e, dunque, tali incontri dovrebbero risalire a prima di quell’anno!!!) “Sì, sì”. “Quindi da tantissimo tempo”. “Sì”. “Anche il Pacciani e il Lotti”? “Sì”. “Quando il padre era ancora vivo”? dice il Pubblico Ministero. “Sì”. “E il padre era al corrente di questa vostra amicizia? Vi vedeva”? “Sì, ci vedeva”. “Il Pucci è mai venuto con voi”?15 Ora diceva: “A volte è venuto”. “Con voi dove, in farmacia o a casa”? “Sì, in

15 (occorre evidenziare che il Vanni a proposito del Pucci aveva detto sul punto “no, il Pucci no)

farmacia”. “Insieme a voi o andava per conto suo”? “Insieme a noi”. “Insieme a voi… insieme a voi o andava per conto suo”? “Insieme a noi”. “Quando eravate a casa del Calamandrei” – pag. 79 – “voi, Pacciani, Lotti e a volte Pucci, c’era anche la moglie”? “Sì. L’ho detto, no”?. “Eravamo noi solo quattro”. “Quando è morto il padre del Calamandrei grosso modo il figlio che età aveva”? “Un lo so”. Domanda del P.M.: “Quando lei ha conosciuto il Calamandrei, lei Vanni che età aveva”? La risposta: “Sì”. “Lei quanti anni aveva quando ha conosciuto il Calamandrei”? Vanni: “Eh, avrò avuto settant’anni”. Sa se il padre del Calamandrei era un cacciatore”? “Sì”. “Lo sa”? “Sì, sì, sì”. Pubblico Ministero: “Ha capito la mia domanda”? “Eh, ho capito”. “Il padre del Calamandrei era un cacciatore”? “Eh, ho capito, signor Canessa”. “Lei sa se il padre del Calamandrei era un cacciatore”? Vanni: “Eh, ‘un lo so”. P.M.: “Ah, ecco, non lo sa”. Pag. 80. Interveniva il dottor Crivelli: “Dal momento che ci sono riferimenti all’età… ci vuol dire quando è nato, signor Vanni, perché ci siamo”… La prima risposta: “Ah, ‘un lo so”. “Lei” – Giudice – “in che data è nato”? “Eh”, la risposta. Giudice, ripete ancora: “Lei quando è nato”? Vanni: “lo”? “Qual è la data della sua nascita”? proseguiva il dottor Crivelli. “Il 23 dicembre”. Giudice: “Di che anno”? “Del ’27”. Vanni: “Mah”. “In che luogo abita in questo momento”? “A San Casciano”. “A San Casciano”? fa il Giudice. Vanni: “Sì”. Pag. 81. Pubblico Ministero: “Come… è la residenza, signor Vanni”. E il Giudice: “E’ la residenza. Ma il posto dove abita fisso, dove dorme, dove mangia, dov’è che sta ora”? Vanni: “Mah, ‘un lo so”. Pubblico Ministero: “Non sa il nome”? E il Giudice: “Ma aspetti, aspetti Pubblico Ministero, perché sono questi gli accertamenti che dovevamo fare fin dall’inizio, perché noi per un certo calore della vicenda ci siamo scordati di fare. Dico quindi… ma faccio anche per sondare quella che è la capacità di memoria, di percezione del testimone”. E allora ripeteva la domanda: “Quindi lei stamani, per esempio, da dove è venuto? Per venire qui lei si ricorda da dove è partito per venire in questa aula”? “Non me lo ricordo”. Giudice: “Non se lo ricorda”? “No, non me lo ricordo”. A questo punto il Giudice diceva: “Andate pure avanti. Ecco, era per localizzare la memoria”. E poi si proseguiva: “lo le avevo chiesto se il Calamandrei Francesco ha figli”. Vanni rispondeva: “Sì”, a pag. 82. “Lei lo sa quanti ne ha”? “”Un lo so, mi pare due”. “Ah, vede? Allora le cose se le ricorda”. “Sì”. “Due maschi? Due femmine”? “Sì, due maschi”. 16  “Tutti e due maschi”? “Sì, sì”. “Lei li ha conosciuti, fin da bambini li ha sempre visti”? “Sì, sì, è vero”. Poi a domanda: “Vorrei che lei mi spiegasse quel concetto che ha detto, che eravate amici del Calamandrei, che parlavate del più e del meno. Ce lo vuole spiegare meglio”? “Mah, andavo a piglia’ le medicine”. “Eh beh, poi lei ha detto che non era solo, quello… eravate amici e parlavate del più e del meno, e che lei andava a casa. Volevo sapere di che cosa parlavate”. “Mh. Icché si parlava? Di poco”. “Di poco cosa vuol dire”? “Mah, ‘un lo so”. “Vi offriva da bere”? “Sì, qualcosa”. “Quindi vi sedevate intorno a un tavolo a casa sua? Cosa vi offriva”? “Mah, un bicchiere di vino”. “In casa del Calamandrei”? “Sì”. “Anche al Pacciani? O lui non beveva”? “Sì, anche a lui”. “Anche al Lotti”? “Qualche volta anche al Lotti”. “Qualche volta anche al Pucci o al Pucci no”? La risposta era: “Sì”. “Ma stavate intorno a un tavolo, non so”, fa il Pubblico Ministero. “Mah”. “Non se lo ricorda? La casa se la ricorda? Era grande? Piccola”? “No”. “Se la ricorda”? “Era grande, tante stanze, parecchie stanze”. “Quindi lei l’ha vista tutta”. “Sì, l’ho vista tutta”. “Aveva un salotto grande”? “Sì”. “Voi in genere stavate in salotto”? “Eh”. “Ma lei ha visto anche le camere”? “Eh”, “E’ grande in che senso”? “Sì, tante, parecchie camere”. “Parecchie. Lei le ha viste”? “Mh, le ho viste”. “Come mai ha visto le camere, mi scusi”? “Ma, mi c’ha portato”. “Per fargli vedere la casa? Lei non è che ha mai dormito in casa del Calamandrei”? “No, mai, io no”. “Ha mai visto che lui aveva ospiti o ci stava solo con i figli”? “Lui e la moglie”. “Anche i figli”? “Si”. “Lei ha detto che andavate a cena di quando in quando… ho capito…. ma ci può dire di quando in quando…”? “Eh, quando in quando, mica sempre”. “Ma perché andavate a casa del Calamandrei”? “A piglia’ le medicine e basta”. E allora… “Iecché ho a dire”? “Perché gli fece vedere le camere”? faceva il Pubblico Ministero. “Perché”? “Perché”? Lui: “Mah”. “Fu lui a dirgli, a fargli visitare la casa”? “Eh”. “Lei ha detto era grande. Ci può dire grande come”? “Grande”. “Ha stanze”? “Ha stanze”. “Ha visto anche il bagno? Le è capitato di andare in bagno”? “Mh”. “C’aveva uno o due bagni”? “Due bagni”. “Allora la conosce proprio bene questa casa”. “Eh, è un signore”. “Era un signore. Ma per arrivarci c’era un ascensore? Era al primo piano? Era al pian terreno”? “No, primo piano”. “Sopra la farmacia”? “Sì, bravo”. “E come ci si arrivava? C’erano le scale”? “Eh, un pochine di scale. C’era un portone, dalla farmacia”. “Da dentro la farmacia o c’era un portone per salire”? “Sì”. “Queste

