Il 17 Gennaio 2005 rilascia testimonianza il Maresciallo a riposo dell’Esercito Carlo Petrucci, collaboratore di Raniero Rossi, titolare di una nota Agenzia investigativa.
Questo uno stralcio della sua testimonianza:
“….Risposta: “Confermo quanto già segnalato in data 27.11.2004 e produco le copie di due segnalazioni alla Dr.ssa Anna MOSSUTO e al Sig. Elio Clero BERTOLDI. Io abito a Tuoro sul Trasimeno dall’agosto del 1989 e, prima ancora, abitavo a Passignano sul Trasimeno e precisamente dal 30.05.1988. All’epoca della morte del NARDUCCI, io mi trovavo a Gorizia dove prestavo servizio nel Battaglione Logistico Gorizia. Quando arrivai a Perugia perché trasferito al locale Comando Zona, ebbi modo di raccogliere confidenze sulla vicenda di Narducci, in particolare da Raniero Rossi che allora dirigeva la MALIBO’ investigazioni, oggi divenuta la RANIERO ROSSI INVESTIGATIONS. Raniero mi disse che il Narducci era legato alla vicenda del mostro di Firenze nel senso che o era lui l’autore dei delitti o comunque era coinvolto in quei crimini, soprattutto perché, dopo la sua morte, non vi furono più delitti. Il Rossi mi disse anche che la morte del Narducci si inquadrava in un incrocio perverso di sette sataniche e massoneria. Lui in particolare, a quanto ricordo, mi disse che il Narducci era stato ucciso perché non parlasse, usando un termine che non ho più dimenticato da allora e cioè che il Narducci era stato “suicidato”. Secondo il Rossi, una parte importante nella copertura di questa vicenda era stata svolta dalla Questura di Perugia. Queste confidenze il Rossi me le fece in Piazza IV Novembre nel marzo-aprile 1990 e lo ricordo perché io indossavo l’impermeabile. Questi particolari delicati e relativi a vicende di particolare importanza, il Rossi le faceva all’esterno dell’agenzia perché aveva paura che qualcuno lo ascoltasse e lo riferisse agli ambienti interessati. Il Rossi era molto amico del Prof. Fabio Dean che considerava più potente dello stesso Augusto De Megni nella massoneria…. Aggiungo che il Rossi si interessò alla vicenda del mostro di Firenze dietro insistenza di una sua collaboratrice, una certa Anna Maria Feligetti, il cui figlio gestiva un bar in Via Dei Priori, chiamato “PAPAIA”. Questa Feligetti frequentava l’ambiente di Cecilia Gatto Trocchi e conosceva un maggiore dei carabinieri che abitava in un immobile sito in Via della Pescara, oggi abitato da molti extracomunitari. Il maggiore prestava servizio al Comando Legione Carabinieri di Perugia, in Corso Cavour… Ricordo che, insieme al Rossi e alla Feligetti, andammo a Firenze dove il Rossi si sarebbe dovuto incontrare con Renzo Rontini, padre di una delle vittime del cosiddetto “mostro”. Al ritorno, il Rossi mi propose di interessarmi di questa vicenda delittuosa ed io gli feci presente che la cosa mi interessava molto dal punto di vista professionale ma avrei avuto bisogno di un adeguato fondo spese. L’episodio, a quanto ricordo, si verificò nel 1990, prima che arrivasse il figlio di Napoleoni. Da allora, non seppi più nulla. Non so se era stato il Rossi a mettersi in contatto con il RONTINI attraverso la FELIGETTI o viceversa. Mi riservo di riferire ogni altro particolare di cui possa venire a conoscenza.”
Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 255/256