Il 1 marzo 2005 rilascia testimonianza l’addetto al Cimitero Comunale di Perugia, Gianfranco Caligiani.

Questo uno stralcio della testimonianza:

“….Nessuna salma poteva essere seppellita senza la nostra autorizzazione. L’impresa delle pompe funebri doveva consegnare il documento Istat firmato dal medico di famiglia e dal necroscopo, poi l’atto di morte dell’Ufficio dello stato civile e l’autorizzazione al seppellimento (bolla di tumulazione) o il nulla osta della Procura. Tali documenti dovevano essere portati all’Ufficio dello stato civile, che, espletate le formalità di sua competenza, ci consegnava la bolla ti tumulazione. Preciso che, nel caso in cui il decesso fosse avvenuto fuori dal Comune di Perugia, il Comune del luogo del decesso doveva inviarci la relativa documentazione. Domanda: “Si ricorda della tumulazione di Francesco Narducci? ” Risposta: “Ricordo che la salma giunse al cimitero di pomeriggio, come venni a sapere il giorno dopo da un inserviente o operatore. Quando le salme venivano portate il pomeriggio, essendo chiusi gli uffici e non essendo prevista la tumulazione di salme nel pomeriggio, nel cimitero di Perugia, la tumulazione stessa veniva fatta il mattino successivo. Contrariamente a quello che avveniva di norma, nel caso di NARDUCCI, invece, questa procedura non fu rispettata, in quanto, quando la mattina successiva come di routine, telefonammo per dare l’autorizzazione al seppellimento, ci sentimmo rispondere che la salma era già stata tumulata la sera precedente. Marino BATOCCHI sovrastante del cimitero, mi ha sempre detto che in quelle rare occasioni in cui la tumulazione veniva fatta anche di pomeriggio, c’era sempre, comunque, un’autorizzazione dell’Amministrazione Comunale perché lui non poteva procedere a nessuna tumulazione senza l’autorizzazione della stessa Amministrazione. Aggiungo che, il pomeriggio, i dipendenti del cimitero destinati alla tumulazione non lavoravano, per cui, nel caso del NARDUCCI, alla tumulazione avranno provveduto in via privata. Ciò accadeva qualche volta, nel caso di personaggi importanti, come, ad esempio, era accaduto nel caso di un notaio massone che, da casa sua, era stato portato in Duomo ed era, poi, stato trasportato al Cimitero con regolare documentazione.” Domanda: “Chi era l’assessore addetto ai cimiteri all’epoca della morte del NARDUCCI? ” Risposta: “Era un certo CENSI che è stato e, forse lo è ancora, Presidente della Comunità Montana “ Domanda: “Chi era il Sindaco all’epoca? ” Risposta: “Non me lo ricordo. Ricordo solo che, quando fu fatta una richiesta di concessione in via d’urgenza di lotto terreni per motivi umanitari, da parte del Prof. Ugo Narducci, l’assessore CENSI si oppose rilevando che non ne risultavano i presupposti. Preciso che io sono stato già sentito per questa vicenda, dai CC del Comando Provinciale circa due anni fa, nel gennaio 2003 e, da allora, mi sono documentato ed ho ricordato molti altri particolari ” Domanda: “ Quali erano i “motivi umanitari” per cui si chiedeva la concessione d’urgenza e quali ragioni furono invocate, in tal senso, dal Prof. Ugo Narducci ?” Risposta: “ I “motivi umanitari” erano legati alla morte per suicidio, omicidio o incidente stradale e anche nei casi di decessi di giovani per gravi patologie o per disgrazia. In ogni caso l’esistenza di questi motivi doveva essere adeguatamente documentata. Non so quale di queste ipotesi fu invocata dal Prof. Ugo Narducci. Posso solo dire che l’assessore si oppose e non presentò l’istanza alla giunta comunale, non so per quale motivo”. Domanda: “Ha mai visto la documentazione relativa alla tumulazione del NARDUCCI? ” Risposta: “No mai. ” Domanda: “Si ricorda di un colloquio che lei avrebbe avuto il giorno della tumulazione o nei giorni successivi con il Prof. NARDUCCI e l’Isp. Napoleoni? ” Risposta: “Se ho parlato con il Prof. NARDUCCI in quell’occasione, sarà dipeso dalla necessità di accertare l’esistenza di motivi umanitari per ottenere un lotto di terreno nel quale avrebbe dovuto edificare la cappella. Il lotto l’aveva individuato il Prof. NARDUCCI ma non corrisponde al luogo dove oggi insiste la cappella. ”

