Il 24 Febbraio 2006 viene interrogato, dal Sostituto Procuratore Giuliano Mignini, il Dott. Gianfranco Bernabei come persona indagata in un procedimento connesso, alla presenza del difensore d’ufficio.
Il funzionario, responsabile della DIGOS della Questura di Firenze, confermava di essere stato contattato qualche giorno prima da una sua fonte confidenziale che gli aveva riferito la possibilità di rinvenire in un casolare, forse abbandonato, posto all’interno di una grande azienda di Capraia e Limite la famosa pistola utilizzata per le uccisioni delle coppiette fiorentine, nonché altri oggetti – come barattoli – riconducibili a quei delitti.
Precisava poi che, esulando la notizia delle competenze del proprio ufficio aveva informato il collega, Dott. Filippo Ferri, Dirigente della Squadra Mobile al quale aveva indirizzato la fonte e che aveva poi notiziato la Procura di Firenze.
Aggiungeva che la fonte si era dichiarata disponibile ad accompagnare la polizia nel casolare di Capraia.
A domanda specificava che la fonte era in ottimi rapporti di amicizia e frequentazione col giornalista Spezi e che negli ultimi giorni aveva avuto contatti con l’ex ispettore di polizia Ferdinando Zaccaria.
Poi, circa il nome che la fonte gli aveva fatto come implicato nella vicenda del “Mostro”, spiegava che gli era stato fatto quello di Antonio Vinci, che avrebbe lavorato nell’azienda di Capraia come pastore o contadino. Il funzionario, infine, dichiarava di essersi insospettito della notizia confidenziale tanto che aveva avvertito una strana sensazione.
Vedi Nota Finale Gides 4 aprile 2007 Pag. 129 e Nota GIDES 27 febbraio 2006 nr 111/06 pag 7/8 e Vedi: Sentenza Micheli Pag. 888