Il 27 aprile 2005 viene registrata un’intercettazione telefonica (tel. n. 10024) tra Giuseppe Rinaldi e Mario Spezi.
Questo uno stralcio della telefonata:
Rinaldi: a MARIO?
Mario Spezi: sì
Pino Rinaldi: PIERO ANGELONI si chiamava
Mario Spezi: wow, bravo. PIERO ANGIOLONI?
Pino Rinaldi: ANGELONI
Mario Spezi: ANGELONI.
Pino Rinaldi: ANGELONI, allora capo della Squadra mobile, cioè la persona
Mario Spezi: che ascoltò
Pino Rinaldi: No che no no, cioè la persona che io andai da.. da lui
Mario Spezi: uhm uhm,
Pino Rinaldi: sapendo che da quello che si diceva nell’ambiente dei giornalisti era stato quello che per primo aveva preso la cassetta o comunque insomma sapeva de ste registrazioni gli chiesi a lui dico guarda io sto facendo na cosa per capire un po’ dall’inizio sto ripercorrendo la storia per (..) la verità riguardo a questo particolare lui mi disse che l’intercettazione era praticamente riguardava genericamente si facevano queste minacce a questo soggetto…
Mario Spezi: Non c’erano queste
Pino Rinaldi: si facevano nomi così. Questo è quanto lui disse
Mario Spezi: certo
Pino Rinaldi: se poi me stava nascondendo delle cose, che poi miscelava delle cose e così, la mia impressione, come poi ho detto anche al magistrato, fu quella che non mentiva insomma io è da tanti anni che faccio sto lavoro se tante volte uno dice na cosa
Mario Spezi: e poi che glie ne fregava insomma?
Pino Rinaldi: capito? credo presumo che me ne renda conto comunque questo è quello che mi disse lui poi a dire al vero se m’ha, se m’ha preso per il culo
Mario Spezi: ma vabbè ma non credo
Pino Rinaldi: per me fu importante perché voglio dì, non è che gli stavo facendo l’intervista, non è che lui mi stava dicendo
Mario Spezi: oh, appunto, poi non vedo il motivo insomma no?
Pino Rinaldi: eh?
Mario Spezi: non vedo il motivo poi
Pino Rinaldi: sì vabbè comunque lu, oddio il motivo, i motivi ci potrebbero esse eh
Mario Spezi: sì sì
Pino Rinaldi: capito? Però a me disse questa cosa cioè mi disse che
Mario Spezi: era generica insomma
Pino Rinaldi: era generico, poi voglio dire mentre, se tu lo vuoi specificare per amor di correttezza, da quello da quello che so invece le telefonate cioè quest.. queste minacce eccetera eccetera nel, poi successivamente con l’andare avanti delle indagini la comparsa sui giornali di tutte le indiscrezioni, diciamo che smentiscono smentirebbero anzi quanto lui mi disse; però voglio dire questi so’ cazzi io non se
Mario Spezi: sì sì certo
Pino Rinaldi: ad un certo punto non so che cazzo ditte insomma
Mario Spezi: no no c’è l’una e l’altra versione insomma
Pino Rinaldi: si va bè insomma a me m’ha detto questo anche perché se lui tante volte lui guarda, poi se tu mi conosci hai lavorato con me tanto, se tante volte lui m’avesse fatto capire
Mario Spezi: uhm uhm
Pino Rinaldi: semplicemente senza dirmi niente
Mario Spezi: uhm uhm
Pino Rinaldi: no? M’avesse fatto capire dice che nel.. nel messaggio si faceva riferimento a qualcos’altro, anche perché io l’ho chiesto esplicitamente
Mario Spezi: ma ecco glie l’hai chiesto esplicitamente che
Pino Rinaldi: gli ho detto ma dico no perché a me, me.. io con sentii giornalisti, chi me diceva na cosa chi me ne diceva n’altra, anche se poi viaggiava molto diciamo di, diciamo veniva portata avanti con molta forza quella versione per cui
Mario Spezi: non ce stava
Pino Rinaldi: no che non c’erano nomi
Mario Spezi: io ho sempre sentito dire questa
