Il 23 Febbraio 2006 rilascia testimonianza Douglas Preston, il giallista statunitense amico e collega di Mario Spezi, dal Sostituto Procuratore Giuliano Mignini che alla conclusione dell’atto indagava il Preston per il reato di false dichiarazioni al P.M.
Lo scrittore americano diceva che Spezi:
“Mi ha detto che queste indagini su di lui sono legate alla vicenda del “Mostro di Firenze”. Inoltre riferiva di essersi recato, insieme a Spezi e a Zaccaria, in una villa con un grande giardino su una collina, dove secondo lo Spezi i sardi “erano collegati”: “Noi tre siamo andati con la macchina di questo Zaccaria, in una villa, su una collina, con un grande giardino, perché lo Spezi mi ha detto che i sardi erano collegati con la tenuta appartenente alla villa… mi sembra che lo Spezi o lo Zaccaria abbiano parlato di un’arma collegata con i delitti… non so se lo Spezi sia tornato di nuovo nella villa insieme allo Zaccaria. Mi pare che siamo andati nella villa il 16 febbraio.“
Poi, dopo avergli fatto ascoltare alcune conversazioni registrate e in atti, spiegava:
“Io so che qualcuno ha contattato il dott. Bernabei perché voleva che intervenisse nei pressi della villa per rinvenire le tracce dei delitti che avrebbero potuto risolvere tutti i problemi confermando l’ipotesi dello Spezi sulla pista sarda. Non so perché lo Spezi dica <passeggiata>. Io so che il dott. Bernabei ha detto che non poteva fare questa cosa e Spezi o Zaccaria volevano contattare un altro funzionario che poteva farlo e forse la <passeggiata> si riferiva a questo. Non so cosa pensare. So che Mario Spezi aveva avuto contatti con un certo Luigi, non so quando e se sia stato contattato dallo Spezi o dallo Zaccaria. Luigi c’entra in qualche modo“.
Mentre in relazione al riferimento alla “passeggiata” che avrebbero dovuto fare e della quale lo scrittore era perfettamente a conoscenza così come risultava dal tenore di una conversazione telefonica con lo Spezi, spiegava:
“Io so che il dott. Bernabei ha detto che non poteva fare questa cosa e Spezi e Zaccaria volevano contattare un altro funzionario che poteva farlo e forse la “passeggiata” si riferiva a questo. Non so cosa pensare. So che Mario Spezi aveva avuto contatti con un certo Luigi, non so quando e se sia stato contattato dallo Spezi o dallo Zaccaria. Luigi c’entra in qualche modo ma non so come e non so quando è stato contattato, ma al massimo sarà qualche mese.”
Vedi Nota Finale Gides 4 aprile 2007 Pag. 128/129 e Nota GIDES 27 febbraio 2006 nr 111/06 pag 6/7
Alla conclusione dell’atto veniva indagato per il reato di false dichiarazioni al P.M. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 888
Domanda: “Lei conosce il giornalista MARIO SPEZI? Se sì, da quanto tempo?”
(..) Sì, lo conosco da cinque anni.
Domanda: “Lei viene spesso in Italia?”
(..) Sì.
Domanda: “I rapporti con lo SPEZI sono di tipo giornalistico, editoriale?”
(..) Sì.
Domanda: “Negli ultimi due anni lo SPEZI le ha detto di essere indagato?”
(..) Sì, me lo ha detto, ma non ricordo se mi ha detto per quale motivo né presso quale Ufficio si stanno svolgendo indagini sul suo conto. MARIO mi dice che non sa per quali motivi precisi sia indagato. Poiché me lo chiede, le rispondo che MARIO mi ha detto qualche nome, ma non ricordo con precisione quali. Lui mi ha solo detto che queste indagini sono connesse alla vicenda del “mostro di Firenze”. Non ricordo proprio se MARIO mi abbia indicato una Procura in particolare. Mi ha detto che queste indagini su di lui sono legate alla vicenda del “mostro di Firenze”. MARIO mi ha mostrato anche degli articoli del quotidiano fiorentino “La Nazione”, che lei in questo momento mi sta mostrando, che, secondo lui, riguardavano queste indagini. Anzi, preciso che MARIO mi ha mandato questo articolo tramite e-mail.
