Il 31 maggio 2005 rilasciò testimonianza Ugo Baiocco. Il Baiocco è un pescatore della Cooperativa “Alba” che il 13 ottobre, intorno alle ore 07:00, rinvenne il corpo attribuito al dr Francesco Narducci. Il Baiocco era assieme a suo cognato Arnaldo Budelli, ed insieme si sono diretti verso “l’Arginone”, per sistemare le reti.
Questo uno stralcio della sua testimonianza:
“Quella mattina, io e il mio povero cognato oggi defunto, BUDELLI ARNALDO, uscimmo con la barca per andare a pesca e ci dirigemmo verso Castiglione del Lago, nei pressi della zona denominata Arginone. Partimmo da Sant’Arcangelo, dopo aver caricato i tofi nella barca, intorno alle 07.00 – 07.10 circa. Giunti nella zona Arginone, scorgemmo nel lago un cumulo di alghe. Ci avvicinammo e ci accorgemmo che si trattava di un corpo di una persona. Poiché sapevamo che in quei giorni era scomparso il Prof. NARDUCCI, che io non conoscevo affatto, io e mio cognato ci chiedemmo se quel corpo non fosse proprio quello del professore.” Vedi: Sentenza Micheli Pag. 243
“….Ci siamo avvicinati a quel corpo e subito ci siamo resi conto che si trattava di un uomo, molto gonfio, con il volto nero e sfigurato, a pancia all’aria. Non abbiamo toccato quel corpo. Poiché nella zona c’erano due pescatori sportivi che non conoscevamo nè io, nè tantomeno mio cognato, ricordo che gli abbiamo chiesto se potevano arrivare al Bar Gosti di Sant’Arcangelo, dove c’era il telefono pubblico, per avvertire i Carabinieri che c’era un cadavere nel lago. Gli stessi ci misero circa 5 minuti per arrivare a riva. Voglio precisare, poichè me lo chiedete, che dalla riva fino al baro ci vorranno, a piedi, circa 6-7 minuti. Infatti, dopo circa mezz’ora, arrivò sul posto la pilotina dei Carabinieri. I militari, una volta preso atto della presenza del cadavere, avvertirono via radio il loro Comando e ci dissero di aspettare con loro, sul posto, l’arrivo delle Autorità. Ricordo che neanche i Carabinieri toccarono il cadavere. Dopo circa un ora e mezzo arrivò la barca della Polizia Provinciale delle Acque con a bordo le Autorità. Si trattava di una guardia della Provincia che guidava la barca e tre o quattro persone, in abiti civili. Questi ci chiesero come l’avessimo trovato, se l’avessimo toccato, e, una volta risposto che non l’avevamo neanche sfiorato, disposero che il corpo venisse caricato sulla pilotina dei Carabinieri e trasportato sul molo di Sant’Arcangelo.
Non sarei in grado di riconoscere le persone che erano sulla pilotina della Provincia. Ricordo che quando il corpo fu issato sulla barca si sprigionò un cattivo odore, quasi insopportabile. Ricordo che noi rimanemmo a distanza senza salire sul pontile. Successivamente ci invitarono all’interno dell’ufficio della cooperativa dei pescatori ed io fui sentito a verbale dall’allora Comandante della Stazione di Magione, Maresciallo Bruni. Mentre ci trovavamo all’interno dell’ufficio della cooperativa squillò il telefono e qualcuno di quei signori delle autorità parlò con un sconosciuto interlocutore. Finito di parlare si rivolse ai presenti e disse: “”All’obitorio!””. Ebbi la netta sensazione che questa persona ricevette l’ordine di portare la salma all’obitorio….”. Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 94/95 e Vedi: Sentenza Micheli Pag. 243/244