Il 27 maggio 2005 rilascia testimonianza Francesca Barone, dottoressa specializzata in medicina legale facente parte dell’istituto di medicina legale dell’università di Perugia.
Questo uno stralcio della testimonianza:
“Ebbi l’impressione che lo Zoppitelli si fosse intrufolato tra gli osservatori del rinvenimento del cadavere ed avesse riferito cose da lui viste direttamente, ma si trattava di una sensazione. Poteva anche essere successo che queste cose gli fossero state riferite dai presenti. Lo ZOPPITELLI, quando raccontò queste cose in casa della PEPPA, sembrava che
le avesse vissute di recente, come se l’avesse visto da qualche ora, cioè da tre o quattro ore al massimo. Sono sicura che il TG 3 non dette la notizia quel giorno, perché di solito lo guardavo, a pranzo. Aggiungo che recentemente lo ZOPPITELLI ha cercato di parlare con me, facendomi chiamare dalla PEPPA, ma ha risposto mio marito perché io non ero in casa. Non sono più andata, da allora, a casa della PEPPA, perché ho capito che lo ZOPPITELLI si è sentito coinvolto in questa storia per colpa mia, semplicemente perché io ho detto la verità di quello che ricordo. Poiché me lo chiede, rammento che nei giorni della scomparsa del Narducci sentii ipotizzare che si fosse suicidato, ma nessuno sapeva spiegarne il motivo o fornire indicazioni in proposito. Quando tornai a casa dopo aver saputo del rinvenimento del gastroenterologo, ero convinta che dovessi fare l’autopsia poiché si trattava di un personaggio noto. Certo, quello che aveva detto lo ZOPPITELLI, se fosse stato corrispondente a verità, avrebbe smentito l’ipotesi del suicidio, anche se, talvolta, i suicidi occultano molto bene la loro morte. Poiché me lo chiede, le ribadisco che lo ZOPPITELLI disse che era stato ritrovato il cadavere del NARDUCCI, che gli erano state date molte botte al volto e che aveva le mani, e forse anche i piedi, legati dietro alla schiena (..). Vedi: Sentenza Micheli Pag. 144