16 (il Calamandrei risulta padre di un maschio, purtroppo deceduto nel corso del presente processo, e di una femmina, sempre presente in aula; v., comunque, nota dei CC di Firenze del 21.9.88 n. 3586 inc. gen).

scale da dove sono”? “Sì, dalla farmacia”. “Lei ha detto tante camere perché le ha viste tutte”? – Pubblico Ministero – “C’aveva un salotto solo o più di un salotto”? “Due”. “Senta, ma lei si è mai fermato anche a mangiare dal Calamandrei”? “No, no”. “Solo a bere”? “lo no, a mangiare no, solo a bere”. “Ma eravate voi, lei, il Pacciani, il Lotti, che chiedevate il vino o era lui che vi offriva il vino”? “Mah”. “A volte bevevate anche il caffè”? “Non lo so, sì, sì”. “Ah, e lo faceva lui o la moglie”? “Lui”. “Lui vi faceva il caffè. E quindi la moglie non c’era quando”… “No, no”. “Questa vostra amicizia è durata tanto tempo”? “Sì”. “Ma andavate a casa anche quando era vivo il padre”? “Sî”. Quindi non più tardi del ’71. “Perché il padre, dove abitava… anche allora”… “Sì”. “Quindi è un’amicizia lontana, perché il babbo del Calamandrei” – dice il Pubblico Ministero – “è tanto che è morto, ora non ho i dati”. “Eh”. “E il padre sapeva di questa vostra amicizia? Vi vedeva”?, pag. 87. “Ci vedeva, eh”. “E non diceva nulla”? “Mh”. “Vi salutava”? “Sì, i saluti”. “Lei conosceva anche Nesi Lorenzo, mi sembra”. “Come”? “Nesi lo conosce”? “Sì, sì, sì”. “Quando l’ha visto l’ultima volta”? “Gl’è poco… gl’è poco. Parecchio tempo fa”, “Dove l’ha visto”? “Eh, l’ho visto quand’ero in carcere”. “Lì all’ospedale dove ora ormai è venuto”? Vanni: “No, no. ‘Un l’ho mai visto più”. P.M: “AI carcere è venuto invece. Ma avete parlato”? Vanni:”Mh, qualche discorso s’è fatto”. P.M.: “E che tipo… ha parlato così, delle vostre cose, sue e del Nesi, perché siete amici”? Vanni: “No, siamo amici”. P.M.: “E’ venuto una volta? Più volte”? Vanni: “Sì”. P.M.: “Allora si ricorda di cosa avete parlato”? Vani: “Non me lo ricordo”. P.M.: “Ma il Nesi ha voluto parlare anche dei fatti che erano avvenuti a San Casciano, di tutti quei morti”?, pag. 89. Vanni: “Sì”. P.M.: “E lei che cosa gli ha detto”? Vanni: “Nulla gli ho detto io”. P.M.: “Ma quando Nesi le faceva le domande lei capiva o stava male”? Vanni: “Capivo, capivo”. P.M.: “Stava bene”? Vanni: “Sì, allora… allora sì”. P.M.: “Come stava oggi? Stava meglio o peggio”? Vanni: “Eh, insomma”. P.M.: “Stava bene. Ma siete dopo il carcere rimasti amici”? Vanni: “Si capisce, si capisce”. P.M.: “E che cosa gli chiedeva”? Vanni: “Icché s’è parlato? Delle nostre cose, dell’amicizia”. P.M.: “Ma di questi fatti che sono avvenuti a San Casciano”? E Vanni rispondeva: “Sì, siamo”… Giudice: “Noi stiamo stiamo per ricostruire le vicende con sincerità, ha capito”? “Bravo, bravo”, rispondeva Vanni. P.M.: “ma quando Nesi è venuto da lei, Pacciani! 17 era già morto o era ancora vivo”? Vanni: “L’era vivo, l’era vivo”. P.M.: “E’ sicuro? E cosa voleva sapere dal Pacciani? Cosa gli chiedeva”? Vanni: “Mah”. P.M.: “Gli ha chiesto se il Pacciani aveva una pistola, gli ha chiesto il Nesi”? Vanni: “Mah, io ‘un lo so”. 

