Il 23 Giugno 2005 rilascia testimonianza l’allora Comandante dei VV. FF. di Perugia, Ing. Gianfranco Eugeni.
Questo uno stralcio della testimonianza:
“Il giorno del rinvenimento dovrebbe essere stato un giorno infrasettimanale, in quanto fui avvertito mentre stavo in ufficio o comunque al lavoro e non stavo a casa come stavo di norma la domenica. Ho il netto ricordo che si trattasse di un giorno lavorativo. Ero sicuramente al lavoro, perché non si trattava di una giornata festiva. Oltretutto, non collego nella mia memoria, il mio intervento al Lago e una partita allo Stadio. Sul posto mi accompagnò un mio autista che era un Vigile ausiliario. Poiché me lo chiede, le dico che il pontile presso cui fui portato era quello di San Feliciano e non di Passignano perché l’unica incertezza è tra questi due pontili. Mi pare proprio, però, che si trattasse del pontile di San Feliciano. Ricordo che mi fermai all’imboccatura di un qualcosa che non ricordo. Quello che rammento è che sicuramente non era un giorno festivo. Mi colpì il fatto che, per una vicenda così clamorosa, invece di trovare una marea di gente al mio arrivo, non trovai più nessuno se non la macchina dei VV.FF. dei sommozzatori. Si trattava di circa tre o quattro sommozzatori e non c’era più nessun altro….
Domanda del Ten. Morra: “Ingegnere, lei ha riferito che il giorno in cui venne avvisato del rinvenimento del cadavere del prof. Francesco Narducci, fosse in ufficio o comunque al lavoro anche perché lei ha il ricordo di essere stato avvisato mentre era al lavoro. Lei conferma ancora che il giorno del rinvenimento del Narducci fosse un giorno lavorativo?”
Risposta: “Sì. Lo confermo perché, quando fui avvertito, ero sicuramente al lavoro. Il mio ricordo è che non partii per il Lago da casa, ma da fuori o dall’ufficio di Madonna Alta…“
“Quando fui avvertito, ero sicuramente al lavoro. Il mio ricordo è che non partii per il Lago da casa, ma da fuori o dall’ufficio di Madonna Alta. Non mi sembra di essere partito da Corso Cavour dove avevo l’alloggio e dove l’autista stazionava. Ricordo alcuni episodi in cui intervenni anche di domenica tipo il rogo di Todi, quando fui avvertito mentre ero sotto la doccia del bagno di casa ed erano le 11 della domenica 25 aprile 1982 e il terremoto che colpì alcune zone della nostra provincia nel mese di aprile 1984. In quest’ultimo episodio, io mi precipitai, da casa in Prefettura, alle 7 del mattino. Ricordo anche che quel giorno avremmo dovuto fare una gita alle Grotte di Frasassi col Circolo Ufficiali. Ovviamente, la gita la fece mia moglie mentre io dovetti precipitarmi in Prefettura.” Vedi (in parte) Relazione Commissione Parlamentare e Vedi: Sentenza Micheli Pag. 325
Io fui avvertito nella tarda mattinata di un giorno, probabilmente dal nostro centralino. Sicuramente il cadavere era stato rinvenuto poco prima. Io mi precipitai sul posto ma trovai i sommozzatori che stavano rimettendo a posto il materiale per ripartire e mi dissero che il cadavere era già stato portato via. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 331
Questa testimonianza sembra confermare l’episodio del 9 ottobre 1985 in quanto il Comandante dei Vigili del Fuoco, avvertito durante un giorno lavorativo, si sarebbe portato, al pontile di San Feliciano, (al limite Passignano) e non al pontile di Sant’Arcangelo, cioè quello che nel giorno del ritrovamento del cadavere del 13 ottobre 1985 vi fu depositato il corpo. Nel ritrovamento del cadavere del 9 ottobre il pontile era appunto quello di San Feliciano e corrisponderebbe al certificato di morte, poi sbianchettato, del 9 ottobre 1985. Ulteriore particolare di significativo è il fatto che Eugeni non trovò affatto la marea di gente che si sarebbe aspettato ma tre o quattro sommozzatori e nessun altro che dissero che il cadavere era stato portato via, quindi un cadavere lo videro.