Domanda: “Lo SPEZI le ha parlato per caso delle indagini sulla morte del medico perugino Francesco Narducci?”
(..) Sono sicuro di aver letto su giornali, articoli, anzi, almeno un articolo, notizie sulla morte di questo medico, ma non ricordo se MARIO me ne abbia parlato.
Domanda: “Lei ha chiesto allo SPEZI come intendeva difendersi dalle accuse?”
(..) MARIO mi ha detto di essere sottoposto a indagini ed io non ricordo di avergli chiesto come intendesse difendersi. Mi ha detto solo che aveva un avvocato, tale ALESSANDRO TRAVERSI di Firenze.
Domanda: “E’ sicuro che lo SPEZI non le abbia fatto riferimento all’autorità giudiziaria che procede nei suoi confronti?”
(..) Ribadisco quello che ho detto, e cioè che lo SPEZI parla di indagini, ma non mi ricordo se ha precisato quale autorità procede nei suoi confronti. Posso solo aggiungere che qualche giorno fa ho letto qualche parola su un articolo apparso sul quotidiano “Il Messaggero” in cui si parlava del medico perugino morto nel Lago Trasimeno. In questo articolo ricordo che vi erano dei riferimenti a MARIO SPEZI, come se lui fosse coinvolto in questa morte. Ricordo bene che nell’articolo si diceva che MARIO SPEZI è sospettato di essere coinvolto in questo delitto. Questo è quello che io ricordo. Io lo considero un amico, anche se non lo conosco in profondità. Non ho avuto motivo di dubitare delle sue parole e di ritenere che MARIO abbia dei segreti con me. Quando gli ho fatto vedere l’articolo, MARIO mi ha detto che era sorpreso di leggere queste notizie. Forse era sorpreso sia perché il giornale dava certe notizie, sia perché era sorpreso di essere presentato dai giornali come un assassino. Ricordo che nell’articolo de “Il Messaggero” si diceva che lo SPEZI è difeso dall’Avvocato TRAVERSI, almeno così ricordo. MARIO ha aggiunto che il suo avvocato era molto bravo e che avrebbe cercato di sistemare tutto.
Poiché mi chiede se conosco un certo ZUCCONI (NdR: probabilmente si riferiscono a Giulio Zucconi o Gaetano Zucconi), le dico che conosco RICCARDO ZUCCONI.
Domanda: “MARIO ha detto a lei quale era la sua idea su chi fosse il responsabile dei delitti del cosiddetto mostro di Firenze?”
(..) MARIO è convinto che l’assassino delle coppie debba essere ricercato dentro la pista “sarda”, perché la pistola dei delitti è stata utilizzata per la prima volta nel delitto del 1968, per cui fu condannato Stefano Mele, marito di Barbara Locci, la vittima.
Domanda: “Di questa pistola MARIO le ha parlato?”
(..) MARIO mi ha detto che la pistola utilizzata per un delitto non si trasmette, e quindi, poiché è stata utilizzata per la prima volta nel delitto del ’68, che rientra nella pista sarda, è rimasta quindi per forza in quelle mani, cioè nella mani di qualcuno coinvolto nella pista sarda.
Domanda: “Le ha fatto qualche nome?”
(..) Mi ha fatto i nomi di Mucciarini, di Francesco e Salvatore Vinci e, forse, di un altro VINCI. Abbiamo parlato di tante persone che potrebbero essere coinvolte nella custodia dell’arma. Ricordo che, tra le persone della pista sarda, MARIO mi ha parlato anche di Antonio Vinci, che abbiamo intervistato, oltre a Natalino Mele. Abbiamo intervistato anche quest’ultimo. In quell’epoca, io non parlavo bene l’italiano e ho capito solo qualche frase o periodi. Poiché me lo chiede, le dico che non ho visto MARIO SPEZI far firmare alcunché ad ANTONIO VINCI.
