Il 9 luglio 2005 rilasciava testimonianza spontanea Jacqueline Malvetu.
Questo uno stralcio della testimonianza:
Mi presento spontaneamente perché mi sono ricordata. Nel mese di giugno ho cercato la casa. Sono andata a Firenze, Perugia, Assisi e Pistoia. Ho paura e non dormo. Voglio contribuire ad aiutare l’indagine. Satanismo e nazismo. Conflitto tra ebrei e francescani. Rete gigantesca. PUCCI e il nome dell’agenda. Ho visto una trasmissione televisiva sulle indagini “Mostro di Firenze – Caso Narducci”. Ho tanti particolari. Perché sono andata a cercare in quei posti? Sono andata a Monte Ridolfi, da PUCCI FERNANDO, amico di LOTTI. Un mese sono andata a Firenze al GIDES. Stava verbalizzando ALESSANDRO BORGHI, poi è venuto CASTELLI. Era tardi ed ero stanca e non ha voluto firmare il verbale.
Insistevo a dire che i miei erano flashes e che ero stata drogata: una perdita di memoria dovuta agli anni, poi una perdita dovuta all’amnesia traumatica e poi a farmaci. Quella sera andò via a mezzanotte. CASTELLI m’ha rimproverata. Il GIDES ha fatto le foto dove ero col sacco a pelo e la tenda. Allora vidi le persone sempre diverse.
Siamo passate davanti alla Stazione, poi siamo passate davanti a una vecchia casa ad angolo dopo un cavalcavia. Ho dei ricordi di questa casa, come se ci fossi stata. Siamo passate poi davanti all’Ospedale di Via della Pallotta, attraversando un’area verde. Lì ho provato una sensazione spaventosa. E’ come se un ricordo affiorasse da un altro mondo.
Sembrava che uscisse dai miei sogni. Mi hanno colpito moltissimo i ferri che sporgevano dall’edificio.
Si dà atto che la Signora piange.
Ho riconosciuto questo Ospedale. Io associo questi ricordi a NARDUCCI. Non sono mai venuta a Perugia se non quando cercavo le persone conosciute in Toscana. Forse vi sarò venuta anche nel periodo in cui sono stata in quella casa in Toscana. Ho visto anche delle automobili vecchie o un’auto vecchia nel parco dell’Ospedale e mi sono ricordata di una persona che mi parlò di queste macchine e di esservi stata con un’auto. Da lì sono riuscita e l’ho riferito alla mia amica, ma, prima di uscire, ho visto un’auto di colore blu che s’era fermata dietro alla mia amica. Ho guardato lo stemma con il grifo rosso e mi sono ricordata di averlo visto all’epoca e di averlo riferito alla Polizia, all’epoca. Ho provato a chiamare la Polizia a Firenze, ma nessuno ha risposto. Al n. 74 di Via Roma ho capito che c’erano altri NARDUCCI. Ero impressionata.
Ho riconosciuto anche l’ex Carcere. Sono passata in Procura ma era chiusa. Mi sono fatta vedere dalle telecamere della Procura. Sono andata poi nella zona di Via San Bonaventura dove mi sembra che vi sia una clinica ma non mi ha detto nulla. Sono passata sotto la casa di cura “Liotti” e ho visto un ambulatorio col nome NARDUCCI.
Dall’ambulatorio del ginecologo NARDUCCI, ho visto una casa mi ricordava qualcosa. Ho preso i numeri di targhe di auto con persone di colore. Ho riconosciuto anche altri posti a Pistoia, ma ora sono stanca e preferirei parlarne un’altra volta. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 400