Registra le parole del pm Giuttari indagato per falso

Il dottor Michele Giuttari, capo del Gides (Gruppo investigativo delitti seriali), il poliziotto che da 10 anni indaga sui delitti del mostro, noto anche come autore di best sellers (Compagni di Sangue, Scarabeo, La Loggia degli Innocenti, Il Mostro), è sotto inchiesta per falso in atto pubblico insieme con due suoi collaboratori, e sarà ascoltato fra alcuni giorni dal pm di Genova Francesco Pinto. L’ anno scorso era stato lo stesso dottor Giuttari, insieme con il pm di Perugia Giuliano Mignini, a presentare alla procura di Genova una serie di denunce contro il procuratore di Firenze Ubaldo Nannucci, accusandolo fra l’ altro di aver ritardato alcune indagini sul mostro. Su richiesta della procura di Genova, le denunce sono state tutte archiviate. La procura ha concluso che l’ assunto accusatorio nasceva da «una lettura ossessivamente orientata di circostanze disparate, insignificanti e non pertinenti». Fra gli elementi presentati dal dottor Giuttari per denunciare i presunti intralci frapposti dal procuratore alle indagini sui mandanti dei delitti del mostro vi era la trascrizione di una sua conversazione, da lui registrata, con il pm Paolo Canessa, storico titolare delle indagini sul mostro. Nel dicembre 2001 il dottor Giuttari aveva chiesto alcune deleghe di indagine. La procura prese tempo per riflettere. Passarono alcuni mesi. Le deleghe furono firmate nel giugno 2002, anche dal procuratore capo. Il mese precedente, il 21 maggio 2002, Giuttari aveva registrato una conversazione con il pm titolare, a insaputa di quest’ ultimo. Avrebbe spiegato poi che per caso il registratore che portava in tasca era rimasto acceso. All’ epoca le indagini sui mandanti del mostro sfioravano persone con le quali in giovinezza il procuratore Nannucci aveva avuto rapporti di amicizia. Nella trascrizione, al sostituto procuratore viene attribuita una frase: «Non è un uomo libero». In sostanza, secondo la denuncia, sarebbe stato lui a dubitare del suo capo. Ma una perizia fonica disposta dal pm di Genova Francesco Pinto sul nastro registrato ha stabilito che le frasi sul procuratore non furono pronunciate dal pm ma dal dottor Giuttari. Di qui l’ accusa di falso, contestata anche ai poliziotti che eseguirono la trascrizione. Nel 2002 i rapporti fra il sostituto procuratore e il dottor Giuttari erano di strettissima collaborazione e di assoluta fiducia. Al di là della contestata trascrizione, l’ inchiesta dovrà accertare se la registrazione nascosta non costituisca in sé un profilo di reato o comunque di illecito disciplinare.

MARCO PREVE FRANCA SELVATICI

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6 Maggio 2006 Stampa: La Repubblica – Registra le parole del pm Giuttari indagato per falso
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