Il 30 Maggio 2005 rilascia testimonianza Domenico Maria Rizzuto, detenuto nella Casa Circondariale di Lauro. Il Rizzuto oltre che rendere spontanee dichiarazioni a Giuliano Mignini gli consegna un memoriale che il magistrato allega al procedimento n. 2782/05 R.G.N.R. della Procura di Perugia.

Vedi Richiesta decisione di competenza 15 luglio 2005 pag. 37/38

Questo il Memoriale Rizzuto: Domenico Maria Rizzuto memoriale 12 maggio 2005

Questo uno stralcio della testimonianza:

“….Risposta: ” La confermo integralmente dopo averne avuto integrale lettura. Se vuole, la posso sottoscrivere. Desidero produrre, altresì, l’estratto della sentenza della Corte Europei dei Diritti dell’Uomo del 13.07.2000 n.39221/98, a proposito della cooperativa “Il Forteto” che si trova tra Vicchio e Dicomano, nel Mugello. La denuncia nei confronti de “il Forteto” è partita dall’Associazione “Progetto Futura” di cui ero il presidente e di cui Dorina SCOZZARI era una nostra assistita Domanda: “Quando e come ha conosciuto la Signora Carlizzi?” Risposta: ” L’ho conosciuta leggendo il suo sito “la Giusta Informazione”. Ho ritenuto che gli articoli che lei scriveva fossero da condividere, anche se non completamente e, incuriosito, l’ho contattata ed abbiamo avuto uno scambio di corrispondenza epistolare. Poiché me lo chiede, le rispondo che la CARLIZZI mi ha detto che si interessava molto dell’ indagine sulla morte del Narducci ma posso dirle che già nel 2004 io le scrissi una lettera non appena la televisione dette notizia di una indagine nei confronti di magistrati fiorentini che si svolgeva a Genova, su impulso della Procura di Perugia ed in particolare di lei, dr. Mignini. In quel momento io ho pensato: “”Questo è uno che ha cominciato a capire qualcosa””. Sulla base di tutto questo e dell’interessamento dimostratomi dalla CARLIZZI per l’indagine sulla morte del NARDUCCI e per tutto quello che io le avevo scritto, ho ritenuto di inviare alla signora il memoriale che oggi lei mi ha letto che mandai alla signora via e-mail. Poiché me lo chiede, le dico che cominciai ad interessarmi di vicende legate alla criminalità, facendo il segretario dell’Avv. Carmelo DONZELLI del Foro di Napoli. Prima del 1992, poiché me lo chiede lei tenente MORRA, facevo il muratore. Nel 1992, come ho detto, entrai come segretario nello studio legale dell’Avv. DONZELLI che si trova nei pressi della Stazione Centrale di Napoli, in Via Firenze n.11. In quel periodo, aiutai l’Avvocato nella difesa di Luciano MILESI che veniva soprannominato “Il mostro di Bergamo”, P.M. era la Dr.ssa PUGLIESE, il GIP era il Dr. PALESTRA. Il MILESI era accusato di due delitti e si parlò, in quell’occasione, di possibili coinvolgimenti di una setta satanica ma ciò non fu confermato nella sentenza di condanna del MILESI e la cosa è rimasta piuttosto oscura. Poiché me lo chiede, le dico che io abitavo nel Mugello fin dal 1990 dove svolgevo personalmente, da solo, l’attività di muratore. Poiché me lo chiede, Tenente MORRA, le dico che io sono solo nato occasionalmente in Calabria ma i miei genitori abitano a Secondigliano e mia madre è proprio napoletana. Poiché me lo chiede, Dr. MIGNINI, il rapporto di lavoro con l’Avv. DONZELLI è stato occasionale e, verso il 1994, ho cominciato a lavorare con l’Avv. Giovanni NOCENTINI di Borgo San Lorenzo che collaborava con l’Avv. Rosario Bevacqua, successivamente difensore di Pietro Pacciani. Già in quell’occasione io sentii a parlare de “il Forteto” dall’Avv. Rosario BEVACQUA, secondo cui questa struttura poteva ospitare i possibili mandanti dei delitti del “Mostro di Firenze” ed era ubicata in una località dalla quale si poteva facilmente accedere ai vari luoghi dei delitti. Infatti, ad esempio, da Calenzano si raggiunge agevolmente e rapidamente “Il Forteto” attraverso la Strada delle Croci che non è segnata nelle cartine geografiche. Aggiungo che “il Forteto” è a un passo da San Piero a Sieve da cui fu mandato il lembo di seno alla Dr.ssa DELLA MONICA, dopo l’ultimo delitto degli Scopeti. Poiché me lo chiede, le dico che ho avuto occasione di avere un colloquio con Pietro PACCIANI, dopo la sua scarcerazione, quando andò ospite da Suor Elisabetta, in Via dei Michelozzi, così ricordo”” A.D.R.: “Sentii parlare per la prima volta di Francesco NARDUCCI quando collaboravo con l’Avv. NOCENTINI che coadiuvava l’Avv. BEVACQUA nella difesa di PACCIANI, pur non figurando formalmente. Ne sentii parlare dall’Avv. Fioravanti nel 1997 – 1998 quando il legale disse che il delitto NARDUCCI era chiaramente ricollegabile ai duplici omicidi del “Mostro di Firenze”. Preciso