Il 31 maggio 2005 rilascia testimonianza il Prof. Ferruccio Farroni ai Carabinieri di Perugia.

Il cadavere era stato spogliato. Aveva un ventre gonfio, batraciano, con un telo apposto sopra di colore chiaro. Trasudava acqua dappertutto, maleodorante ed enorme come una taglia 70. Dico 70 perché era abnorme, certamente non come una taglia 48 come era Francesco…rivestivano con abiti che io non ricordo il cadavere, io facevo la spola con il piano di sopra per andare a parlare con il padre, Prof. Ugo, in quanto ritenevo fondamentale che si effettuasse l’autopsia. Il Prof. Ugo non voleva assolutamente ed io accesi con lui una calorosa discussione. Quando sono disceso di nuovo al piano terra dove era posizionato il cadavere ho visto che non vi era il cadavere posizionato in terra ma ho visto caricare una bara di recupero nel furgone e l’ho visto partire. Di questo ne sono certo. Erano all’incirca le 12.30 – 13.00 del giorno del ritrovamento”. Lei mi chiede se io ho chiesto a qualcuno dei familiari dove portassero il feretro con il cadavere ed io le rispondo che non ho chiesto nulla a nessuno, né loro mi hanno detto dove lo portassero. Da quel momento io ho rivisto la bara all’interno della chiesa di Via dei Filosofi al momento dei funerali. La bara era diversa da quella che ho visto allontanarsi con il corpo all’interno. Lei mi chiede se ho visto il cadavere posizionato da qualche altra parte nella villa, ed io le rispondo che il cadavere non c’era più ed io me ne sono andato da solo non portando con me il Prof. MORELLI. Lei mi chiede perché io abbia discusso con il Prof. UGO ed io le rispondo che volevo che l’autopsia venisse effettuata perché volevo semplicemente capire i motivi della morte di FRANCESCO. Alle mie insistenze il padre mi disse che non ce ne era bisogno perché tutto era chiaro e che, comunque, poiché lui era il padre, solo lui decideva cosa fare, PIERLUCA NARDUCCI sul ritrovamento e su altre cose, secondo me, non ha avuto alcuna parte, in pratica non ha deciso lui le cose da fare. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 396 Vedi Relazione Commissione Parlamentare

“…DOMANDA: Conferma quanto già riferito nelle precedenti audizioni rese sia dinanzi al P.M. Dr. MIGNINI che dinanzi alla Polizia Giudiziaria? RISPOSTA: Confermo integralmente quanto già riferito sia dinanzi al P.M. che dinanzi alla Polizia Giudiziaria. DOMANDA: Conferma che la sera del 12.10.1985 si recò presso l’abitazione di un medium nella zona di Monte Tezio? RISPOSTA: Confermo di essere andato, in compagnia di Pierluca NARDUCCI, a casa di un medium nella zona di Monte Tezio poiché contattato dallo stesso Pier Luca. Ribadisco che andammo lì per due volte. La prima volta fu la sera del 11.10.1985 ed il medium ci ricevette in maniera “forzata” e ci disse che non era nelle condizioni di poter dare delle indicazioni in merito alla scomparsa di Francesco. Doveva rivolgersi, pertanto, ad un amico indiano, come già ribadito, e ci dava appuntamento per il giorno successivo, in tarda notte. Infatti, riandammo io e Pierluca sempre, da questo signore che aveva circa 65 – 70 anni. Ci ricevette e aprì una cartina del lago Trasimeno e indicò un punto che era quello di Sant’Arcangelo. Affermò che Francesco era morto e che l’indomani mattina sarebbe stato ritrovato. Come ho già dichiarato chiesi a questo signore le cause della morte di Francesco e lui mi rispose che a questa domanda non poteva replicare nulla. Lei mi chiede, Tenente, se andando via io abbia parlato con Pierluca ed io le