Pino Rinaldi: io so stato g.. come ti posso dire, estremamente corretto e attento a questo fatto qui, insomma gli dissi gli diedi anche la possibilità di farmi capire senza dirmi niente, poi lui poteva dirmi : guarda la cosa è complessa
Mario Spezi: certo
Pino Rinaldi: non te posso parlà però per esempio non è quello cioè se tante volte a me veniva detta a me una cosa del genere il pezzo non sarebbe andato in onda non sarebbe
Mario Spezi: certo
Pino Rinaldi: non cioè non l’avrei portato a termine perché voglio dire
Mario Spezi: chiaro
Pino Rinaldi: non posso ad un certo punto capito? Arrampicarmi
Mario Spezi: no no certo
Pino Rinaldi: sugli specchi né tanto meno fa un pezzo su
Mario Spezi: no no no certo
Pino Rinaldi: poi tu mi conosci, poi sai a “Chi l’ha visto?” quanto so’ ligi su ste cose qua
Mario Spezi: no no; sì sì
Pino Rinaldi: cioè in sostanza il, questo PIERO ANGELONI avrebbe avuto la possibilità, senza dirmi niente di farmi capire
Mario Spezi: di fermarti
Pino Rinaldi: “lascia perdere”
Mario Spezi: ecco
Pino Rinaldi: anche perché non è che c’avevo la telecamera; stavo a chiacchierà
Mario Spezi: certo. Poteva dì lascia perde
Pino Rinaldi: avrebbe potuto darmi l’imbeccata per capire che era meglio dice “guarda non te posso dì niente però non è così” punto cioè non avrebbe detto nulla non m’avrebbe aggiunto nulla, avrebbe semplicemente creato i presupposti affinché io non..
Mario Spezi: non dicessi
Pino Rinaldi: annullassi la messa in onda che ne so, ad un certo punto tornavo in redazione parlavo con MURGIA oppure lo chiamavo guarda
Mario Spezi: certo
Pino Rinaldi: lasciamo perdere;
Mario Spezi: certo
Pino Rinaldi: al contrario uscivo da lì dopo che lui m’ha confermato che la frase era quella no?, “ ti faccio fa la fine del.. del, del medico morto al lago”
Mario Spezi: al lago
Pino Rinaldi: non in tel lago; al lago rimasto così lo chiamai subito me ricordo (..) proprio “guarda c’ho avuto la conferma da.. da da dalla persona che ebbe a che fare, probabilmente prima di MIGNINI, sarebbe a conoscenza di questi nastri che mi ha confermato che non è specificato nome e cognome oppure che PACCIANI oppure che cazzo ne so, che era tutta na cosa generica. da lì, voglio dire, la legittima ipotesi
Mario Spezi: che poi era quell’altro
Pino Rinaldi: …ma era quello o quell’ altro ma sem ah ecco una cosa MARIO
Mario Spezi: mm mm
Pino Rinaldi: è che voglio dire io ho letto il libro di i libri usciti del mostro di Firenze e escluso quello di NINO FILASTO’ che è un capolavoro guarda io più vado avanti e
Mario Spezi: sì sì sì
Pino Rinaldi: è un libro che sta a livello di quello di FRANCESCO FERRI
Mario Spezi: sì sì senz’altro
Pino Rinaldi: capito? Stamo a quei livelli; per quanto riguarda il resto per vende na copia in più si usa tante volte e da una parte e dall’altra cioè e dalla parte di chi
Mario Spezi: di forzare, sì sì
Pino Rinaldi: e dalla parte di chi pratica e diciamo segue la la pista esoterica quella più complessa; chi invece ad un certo punto semplifica dice no le cose non stanno in questa maniera per questo questo e quest’altro in sostanza si fa, spesso si è superficiali
Mario Spezi: uhm uhm
Pino Rinaldi: FILASTO’ è superficiale, dopo riguarda il fatto che ce sta na frase buttata lì sul fatto del medico che non approfondisce lì è l’unico momento in cui il libro di NINO FILASTO’ dimostra ’na certa partigianeria e tutto sommato facendo riferimento a ben altri contesti è l’unico momento che anche se voglio dire io posso condividere, però non mi piace perché bisognava approfondirla la cosa
Mario Spezi: eh no questo è importante infatti
(..)
