Il 20 Febbraio 2006 rilascia testimonianza Luigi Ruocco, pregiudicato.

Il Ruocco dopo aver spiegato di aver conosciuto lo Mario Spezi circa un mese prima a casa dell’ex moglie perché il giornalista si era interessato della vicenda giudiziaria della propria figlia, riferiva quanto segue:

Spezi mi ha contattato, chiedendomi di poterlo aiutare perché lui era indagato per un delitto del “Mostro di Firenze”. Ricordo anche che lui parlava sempre di questa storia. Essendo indagato, lui voleva trovare prove a suo favore. Non mi disse se avesse informato di ciò il suo avvocato. Lui mi diceva che il vero Mostro di Firenze era Antonio Vinci, che io avevo conosciuto vent’anni fa. Mi chiese se avessi conosciuto Antonio Vinci ed io gli risposi che, in effetti, l’avevo conosciuto circa una ventina di anni fa, in un circolo a Settimello, nei pressi di Calenzano. Sapevo che Antonio Vinci era il nipote del famoso Francesco Vinci che non avevo neanche conosciuto. “ 

Lo Spezi gli aveva chiesto se conoscesse i luoghi frequentati da Antonio Vinci dove questi all’epoca avesse incontrato persone e si fosse allenato a sparare. A quel punto gli aveva indicato la villa del quale non conosceva chi fosse il proprietario. Spiegava poi che lo Spezi gli aveva chiesto di fare delle foto di sera per vedere se fosse riuscito a fotografare qualcuno nella villa e che il giornalista aveva insistito per avere il nome del sardo che abitava in quel posto, tanto che lui alla fine gli aveva fatto quello di un certo Fenu dicendo che si chiamava Francesco o Ferdinando. Precisava infine di essersi inventato tutto per spillare un po’ di soldi allo Spezi che aveva creduto al nome Fenu che lui gli aveva fornito. Il Ruocco, quindi, confermava, pur nella sua reticenza su alcuni punti, l’attività posta in essere dallo Spezi e dall’amico Zaccaria. Vedi Nota GIDES 27 febbraio 2006 nr 111/06 pag 4/5

Il RUOCCO alla fine finiva per essere indagato in ordine al reato di favoreggiamento personale. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 887

Lo SPEZI mi chiese, allora, se potessi indicargli dei luoghi frequentati da ANTONIO VINCI dove lo stesso, all’epoca, avesse incontrato persone e dove si allenasse a sparare. Io, avendo bisogno di soldi, sono stato al gioco e mi sono inventato che IGNAZIO LUTRI che abita in Firenze, in via Pistoiese, portava in questa villa ANTONIO VINCI e lì si trovava un altro sardo, anch’ egli amico di VINCI. Io mi sono inventato tutto e loro mi hanno creduto.
Non so cosa abbiano intenzione di fare. Poiché me lo chiede, le dico che io non so chi sia il proprietario della villa. Sempre a sua richiesta, le dico che la mia ex convivente si è stabilita a Firenze dal 1982 e ha lavorato con una ditta di pulizie che effettuava le stesse anche in Questura. A fare le pulizie in Questura andava la mia ex convivente con altre dipendenti. Lei faceva le pulizie a Firenze in via Zara. Poiché me lo chiede, le dico che non so se la mia ex convivente abbia conosciuto li l’Isp. ZACCARIA.
(..)
Poiché me lo chiede, le dico che conosco IGNAZIO CAVALLARO da circa dieci anni e non so se il CAVALLARO conosca lo SPEZI. Poiché me lo chiede, le dico che conosco anche SUTERA SALVATORE e MICHELE CAVATAIO, figlio di STEFANO. SALVATORE e MICHELE erano soci e non so se lo siano ancora. Poiché me lo chiede, le dico che conobbi l’Isp. di Polizia ZACCARIA, circa una ventina di anni fa, quando era commissario il dr. FEDERICO.
Se ricordo bene, lo ZACCARIA mi denunciò all’epoca, non ricordo per quale motivo e l’ho
rivisto a casa della mia ex moglie insieme allo SPEZI. Non l’avevo più rivisto prima di allora.
Domanda: “Lei è stato detenuto in questi anni ?”
(..) Sì, sono stato detenuto a Firenze Sollicciano e, per pochi mesi, a Prato, per la revoca di un condono. A Prato sono stato detenuto circa quattro anni fa, mentre a Firenze ci sono stato in precedenza. Poiché me lo chiede, le dico io sono stato picchiato circa vent’ anni fa in Questura, dopo che mi avevano messo una coperta addosso. Poiché me lo chiede, le dico che SPEZI si aspettava che io gli facessi il nome della persona che abitava in quella villa. Chi me l’ha fatto fare!