17 n.b.: si era nel giugno dell’anno 2003!!!!!!

P.M.: “Lei non lo sa. Ma il Nesi gliel’ha chiesto”? Vanni: “Mah, me l’ha chiesto, ‘un lo so”. P.M.: “Lei ricorda cosa ha risposto? Cosa ha risposto lei”? Vanni: “Ma, io non lo so”. P.M.: “Non lo sa. Tanto non importa continuare”. “Tanto gl’è tempo perso”. “Eh” – diceva il Pubblico Ministero – “tanto c’è una registrazione, eh, del vostro colloquio. Lei dice al Nesi che il Pacciani aveva due pistole, che andava nel bosco”. Vanni: “No, io ‘un lo so. lo gli ho detto quest’affare qui… io ‘un gli ho detto quest’affare qui”. P.M.: “Non l’ha detto”? Vanni: “No, no”. P.M.: “Non lo ricorda”? Vanni: “Non lo ricordo, no”. P.M.: “Ma per caso il Nesi le ha chiesto chi era che faceva gli omicidi ai danni di quelle coppie”? Vanni: “Sì”. P.M.: “Gliel’ha chiesto. Gliel’ha chiesto, gliene ha parlato”? Vanni: “Ho parlato, ma non me lo ricordo. Che vuole, gli è passato parecchio tempo”. P.M.: “E perché gli ha parlato di un negro? A proposito di cosa”? Vanni: “Mah, non mi ricordo”. P.M.: “Gliel’ha detto che questo negro si chiamava Ulisse”? Vanni: “Sì”. P.M. “Gliel’ha detto lei al Nesi”? Vanni: “Sì”. P.M.: “E chi è questo”? Vanni: “E lo sapeva anche lui”. A pag. 93: “E lo sapeva anche lui”. P.M.: “Lo sapeva anche il Nesi”? Vanni: “Ma si capisce”. P.M.: “Cioè? Mi spieghi, che cosa sapeva il Nesi di questo Ulisse”? Vanni: “Mah”. P.M.: “Chi era questo Ulisse”? Vanni: “Un lo so”. P.M.: “Però se lo sapeva chi era questo negro di cui parlavate”… Vanni: “Mah”. P.M.: “Perché avete parlato di questo negro di cui il Nesi lo sapeva anche lui”? Vanni: “Eh, s’era… s’eramo amici”. P.M.: “Voi eravate amici di questo negro”? Vanni: “No, volevo dire del Nesi”. P.M.: “Ah”. Vanni: “Oh, via”. P.M.: “E chi era questo negro? Se era amico… lei lo ha mai visto”? Vanni: “Chi”? P.M.: “L’ha mai visto questo negro”? Vanni: “No”. P.M.: “E dove l’ha visto”? Vanni: “lo ‘un l’ho visto”. P.M.: “No”. Vanni: “Un l’ho visto”. P.M.: “Prima ha detto di sì”. Vanni: “No”. “E poi”, diceva l’avv. Filastò… “ha detto di no”. ” Giudice, interveniva: “Allora, le ha chiesto il Pubblico Ministero se avete parlato di un negro a nome Ulisse”. Vanni: “Sì”. Giudice: “Una persona… e le ha chiesto se lei lo ha mai visto questo Ulisse”. Vanni: “io non l’ho mai visto, non l’ho mai visto”. “Perché”… – il Pubblico Ministero riprendeva a parlare del nero – “ma cosa faceva questo negro”? Vanni: “Mah, ‘un lo so”. P.M.: “Però lei in questa registrazione che s’era fatta nel carcere ha detto al Nesi che era questo nero che ammazzava le coppie. Ha capito”? Vanni: “Si, ho capito”. P.M.: “Gliel’ha detto lei al Nesi”? Vanni: “Sì” – Pag. 95. P.M.: “Perché gli ha detto così”? Vanni: “Mah”. P.M.: “Ma lei lo sa cosa faceva questo negro e chi era? Questo negro lei sa se è vivo o è morto”? Vanni: “E’ morto”. P.M.: “Allora lo sa”. Vanni: “Mh”. P.M.: “E come sa che questo negro è morto”? Vanni: “Mah, dalla televisione”. P.M.: “Ma alla televisione parlano di tanti negri e di tanti bianchi che muoiono” – osservava il Pubblico Ministero. Vanni: “Sì”. P.M.: “Perché ha parlato di questo”? Vanni: “Eh, non lo so”. P.M.: “Non lo sa. Non lo sa e non lo sa”. P.M.:”Sì, perché avete parlato di questo”? Vanni: “Ma così, mentre si parlava insieme”. P.M.: “A proposito di che cosa? Di quei morti”? “Sì, sì”. Vanni diceva: “Dice gl’aveva morto un monte di persone”. E il Pubblico Ministero: “Chi lo diceva”? Vanni: “Eh, la televisione”. P.M.: “Ah, ecco”. Vanni: “Mica io”. P.M.: “E la televisione diceva anche il nome”? Vanni: “Sì, eh”. P.M.: “E dove è morto? Lei lo sa dove è morto”? Vanni: “Mah”. P.M.: “Come è morto”? Vanni: “Non lo so”. Quindi si proseguiva con il controesame del difensore del Calamandrei avv. G. Zanobini. A domanda: “Si sente bene in questo momento”? La risposta era sempre la solita: “Sì, bravo” – a pag. 99 -: “Che attività faceva prima di andare in pensione”? Vanni: “Il postino”. “Per quanti anni ha fatto il postino”? La risposta: “Sei”. “Solo sei anni”? Vanni: “Sei anni”. A pag. 102 il Vanni cominciava a cantare “Faccetta Nera che già l’ora si avvicina”. E il Vanni concludeva con: “Viva il Duce”! Poi, parlando delle cene di tutti i paesani – a pag. 103 – indicava tutti i nominativi suggeriti dal