Domanda: “Lei, negli ultimi giorni, ha visto MARIO SPEZI in compagnia di un certo Zaccaria, che è un ex poliziotto?”
Risposta: “Sì, l’ho visto insieme allo SPEZI. Ricordo che abbiamo parlato nel suo ufficio.
Poiché me lo chiede, le dico che non so quali siano i reali rapporti tra lo SPEZI e lo ZACCARIA, e cosa faccia quest’ultimo con lui. Ho anche sentito lo SPEZI parlare di una ragazza che era stata ricoverata per l’uso di un farmaco, e che c’era una ditta farmaceutica coinvolta. Noi tre siamo andati con la macchina di questo ZACCARIA in una villa, su una collina, con un grande giardino, perché lo SPEZI mi ha detto che i sardi erano collegati con la tenuta appartenente alla villa. Poiché me lo chiede, le dico che mi sembra che lo SPEZI o lo ZACCARIA abbiano parlato di un’arma collegata con i delitti.
Abbiamo parlato con una signora a cui lo ZACCARIA ha chiesto se potevamo andare nella cantina ad assaggiare un po’ di vino, ma la signora ci ha detto che la villa era tutta chiusa. Allora abbiamo fatto un giro nel parco per non più di quindici minuti e poi siamo andati via perché pioveva. Poiché me lo chiede, le dico che non so se lo SPEZI sia tornato di nuovo nella villa insieme allo ZACCARIA. Mi pare che siamo andati nella villa il 16 febbraio.
Domanda: “Hanno parlato di scatolette? E si ricorda se hanno parlato di fare uno scoop mondiale?”
(..) Non mi ricordo assolutamente che abbiano parlato di entrambe queste cose.
Domanda: “C’era qualcosa che SPEZI doveva fare in quella villa o nei dintorni, che doveva andare a suo vantaggio?”
(..) Penso di no, oltre a vedere la villa.
Si dà atto, a questo punto, che viene fatta ascoltare la conversazione telefonica n. 17077 del 18 febbraio 2006.
Domanda: “Ricorda questa telefonata? Che cosa significa ‘abbiamo fatto’? Perché lei capisce quello che dice lo SPEZI? Che significa ‘qualcuno ha fatto la passeggiata’? e perché SPEZI chiede: ‘la faranno…’ e perché lo SPEZI chiede ‘Abbiamo detto di farla’ e poi aggiunge: ‘non lo so ma spero presto!!’? E perché sarebbe ‘fantastico’? Lei è d’accordo con lo SPEZI? Che cosa è stato fatto dallo SPEZI? Che significa ‘passeggiata’?”
(..) Io so che qualcuno ha contattato il dott. Bernabei perché voleva che intervenisse nei pressi della villa per rinvenire le tracce dei delitti che avrebbero potuto risolvere tutti i problemi confermando l’ipotesi dello SPEZI sulla pista sarda. Non so perché lo SPEZI dica “passeggiata”. Io so che il dott. BERNABEI ha detto che non poteva fare questa cosa e SPEZI o ZACCARIA volevano contattare un altro funzionario che poteva farlo e forse la “passeggiata” si riferiva a questo. Non so cosa pensare. So che MARIO SPEZI aveva avuto contatti con un certo LUIGI (NdR: Luigi Ruocco), non so quando e se sia stato contattato dallo SPEZI o dallo ZACCARIA. LUIGI c’entra in qualche modo ma non so come e non so quando è stato contattato, ma al massimo sarà qualche mese.
Qui interviene la sospensione del verbale sul presupposto della ritenuta reticenza del teste
Vedi: Sentenza Micheli Pag. 908/909/910