Oggi l’interrogatorio del giornalista in carcere. Il pm: ha agito come un servizio segreto deviato
Mostro, microspie e denunce E il giudice arrestò il cronista
Spezi: cercavo notizie. Gli investigatori l’hanno bloccato

È una trama complessa quella che i magistrati di Perugia hanno tessuto intorno al giornalista Mario Spezi. Perché nell’ordine di cattura che lo ha fatto finire in carcere la scorsa settimana, il cronista de La Nazione accusato di aver depistato le indagini sul «mostro di Firenze» viene messo al centro di «un’operazione di autentica “disinformazione”, non dissimile da quella che potrebbe svolgere un servizio segreto deviato». Il giudice la spiega così: «Ogni agente agisce e si muove in vista di un fine da raggiungere, fine che riguarda lui stesso e/o i suoi amici. A questa regola non possono fare eccezione né Mario Spezi, né Francesco Calamandrei (il farmacista di San Casciano amico del giornalista indagato come uno dei mandanti del delitti delle coppiette, ndr) ».

Sono accuse pesanti arrivate al termine di quella che si può definire una vera e propria guerra tra i protagonisti di questa storia. Una disputa fatta di denunce, intrusioni, addirittura finti furti. Come quello raccontato un mese fa ai carabinieri proprio da Spezi che ha sollecitato indagini contro il pubblico ministero Giuliano Mignini e il capo del Gides Michele Giuttari.

L’INTERROGATORIO — Questa mattina il giornalista risponderà alle domande del gip che ha disposto il suo «isolamento» con l’unica eccezione di avergli consentito di votare in cella. In aula ci sarà anche il pm Mignini. Al giornalista viene contestato di aver tentato di far ritrovare «tracce dei delitti» del mostro a «Villa Bibbiani» nella campagna fiorentina. Il casale, aveva denunciato lui stesso alla polizia preparando un’informativa, era frequentato da Antonio Vinci (nipote di quel Salvatore Vinci inizialmente coinvolto nelle indagini sugli omicidi del «mostro») e da altri sardi implicati in sequestri di persona. Ad aiutarlo in quella che il gip ha definito «una manovra», il pregiudicato napoletano Luigi Ruocco (anche lui arrestato) e l’ex poliziotto Ferdinando Zaccaria.

Al suo avvocato Alessandro Traversi il cronista ha già anticipato la linea di difesa: «Stavo cercando nuovi elementi per dare sostegno a quello che ho sempre sostenuto e cioè che dietro i delitti c’è la pista sarda. Ruocco mi disse che nella villa si potevano trovare elementi utili e io informai i poliziotti». Nel suo appartamento è stato trovato un foglio dattiloscritto per «il dottor Bernabei» (capo della Digos di Firenze) nel quale si «parla di una fonte confidenziale attendibile che indica la presenza di armi e altro all’interno della proprietà di Villa Bibbiani».

LE DENUNCE — Un mese fa Spezi si è accorto che qualcuno aveva forzato la sua vettura e rubato l’autoradio. Ma quando ha portato la macchina dal carrozziere ha scoperto che in un vano erano stati inseriti una microspia e un localizzatore Gps. Qualche giorno dopo, esattamente il 16 marzo, la procura di Perugia ha firmato un «verbale di restituzione» e ha disposto la consegna al giornalista di «un apparecchio autoradio ed audiocassetta marca Pioneer, vecchio modello, mancante del volume di sua proprietà». A Spezi tanto è bastato per presentare una denuncia ai magistrati di Firenze perché «come risulta in maniera esplicita dal documento di restituzione, a commissionare il furto fu il dottor Giuliano Mignini che aveva incaricato dell’esecuzione il gruppo di polizia denominato Gides di cui è responsabile il dottor Michele Giuttari».
Lo scorso anno era stato lo stesso Mignini a denunciare «pressioni» compiute dal procuratore di Firenze Ubaldo Nannucci per «aiutare» Spezi. Il primo esposto è stato archiviato dalla procura di Genova (competente quando sono coinvolti magistrati del capoluogo toscano). Sul secondo, nato dalla registrazione di una conversazione nella quale il pubblico ministero Paolo Canessa, titolare delle indagini sui delitti del «mostro», affermerebbe che l’indagine è «ferma per volere di Nannucci», sono ancora in corso accertamenti. L’ennesimo capitolo di una storia infinita.

Fiorenza Sarzanini

https://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/04_Aprile/11/sarza.html

11 Aprile 2006 Stampa: Corriere della Sera – Mostro, microspie e denunce E il giudice arrestò il cronista
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