difensore. Pag. 113, a domanda: “Senta, Vanni, e il Pacciani e il Lotti ha detto che li ha visti anche insieme al Calamandrei. Va bene?”, Vanni “Sì”. E a domanda: “Dove li ha visti”? Vanni: “In farmacia. Siamo andati insieme”. Domanda: “Ah. Perché siete andati insieme, Vanni”? E lui rispondeva: “Mah”. “E dov’è che facevate per incontrarvi”? “Eh, in piazza, in piazza Pierozzi”. : Avv. Zanobini: “Ma lei andava a prendere le medicine. Andava sempre insieme al Pacciani e al Lotti o andava anche da solo”? Vanni: “No, io andavo da me”. Poi: “E vi siete trovati insieme”? “Sì”. Pag. 114. “Eh” – Vanni – “in via Machiavelli”. “Ah, in via Machiavelli”. Avv. Zanobini: “Vi siete trovati insieme lì e anche poi a prendere le medicine”? E Vanni: “Sì”. Avv. Zanobini “Lei, Vanni, e Lotti”? Vanni: “Sì” – Pag. 115. Quindi a domanda se conoscessero anche l’altra farmacia Parrini Vanni diceva “sì, sì”. E se conoscesse anche lui (il farmacista), Vanni: “sì, eravamo amici”. E a domanda: “Vanni, ma per lei cosa vuol dire essere amico”? Vanni: “Mah, siamo paesani”. A domanda: “La capisce la domanda”? rispondeva: “Siamo paesani”. “Quindi per lei” – domanda, a pag. 115 – “essere paesani e conoscersi vuol dire essere amici”? Vanni: “Sì, bravo”. Avv. Zanobini: “E quindi a San Casciano quanti amici lei aveva”? Vanni: “Parecchi”. Domanda: “Ma lei conosceva anche il sindaco”? – pag. 116. E Vanni rispondeva: “SÌ, Ciapetti”. A domanda: “Era amico anche del sindaco”? “Sì, ero amico anche dei comunisti”, “Senta, si è trovato qualche volta al bar col sindaco a bere”? Vanni: “Sì, anche al bar,eh”. Avv. Zanobini: “Con il sindaco”? Vanni: “Ha voglia, il sindaco Ciapetti, al Bar Italia. O sennò nel piazzone”. Poi: “Allora, ascolti, non si può dire che lei con il Calamandrei aveva un’amicizia particolare e diversa da quella che aveva con gli altri paesani”? pag. 117. Vanni: “Sì, era amico”. Avv. Zanobini: “Come con gli altri paesani”? Vani: “8]”. “Senta, lei dice una cosa, io ho capito, quando la interroga il signor Canessa, come dice lei”… “Eh”, faceva il Vanni “a proposito di questo Ulisse e che lei ha detto”… “Sì, ne abbiamo parlato”. “Eh”. “Ma lo sapeva anche lui”. “Cioè, vuol dire il Nesi”? E lui ribadiva, pag. 117: “Sì, sì”. Avv. Zanobini “Quindi, e avete… il Nesi le ha parlato di questo Ulisse anche a lei”? Vanni: “S]”. Avv. Zanobini: “Prima che lei ne parlasse al Nesi”? Vanni: “Sì, prima che ne parlassi al Nesi”. Avv. Zanobini: “E quando”? Vanni: “Eh, parecchio tempo fa”. Domanda: “Cioè quando veniva a trovarla in carcere”? Vanni: “Sì, bravo”. Pag. 118. Avv. Zanobini: “E che cosa le diceva il Nesi di questo negro, di questo Ulisse”? Vanni: “Mah, e che diceva? L’aveva sentito dire alla televisione”. Avv. Zanobini: “Anche lui? Senta, e poi a proposito di questo Ulisse, lei ad un certo momento dice che questo negro ha ammazzato tutti e sedici lui, vero? E poi hanno trovato la pistola. Se la ricorda”? Vanni: “Eh, l’hanno trovata di certo”. Avv. Zanobini: “A proposito di questo Ulisse, ad un certo momento lei dice che questo negro ha ammazzato tutti e poi hanno trovato la pistola. Se lo ricorda”? Vanni: “Eh, l’hanno trovata di certo”. Avv. Zanobini: “La pistola”? Vanni: “Alla televisione s’è saputo”. “Dice una lettera e ogni cosa, e poi lei dice che questa roba l’ha presa il Giudice”. E lui rispondeva: “Sì, eh”. “Eh”. Vanni: “Le ha prese il Procuratore”. Avv. Zanobini “E chi era questo Procuratore”? Vanni: “Mah, ‘un lo so”. Avv. Zanobini: “E lei dove l’ha sentito di questo Procuratore che ha preso questa roba”? – sempre pag. 118. Vanni: “Icché gli ho a dire? Non lo so”. Avv. Zanobini: “Però si ricorda di averlo detto”? Vanni: “Ma di certo”. Avv. Zanobini: “Quello che conta dice lei. Chi è il Procuratore che conta”? “Come”? “Lei dice le ha prese il Procuratore, quello che conta. Chi è il Procuratore”? Vanni: “Non lo so”. “Che conta per lei”? “Non lo so”. Avv. Zanobini: “Però si ricorda di averglielo detto al Nesi.Vanni: “Sì”. Poi interveniva il Giudice: “Gli ripeta questa domanda per verificare se ha capito bene….”. e il Vanni: “l’ha prese il Procuratore”… e “chi è per lei”?… e lui diceva “non lo so”. E poi: “Ma si ricorda di averlo detto oppure non se lo ricorda”? 18 Vanni: “Ma certo”. Poi si si

