Il 17 marzo 2006 viene sentito nuovamente Valerio Pasquini dalla Procura della Repubblica di Perugia in merito a delle registrazioni audio per le intercettazioni della Cataluffi.
Questa la testimonianza: Testimonianza di Valerio Pasquini 17 marzo 2006
Questa la trascrizione della testimonianza:
Domanda: “Come spiega i punti della registrazione delle telefonate alla Emilia Cataluffi che risultano coperti da un fruscio che rende incomprensibile il contenuto della conversazione in corrispondenza dei quei punti? Si dà atto che vengono fatti sentire al Pasquini, parte dei passi delle registrazioni coperte dal fruscio.”
Risposta: ” Purtroppo l’apparecchio con cui registrai le telefonate alla Cataluffi era un vecchio apparecchio Panasonic che con il tempo ha subito delle alterazioni meccaniche che hanno determinato una mancata registrazione in alcuni punti delle conversazioni. Mi sono accorto con il tempo di questo inconveniente che non era presente all’inizio, quando io ascoltai più volte le registrazioni. Mi pare di aver risentito le registrazioni poco dopo i colloqui con la Cataluffi, ma non ricordo se, fin da allora, fosse presente questo fruscio. Ricordo che utilizzai uno stesso nastro per registrare le conversazioni con la Cataluffi e che cominciavo a registrare ogni volta, dal punto in cui l’avevo interrotte. Solo recentemente, quando ho pensato di depositare le cassette registrate e ho fatto anche una copia degli stessi su CD, mi sono accorto di questo fruscio. A quanto ricordo, comunque, i punti nei quali si sente il fruscio non contengono particolari diversi da quelli del contenuto generale del discorso. Si trattava sempre degli stessi discorsi e di ripetizione di frasi già espresse in precedenza.
A.D.R. Non conosco nè Mario Spezi nè Francesco Calamandrei. Non conosco neppure la Cooperativa “Il Forteto”. Non conosco neppure l’Avvocato Giuseppe Jommi.
A.D.R. Non parlai al Dott. Vigna delle registrazioni delle conversazioni. Ricordo che quando portai il mio memoriale al Dott. Vigna, lui aveva delle idee che non riteneva di dover modificare e osservò’:” Chi è? E’, per caso, quello del Lago?”, riferendosi al Narducci e poi aggiunse, alla mia risposta positiva: “no, non è lui il “Mostro”.
Non conosco i fratelli Cavallaro, nè Stefano Cavataio.
A.D.R. Non ho avuto incarichi da chicchessia per svolgere le indagini sulla vicenda Narducci.