che non mi ricordo come entrammo in argomento; ricordo solo che io lo tempestavo di domande su tutta la vicenda e il FIORAVANTI si lasciò sfuggire questa ammissione pur rimanendo sul vago, come faceva, d’altra parte, l’Avv. NOCENTINI . E’ successivamente, e da altre fonti, che io ho avuto la conferma dei rapporti di NARDUCCI con la vicenda del “Mostro di Firenze”, in particolare, nell’esperienza di “Progetto Futura”. Su questa situazione io mi riservo di fornire tutti i necessari particolari e riscontri, sottolineando che la documentazione inequivocabile che lo comprova si trova all’estero, ivi comprese registrazioni telefoniche, testimonianze e quant’altro. La documentazione in mio possesso, che mi riservo di fornire, è in un luogo sicuro ed io farò intervenire la Signora Dorina SCOZZARI che la custodisce, proprio per essere chiaro. L’Autorità Giudiziaria fiorentina è a conoscenza di queste cose e debbo dire che con le iniziative giudiziarie che sono state ingiustamente prese nei miei confronti, si è cercato di minare la mia credibilità di testimone. ” Domanda: ” Lei ha fatto riferimento all’appartenenza al gruppo buddista Soka-Gakkai della maggior parte dei personaggi che gravitano attorno a “Il Forteto”. Sa se il NARDUCCI facesse parte di questo gruppo?” Risposta: ” Io ho posto molto l’accenti sull’appartenenza alla Soka-Gakkai di tutti o quasi i personaggi che gravitano intorno a “Il Forteto” e questo perché la Soka-Gakkai italiana, la cui sede è a Firenze, è stata ripudiata da tutti i seguaci di Nicheren dai Shonin. Per inciso gli adepti della Soka-Gakkai devono recitare per tre volte al giorno una preghiera che si chiama Gonghio ilcui contenuto è segreto e sconosciuto agli stessi adepti, come anche la preghiera Daimoku. La SokaGakkai del Forteto ha subito un processo di commistione con dottrine esoteriche di tipo pagano ed in particolare con il culto di Iside e una filiazione di questo gruppo buddista è all’origine dell’attentato alla metropolitana di Tokyo, avvenuto nel 1995, con l’impiego di gas nervino. La diffusione di questa setta è molto forte negli ambienti sociali elevati. Per quanto riguarda il NARDUCCI, io non so se lui fosse direttamente affiliato a questo gruppo ma lo credo probabile. Poiché me lo chiede, le dico che tutti i componenti della famiglia NARDUCCI hanno avuto rapporti con questo ambiente de “il Forteto”. So anche che il padre del NARDUCCI è massone della “loggia BELLUCCI” come lo è il fratello. Poiché me lo chiede, non posso fornire informazioni precise delle appartenenze del NARDUCCI Francesco, so solo che era un attivo partecipante alle orge de “Il Forteto”. Poiché me lo chiede il Tenente MORRA, rispondo che i Soka-Gakkai odiano il normale rapporto etero-sessuale e nei delitti del “Mostro di Firenze” veniva colpito il sesso normale ed era un colpo inferto a Dio come creatore della sessualità, perché i  buddisti sono tendenzialmente atei. Poiché me lo chiede, le dico che il responsabile italiano della Soka.Gakkai è il signor TAGAKI, giapponese, commerciante di pesce spada tra Firenze ed il Giappone. Non ricordo come faccia di nome. Poiché me lo chiede, le dico che la Soka-Gakkai ha rapporti con gli Hare-Krishma non so dirle di che tipo. “ Domanda: “Come mai sarebbe stato ucciso NARDUCCI e da chi? ” Risposta: ” Il NARDUCCI partecipava pienamente a tutta la attività de “Il Forteto” ed aveva compreso il rapporto tra i capi del gruppo della setta – loggia del Forteto ed i delitti del mostro. A quanto mi è stato detto, il NARDUCCI era coinvolto nelle perversioni sessuali che si praticavano ma, a quanto mi stato riferito, non nei delitti del mostro. Ha cominciato ad avere paura perché si è reso conto che si trovava nel luogo da cui partivano questi delitti. Fra i capi della setta c’erano, tra gli altri, Mario Spezi, Francesco Calamandrei, Gianfranco CAPPPELLI, i Marchesi ANTINORI, i ROSSELLI DEL TURCO ed altri. Essendo divenuto un pericolo per la setta, queste persone avrebbero deciso la sua eliminazione, utilizzando una manovalanza mafiosa, vale a dire i soggetti CAVATAIO, SUTERA e CAVALLARO. Ci sono delle persone che potrebbero anche aprirsi e confessare tutto ciò di cui sono a conoscenza di questo delitto, uno dei quali è un buddista altolocato. Poiché me lo chiede, le dico che ho un parente a Perugia e che mi risulta che all’interno della Massoneria vi sia uno scontro tra un gruppo che vuole che si faccia luce su queste vicende ed un gruppo che vuol mantenere il segreto. Il mio parente è il mio cugino di sangue Valentino RIZZUTO che, prima di trasferirsi a Perugia, abitava a Firenze….”