Pino Rinaldi: Ad un certo punto uno butta giù due cose no? Perché il medico di.. del lago non era quello ma è un altro punto e chiudo lì la cosa; quello è un momento di superficialità che è in contrasto con invece l’approfondimento generale. Allora quello che ti dico io fai questo libro, però almeno per quanto riguarda questa parte che mi vede coinvolto, usa, come d’altra parte ho fatto io io ho 8500 ma se
Mario Spezi: certo certo
Pino Rinaldi: con i condizionali cioè voglio dire io, io non è che faccio l’investigatore, io faccio semplicemente
Mario Spezi: è chiaro è chiaro
Pino Rinaldi: un lavoro giornalistico d’approfondimento, cerco la notizia, cerco di capire e chiedo. Capito qual è il discorso?
Mario Spezi: certo sì sì no no, ma certamente infatti io riporto tutte e due le versioni l’una e l’altra, circola quella ma PINO RINALDI è andato lì come m’è detto tu a me insomma
Pino Rinaldi: no, dico nel senso, no dico per quanto riguarda questo fatto qua, nel lavoro di verifica c’è questo fatto qui però voglio dire PINO RINALDI stesso ad un certo punto non è che io gli ho..
Mario Spezi: a beh certo
Pino Rinaldi: fatto un’iniezione pentotal questo qui m’ha detto la verità e quella è la verità
Mario Spezi: no no quello che che hai raccolto
Pino Rinaldi: no l’ipotesi è questa insomma io d’altra parte, ma quali conferme potevo avere riguardo a questo? Questa è un’ipotesi che uno fa, logicamente voglio dire, che posso dire? Insomma se questo m’ha preso per il culo
Mario Spezi: ma non credo
Pino Rinaldi: m’ha preso per il culo alla grande. Ecco l’importante è che quando scrivi su sto fatto qua non scoop ste cose qua. L’ipotesi potrebbe essere un’altra, punto interrogativo: cioè lasciare il beneficio del dubbio anche perché alla luce dei processi che ce so’ stati, io vorrei leggendomi il libro di NINO FILASTO’ mi pongo ulteriormente sto dilemma no? Tante volte dopo il metodo investigativo, le ipotesi tutte ste cose qua, io penso che le persone intelligenti rispetto a una storia del genere debbano usare il condizionale
Mario Spezi: sì
Pino Rinaldi: più di ogni altro tempo di verbo; insomma cioè insomma voglio dire non è che la verità non è che ce l’abbiamo noi
Mario Spezi: ah no certo. Ok
Pino Rinaldi: capito che te voglio dire? Questo è il discorso
Mario Spezi: perfetto PINO
Pino Rinaldi: far delle ipotesi senza capito? Riguardo questo fatto qua
Mario Spezi: ok
Pino Rinaldi: questo è quanto. Senti mpo’ na cosa?
Mario Spezi: Dimme
Pino Rinaldi: Ho letto sull’ANSA che la cosa di NANNUCCI è caduta
Mario Spezi: sì, da parecchio
Pino Rinaldi: ma tu come procede invece il tuo.. la tua condizione?
Mario Spezi: non ne so nulla; non ne so assolutamente niente
Pino Rinaldi: a te non t’hanno più chiamato?
Mario Spezi: no niente
Pino Rinaldi: cioè to sei sta, hai parlato hai chiamato ma t’hanno chiamato quella volta famosa lontana
Mario Spezi: si per quella testimonianza del cazzo e poi fine
Pino Rinaldi: non t’ha detto più nulla
Mario Spezi: niente no, sono un indagato
Pino Rinaldi: mm ho capito
Mario Spezi: poi boh si vedrà. Alò fatti vedere
Pino Rinaldi: si vabbè. Ok?
Mario Spezi: ok ti ringrazio PINO
Pino Rinaldi: Ciao ciao
Mario Spezi: Ciao ciao
Vedi: Sentenza Micheli Pag. 813/814/815/816/817