L’11 Aprile 2006 rilascia testimonianza Anna Maria Mazzari, alias Suor Elisabetta.
Questa la testimonianza: MAZZARI Anna Maria (Suor Elisabetta) testimonianza 11.04.06
Questa la trascrizione:
Domanda: ” Lei è stata al carcere di Sollicciano come assistente volontaria? ”
Risposta: ” Si lo sono stata dal 1986 alla fine del 2005. Facevo parte della congregazione delle figlie della carità ed ora faccio parte di una comunità cristiano evangelica.”
Domanda: ” Lei ha conosciuto Pietro Pacciani? “
Risposta: ” Si dal 1986 in poi. Inizialmente lo vedevo tutte le settimane poi all’incirca ogni 15 giorni e posso dire che il Pacciani si confidava molto con me. Poiché me lo chiede le dico he tra i suoi difensori quello con cui era più in confidenza era l’Avv. Pietro Fioravanti. Ricordo in particolare che fui io a segnalargli questo avvocato e comunque il primo contatto con l’Avv. Fioravanti l’ho avuto io. “
Domanda: ” Il Pacciani cosa le diceva della sua posizione? “
Risposta: ” In un primo tempo il Pacciani mi diceva che non era convinto delle accuse che gli venivano mosse ed era sicuro che gli inquirenti avrebbero capito che lui non c’entrava. ”
Domanda: ” Prima di venire qui da me lei ha parlato con qualcuno di questa convocazione? “
Risposta: ” Si, ho parlato di questa convocazione con l’avv. Filastò che conosco da molto tempo anche perché abbiamo cercato una casa di riposo per il Vanni. Sono io che l’ho chiamato quando ho ricevuto la convocazione perché ho immaginato che sarebbero state chieste notizie sul medico di Perugia morto una ventina di anni fa di cui non sapevo il nome e l’ho saputo soltanto da poco ascoltando la televisione. Anche Filastò supponeva che la mia convocazione fosse relativa a questo medico. Mi ha detto di venire tranquilla e di dire quello che sapevo. “
Domanda: “Pacciani le ha fatto riferimento a qualcuno come persona coinvolta nei delitti del cosiddetto Mostro di Firenze? “
Risposta: ” Il Pacciani con me proclamava sempre la sua innocenza e non mi ha mai fatto nomi di persone coinvolte. Mi parlava dei proprietari di una villa nei pressi di San Casciano ma non saprei dire il nome. Nella villa il Pacciani mi diceva che faceva solamente il giardiniere e che vi era una signora molto gentile. Mi parlò della villa perché si diceva che in questa si facessero riti esoterici.”
Domanda: ” Il Pacciani le ha mai fatto riferimento a un medico perugino morto nel lago Trasimeno poco dopo l’ultimo delitto? “
Risposta: ” Il Pacciani a quanto ricordo non mi parlò di questo medico ma debbo riferire in proposito di un episodio che non avevo mai riferito a nessuno perché non mi era mai stato chiesto. Nel periodo del processo di primo grado di Pacciani a quanto ricordo un giorno mi chiamò una signora da Perugia che voleva parlarmi di cose importanti. Io ricordo che questa signora si chiamava Maridea ma non mi disse il suo cognome. Lei mi chiamò alla Casa di Accoglienza “Il Samaritano” di via dei Michelozzi nr. 2 a Firenze. Io mi trovavo in quella struttura con una consorella che si chiama Cristiana Cavagni. Questa mia consorella si chiamava anche in religione Suor Cristiana mentre io mi chiamavo Suor Elisabetta. La signora Maridea di Perugia mi venne a trovare uno o due giorni dopo e comunque poco dopo la telefonata che mi aveva fatto. Era alta come me circa mt. 1,55 – 1,60, era magrolina ed aveva un accento non fiorentino né romano ma comunque dell’Italia centrale. Poiché me lo chiede le dico che non conosco l’accento perugino. La signora mi disse che aveva abitato a Firenze e che allora abitava a Perugia. Ho avuto l’impressione, in ogni caso, che fosse originaria di Perugia. Avrà avuto circa 45 anni ma forse anche qualcosa di più. Venne sola e mi pare che fosse bruna di capelli. Mi sembra di ricordare vagamente che fosse in pensione. La signora mi disse che a Perugia circolava con grande diffusione e insistenza la voce secondo cui il Mostro di Firenze fosse un medico di Perugia marito di una Spagnoli morto al Lago Trasimeno nella barca di suo padre anch’egli medico ed in particolare chirurgo.”
Si dà atto che alle ore 15,45 interviene il dr. Paolo Abbritti uditore in tirocinio.
La signora Mazzari continua: “Maridea non era sposata, e non credo che fosse una suora neppure una suora laica. Aggiunse che questo medico, di cui non mi pare che mi fece il nome, ma mi disse soltanto che era sposato con una Spagnoli, aveva una casa, anzi una villa in affitto a San Piero a Ponte o a Ponti che si trova nei pressi di Firenze. Questa villa in affitto il medico ce l’aveva all’insaputa della moglie e dei propri familiari. Maridea mi disse poi che il proprietario della casa, poiché l’affittuario non pagava più il canone, avvisò la moglie del medico a quanto mi sembra, tanto che indirizzò una lettera al medico di Perugia sollecitando il pagamento dei canoni arretrati che, a quanto ricordo, ammontavano a circa due o tre mesi. Il medico però era morto e allora i famigliari, insospettiti da questa situazione, si portarono alla casa di San Piero a Ponti e trovarono all’interno della stessa qualcosa di compromettente. Maridea aggiunse anche che il medico era impotente. A quanto mi disse i familiari cercarono di soffocare lo scandalo per il buon nome della famiglia. Maridea mi disse anche che questo medico era morto sulla barca del padre ma si trattava di una morte misteriosa perché non si sapeva in quali circostanze fosse morto. Di questo episodio non parlai né con gli inquirenti perché non me lo chiesero, né con Pacciani. Debbo precisare che a quell’epoca erano molte le persone che venivano da me a denunciare ora l’uno ora l’altro come “Mostro” e non feci particolarmente caso a nessuna di queste segnalazioni. Aggiungo che qualche giorno prima della morte di Pacciani andai a trovarlo all’ospedale e lo trovai paonazzo, tanto che mi impressionai e avvertii il medico il quale però non ritenne neppure di alzarsi e controllare le condizioni del paziente.
Poiché me lo chiede le dico che Pacciani aveva la tipica mentalità contadina nel senso che aveva una qualche religiosità ma questa conviveva con superstizioni e in proposito devo dire che un libro che gli fu sequestrato in carcere e che venne considerato come prova delle sue pratiche sataniche era invece in realtà un libro che metteva in guardia contro le pratiche magiche. Il libro ce l’ho anch’io e si intitola “Gli occhi aperti contro le astuzie di Satana. Poichè me lo chiede, le dico che mi è stato riferito che un altro medico di origine piacentina ma con uno zio a Firenze aveva subito indagini per la vicenda del “Mostro”. Preciso che non escludo di aver detto a Filastò di questa signora che mi parlò del medico perugino. Aggiungo che mi sono interessata per mia cultura personale di occultismo, perché ho ritenuto che fosse importante per la mia attività e so che per le messe nere in uso in questi ambienti vengono usati reperti umani femminili.
E’ possibile a mio avviso che questi ambienti possano essere stati coinvolti nei delitti del “Mostro”. ”
Il verbale viene chiuso alle ore 16,20.