Il verbale ha quindi un’interruzione, per riprendere così nel pomeriggio dello stesso giorno:

Domanda: “Che cosa ha fotografato per conto dello SPEZI ?”
(..) Io ho fotografato una casa abbandonata. Poiché me lo chiede, in quella zona c’è un torchio per il vino. E’ un casolare abbandonato in cui la sera ci sono le prostitute. Io mi sono inventato tutto. Ho fatto tre o quattro foto e ho restituito la macchina digitale allo SPEZI. Le foto le ho fatte di notte perché dovevo andarci in quel momento, secondo gli accordi. Lo SPEZI mi disse di fare le foto di sera, non alla luce del sole, per vedere se riuscivo a fotografare qualcuno dentro la casa, ma non mi fece nomi. Le foto mi sono venute male.
Domanda: “Chi è la persona autorevole che il suo amico ha portato tre o quattro volte nella villa di Limite ?”
(..) Prima io non ho fatto il nome, ma ora preciso che ho riferito allo SPEZI il nome di FENU, non ricordo se FRANCESCO o FERDINANDO. Ciò è avvenuto il 17 febbraio scorso, quando ho visto SPEZI alla Cooperativa di Ponte a Greve. Era pomeriggio, verso le 15 e lo SPEZI, udito il cognome di FENU, ha insistito per avere il nome ma io non me lo ricordavo bene e gli ho detto che si chiamava FRANCESCO o FERDINANDO. Io ho chiesto allo SPEZI dei soldi dopo avergli dato il nome, ma lui aveva solo cinque euro e allora ho rinunciato perché, se aveva solo quella somma, poteva tenersela.

Preso atto del contenuto di alcune telefonate intercettate, che i verbalizzanti gli fanno ascoltare durante l’escussione, il RUOCCO dichiara:
Confermo quanto ho già detto. Io mi sono inventato tutto e loro mi hanno creduto. Il nome che ho fatto è quello di FENU. Le foto sono state fatte da me sul retro del mio domicilio dove c’è una grigliata. Quando lo ZACCARIA parla di “casino”, si riferiva alla foto in cui si vedono oggetti inutili. La villa di Limite l’hanno trovata loro, così mi avevano detto, ma poi io li ho portati in un’altra villa che avevo scelto per caso.
Nella telefonata del 16.02,06, lo Zaccaria parla siciliano, anche se è napoletano.
Aggiungo che non dovevamo far sapere la cosa alla mia convivente, perché non volevo coinvolgerla in questa burlata. Quella mattina ero andato a Limite. Neppure ZACCARIA voleva che la mia convivente fosse a conoscenza dei nostri accordi perché non voleva che sapesse che eravamo in contatto noi tre, io, ZACCARIA e SPEZI. Poiché me lo chiede, le dico, quanto alla telefonata 2004, che non so chi sia il sig. “P” e credo che SPEZI abbia detto “si”. Questo perché lo SPEZI sapeva che io avevo un informatore che doveva darmi un certo nome, ma questa era una cosa tutta inventata da me. Sulla telefonata n. 17056, posso dire che non conosco il GIANFRANCO di cui parla SPEZI. Quest’ultimo doveva chiamarmi, secondo gli accordi. Lo SPEZI mi disse: “Poi ti faccio sapere anche per darti un po’ di soldi”. Credo che lo SPEZI dovesse controllare il nome ma non mi ha ancora chiamato. Loro erano convinti che il vero “mostro” fosse ANTONIO VINCI. Poiché me lo chiede, le dico che io sono in Toscana dal 1978 e ho conosciuto il Vinci nel 1979, quando lo conobbi al circolo “Settimello”. Aggiungo che una volta scattai le foto nella corte della mia abitazione, dove ci sono oggetti arrugginiti e un’altra a circa venti metri dal mio appartamento, in una casa colonica in disuso.
(..)
Io mi sono inventato tutto per spillare un po’ di soldi e lo SPEZI e lo ZACCARIA hanno creduto al nome di FENU che gli ho fornito.

E’ a questo punto che la verbalizzazione viene sospesa ex art. 63 c.p.p.

Vedi: Sentenza Micheli Pag. 894/895/896

20 Febbraio 2006 Testimonianza di Luigi Ruocco

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