18 n.b.: prima aveva detto che se lo ricordava…

proseguiva e Vanni continuava a dire che andava in farmacia a prendere le medicine, ripetendo ancora che il Pacciani e il Vanni erano amici non solo del Calamandrei ma di tanti altri paesani – pag. 123; poi a domanda: “Lei conosce Don Polidori”? Vanni: “Sì”. Avv. Zanobini: “E’ stato in casa anche da lui”? “Sì, anche lì. Siamo amici”. ” Avv. Zanobini “Eravate amici anche di tutti quei paesani che venivano a cena insieme a lei”? – pag. 123. Vanni: “Sì, sì, sì, sì. Anche lì, anche lì”. Avv. Zanobini: “E com’è che fissavate”? Vanni: “Sì, si fissava in piazza e s’andava, poi si decideva lì per lì”. Avv. Zanobini: “Ed eravate amici anche con quelli che gli stavano… che gestivano questi bar”? Vanni: “Sì, amici, siamo amici, perché no”? Avv. Zanobini: “Come eravate amici con il Calamandrei”? Vanni: “Sì, bravo”. Avv. Zanobini: “Senta, Vanni, lei andava in chiesa”? Vanni: “Eh sì, andavo in chiesa”. Avv. Zanobini: “Alla messa”? Vanni: “Sono andato sempre alla messa”. Avv. Zanobini: “Lo conosceva il prete”? Vanni: “Sì, Don Polidori”. Avv. Zanobini: “Era amico anche di lui o andava soltanto alla messa”? Vanni: “Sì, andavo alla messa io”. Avv. Zanobini: “Era amico anche di Don Polidori lei”? Vanni: “Sì, lo conoscevo bene”. Avv. Zanobini: “Lo conosceva bene”? Vanni: “Sì, ha voglia”. Avv. Zanobini: “E ci parlava anche quando non era in sagrestia, quando non andava in chiesa”? “Sì, ci parlavo”. Avv. Zanobini: “Anche nella piazza”? Vanni: “Lo stesso, ha voglia”. Pag. 125 – “E’ stato a volte anche a casa di Don Polidori”? Vanni: “Eh”. A domanda: “Eh, c’è stato anche a casa di Don Polidori”? “Sì”. Avv. Zanobini: “Com’è la casa di Don Polidori”?. Vanni: “Grande, più bella della mia”. Avv. Zanobini: “Conosce bene anche quella. Senta, che è stato anche a casa del sindaco Ciapetti”? Vanni: “Sì, sono stato”. Avv. Zanobini: “E com’è anche quella”? Vanni: “Fra amico”. Avv. Zanobini: “E quando andava a casa di Don Polidori di che parlavate”? Vanni: “Si parlava delle nostre cose”. Avv. Zanobini: “Può darsi che abbiate parlato delle vostre cose”? Vanni: “Sì, eh, mah”. Pag. 127. Vanni riferiva che anche quando andava a casa di Don Polidori e del sindaco Ciapetti parlavano delle loro cose, come con il Calamandrei. “Eh, siamo amici, siamo paesani”. “Di che cosa parlava con il sindaco Ciapetti”? “Mah, lui è comunista”. Avv. Zanobini: “Spesso dice… senta, e quando dice appunto anche “con il Calamandrei si parlava delle nostre cose”, “delle nostre cose”, no”? “Sì”. “Ma delle vostre cose ne parlavate soltanto con il Calamandrei o ne parlava anche con gli altri amici”? Vanni: “Anche con il Calamandrei”. “Anche con il Calamandrei”. “Sì”, “Ma anche con il Ciapetti, per esempio”? Vanni: “Sì, ha voglia”. Pag. 127. Avv. Zanobini: “Ah e anche con tutti quegli altri amici”? Vanni: “Sì”. Z. “Quindi delle vostre cose non ne parlavate soltanto con il Calamandrei”? V.: “Sì”. Z.: “Si può dire questo? Aspetti, gliela ripeto piano piano”…”Delle vostre cose non ne parlavate soltanto lei e il Calamandrei”? V. “Mh, eh, sì”. Z.: “Ne ha parlato anche con quegli altri amici”? V. “Sì”. Avv. Zanobini: “Eh, non avevo capito bene” e l’avvocato Filastò: “Ha detto sì”. Avv. Zanobini: “Quindi, per esempio anche con il dottor Mancini, con il dottor Biagiotti, con il Torricelli? Sempre delle vostre cose parlavate”? Vanni: “Era amico, era amico”. Vanni diceva che quando andava a casa di Don Polidori e del sindaco anche loro gli offrivano un bicchiere di vino e il caffè, come il Calamandrei. E a domanda: “Quando” – a pag. 129 – “andava in casa del sindaco, no”? V. “Sì”. Z. “Che gli offriva anche lui un bicchiere di vino”? V. “Sì, ha voglia”! Z. “Per caso glielo offriva anche Don Polidori”? V. “Sì”. Z. “E quando andavate…e quando andavate a casa del sindaco”… V. “Sì, in casa”… Z. “dov’è che stavate a parlare delle vostre cose? In salotto? Dove”? V. “Sì, in casa, in casa”. Z. “Quante stanze c’ha la casa del sindaco”? V. “Parecchie”. Z. “Era grande”. Z. “E quanti salotti c’aveva quella del sindaco”? V. “Un paio”… Z. “Eh, lo credo. La conosce bene anche la casa del sindaco”. V. “Sì”. Z. “E quando andavate a casa di Don Polidori dove stavate a parlare, in salotto”? V. “Sì”. Z. “Quella della canonica”? V. “Anche quella grande”. Z. “Senta, e a casa del Ciapetti ogni quanto ci andava”? Pag. 131. V. “Di quando in quando”. Z. “Ogni quanto”? .V. “Ogni tanto”. Z. “E a casa di Don Polidori”? V. “Sì, uguale”. Z. “Uguale, ogni tanto. Ogni tanto come a casa del Calamandrei”? V. “Eh, eh, ha voglia”. Z. “Ha voglia vuol dire forse di più che… di più da loro che dal Calamandrei”? V. “Eh, eh”. Z. “E quanto è durata l’amicizia con il Ciapetti, con il sindaco”? V. “Per sempre”. Z. “E quella del Calamandrei, invece”? V. “Uguale”. Z. “Cosa vuol dire poi tanto tempo per il Calamandrei”? V. “Eh, andavo a piglia’ le medicine”. Poi Vanni parlava delle lettere, scritte a tutti i paesani – pag. 132. Vi era il controesame dell’avvocato Patrizio Pellegrini, difensore di una delle parti offese, che a pag. 136, chiedeva: “Gliel’ha presentato lei il Pacciani al Calamandrei”? E lui rispondeva: “No, io non ho presentato nulla”. P. “Ecco, quando cominciò ad abitare a Mercatale? Com’è che diventò amico del Calamandrei”? (si riferiva al Pacciani). Vanni: “Mah”. Sempre l’avv. Pellegrini: “Senta, a queste cene c’era anche questo omone nero di cui si è parlato”? Vanni: “Mah. No, mai, non l’ho mai visto”.. “Alle cene non c’era nessuno di fuori”? “Erano circa una ventina, anche di più, tutti paesani”. Pag. 138. V. “No, tutti di paese, anche di più di venti, ha voglia”. Poi vi era il controesame dell’avv. Vieri Adriani, altro difensore di una p.o.: “Vorrei mostrare al testimone una fotografia che è allegata al verbale di sommarie informazioni della signora Ghiribelli” – pag. 139 – “e chiedere se riconosce in questa fotografia una delle persone che frequentavano queste cene”. Vanni rispondeva: “Sì”…il Vanni non aveva capito, detta fotografia era allegata all’interrogatorio della Ghiribelli e l’avv. Filastò gli diceva: “Sì, si ricorda la Ghiribelli”? E lui: “Sì, bravo, sì, quella signorina che è morta, che era contro di noi. La Ghiribelli, che bestia”! Quindi l’avv. Adriani: “Ecco, io le chiedo se lei riconosce in questa fotografia qualcuna delle persone con le quali si accompagnava a queste cene”. Gli veniva mostrata la fotografia a pag. 140, e il Vanni rispondeva: “Pucci Fernando, sì, di Monte Firidolfi”. “Questo signore lo riconosce”? “Sì, è il Pucci”. E l’avv. Adriani: “A me non sembra il Pucci”. L’avv. Filastò diceva: “Lui ha detto il Pucci, perché sotto c’è scritto Pucci Fernando….invece quello lì è tutt’altro che il Pucci”. Allora l’avvocato Adriani insisteva: “Ma lei lo riconosce, ai di ià del nome che c’è scritto sotto? Questa persona lei la riconosce”? “lo lo riconosco, è il Pucci”. Poi, a pag. 144, anche il Giudice insisteva a fargli vedere la foto. E Vanni ripeteva, per la quinta volta: “E’ Pucci Fernando, con questa barbona”. Poi, ancora, a pag. 145, veniva mostrata al Vanni altra foto, sempre dall’avv. Adriani, Vanni sicuro rispondeva: “Questo non lo conosco davvero. No, non lo conosco. Sono sicuro”. La foto che gli veniva mostrata era la numero 8, allegata alle s.i.t. della Pellecchia, corrispondente al Narducci Francesco. Poi Vanni non riconosceva, a pag. 146, neppure lo Jacchia. L’avvocato Saldarelli mostrava di nuovo al Vanni la prima foto, e Vanni, ancora una volta rispondeva: “Gli è Fernando” (Pucci).