rispondo che non ci fu alcun colloquio. Ripeto che non mi ricordo altro. Mi viene in mente un flash e cioè che Pierluca mi disse che questa persona, il medium, collaborava con la Polizia, ma erano circa venti anni che non esercitava più. Credo, per quello che mi ricordo, che io e Pierluca ci siamo lasciati in maniera normale, non ricordo, visto che me lo chiede, se ci siamo dati appuntamento. DOMANDA: La mattina successiva chi l’ha chiamata per dirle che era stato rinvenuto il cadavere di Francesco NARDUCCI? RISPOSTA: Come ho già avuto modo di riferire più volte e lo ribadisco con nettezza, io non ricordo affatto, pur sforzandomi in tutti i modi, chi abbia potuto telefonarmi quella mattina. Quello che ricordo con assoluta certezza è che stavo dormendo e che qualcuno mi ha chiamato al telefono. Potevano essere tra le 7 e le 7.30. Io abitavo, a quell’epoca, in Via delle Conce n.6. Altro non riesco proprio a ricordare. Lei mi precisa che risulterebbe che io avrei chiamato il Prof. Antonio Morelli tra le 7 e le 7.30 di quella mattina del 13 ottobre 1985 al quale avrei riferito che NARDUCCI era stato ritrovato; che poi sarei passato a prenderlo in Piazzale della Cupa, presso la sua abitazione e che insieme saremmo andati sul pontile. Lei mi chiede se la persona, di cui io non ricordo il sesso e l’identità, mi abbia detto anche dove sarebbe stato ritrovato il corpo, ed io le rispondo che questa mi disse che era stato ritrovato nei pressi del molo di Sant’Arcangelo dove in effetti io mi recai direttamente. Se il Prof. MORELLI dice così, sarà così, perché probabilmente in quel momento ero talmente sconvolto che non riesco a ricordare questo aspetto. Aggiungo che ho sicuramente accusato il colpo, all’epoca. Probabilmente ho telefonato sicuramente al Prof. MORELLI allorquando telefonarono a me per avvisarmi del ritrovamento di Francesco. Ricordo che arrivai sul pontile in un orario compreso tra le 08.00 e le 08.30. Ricordo, almeno così mi sembra, che il cadavere era già steso sul pontile. Lei mi chiede di ricordare, al mio arrivo, chi vi fosse ed io ribadisco, come ho già detto, che non ricordo assolutamente chi c’era quando arrivai. Mi chiede se vi fosse già il Prof. Pierluca NARDUCCI ed io le dico che non mi ricordo. Così come non ricordo se vi fosse il Prof. Ugo Narducci. DOMANDA: Ci descriva tutti i momenti in cui si è recato alla villa ed ha potuto verificare la vestizione del cadavere. RISPOSTA: Il cadavere era stato spogliato. Aveva un ventre gonfio, batraciano, con un telo apposto sopra di colore chiaro. Trasudava acqua dappertutto, maleodorante ed enorme come una taglia 70. Dico 70 perché era abnorme, certamente non come una taglia 48 come era Francesco. Quando gli addetti alle pompe funebri, che erano due o tre, lavavano e rivestivano con abiti che io non ricordo il cadavere, io facevo la spola con il piano di sopra per andare a parlare con il padre, Prof. Ugo, in quanto ritenevo fondamentale che si effettuasse l’autopsia. Il Prof. Ugo non voleva assolutamente ed io accesi con lui una calorosa discussione. Quando sono disceso di nuovo al piano terra dove era posizionato il cadavere ho visto che non vi era il cadavere posizionato in terra ma ho visto caricare una bara di recupero nel furgone e l’ho visto partire. Di questo ne sono certo. Erano all’incirca le 12.30 – 13.00 del giorno del ritrovamento. Lei mi chiede se io ho chiesto a qualcuno dei familiari dove portassero il feretro con il cadavere ed io le rispondo che non ho chiesto nulla a nessuno, né loro mi hanno