Il 13 Maggio 2002 rilascia testimonianza Claudia Stefanelli.
Questa la testimonianza: STEFANELLI Claudia 10.06.06
Questa la trascrizione della testimonianza:
N. 8579/05 R.G.N.R. Mod. 21
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia
(Perugia, Via Fiorenzo di Lorenzo n. 22/24, tel. n. 075/54491)
VERBALE DI ASSUNZIONE DI INFORMAZIONI
(art. 362 c.p.p.)
Il giorno 10, il mese di giugno, dell’anno 2006 alle ore 10,15, in Perugia, c/o Procura, in Via Fiorenzo di Lorenzo n. 22/24, dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost. (ufficio sito al terzo piano del palazzo), assistito, per la redazione del presente verbale, dal Maresciallo Aiutante GDF Stefano Iori, ex art. 373, sesto comma e 55, secondo comma c.p.p., è comparsa la sig.ra Claudia STEFANELLI la quale, richiesta delle generalità, risponde: ” Sono e mi chiamo STEFANELLI Claudia nata a Perugia il 09.04.1950 e residente in Corciano (PG) via Matilde Serau n. 12/A : “ ——————————————————————//
Il Pubblico Ministero, visti gli artt. 197, 197 bis, 198, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., richiamati dall’art. 362 c.p.p. e ritenuto che non sussistono le ipotesi di cui agli artt. 197, 197 bis, 199, 200, 201, 202 e 203 c.p.p., ricorda alla persona informata sui fatti che ha l’obbligo di rispondere secondo verità alle domande che le saranno rivolte e di non tacere circostanze conosciute e la informa che le false informazioni al Pubblico Ministero sono punite a norma dell’art. 371 bis c.p.- – – – – //
La signora dichiara quanto segue: “ Mi sono presentata spontaneamente perché ritengo doveroso informare gli inquirenti di alcune circostanze, a mio avviso rilevanti, in ordine alle indagini per la morte di mia sorella Stefanelli Paola, avvenuta il 29-07-1995. La mattina dei fatti, verso le ore 08,30 – 08,40, mi chiamò mia sorella Paola, non so se da una cabina telefonica o da casa. Ero d’accordo con lei dal giorno precedente che, verso le ore 10,30 – 11,00, sarei dovuta andare da lei perché dovevo prendere delle maschere da mare ma lei mi pregò di raggiungerla nel pomeriggio perché, tra le ore 10,30 e le 11,00, si sarebbe dovuto recare da lei Alamo Mangiacarne col quiale io non avevo buoni rapporti. Mia sorella non mi spiegò il motivo della visita del Mangiacarne. Mi disse solo che si sarebbe trattato di un breve colloquio ma, visto il pessimo rapporto che avevo con quest’uomo, sarebbe stato meglio che io non mi ci fossi fatta trovare. Poiché non ero tranquilla, per il fatto che il Mangiacarne andasse a trovare mia sorella e avevo saputo che a volte aveva alzato le mani contro di lei e le forniva la cocaina, la chiamai preoccupata dalle ore 10,45 sino alle 12,00 ma nessuno rispondeva. Preciso che mia sorella cercava di sottrarsi dal vizio della droga ma il Mangiacarne cercava continuamente di mantenerla soggiogata e la chiamava spesso al campanello a mezzanotte costringendola ad aprirgli perché il cagnolino di mia sorella iniziava ad abbaiare e i condomini protestavano. Morta mia sorella, il Mangiacarne ha coinvolto nel giro della cocaina mio nipote Andrea ed è per questo che io detesto il modo di fare di questo personaggio. ———————————————————–//
Qualche tempo fa, parlando con Rosario Maria Paladino che abita in fondo a via dei Filosofi, le ho chiesto di dirmi precisamente cosa le avesse detto mia sorella tra le ore 09,00 e le 09,15 di quel 29.07.1995 e la Paladino mi ha risposto che mia sorella l’aveva invitata a raggiungerla in casa in tarda mattinata perché stava aspettando Alamo Mangiacarne. Le ho chiesto perché mai non mi avesse mai detto che era proprio il Mangiacarne l’uomo che doveva salire da Paola e portarle un grammo di cocaina e lei mi ha risposto, dicendomi che pensava che avessi capito che si riferiva ad Alamo. Aggiungo che Rosario è stata diffidata dal parlare con me perchè altrimenti le sarebbe capitato qualcosa di brutto. Qualche mese dopo la morte di mia sorella, Icilio Farabbi mi fece presente che non si era trattato di un incidente perché lui aveva sentito un violento alterco verbale tra mia sorella e un uomo che si erano spostati dal pianerottolo all’abitazione di Paola. Aveva sentito anche dei colpi seguiti da grida e dall’invocazione di aiuto da parte della donna. Aveva, poi, sentito un ultimo urlo e un tonfo e aveva poi visto uscire un uomo in camice nero di corsa dall’immobile. Successivamente mi ero insospettita delle cautele adottate dalla Paladino per incontrarmi, nel senso che, a un certo punto, mi chiedeva di vedermi in luoghi appartati. Un giorno mi disse che il Mangiacarne l’aveva minacciata di farle fare la fine di Paola.——————————————————–//
Mi risulta che anche la Paladino faccia uso di sostanze stupefacenti. —————————–//
Aggiungo che mia sorella subito dopo la morte di Francesco Narducci, Paola mi disse che il medico era stato ucciso perché era del giro del mostro di Firenze. Precisò in particolare che non si era trattato di una disgrazia ma di un omicidio e disse testualmente, riferendosi al medico Narducci scomparso: “era il mostro di Firenze, quello che ammazzava le coppiette”.