Vedi 22 dicembre 2008 motivazioni sentenza Silvio De Luca processo a Francesco Calamandrei Pag: da 37 a 50

Questa la trascrizione dell’incidente probatorio: Incompleta

Avvocato Zanobini: Si sente bene in questo momento?
MV: Sì, bravo
AZ: Che attività faceva prima di andare in pensione?
MV: Il postino.
AZ: Per quanti anni ha fatto il postino?
MV: Sei.
AZ: Solo sei anni?
MV: Sei anni. (Vanni canta) “Faccetta Nera che già l’ora si avvicina”. Viva il Duce!
AZ: Senta, Vanni, e il Pacciani e il Lotti ha detto che li ha visti anche insieme al Calamandrei. Va bene?
MV: Sì.
AZ: Dove li ha visti?
MV: In farmacia. Siamo andati insieme.
AZ: Ah. Perché siete andati insieme, Vanni?
MV: Mah.
AZ: E dov’è che facevate per incontrarvi?
MV: Eh, in piazza, in piazza Pierozzi.
AZ: Ma lei andava a prendere le medicine. Andava sempre insieme al Pacciani e al Lotti o andava anche da solo?
MV: No, io andavo da me.
AZ: E vi siete trovati insieme?
MV: Sì. Eh, in via Machiavelli.
AZ: Ah, in via Machiavelli. Vi siete trovati insieme lì e anche poi a prendere le medicine?
MV: Sì.
AZ: Lei, Vanni, e Lotti?
MV: Sì.
AZ: Conosce anche l’altra farmacia Parrini?
MV: Sì, sì.
AZ: Conosce anche il farmacista?
MV: Sì, eravamo amici.
AZ: Vanni, ma per lei cosa vuoi dire essere amico?
MV: Mah, siamo paesani.
AZ: La capisce la domanda?
MV: Siamo paesani.
AZ: Quindi per lei essere paesani e conoscersi vuoi dire essere amici?
MV: Sì, bravo.
AZ: E quindi a San Casciano quanti amici lei aveva?
MV: Parecchi.
AZ: Ma lei conosceva anche il sindaco?
MV: Sì. Ciapetti.
AZ: Era amico anche del sindaco?
MV: Sì, ero amico anche dei comunisti.
AZ: Senta, si è trovato qualche volta al bar col sindaco a bere?
MV: Sì, anche al bar eh.
AZ: Con il sindaco?
MV: A’ voglia, il sindaco Ciapetti, al Bar Italia, O sennò nel piazzone.
AZ: Allora, ascolti, non si può dire che lei con il Calamandrei aveva un’amicizia particolare e diversa da quella che aveva con gli altri paesani?
MV: Sì, era amico.
AZ: Come con gli altri paesani?
MV: Sì.
AZ: Senta, lei dice una cosa, io ho capito, quando la interroga il signor Canessa, come dice lei.
MV: Eh
AZ: A proposito di questo Ulisse e che lei ha detto…
MV: Sì, ne abbiamo parlato. Eh. Ma lo sapeva anche lui.
AZ: Cioè, vuol dire il Nesi?
MV: Sì, sì.
AZ: Quindi, e avete.., il Nesi le ha parlato di questo Ulisse anche a lei?
MV: Sì.
AZ: Prima che lei ne parlasse al Nesi?
MV: Sì, prima che ne parlassi al Nesi.
AZ: E quando?
MV: Eh, parecchio tempo fa.
AZ: Cioè quando veniva a trovarla in carcere?
MV: Sì, bravo.
AZ: E che cosa le diceva il Nesi di questo negro, di questo Ulisse?
MV: Mah, e che diceva? L’aveva sentito dire alla televisione.
AZ: Anche lui? Senta, e poi a proposito di questo Ulisse, lei ad un certo momento dice che questo negro ha ammazzato tutti e sedici lui, vero? E poi hanno trovato la pistola. Se la ricorda?
MV: Eh, l’hanno trovata di certo.
AZ: La pistola?
MV: Alla televisione s’è saputo.
AZ: Dice una lettera e ogni cosa, e poi lei dice che questa roba l’ha presa il Giudice.
MV: Sì, eh. Eh. Le ha prese il Procuratore.
AZ: E chi era questo Procuratore?
MV: Mah, ‘un lo so.
AZ: E lei dove l’ha sentito di questo Procurato e che ha preso questa roba?
MV: Icché gli ho a dire? Non lo so.
AZ: Però si ricorda di averlo detto?
MV: Ma di certo.
AZ: Quello che conta dice lei. Chi è il Procuratore che conta?
MV: Come?
AZ: Lei dice le ha prese il Procuratore, quello che conta. Chi è il Procuratore?
MV: Non lo so.
AZ: Che conta per lei?
MV: Non lo so.
AZ: Però si ricorda di averglielo detto al Nesi.
MV: Sì.
Giudice: Gli ripeta questa domanda per verificare se ha capito bene….
MV: L’ha prese il Procuratore…
AZ: Chi è per lei?
MV: Non lo so.
AZ: Ma si ricorda di averlo detto oppure non se lo ricorda?
