Il 17 febbraio 2005, subito dopo l’espletamento dell’atto di assunzione d’informazioni da parte di Mario Caramelli, si procedeva ad un sopralluogo a Castelletti di Signa.

Il Caramelli indicava un gruppo di case vecchie e apparentemente disabitate, che si trovano su un terreno su cui insiste anche l’hotel COUNTRY di Borgo Villa Castelletti. (MAPS) Il Caramelli spiegava che si trattava di quei luoghi a lui indicatigli dalla Mariella Ciulli e che, seconda le dichiarazioni della donna, era il posto in cui ella si trovava la notte del delitto del 1968.

Nella circostanza il Caramelli aggiungeva di ricordare che la Ciulli gli aveva riferito che la casa dove si trovava la notte del delitto aveva un particolare del tetto o delle grondaie che l’aveva colpita. (MAPS) [Si precisa che si tratta di un gruppo di immobili ubicato sulla sinistra all’interno del cancello di entrata del citato hotel composti da una struttura principale di colore “ vinaccia” avente numerazione civica 11 e 15 e un fienile staccato, il tutto ormai in evidente disuso verosimilmente da diversi anni e completamente disabitato e che all’epoca, pertinenze di Villa Castelletti, erano abitati dalle famiglie Sarti e Piccini, almeno secondo prime informazioni acquisite sul posto da personale dipendente (vedasi foto n. 1 e 2)].

Detto complesso di immobili si trova a una distanza di circa 200/300 metri dal posto in cui la notte del 21 agosto 1968 furono uccisi Locci Barbara e Lo Bianco Antonino, tanto che da tale posizione è ben visibile la Villa Castelletti (FOTO NR. 3, 4 e 5).

Successivamente il personale operante chiedeva al Caramelli di essere condotti nel luogo a suo tempo indicatogli dalla Ciulli dove, secondo quanto riferito alla donna dal marito, costui la notte del delitto del 1968 aveva accompagnato in bicicletta il bambino. Percorrevano così tutta la strada in direzione della SS 66 (strada che collega Firenze a Prato, Quarrata e Pistoia, e che dal punto ove si trovava la macchina delle due vittime dista circa 2500 metri, nel punto di intersecazione con la SS 66), e il Caramelli indicava una palazzina di due piani ubicata al civico 154 e la trattoria “IL CACCIATORE” che si trova leggermente spostata sulla destra per chi proviene da via Castelletti. (FOTO NR. 6 e 7). (MAPS)

Sul posto il personale prendeva contatti con la signora Marcella Manetti, titolare unitamente ai propri familiari della trattoria “IL CACCIATORE”, la quale riferiva di abitare e di gestire detta attività sin dal 1927.
La predetta, in relazione alla sera della vicenda in questione, raccontava che intorno alle ore 23.30/24.00, il bambino (Natalino Mele) era stato trovato fuori dal civico 154, dopo che era stato suonato il campanello di tale De Felice Francesco, abitante al piano terra di quello stabile. La donna precisava però che il bambino si trovava senza scarpe, solo con le calze che non erano assolutamente sporche e che era talmente piccolo che a suo giudizio non arrivava nemmeno ai campanelli (FOTO NR. 6). In questo contesto e a richiesta del personale la donna precisava che i campanelli si trovano ancora tutt’oggi, nella stessa posizione di allora. Continuando nel suo racconto la MANETTI spiegava che immediatamente dopo il ritrovamento del bambino, il DE FELICE aveva chiamato l’inquilino del primo piano, fratello della MANETTI, ed entrambi si erano recati dai Carabinieri e successivamente con quest’ultimi sul posto ove si trovava l’autovettura delle vittime. La donna ribadiva il concetto che il bambino non sarebbe potuto arrivare da solo alla palazzina abitata dal DE FELICE, senza avere quantomeno dei segni ai piedi per la lunga camminata effettuata al buio e in una strada che all’epoca era poco più di un viottolo. 

Quindi il personale si recava presso gli uffici dell’Anagrafe del Comune di Signa, per effettuare un accertamento teso ad individuare i residenti presso gli immobili indicati dal CARAMELLI. Sul posto veniva accertato quanto di seguito meglio specificato:
– al civico 11 abitava la famiglia PICCINI, facente capo a PICCINI Silvio, di Paolo e CORSI Daria, nato a Signa il 25.05.1909, trasferito in data 4.8.1989 a Signa via Fratelli Cervi nr. 3 ed emigrato a Carmignano in data 22.02.2000;
– al civico 15 di via Castelletti di Signa abitava la famiglia SARTI, facente capo a SARTI Dino, di Guido e SARTI Maria, nato a Signa in data 31.10.1911, vedovo dal 31.05.1984 e deceduto in data 8.5.1995.
Nel contesto dell’accertamento anagrafico, al personale veniva indicato il signor CIARDI Vittorio Ciardino, nato il 17.04.1921 a Signa ed ivi residente in via Degli Arrighi nr. 4, ex fattore dei Conti CROFF, proprietari dal 1954 al 1982 di villa Castelletti e di tutta la proprietà annessa.

Costui (CIARDI Vittorio Ciardino), sentito informalmente, confermava che presso le due abitazioni ubicate ai civici 11 e 15 di via Castelletti di Signa, vi risiedevano le famiglie PICCINI e SARTI, precisando che invece in una casa proprio alle spalle del luogo ove era avvenuto l’omicidio della LOCCI Barbara e del suo amante, vi abitava un terzo nucleo familiare facente capo a PICCINI Attilio (FOTO NR. 8).

Il CIARDI riferiva altresì che i Conti CROFF, commercianti di tappeti, originari del Nord Italia, in un primo tempo avevano adibito la villa a residenza di campagna, trasformandola successivamente in un istituto per orfani. La famiglia CROFF si era estinta in seguito alla mancata proliferazione del Conte Aldo e di sua moglie Angela. La
proprietà quindi veniva acquisita dagli eredi, i quali dopo averla frazionata l’avevano venduta.

Dal Gides 2 Marzo 2005 Nota riassuntiva Nr.133/05/GIDES Pag.98/105

17 Febbraio 2005 Sopralluogo a Castelletti di Signa con Mario Caramelli

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