Nella stessa giornata del 30.05.2005 Domenico Maria RIZZUTO veniva nuovamente sentito riferendo quanto qui di seguito riportato:

“….Risposta: ” Lorenzo BARGELLINI è un mio amico leader dei centri sociali fiorentini e, da sempre, oppositore della massoneria deviata e ricordo che quando parlavo con l’Avv.to BEVACQUA era spesso presente anche perché ero io che gli chiedevo di accompagnarmi perché potesse testimoniare quello che mi veniva detto. Quando l’Avv.to FIORAVANTI mi parlava della vicenda NARDUCCI, in un paio di occasioni erano presenti degli amici di cui mi riservo di fornire le generalità. Quanto all’Avv.to NOCENTINI, lo stesso era molto riluttante a parlare delle indagini sul mostro di Firenze. Ricordo che un giorno del 1994, grosso modo, io chiesi all’Avv.to NOCENTINI di darmi delle spiegazioni perché lo vedevo sempre riluttante a parlare della vicenda del mostro di Firenze. In particolare volevo chiedergli spiegazioni sull’invio, alla Dott.ssa Della Monica, di un lembo di seno appartenente all’ultima vittima degli Scopeti e sul fatto che nessuno si fosse accorto di nulla. Mentre io gli stavo chiedendo spiegazioni lui, all’improvviso, perse il controllo di se e mi colpì come se fosse stato toccato di persona da quelle mie domande, tanto che io reagii ed intervennero i Carabinieri di San Piero a Sieve che ci separarono e a cui potrete chiedere notizie sull’accaduto. Poiché me lo chiede le dico che il “Forteto” fino al 1976-1977 si trovava a Prato e poi fu trasferito nel Mugello. A domanda del Tenente Morra risponde: “ NARDUCCI era entrato al Forteto verso il 1980 attraverso ambienti massonici. Poiché me lo chiede, lei Dott. Mignini, le dico che il NARDUCCI curava lo SPEZI e anche il CALAMANDREI. So che faceva il gasrtroenterologo. Il NARDUCCI entrò al Forteto tramite Mario SPEZI e, quando si portava al Forteto, si spacciava come un fotografo di Prato all’interno del Forteto, utilizzando un falso nome. Poiché me lo chiede le dico che non ho sentito fare allusioni alla custodia, da parte del NARDUCCI, dei reperti femminili delle vittime dei duplici omicidi, reperti che venivano utilizzati nei rituali del Forteto che mettevano insieme il buddismo con il culto di Iside. Poiché me lo chiede le dico che nel 1985 la setta rischiò di restare scoperta, non solo per la morte del NARDUCCI, ma anche per l’arresto del presidente e del vice presidente del Forteto. Non so perché da allora i delitti sono cessati. Forse perché il ciclo era finito dopo lo smembramento in 14 pezzi del corpo di Iside o
di Osiride, non ricordo bene. Comunque è innegabile che la morte del NARDUCCI e l’arresto del FIESOLI e del GOFFREDO Luigi, comportano la cessazione della serie omicidiaria. Poiché me lo chiede le dico che in queste mie affermazioni non ha influito la CARLIZZI la cui ricostruzione dei fatti è spesso contraddittoria e carente e valida solo da un punto di vista giornalistico. Le conclusione che ho fatto sono tratte dalla mie esperienza e dalle confidenze che mi sono state fatte. Aggiungo che vicina al Forteto era “Mamma EBE” che era di San Piero a Sieve. Poiché me lo chiede le dico che al Forteto sono scomparse diverse persone, ma questo l’ho solo sentito dire. Poiché me lo chiede le dico che tra i Magistrati frequentatori del Forteto, vi sono Piero Tony, già Presidente del Tribunale per i Minori di Firenze e rappresentante della Procura Generale al processo d’appello a carico del PACCIANI. Il TONY, inoltre, si è sempre espresso contro le indagini in diverse interviste