Il 20 Aprile 2005 rilascia testimonianza Elisabetta Marinacci.
Questa la sua testimonianza: MARINACCI Elisabetta testimonianza 20-04-05
PROCURA DELLA REPUBBLICA PROCURA DELLA REPUBBLICA
presso il Tribunale di Perugia presso il Tribunale di Firenze
Proc. Pen. 8970/2002 R.G.N.R. Proc. Pen. 1277/2003 R.G.N.R.
VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI
(art. 362 c.p.p.)
Il giorno 20 aprile 2005, alle ore 15.05, in Palestrina (RM), c/o Comando Compagnia Carabinieri, dinanzi ai Pubblici Ministeri Dr. Alessandro Crini della Procura della Repubblica di Firenze e Dr. Giuliano Mignini sost. della Procura della Repubblica di Perugia, coadiuvati per la redazione del verbale dal Lgt. Mario Fringuello presente il Car. Sc. Danilo Paciotti in servizio alla Sezione di Polizia Giudiziaria -Aliquota Carabinieri della Procura della Repubblica di Perugia è presente la sig.ra MARINACCI Elisabetta Elvira Maria, la quale richieste le generalità risponde: “Sono e mi chiamo MARINACCI Elisabetta Elvira Maria, nata a Lucca il 10.12.1957, residente a Palestrina in via Ceciliano nr. 2, stato libero, docente D. Ruolo Ord.”
I Pubblici Ministeri, visti gli artt. 197, 197 bis, 198, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., richiamati dall’art. 362 c.p.p. e ritenuto che non sussistono le ipotesi di cui agli artt. 197, 197 bis, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., ricordano alla persona informata sui fatti che ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che le saranno rivolte e di non tacere circostanze conosciute e la informa che le false informazioni al Pubblico Ministero sono punite a norma dell’art. 371 bis c.p.p.
I Pubblici Ministeri procedono, quindi, a esaminare la persona informata sui fatti in ordine alle circostanze per cui è procedimento.
Domanda: ” Lei è stata recentemente sentita dalla sezione di P.G. della Polizia di Stato della Procura di Perugia? Conferma quanto ha dichiarato “Risposta: “Sì. Confermo quanto dichiarato. “ Domanda: ” Prima di essere sentita dalla Sezione di P.G., qualcuno le ha preannunciato la possibilità di essere interrogata dagli inquirenti di Perugia?” Risposta: ” Premetto che io sono amica da lunga data di Silvia SALOMONE, figlia del Direttore della Stazione Ferroviaria di Firenze che ho conosciuto al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e che ho continuato a frequentare anche negli anni successivi alla fine del Conservatorio. Circa quattro anni fa, fui trasferita alla cattedra di educazione musicale dell’istituto comprensivo “Marco Polo” c/o la scuola media “Franco Ferrara” (si tratta della stessa persona? Franco Ferrara) di Roma. Recentemente, parlando con Silvia, le ho detto dove insegnavo e nel rimarcare questa combinazione e anche il fatto che il Ferrara fosse stato nostro docente di direzione di orchestra, Silvia ha mostrato un vivo interesse per questa figura e mi ha fatto capire che avrebbe gradito sapere qualcosa di più di questo personaggio, poi mi ha invitato a parlare dell’argomento con Gabriella Pasquali Carlizzi, amica della stessa, che io non conoscevo. Ho avuto un colloquio con quest’ultima, presente la mia amica Silvia e mi sono state fatte domande su Franco Ferrara. Mi pare fosse gennaio di quest’anno. Poi la Carlizzi mi ha fatto delle domande sui rapporti di mio padre con l’ambiente fiorentino e io gli ho raccontato quanto avrei riferito alla Sezione di P.G. di Perugia”
Si da atto che alle ore 17.00 il Dr. Alessandro CRINI si allontana.