Si da atto che viene mostrata la documentazione riprodotta nella consulenza tecnica del Dr. DI DONATO e in particolare i certificati nr. 788 e 786 3 II B.

Domanda: “Ha mai visto due certificati di accertamento morte relativi alla stessa persona con diversa numerazione e redatti da due diversi sanitari? “Risposta: “Preciso che io non esamino i certificati di accertamento morte, ma non ho mai visto, nella mia esperienza, nulla del genere e non riesco a trovare una spiegazione. Preciso che questa documentazione da noi non è passata. Quanto alla scheda Istat che mi viene mostrata, posso dire che, probabilmente, l’avrò vista ma come sempre non l’ho controllata perché non era di nostra competenza. I dati riportati nel modulo Istat dovevano essere controllati dallo stato civile del Comune di Magione. Ricordo che la salma del NARDUCCI fu temporaneamente tumulata nella cappella DATTOMA. Allora, i nostri uffici erano in Via Fiorenzo di Lorenzo e, quindi, lontani dal cimitero, per cui non seguivamo direttamente le tumulazioni. ” Domanda: “Quando furono fatti i funerali? ” Risposta: “Io non lo so. So solo che, quando veniva portato al cimitero un cadavere morto in un altro Comune e che era residente a Perugia, veniva subito portato al cimitero, nella camera di giacenza e poi venivano fatti i funerali nella cappella del cimitero. Io ricordo però che al NARDUCCI non furono fatti funerali nella chiesa del cimitero. Penso che siano stati fatti in precedenza, ma non so dove. Posso anche dire che in quel periodo vi era un certo caos nella prassi relativa ai funerali, ma l’impresa funebre, nel foglio di trasporto salma, doveva precisare dove si sarebbero svolti i funerali. Quando la salma proveniva da fuori Comune, era il Comune di partenza che doveva indicare il percorso di trasporto. Quello che è certo, però, è che, essendo la salma del NARDUCCI pervenuta al cimitero nel tardo pomeriggio, il rito funebre doveva essere avvenuto almeno un ora, un’ora e mezzo prima; non capisco quindi, quali documenti di trasporto aveva utilizzato l’impresa funebre e soprattutto non riesco a capire come mai la salma sia stata immediatamente tumulata nella tarda serata. Facendo mente locale, ricordo che l’orario di chiusura del cimitero, in quella stagione, era sulle 17,30 – 18,00. “ Domanda: “Ha sentito dicerie sul conto del NARDUCCI, dopo la sua morte? Se si, quando e da chi? ” Risposta: “Fra noi si commentavano le stranezze della tumulazione e cioè il fatto che la bara fosse stata immediatamente tumulata la sera stessa. Abbiamo detto fra noi: “questo è uno di quelli al quale è tutto permesso”. Ricordo inoltre che si parlava in città del coinvolgimento del medico nella vicenda del mostro di Firenze. Qualche tempo dopo, non ricordo quando, la salma fu traslata nella cappella di famiglia che, nel frattempo, era stata ultimata ” Domanda: “ Conosce Verzini Franco ? “ Risposta: “ Sì, è uno di quelli che ha lavorato con me….” Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 201/202/203/204

1 Marzo 2005 Testimonianza di Gianfranco Caligiani

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