rilasciate soprattutto a “La Nazione”. Il Dott. TONY, inoltre, ha organizzato numerosi convegni ed iniziative in favore dell’infanzia insieme al Forteto di cui è un sostenitore. Un altro Magistrato che sostiene l’attività pubblica del Forteto, è il Dott. CRIVELLI come anche il Dott. Vigna e il Dott. Canessa. Ribadisco quanto ho già dichiarato circa la puntata a Perugia dell’ex Procuratore dopo la morte del NARDUCCI. Quello che io posso dire è solo quello di cui ho conoscenza diretta, perché di questo ne sono sicuro o, comunque, mi sono state riferite da persone che hanno frequentato il Forteto e che erano perfettamente informate sulla sua attività e mi riservo di produrre le prove di quello che dico. Aggiungo anche che, nella Sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo, a cui ho fatto riferimentio questa mattina, alcuni bambini, divenuti oggi maggiorenni, hanno riferito che ai festini partecipavano persone che giungevano al Forteto a bordo di auto apparentemente private ma con il lampeggiante mobile. Quanto a Gianfranco CAPPELLI io lo conosco bene e posso dire che proviene da una famiglia che produce vini a Greve in Chianti; è un Gran Maestro massone coinvolto nella vicenda del Forteto anche della morte del NARDUCCI. Lei mi chiede se ho avuto modo di parlare con suor Elisabetta e io le rispondo di si. Posso dire che PACCIANI mi ricorda un pò la figura del NARDUCCI sul piano dei rapporti con il Forteto. Quando il NARDUCCI si mostrò titubante e si dimostrò propenso a denunciare i crimini commessi dal c.d. mostro di Firenze, fu minacciato di essere, a sua volta, denunciato come esecutore materiale dei delitti, un po’ come avvenne al PACCIANI. Alcuni di questi colloqui tra me e suor Elisabetta, sono avvenuti nel Carcere di Sollicciano e sono registrati. Ne ho avuti diversi ma non li ricordo in dettaglio, anche se è mia convinzione che suor Elisabetta fosse a conoscenza della vicenda del Forteto, della vicenda del NARDUCCI e avesse tentato di convincere PACCIANI a tacere, ma quest’ultimo che non si accontentava più dei soldi presi dalla setta e minacciava di crollare sotto le iniziative giudiziarie che venivano intentate contro di lui, dopo la Sentenza di assoluzione in appello, era divenuto un pericolo intollerabile per il gruppo che decise per la sue eliminazione, come era avvenuto per il NARDUCCI. A domanda del Maresciallo Laurizi risponde: “ Il NARDUCCI aveva un appartamento in locazione in località Gattaia nei pressi del Forteto, di cui era proprietario un Funzionario di Polizia. Fuori dell’immobile ci sono stato di persona perché quello che sapevo, nei miei accertamenti sul Forteto, cercavo di verificarlo di persona. Poiché me lo chiede, Dott. Mignini, le rispondo che sarei in grado di trovare l’appartamento del Dott. NARDUCCI. Poiché me lo chiede le dico che non ho mai sentito parlare del conte CORSINI. All’interno del carcere di Sollicciano io ero in confidenza con Stefano CAVATAIO di cui ho prima parlato a proposito dell’omicidio del NARDUCCI, nell’anno 2002. Poiché me lo chiede le dico che non so come venissero vestiti i defunti appartenenti alla setta del Forteto, ma ricordo che qualcun altro mi ha fatto una domanda simile e non ricordo chi. Aggiungo che vi prego di non informare delle mie dichiarazioni la Questura di Firenze….”

Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 259/260/261/262/263/264

30 Maggio 2005 Testimonianza e consegna del memoriale di Domenico Maria Rizzuto

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