MV: Ma certo.

AZ: Lei conosce Don Polidori?
MV: Sì.
AZ: E’ stato in casa anche da lui?
MV: Sì, anche lì. Siamo amici.
AZ: Eravate amici anche di tutti quei paesani che venivano a cena insieme a lei?
MV: Sì, sì, sì, sì. Anche lì, anche lì.
AZ: E com’è che fissavate?
MV: Sì, si fissava in piazza e s’andava, poi si decideva lì per lì
AZ: Ed eravate amici anche con quelli che gli stavano.., che gestivano questi bar?
MV: Sì, amici, siamo amici, perché no?
AZ: Come eravate amici con il Calamandrei?
MV: Sì, bravo.
AZ: Senta, Vanni, lei andava in chiesa?
MV: Eh sì, andavo in chiesa.
AZ: Alla messa?
MV: Sono andato sempre alla messa.
AZ: Lo conosceva il prete?
MV: Sì, Don Polidori.
AZ: Era amico anche di lui o andava soltanto alla messa?
MV: Sì, andavo alla messa io.
AZ: Era amico anche di Don Polidori lei?
MV: Sì, lo conoscevo bene.
AZ: Lo conosceva bene?
MV: Sì, ha voglia.
AZ: E ci parlava anche quando non era in sagrestia, quando non andava in chiesa?
MV: Sì, ci parlavo.
AZ: Anche nella piazza?
MV: Lo stesso, ha’ voglia.
AZ: E’ stato a volte anche a casa di Don Polidori?
MV: Eh.
AZ: Eh, c’è stato anche a casa di Don Polidori?
MV: Sì.
AZ: Com’è la casa di Don Polidori?
MV: Grande, più bella della mia.
AZ: Conosce bene anche quella. Senta, che è stato anche a casa del sindaco Ciapetti?
MV: Sì, sono stato.
AZ: E com’è anche quella?
MV: Era amico.
AZ: E quando andava a casa di Don Polidori di che parlavate?
MV: Si parlava delle nostre cose.
AZ: Può darsi che abbiate parlato delle vostre cose?
MV: Sì, eh, mah. Eh, siamo amici, siamo paesani.
AZ: Di che cosa parlava con il sindaco Ciapetti?
MV: Mah, lui è comunista.
AZ: Spesso dice… senta, e quando dice appunto anche “con il Calamandrei si parlava delle nostre cose”, “delle nostre cose”, no?
MV: Sì.
AZ: Ma delle vostre cose ne parlavate soltanto con il Calamandrei o ne parlava anche con gli altri amici?
MV: Anche con il Calamandrei.
AZ: Ma anche con il Ciapetti, per esempio?
MV: Sì, a voglia.
AZ: Ah e anche con tutti quegli altri amici?
MV: Sì.
AZ: Quindi delle vostre cose non ne parlavate soltanto con il Calamandrei?
MV: Sì.
AZ: Si può dire questo? Aspetti, gliela ripeto piano piano.. Delle vostre cose non ne parlavate soltanto lei e il Calamandrei?
MV: Mh, eh, sì.
AZ: Ne ha parlato anche con quegli altri amici?
MV: Sì.
AZ: Eh, non avevo capito bene
Avvocato Filastò: Ha detto sì.
AZ: Quindi, per esempio anche con il dottor Mancini, con il dottor Biagiotti, con il Torricelli? Sempre delle vostre cose parlavate?
MV: Era amico, era amico.
AZ: Quando andava in casa del sindaco, che gli offriva anche lui un bicchiere di vino?
MV: Sì, ha voglia!
AZ: Per caso glielo offriva anche Don Polidori?
MV: Sì.
AZ: E quando andavate.. .e quando andavate a casa del sindaco dov’è che stavate a parlare delle vostre cose? In salotto? Dove?
MV: Sì, in casa, in casa.
AZ: Quante stanze c’ha la casa del sindaco?
MV: Parecchie.
AZ: E quanti salotti c’aveva quella del sindaco?
MV: Un paio…
AZ: Eh, lo credo. La conosce bene anche la casa del sindaco.
MV: Sì.
AZ: E quando andavate a casa di Don Polidori dove stavate a parlare, in salotto?
MV: Sì.
AZ: Quella della canonica?
MV: Anche quella grande.
AZ: Senta, e a casa del Ciapetti ogni quanto ci andava?
MV: Di quando in quando.
AZ: Ogni quanto?
MV: Ogni tanto.
AZ: E a casa di Don Polidori?
MV: Sì, uguale.
AZ: Uguale, ogni tanto. Ogni tanto come a casa del Calamandrei?
MV: Eh, eh, ha voglia.
AZ: Ha voglia vuol dire forse di più che… di più da loro che dal Calamandrei?
MV: Eh, eh.
AZ: E quanto è durata l’amicizia con il Ciapetti, con il sindaco?
MV: Per sempre.
AZ: E quella del Calamandrei, invece?
MV: Uguale.
AZ: Cosa vuol dire poi tanto tempo per il Calamandrei?
MV: Eh, andavo a piglià le medicine.

