Il 21 dicembre 2005 in seguito ad un’intercettazione telefonica gli inquirenti venivano a sapere di un progetto riconducibile ad un’idea di Mario Spezi. Vi erano Coinvolti ex ispettore di Polizia Ferdinando Zaccaria, il giornalista del Corriere della Sera Mario Porqueddu, il pregiudicato Luigi Ruocco, il giornalista scrittore americano Douglas Preston.
L’operazione “villa Bibbiani” che lo avrebbe liberato lo Spezi dai suoi guai perugini,(vedi intercettazione 26 novembre 2004) dove era indagato. Numerosi erano i contatti telefonici fra i citati personaggi, dai quali emergeva che:
1) veniva individuata la villa dove il Ruocco, utilizzando una macchinetta fotografica fornitagli dallo Spezi ( che a sua volta l’aveva ricevuta dal fotografo fiorentino Massimo Sestini) si sarebbe recato più volte – e di notte – per scattare
alcune fotografie, poi consegnate allo Spezi; (vedi interrogatorio del 20 febbraio 2006)
2) veniva indicata l’ubicazione di tale villa da parte di Ruocco agli altri due, che però non riuscivano a localizzarla da soli con precisione;
3) venivano accompagnati Spezi e Zaccaria sul posto da parte del Ruocco;
4) veniva eseguito un successivo sopralluogo, di giorno, da parte di Spezi e di Zaccaria che, in questa circostanza, venivano seguiti da personale dipendente (gli inquirenti stanno seguendo i vari personaggi della vicenda) che così individuava il posto in questione nella villa “Bibbiani” di proprietà della famiglia Del Gratta, sita nel Comune di Limite e Capraia;
5) veniva eseguito un nuovo sopralluogo da parte dei due e di una terza persona, che si apprendeva trattarsi del giornalista scrittore americano Douglas Preston;
6) veniva redatto un appunto con le indicazioni della villa da consegnare al dottor Bernabei della Questura di Firenze, allo scopo di indurre il dirigente di polizia a fare una “passeggiata” in quel luogo e poter trovare indizi riconducibili alla vicenda del Mostro di Firenze, tra cui “sei scatolette”; (vedi intercettazione 4 marzo 2006 e vedi perquisizione del 25 febbraio 2006) e perquisizione 26 febbraio 2006)
7) veniva fatta visita in Questura al Bernabei da parte dello Zaccaria, che veniva atteso fuori dallo stabile dallo Spezi;
8) lo Spezi, discutendo con lo Zaccaria diceva che, prima di incontrare di nuovo quella persona dove era stato l’altro giorno (Bernabei), dovevano parlarne perché Zaccaria doveva spiegare bene quelle sei scatolette: (vedi intercettazione del 16 febbraio 2006)
9) si registrava l’euforia dei due (Spezi e Zaccaria) e a quel punto anche del Preston, che ormai era stato tutto fatto e che a breve i poliziotti avrebbero fatto la “passeggiata” facendo così un colpo “mondiale” e risolvendo tutto.
Nel corso dell’attività tecnica svolta nell’occasione si registrava una conversazione ambientale, avvenuta all’interno dell’autovettura dello Spezi, che però, data la scarsa qualità di registrazione, non consentiva di poter comprendere
bene il contenuto.
Tale registrazione però veniva da codesta Procura affidata per una consulenza tecnica al R.I.S. Carabinieri di Roma, che riusciva a rilevare alcune parole e frasi, il più delle volte incomplete, dei discorsi fatti all’interno dell’autovettura da Spezi, Zaccaria e Preston.
Un passaggio però appariva più comprensibile di tutti gli altri e precisamente quello tra i secondi 6’25 e 6’51 che qui si riporta e che fa riferimento a “droga”:
6’25 ??: Va be’..
6’27 ??: Dove?
6’28 italiano: La droga…
6’30 straniero: Dodici…la droga giunge il ….dodici..
6’45 italiano: Giuro che ho fatto (p.i.)
6’47 straniero: Non fa lei…molto forti…
6’49 ??: Per fa’ che?
6’51 straniero: Fare il conto (p.i.)…il portante che…che i file.. scoperchiano
a…. (p.i.)
Vedi Nota Finale Gides 4 aprile 2007 Pag. 124/125/126