Prosegue la Sig.ra Marinaci: ” Ad un certo punto la sig.ra Carlizzi mi riferì una frase che avevo sentito in casa, come un commento che mia nonna faceva con mia madre riferito a mio padre e che alludeva ai loro difficili rapporti.” Domanda: ” In che periodo esatto, suo padre ha subito l’incidente stradale del quale ha parlato alla Polizia Giudiziaria? ” Risposta: “Premetto che nel 1963, mio padre si era operato di ernia del disco presso il prof. SCAGLIETTI a Firenze e che sia per questo episodio, sia per la paraplegia che lo colpì in seguito all’incidente automobilistico che subì nell’anno 1966, mio padre ha poi frequentato il centro traumatologico ortopedico di Firenze. Fra i collaboratori del prof. SCAGLIETTI che hanno avuto in cura mio padre, ricordo di aver sentito il nome del prof. Jacchia che però io non ho mai conosciuto. Di lui mi ha parlato mia madre. Oltre che dal prof. SCAGLIETTI, mio padre era in cura anche dal prof. GAGLIARDI a Roma. Altro medico che ha avuto in cura mio padre è il prof. PANZINI. Mio padre ha subito l’incidente nell’agosto 1966, al ritorno da un viaggio in Svizzera dove si era recato a trovare un suo amico di Arezzo, tale COLIZZI. L’incidente avvenne sulla Torino – Ivrea. In seguito al trauma, mio padre divenne paraplegico. Subito dopo l’incidente, mio padre è rimasto in cura al centro paraplegici di Ostia. A causa dei suoi problemi di salute e con la speranza di risolverli, mio padre ha intensificato la sua frequentazione di fattucchiere e cartomanti che già peraltro frequentava prima dell’incidente, come mi capitò di vedere durante un viaggio con mio padre a Napoli da una certa sig.ra MAZIER. Anche la famiglia MATTEI di Firenze che mio padre frequentava, aveva interessi di tipo magico esoterico. Di questa famiglia, io ho conosciuto la sig.ra Brunita MATTEI la quale mi chiedeva di chiamarla zia ed aveva un compagno brutto, scuro di capelli, alto e magro e molto antipatico, perché non voleva che noi bambini pranzassimo con gli adulti. Il figlio si chiamava Silvano e voleva fare il cantante. A Firenze, mio padre conosceva anche tale Giovanni PACCIANI, che abitava a Signa e credo lavorasse in una centrale elettrica.” Domanda: ” Ci descriva in che modo suo padre decise di recarsi alla farmacia di San Casciano Val di Pesa.” Risposta: ” L’episodio che ho descritto alla P.G. di Perugia è accaduto pochi mesi prima della morte di mio padre, il quale doveva recarsi a Milano perché un neurologo sud-Americano che lo avrebbe poi operato, gli aveva fatto presente che sarebbe stato necessario un intervento chirurgico che gli era stato, invece, fermamente sconsigliato da tutti gli altri medici e cioè dallo SCAGLIETTI, dal GAGLIARDI e dallo JACCHIA. Durante il viaggio verso Milano, decidemmo di fermarci a San Casciano Val di Pesa, perché io dovevo fare una tesi di storia della musica e stavo approfondendo il periodo medioevale e rinascimentale e pensavo quindi di visitare “Villa Macchiavelli”. Mio padre soffriva di disturbi gastrici che derivavano sia dalla sua immobilità e quindi dalle difficoltà digestive sia dai farmaci che doveva assumere per curare le sue contrazioni muscolari e aveva bisogno di un farmaco gastroprotettore. Nel centro di San Casciano Val di Pesa c’era un’unica farmacia che ho saputo poi essere quella del dr. Calamandrei e vi ci siamo recati per acquistare il farmaco “Essen”, che mio padre assumeva per i suoi disturbi gastrici. Quando siamo entrati, erano presenti in farmacia il titolare, un uomo sui 40/45 anni, abbastanza alto e robusto e un altro signore, più magro e meno alto del farmacista che ho saputo essere un giornalista. Ricordo che questi aveva capelli scuri e la pelle del volto piuttosto scura e dall’espressione torva.”
L’ufficio da atto che viene mostrata la foto allegata al precedente verbale di ss.ii. della P.G. all’allegato nr. 1 raffigurante un uomo con i capelli bianchi e con gli occhiali.
A.D.R. “ L’uomo che vedo raffigurato nella foto l’ho visto altre volte e non escludo che possa essere il giornalista conosciuto nella farmacia del CALAMANDREI”.
Si da atto che tale foto raffigura ol giornalista Mario Spezi. L’ufficio da atto che vengono mostrate le foto nr. 0037 – 0038 dell’album fotografico 2/2003 del G.I.De.S. Firenze e la sig.ra mostra un certo turbamento alla vista dell’uomo raffigurato in queste foto.
A.D.R. “ L’uomo che vedo poteva essere il farmacista anche se quello era più giovane quando lo vidi.
Si dà atto che le foto 0037 e 0038, rappresentano FRANCESCO CALAMANDREI.