Queste cose me le disse a casa sua. Io rimasi sbalordita e le chiesi come potesse fare certe affermazioni ma Paola ribadì quello che mi aveva detto, con assoluta certezza pur rifiutandosi di fornire ulteriori particolari. Mi fece, poi, capire che anche suo marito fosse a conoscenza di queste circostanze. Aggiungo che Paola mi ha confidato ripetutamente che vi erano dei medici del Policlinico di Monteluce e in particolare del Reparto di Radiologia che la rifornivano di cocaina. Lei diceva che vi erano dei medici importanti che erano nel giro della cocaina. Paola cominciò a farmi queste confidenze sulla cocaina, dalla seconda metà degli anni 80 alla sua morte. All’epoca, mia sorella era sposata con Stefano Barbanera noto spacciatore che è stato anche in carcere a Bogotà, ma che ora si trova a Perugia perché ci ho parlato recentemente. //
Negli ultimi anni di vita di mia sorella frequentava la sua casa un uomo di una certa età con una Mercedes nera che proveniva da Firenze. Chiesi più volte a mia sorella chi fosse quest’uomo e perché lo ricevesse, ma mia sorella non mi ha voluto mai dir nulla e si è limitata a precisare che non era di suo gradimento. Anche la Paladino sapeva di questa frequentazione ma, quando cercavo di capire chi fosse, lei mi diceva che era meglio non averci a che fare.
Paola mi disse anche che era una persona importante. Credo che sia Stefano Barbanera che Alamo Mangiacarne lo conoscano perché me lo ha detto la Paladino. —————————–//
Il mio nipote Andrea mi ha confidato che anche successivamente alla morte di mia sorella il fiorentino con la Mercedes nera lo andava a trovare. Mi ha anche detto che da lui vi era Alamo Mangiacarne e che vi erano anche tanti macchinoni. Il 26 agosto 1997 Andrea è stato arrestato per detenzione di cocaina trovata nel suo appartamento.”——————————-//
Si dà, altresì, atto che il presente verbale è stato redatto solo in forma riassuntiva, a norma e nel pieno rispetto degli artt. 140, secondo comma e 373 c.p.p., sia perché il contenuto dell’atto non presenta un alto grado di complessità e comunque può essere soltanto riassunto, nel rispetto delle condizioni di cui all’art. 140, secondo comma c.p.p., sia perché non risulta attualmente disponibile né lo strumento di riproduzione né l’ausiliario tecnico e la mancata riproduzionme fonografica non implica alcuna conseguenza processuale (vds. Cass. Sez. II sent. n. 9663 dell’8.10.1992, cc. del 01°.07.1992, che riguarda addirittura il dibattimento; Cass. Sez. III, sent. n. 3348 del 29.01.2004, ud. Del 13.11.2003, rv 227492). A norma dell’art. 140, secondo comma c.p.p., lo stesso p. verbale dinanzi al giudice può essere redatto anche solo in forma riassuntiva e, a maggior ragione, può esserlo quello dinanzi al PM (vds. art. 373 c.p.p.).
Il verbale viene chiuso alle ore 11,25.
Copia dello stesso p. v. viene allegata al fascicolo n. 2782/2005 R.G.N.R Mod. 21, stante la sua rilevanza in ordine a tale procedimento.
L.C.S.
IL PUBBLICO MINISTERO
(Dr. Giuliano Mignini sost.)
Il Maresciallo Aiutante GDF
Stefano Iori