Venivano mostrate a Mario Vanni le foto dell’album numero 4 del 2003, tutte sempre del dott. Narducci.
PM: Come si chiamava questo giovane? Come lo chiamava te voi?
MV: Giovanni.
PM: Lo chiamavate Giovanni.
MV: Sì, questo.
PM: Ma sa se era il vero nome o si chiamava in altro modo?
MV: No, non so.
PM: Ma che mestiere faceva?
MV: Mah, il muratore.
PM: Ah, il muratore, però era elegante come muratore. Vuol vedere qualche altra foto se gli somiglia? Guardi, è la stessa persona, eh?
Le altre foto che gli si mostravano erano la numero 2, la numero 3 e la numero 4 dello stesso album 4/2003.
MV: Questo ‘un lo conosco.
PM: Ho capito. Guardi bene, però, perché…
MV: Sì, l’ho guardato bene.
PM: Guardi bene e s’assomiglia questo qui un po’, no? E’ la stessa persona. Glielo dico io. Andiamo avanti. Gliene faccio conoscere un’altra.
MV: Sì, sì. Un’altra. Questo non lo conosco. Nemmeno questo.
PM: Bene. Quindi quello che dice lei è questo qui, il numero 1? Allora poi c’è… Si da atto che è stato mostrato al signor Vanni l’album fotografico numero 4/2003 della Polizia Giudiziaria, in particolare Gruppo G/ Ministero dell’Interno, e che in tale album sono state mostrate le foto del numero 1, 2, 3 e 4, che il signor Vanni ha riconosciuto nel giovane la foto numero 1, dicendo che non conosceva gli altri. Quindi, numero 1, che ha detto conoscere come Giovanni. Ci dica qualche altra cosa di questo con la macchina verdolina, via. Che tipo è? Quando è venuto? Veniva spesso?
MV: Sì, tante volte, parecchie volte.
PM: Ma veniva anche di giorno di lavoro o questo era uno che veniva il sabato e la domenica?
MV: No, veniva nei giorni di lavoro.
PM: No, veniva i giorni di lavoro.
PM: Era toscano?
MV: Toscano.
PM: Era fiorentino o le sembrò di fuori?
MV: No, fiorentino.
PM: Le sembrò fiorentino. Cioè, aveva un modo, la voce…
MV: Eh. Sì, la voce.
PM: Un modo di parlare. Qui c’ha una catenina al collo, vedo. Lei l’ha mai visto che c’aveva una catena al collo?
MV: Un lo so come mai.
PM: Ma con le donne, ma anche lui c’aveva la fissazione delle donne?
MV: Sì.
PM: Ma con le donne, quando andavate da queste Elena e Giuliana, come si comportava?
MV: Per bene. Per bene, piaceva di molto. E bravo.
PM: Andavate a cena insieme dopo?
MV: Sì, siamo andati, sì, anche a cena.
PM: Si ricorda dove?
MV: Al Ponte Rotto.
PM: Anche lui veniva là?
MV: A volte.
PM: Il Ponte Rotto a quell’epoca chi c’era lì, se lo ricorda?
MV: I Matteuzzi.
PM: Quindi il Matteuzzi lo conosce lui?
MV: E io credo di sì.
PM: Veniva spesso?
MV: Eh.

28 Dicembre 2004 Incidente probatorio per Mario Vanni

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