Continua la Signora Marinaci: “Da come il farmacista si è rivolto a mio padre, ho avuto la sensazione che si conoscessero. Nel presentarmi il farmacista, mio padre mi disse che era il dr. CALAMANDREI. Anche il giornalista presente conosceva di fama mio padre, il quale ha cominciato rappresentare i suoi problemi di salute, ha richiesto le capsule “Essen” e si è soffermato soprattutto sui suoi disturbi gastrici. A questo punto,
il giornalista, rivolto al CALAMANDREI, gli ha suggerito di fargli fare una visita dal dr. Narducci di Perugia e il CALAMANDREI ha convenuto con il giornalista.
Anche mio padre sembrava conoscere di fama il NARDUCCI. Pensavo che dovessimo recarci a Perugia per la visita e invece il farmacista, parlando al telefono con il dr. NARDUCCI, che chiamò in quel momento, si sentì dire che tanto quest’ultimo si sarebbe dovuto recare proprio a San Casciano Val di Pesa entro un paio di giorni e a quel punto il farmacista gli ha detto che poteva visitare mio padre nell’ambulatorio annesso alla farmacia. L’appuntamento fu così fissato. Aggiungo anche che circa due anni prima, mi ero allontanata da casa dopo una lite con i miei genitori, accettando di presentarmi nella zona di Tor Cervara in Roma da un medico, che aveva inserito un annuncio di lavoro sul quotidiano “Il Messaggero”. Questo medico mi ha tenuta segregata con violenza e minaccia nella sua abitazione per circa quattro mesi e, durante questo periodo, mi ha portata anche in Toscana ma non ricordo dove precisamente.
All’epoca, quest’uomo aveva circa 48 anni, era claudicante ed ancora oggi sono terrorizzata da quei ricordi. Rammento anche che questi aveva amicizie molto importanti. Tornando all’episodio di San Casciano, posso dire che, al momento di lasciare la farmacia, sentii il giornalista rivolgersi al farmacista, chiedendogli: ”E’ dei nostri?”, alludendo a mio padre. La cosa mi colpì tanto che in auto chiesi a mio padre il significato di quell’espressione, ma mio padre non mi rispose, come faceva quando non voleva che ci interessassimo di certe cose. Non so se quella domanda potesse alludere alla massoneria di cui comunque ho sentito parlare in casa come di qualcosa che potesse riferirsi a qualche persona di nostra conoscenza. Dopo un paio di giorni tornammo alla farmacia del dr. CALAMANDREI e lì incontrammo un dottore che mi venne presentato come il dr. Francesco NARDUCCI. Posso dire che quell’uomo, che avrà avuto circa 30 anni, mi colpì per la suo bell’ aspetto. Aveva capelli ed occhi chiari, era alto circa 1.80 cm ed era longilineo. Era vestito un po’ all’inglese, cioè sportivo elegante.
Lo riconosco perfettamente nelle foto che mi vengono mostrate nr. 0001 – 0002 – 0003 – 0004, ma in particolare nella foto 0002 “.
L’ufficio da atto che viene mostrato alla sig.ra l’album fotografico nr. 2/2003 del G.I.De.S e le foto sopra indicate, corrispondono alla persona di FRANCESCO NARDUCCI
Prosegue la Sig.ra MARINACCI: “Il Narducci era una persona distinta e parlava bene. Quando arrivammo, vidi che parlava con il farmacista e mi sembra proprio che si dessero del tu. Dopo un breve colloquio, salimmo al piano superiore della farmacia con il dr. NARDUCCI, mentre il CALAMANDREI rimase in negozio. La visita durò circa un’ ora e anche il NARDUCCI sconsigliò l’intervento, suggerendo a mio padre una gastroscopia, prima di prendere qualsiasi decisione. Il NARDUCCI non fece pagare la visita a mio padre e rimasero d’accordo di risentirsi. Poco tempo dopo, però, mio padre morì. Aggiungo anche che mio padre frequentava personaggi importanti, come Saragat, Gronchi e Piccioni e conoscevamo bene anche Gianni Ferrio e la cantante Mina.”
Si dà atto che il presente verbale è stato redatto in forma riassuntiva, a norma dell’art. 140 c.p.p. e chiuso alle ore 18.45. Copia dello stesso viene allegata al fascicolo n. 2782/2005 R.G.N.R., stante la sua rilevanza in ordine a tale procedimento.
L.C.S.
Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria
I PUBBLICI MINISTERI
(Dr. Giuliano Mignini sost. – Dr. Alessandro Crini)