Il 17 Marzo 2006 rilascia testimonianza Emilia Cataluffi.
La Cataluffi ha ripreso e approfondito quanto in precedenza riferito sulle importanti informazioni in possesso del quotidiano “Il Corriere dell’Umbria” e di come fosse venuta a conoscenza dei rapporti Jommi – Narducci.
Questa la testimonianza: CATALUFFI Emilia testimonianza 17.03.06
Questa la trascrizione:
“Le informazioni che mi erano state anticipate soprattutto da giornalisti de “Il Corriere dell’Umbria” e in particolare da Fioravanti non mi sono state poi date, perché tutti mi dicevano che dietro la vicenda Narducci c’era una cosa molto grossa e pericolosa e nessuno voleva rischiare. Dovevano portarmi il nome del vigile del fuoco che aveva visto i feticci, ma non me l’hanno portato. Fioravanti doveva portarmi la locandina in cui c’erano scritti i nomi. Il fatto che Narducci e Jommi fossero amici l’ho saputo, ascoltando due avvocati umbri, credo della zona di Todi, a Salsomaggiore (prima del ’90 ma dopo la morte del Narducci), dove mi ero recata per le cure. Quei due avvocati, che avranno avuto 55 o 60 anni, dicevano anche che lo Jommi era stato visto sporco e vestito male la notte dell’ultimo delitto, quello degli Scopeti. Dicevano anche che Narducci e Jommi avevano litigato e che lo Jommi era stato visto a Perugia.“.
In un successivo passaggio dello stesso verbale, la Signora, che ha pienamente confermato quanto accertato da Valerio Pasquini, si è concentrata sull’attività del Luigi Napoleoni, sul fatto che fosse stato bloccato e sul pesante clima di pressione che la stessa ha subito dopo le sue dichiarazioni, rilasciate, per lo più, nel 2006: “seppi dall’Ispettore Napoleoni che esisteva una lettera anonima arrivata alla Questura che parlava di un medico perugino e gli inquirenti avrebbero dovuto fare le indagini perché questo dottore era implicato nei delitti del “Mostro di Firenze”. Voglio aggiungere anche un’altra cosa: l’Ispettore Napoleoni aveva collegato che il medico si identificasse nel Dr. NARDUCCI Francesco di Perugia perché aveva saputo che il Procuratore Pier Luigi Vigna aveva già iniziato delle indagini a Firenze su NARDUCCI. Per questo motivo l’Ispettore Napoleoni era andato a Firenze per indagare ma subito dopo, mi disse testualmente che lo avevano fermato.”
Si da atto che la signora mima il gesto dei polsi tenuti da manette perché l’Ispettore fece tale azione quando disse che l’avevano fermato qui a Perugia.
Domanda: Signora, l’Ispettore Napoleoni le disse se le indagini fossero iniziate prima o dopo la morte del Dr. Francesco NARDUCCI?
Risposta: “Sono assolutamente certa che Napoleoni mi disse che le indagini su Francesco NARDUCCI erano iniziate già prima della sua morte. Aggiungo anche che l’Ispettore Napoleoni era molto amareggiato proprio perché lo avevano bloccato qui a Perugia, ma non mi disse mai chi lo avesse bloccato. Voglio aggiungere che Massimo Napoleoni, figlio dell’Ispettore Napoleoni, qualche tempo fa, ma dopo che sono stata ascoltata da voi, credo nel mese di gennaio 2006, mi ha confermato anche lui che il padre era stato bloccato nelle indagini prima che il NARDUCCI morisse.“
L’Ufficio da atto che la Signora CATALUFFI si commuove, piange e a domanda del P.M. risponde: ”Sono rimasta male perché molta gente mi ha abbandonato dopo che sono venuta da lei a parlarle di queste cose. Sono stata anche chiamata dal Direttore del personale dell’Unità Operativa Demografia del Comune di Perugia, Dr. ZAFFERA Stefano, che a sua volta era stato chiamato dal Dr. MARIANI, Capo del personale, che a sua volta ancora era stato chiamato dal Sindaco di Perugia, Renato LOCCHI, per sapere cosa avessi combinato e se avevo manomesso atti dell’Ufficio. Gli ho risposto che era un fatto personale fra me e Valerio Pasquini ed infatti non mi hanno detto più nulla. Ricordo anche che, recentemente, a un pranzo dell’Associazione Aeronautica di Passignano, a cui ho partecipato, i presenti dicevano che il primo dei cadaveri rinvenuti aveva una corda al collo e non poteva essersi ammazzato da se, mentre successivamente era stato ripescato il cadavere di un uomo alto m.1.70 che era stato fatto passare per il Narducci. Io non conosco il nome delle persone che lo dicevano, ma so che fanno parte di questa Associazione.“