detto dove lo portassero. Da quel momento io ho rivisto la bara all’interno della chiesa di Via dei Filosofi al momento dei funerali. La bara era diversa da quella che ho visto allontanarsi con il corpo all’interno. Lei mi chiede se ho visto il cadavere posizionato da qualche altra parte nella villa, ed io le rispondo che il cadavere non c’era più ed io me ne sono andato da solo non portando con me il Prof. MORELLI. Lei mi chiede perché io abbia discusso con il Prof. Ugo ed io le rispondo che volevo che l’autopsia venisse effettuata perché volevo semplicemente capire i motivi della morte di Francesco. Alle mie insistenze il padre mi disse che non ce ne era bisogno perché tutto era chiaro e che, comunque, poiché lui era il padre, solo lui decideva cosa fare, Pierluca NARDUCCI sul ritrovamento e su altre cose, secondo me, non ha avuto alcuna parte, in pratica non ha deciso lui le cose da fare. DOMANDA: Risulterebbe che lei avrebbe incontrato, poco dopo l’inizio delle indagini di cui al procedimento, la signora Francesca Spagnoli, la quale le avrebbe posto questa domanda: “”MA TU CHE CI FACEVI ALLE 7 SUL PONTILE DI SAN FELICIANO?””. Lei avrebbe risposto, Dr. Farroni: “”EH, MA TU NON LO SAI MA IO E PERLUCA SIAMO ANDATI, LA SERA PRIMA DEL RITROVAMENTO, DA UN MEDIUM IL QUALE CI HA DETTO CHE IL CORPO DI FRANCESCO SAREBBE STATO RITROVATO L’INDOMANI MATTINA ALLE 7 IN UN PUNTO PRECISO DEL LAGO TRASIMENO INDICATAGLI SU UNA CARTINA DALLO STESSO MEDIUM””. Conferma questa risposta data alla signora o la smentisce? RISPOSTA: Confermo che Francesca SPAGNOLI è venuta a trovarmi a casa mia; confermo di avergli raccontato la storia di un medium come raccontata agli inquirenti in quattro occasioni. Smentisco in maniera assoluta l’orario delle 7 poiché non ricordo che il medium mi abbia riferito tale orario, né mi ricordo di essermi trovato alle 7 sul pontile di Sant’Arcangelo. DOMANDA: Quando andò per la prima volta dal medium a Monte Tezio, ebbe l’impressione, o meno, che Pierluca conoscesse la collocazione della casa? RISPOSTA: Certamente il Dr. NARDUCCI Pierluca conosceva l’ubicazione della casa e, posso aggiungere che non portò con se alcun indumento, o effetto personale, di Francesco . DOMANDA: Perché non tornò alla villa di San Feliciano per rivedere il corpo di Francesco NARDUCCI il giorno successivo al ritrovamento? RISPOSTA: Non tornai alla villa perché non ho mai saputo che il corpo di Francesco fosse stato riesposto. Questa cosa l’ho saputa da voi inquirenti solo dopo la riapertura giudiziaria di questo caso. DOMANDA: Chi era presente alla villa di San Feliciano quando lei arrivò dopo il rinvenimento del cadavere? RISPOSTA: Io mi ricordo che c’erano il Prof. Ugo, Pierluca ed il Questore Trio. Altri, mi dispiace ma non li ricordo. DOMANDA: A oggi, sarebbe in grado di individuare la casa ove incontrò il medium insieme a Pierluca NARDUCCI nella zona di Monte Tezio? RISPOSTA: Sono già stato con il Dr. GIUTTARI ed i suoi uomini in quella zona per individuare questa abitazione e, in quella sede, detti loro delle indicazioni. Nulla di più, ad oggi, potrei aggiungere in merito. DOMANDA: Ricorda altro e ha altro da aggiungere? RISPOSTA: Voglio aggiungere che non mi sembra di aver detto cose diverse rispetto a tutte le altre volte che sono stato chiamato, sia dagli inquirenti che dalla Polizia Giudiziaria….” Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag.71/72/73/74

31 Maggio 2005 Testimonianza di Ferruccio Farroni

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