Il 1 Aprile 2005 rilascia testimonianza Rosanna Ciaffoloni.
Questa la testimonianza: Ciaffoloni Rosanna testimonianza 1.04.05
Questo uno stralcio della testimonianza:
Domanda: Da quanto tempo abita a San Savino?
Risposta: “Dalla nascita e fino all’8 settembre 1985, giorno del mio matrimonio, io ho vissuto a casa di mio padre insieme a mia sorella Letizia. Da allora vivo a circa 300 metri in linea d’aria dall’abitazione di mio padre”
Domanda: Quando è andato in pensione suo padre?
Risposta: “Mio padre è andato in pensione poco prima che io mi sposassi, quindi all’incirca nell’agosto 1985 se non prima. Già da qualche anno, comunque, mio padre non vendeva più la legna da ardere. Preciso, infatti, che mio padre tagliava la legna d’inverno, la trasportava nel magazzino in primavera e la rivendeva durante l’estate.”
Domanda: E’ capitato a suo padre di aver consegnato la legna a settembre-ottobre?
Risposta: “Non posso escluderlo ma, normalmente, il periodo della consegna era quello estivo”
Domanda: Aveva molti clienti suo padre?
Risposta: “Abbastanza e tutti delle zone limitrofe“
Domanda: Il Prof. Ugo Narducci era cliente di suo padre?
Risposta: “Si, fino a quando mio padre ha venduto la legna. Non saprei specificare dove il prof. Narducci Ugo avesse comprato la legna dopo che mio padre era andato in pensione. Escluso a priori che mio padre abbia continuato a fornire la legna al Prof. Narducci dopo il suo pensionamento. Le ditte che potrebbero aver preso la “piazza” di mio padre potrebbero essere: la Ditta BONDINI di Magione o l’Azienda Agraria PEPINI di Passignano sul Trasimeno, che sappia io non ce ne sono altre nella zona.”
Domanda: Lei conosceva Francesca Spagnoli?
Risposta: “Si perché ho lavorato nell’anno 1980 nella Ditta “Spagnoli” di proprietà di Gianni Spagnoli, dove Francesca svolgeva funzioni manageriali. Gli Spagnoli avevano anche un altro stabilimento a Sambuca Val di Pesa ove producevano i cornetti “fruttosello” e dove furono girate alcune scene del film “Fracchia la belva umana. Mia sorella mi fece una confidenza proprio dopo il matrimonio di Francesca e cioè che quest’ultima era tornata sola dal viaggio di nozze con il Narducci. Mia sorella non sapeva spiegarsi il perché ed io non le chiesi da chi lo avesse saputo. Non posso essere stata io a dirlo a mia sorella poiché all’epoca già non lavoravo più alla Ditta “Spagnoli”. Io lavoravo alla Spagnoli in sostituzione di una impiegata che era in maternità”
Domanda: Che cosa ha saputo in paese della scomparsa del Narducci?
Risposta: “Io ho sentito parlare, fin d’allora, della possibilità che il cadavere ripescato appartenesse non al Narducci ma ad un’altra persona. Ho anche sentito dire che il Narducci era coinvolto nei duplici omicidi attribuiti al c.d. “Mostro di Firenze”. Ieri sera, parlando con un rappresentante di accessori per tappezzieri di Prato, certo Stefano Nutini, questo, che era già stato sentito all’epoca perché aveva una macchina rossa, ci ha riferito che la notte del delitto di Calenzano era stato fermato perché era in possesso di un’ autovettura simile ad una di quelle che stavano seguendo. Ho anche saputo da mio figlio, che è amico del figlio di Giancarlo Ferri, detto “Brillante”, che quest’ultimo è stato ripetutamente minacciato al telefono con telefonate mute ripetute nelle ore più disparate, solo perché aveva denunciato quello che aveva visto e che non avrebbe dovuto riferire alle Autorità. Il Ferri è un uomo semplice e buono, incapace di mentire, proprio per la sua spontaneità. In questi ultimi tempi ho sentito in paese da più persone, in macelleria o in farmacia, che effettivamente era vero quello che il Ferri sosteneva e cioè che il Narducci fu rinvenuto cadavere il giorno dopo la sua scomparsa. Io ho sentito dire che il cadavere ripescato nel lago, a Sant’Arcangelo, che all’epoca veniva attribuito al Narducci, aveva le mani legate dietro alla schiena, questo l’ho sempre sentito dire in paese, da tutti, in particolare dai pescatori. Anche nel posto di lavoro, che era allora la “COMES srl” di Magione ho sentito dare per scontato il fatto che il Narducci avesse le mani ed i piedi legati. Tutti ironizzavano sul fatto che un uomo si fosse potuto suicidare, come si diceva, avendo le mani legate dietro alla schiena. Non ricordo con precisione chi lo diceva perché erano tutti a dirlo. Debbo aggiungere che a San Feliciano vi era stato il suicidio di un giovane che aveva le mani legate, ma le man erano legate sul davanti.”
Domanda: “Ha mai sentito dire che il Narducci era stato trovato con una pietra al collo?
Risposta: “No, non l’ho mai sentito dire.”