Il 18 Aprile 2006 rilascia testimonianza Domenico Maria Rizzuto, detenuto nella Casa Circondariale di Lauro. Il Rizzuto rendere spontanee dichiarazioni a Giuliano Mignini.
Questo uno stralcio della testimonianza:
“….Sì, le confermo. Debbo aggiungere che ho avuto un appartamento in affitto in loc. Gattaia, comune di Vicchio, negli anni ’90. I proprietari erano due professori di scuola media di Firenze. Del Narducci ho sentito parlare sia dall’avv. NOCENTINI, come ho già detto, sia da persone di Gattaia, in particolare dal titolare di una bottega bazar che si trovava nei pressi dell’abitazione da me indicata ai Carabinieri, sullo stesso lato della stessa. Non ricordo il nome di questa persona, ma ricordo che era un omone alto circa 180 cm. che all’epoca, cioè agli inizi degli anni ’90, avrà avuto all’incirca 55 anni. Era un tipo abbastanza robusto ed atletico con i capelli brizzolati. Mi disse che in quell’appartamento ci andava questo medico di Perugia che, qualche anno prima, era stato trovato morto nel Lago Trasimeno. Poiché me lo chiede, le dico che non ho
mai conosciutoi tale M.llo CC. CALAMINI e che non escludo che il titolare della bottega possa aver confuso questo Maresciallo con un Funzionario di Polizia. In qualla casa, io comunque non ci sono mai andato; la stessa mi è stata però indicata dal titolare di questo negozio. Aggiungo che, all’inizio, nelle mie disavventure giudiziarie, relative a “Progetto Futura”, mi difendeva l’avv. Antonino FILASTO’. Dopo i primi mesi, questo legale rinunciò alla mia difesa e trattò malissimo la mia ex compagna Barbara GORI vice presidente di “Progetto Futura”. Il Filastò disse che aveva come collaboratrice l’Avv. ssa Stefania Siciliani che aveva avuto contatti con l’Isp. di Polizia Francesco LENTO, promotore delle indagini nei nostri confronti e FILASTO’ si era convinto che eravamo colpevoli. Trovo incomprensibile questo comportamento perché un avvocato deve difendere il suo cliente anche se è convinto della sua colpevolezza. A mio avviso, l’avvocatessa SICILIANI è stata intimidita in particolare per i contenuti del fascicolo sequetratomi in seguito alla perquisizione subita il 28.02.2002, intitolato “Dorina Scozzari” che riguardava proprio il complesso del “Forteto”. L’avvocato FIORAVANTI, invece, mi difese sino all’udienza preliminare. Nel corso della perquisizione, mi sono stati sequestrati anche altri fascicoli, uno che riguardava la “Impa Siverio Spitaleri”, un altro, relativo a brogli elettorali verificatisi nel 1999 nel Comune di Bagno a Ripoli e un altro fascicolo intitolato a certo “Fausto di Fani” riguardante i Marchesi Antinori ed in particolare una proprietà terriera nella quale, a mio avviso, si svolgevano attività simili a quelle che avvenivano ne “Il Forteto”. Domanda: ” Chi altri le hanno parlato di Francesco Narducci e della sua morte? Risposta: “Confermo quanto ho dichiarato ai Carabinieri di Codesta Sezione di Polizia Giudiziaria a Vicchio il 24.02.2006, circa il fatto che sono conosciuto dal Capitano, oggi Ten. Colonnello dei CC. DAMIANO e dal M.llo dei CC. MARINI che possono confermare la mia affidabilità. Ero a conoscenza, tra l’altro, di molti particolari relativi alle B.R. Aggiungo che sono stato in carcere a Firenze Sollicciano dal 22.12.2001 al 27.12.2001 e poi vi sono ritornato dal 28.02.2002 sino al 14.11.2002. In quest’ultimo periodo, ho potuto incontrare in carcere Stefano CAVATAIO che ha un fratello di nome Marcello. A lui ho chiesto se sapesse qualcosa della vicenda Narducci, di cui si parlava sui giornali e lui mi ha risposto alla maniera dei siciliani, dicendomi le cose che sono scritte nel memoriale e che il Narducci era stato eliminato su commissione. Quando gli ho chiesto il perché, lui si è subito chiuso e non mi ha risposto. Sapeva però i nomi dei mandanti ed era a conoscenza dei fatti. Credo che, all’epoca, della morte del Narducci, lui fosse in carcere. I CAVALLARO, Stefano CAVATAIO e SUTERA, sono, in ogni caso, l’asse mafioso più importante della Toscana. Mi parlò del Narducci anche Mauro SARTI, buddista altolocato e frequentatore de “Il Forteto”. Nelle mie precedenti dichiarazioni, avevo detto che mi era stato riferito che il Narducci fosse sì coinvolto nelle perversioni sessuali de “Il Forteto”, ma non nei delitti attribuiti al c.d. “Mostro di Firenze”. Quest’ultimo particolare mi è stato riferito dalla sig.ra Gabriella Pasquali Carlizzi che, non so perché, ha sempre cercato, almeno con me, di difendere la figura del Narducci. So che il suo avvocato difensore, Carla ARCHILEI, fa parte dello studio DEAN. Aggiungo che la sig.ra CARLIZZI, di cui mi sono fidato in un primo tempo, ha assunto un atteggiamento discutibile perché, tra l’altro, ha pubblicato sul suo sito internet il mio nome come testimone di questa indagine, creandomi problemi anche all’interno dell’istituto penitenziario. Della vicenda Narducci e delle perversioni che vi erano al “Forteto”, oltre che sui rapporti tra questo ambiente dominato dalla pedofilia, e i duplici omicidi del “Mostro di Firenze”, è a conoscenza Dorina SCOZZARI che abita in Belgio a Thies des Forcy. Parte del materiale di interesse sulla vicenda Narducci, mi è stato sequestrato dall’A.G. fiorentina e si trova nel p.p. nr. 3151/2002 R.G.N.R. della Procura di Firenze, pendente presso il Tribunale di Firenze dinanzi al Giudice Monocratico Dr. Maione. Aggiungo che il P.M. di Firenze Angela PIETROIUSTI ha trattato un procedimento per pedofilia a carico di un parente dei due CAVALLARO, tale Francesco BOLOGNA. Il 23 marzo c.a., ho presentato una istanza di semi libertà, affidamento e detenzione domicilare e sono in attesa di risposta in merito. Quando mi troverò fuori dal carcere potrò offrire un contributo a questa indagine che nemmeno si può immaginare perché la mia condizione di recluso mi limità nei miei contatti e nei miei movimenti. Poiché me lo chiede, le dico che il CAPPELLI cui ho fatto riferimento come mandante, ha un ingrosso di stoffe in Firenze loc. Ponte Rosso, con l’insegna “American Agency. Aggiungo che il mio attuale avvocato è Paola Pantalone, del Foro di Firenze. Voglio anche sottolineare il fatto che, di recente, sul quotidiano “La Repubblica”, ho letto un articolo in cui si diceva che io ero stato condannato per calunnia, ma io non ho precedenti per tale reato. Ho, invece, il procedimento n. 3151/02 di cui ho parlato che è ancora in fase dibattimentale. Aggiungo, infine, che il mio avvocato, da quando lo Spezi è stato arrestato, è assediato dai giornalisti…..”
Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 264/265/266