Il 19 Giugno 2006 rilascia testimonianza Mariella Bigerna Torcoli. La ascolta il Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost., assistito, per la redazione del presente verbale, dal Maresciallo aiutante GDF Stefano IORI. Il Pubblico Ministero procede a esaminare la persona informata sui fatti in ordine alle circostanze per cui è procedimento, già collegato, ex art. 371 c.p.p., con quello n. 1277/03 R.G.N.R Mod. 21 della. Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze.

Questo il verbale: Inf. BIGERNA TORCOLI Mariella 19.06.2006

Questa la trascrizione:

Domanda: ” Lei conferma le dichiarazioni rese al R.O.N.O. dei Carabinieri di Perugia il 18 gennaio 2006?
Risposta: ” Confermo totalmente le dichiarazioni da me rese ai Carabinieri del R.O.N.O. del Comando Provinciale di Perugia, dichiarazioni di cui ho avuto ora integrale lettura. L’unica precisazione che vorrei fare è che l’episodio, da me riferito, circa la richiesta, fatta da Francesco all’amica, di cui ho parlato nel verbale, di farsi tagliare nell’inguine con un bisturi che Francesco portava con sè, avvenne entro il 1975 e non oltre. Dico questo perché quell’episodio si verificò nel periodo in cui io abitavo ancora con mio padre in via Arcadia n. 42. Verso settembre del 1975, in seguito alla separazione dei miei genitori, mi sono trasferita da mia madre con i miei fratelli, Valter e Renato, in via Gregorovius, dove abito tutt’ora. Mia madre è morta nel 1978. L’episodio avvenne, quindi, prima del settembre 1975. Ne sono certa. ”
Domanda: ” Questo gruppo di persone che lei conosceva e che ha descritto nel verbale era presente a quella festa ? ”
Risposta: ” Non mi ricordo se queste persone siano state presenti. Francesco non era molto amico con queste persone. Era, invece, amico di Alfredo Brizioli. Francesco era sfuggente e molto strano e non capisco come mai mi sia diventato così amico, in quanto era un tipo molto chiuso e non aveva amici veri. Francesco era molto succube del padre che era un figura molto forte. ”
Domanda: ” Gli ha mai detto Francesco in quale loggia massonica fosse iscritto ? ”
Risposta: ” No, non me lo ha detto. ”
Domanda: ” Mi può descrivere qualche episodio relativo agli scatti d’ira di Francesco? ”
Risposta: ” In alcuni momenti si isolava come se entrasse in un suo mondo interiore, dopo di che incominciava a scagliare qualsiasi oggetto che si trovasse fra le mani. Francesco ha frequentato la nostra comitiva due o tre volte, dopo di che, è stato allontanato a causa dei suoi comportamenti violenti ed iniziò a frequentare altre persone ma non so con chi. Ricordo che Francesco si vedeva con Alfredo Brizioli in altri ambienti. Francesco, dopo questi scatti d’ira, non ricordava affatto ciò che avesse fatto qualche istante prima. “
Domanda: ” Per quanto concerne l’episodio del casale in loc. Bosco, si ricorda chi organizzò la festa? ”
Risposta: ” No, non mi ricordo chi organizzò questa festa. La ragazza che si appartò con Francesco non so chi sia, ma non era una della nostra comitiva. Di solito, nel nostro ambiente, non ci si appartava, nemmeno tra fidanzati. Il fatto che Francescosi fosse appartato subito con questa ragazza, mi ha fatto pensare che i due si conoscessero da prima. Non mi ricordo come fosse questa ragazza e non ricordo la sua inflessione dialettale. Io ho scoperto quello che era successo perché, andando al bagno, questa ragazza mi si è gettata addosso, chiedendomi aiuto e rivelandomi che Francesco, non riuscendo a provare l’erezione, le aveva proposto di farsi tagliare all’inguine con un bisturi che aveva preso e che portava con sé. Sono rimasta impressionata dal fatto che questa ragazza, pur non conoscendomi, mi avesse rivelato una cosa del genere. Ricordo che la ragazza piangeva e tremava ed io l’ho subito accompagnata all’esterno dove sono venuti a prenderla. Ho subito affrontato Francesco chiedendogli se fosse impazzito ma lui, in stato di nervosismo, mi ha risposto che dovevo farmi i fatti miei, cosa che non mi aveva mai detto. Fu in quell’occasione che io chiesi bruscamente a Francesco se fosse impotente ma lui non mi rispose. Dopo quell’episodio, non lo frequentai più.

Poiché me lo chiede, le dico che, quando Francesco scomparve, mi trovavo all’estero, mi pare negli Stati Uniti. Venni, quindi, a sapere della sua scomparsa e della sua morte al mio ritorno, non ricordo quanto tempo dopo i fatti. Per quanto riguarda le confidenze sul fatto che Francesco fosse indicato come il “mostro di Firenze”, confermo che l’ho saputo molto prima che lui morisse. Non ricordo, però, chi me lo abbia detto, ma la notizia era diffusa a livello cittadino. Circa la sua appartenenza alla massoneria, confermo, anche in questo caso, quello che ho già detto e preciso che Francesco non mi disse in quale loggia fosse stato iniziato e chi frequentasse. Ricordo solo che Francesco era molto turbato perché non poteva uscire da quell’ambiente. Questa confidenza Francesco me la fece, grosso modo, nel 1975. Posso anche dire che Francesco è cambiato tanto da quando ha iniziato a frequentare Firenze. E’ divenuto ancora più sfuggente di prima. Fu Francesco che mi disse che aveva iniziato a frequentare Firenze, credo per motivi di studio. Francesco mi disse questa cosa, grosso modo nel periodo compreso tra il 1973 e il 1975. Mi ricordo che, spesso, quando lui mi invitava ad uscire ed io gli proponevo un giorno della settimana, generalmente il giovedì, il sabato o la domenica, lui mi diceva che non poteva perché era a Firenze. ”
Domanda: ” Come ha conosciuto Anna Maria Feligetti ? ”
Risposta: “L’ho conosciuta circa un anno fa. Lei mi ha detto che era stata sentita dai Carabinieri nelle indagini sulla morte di Francesco Narducci e che si era interessata alla questione. Io, che avevo collaborato con lo studio investigativo di Raniero Rossi, fidandomi di Anna Maria, mi sono aperta con lei ed è stata la prima persona alla quale ho rivelato tutto quello che sapevo di Francesco Narducci.

Confermo, inoltre, che Francesco frequentava i due omosessuali Giancarlo e Raimondo Moncada. Quando è stato ucciso Giancarlo, ho subito collegato il fatto alla vicenda Narducci. Confermo anche le feste che si svolgevano a casa di Giancarlo, in via della Cupa. Mi ci sono recata un paio di volte con Francesco. Era un ambiente molto strano, soprattutto perché i partecipanti portavano sempre la maschera e stavano per i fatti loro. Avevano, per così dire, la puzza sotto il naso. Poiché me lo chiede, le dico che non posso rivelare particolari della vicenda Narducci di cui sono venuta a conoscenza quando mi trovavo nella agenzia investigativa di Raniero Rossi perché mi ritengo vincolata dal segreto professionale. Raniero Rossi è morto ma l’agenzia è diretta dalla figlia Laura. “

Il verbale viene chiuso alle ore 11,49. Copia dello stesso p. v. viene allegata al fascicolo n. 8970/2002 R.G.N.R Mod. 21, stante la sua rilevanza in ordine a tale procedimento. 

Questo uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Una confidenza fattale dal gastroenterologo: “Un’altra cosa che mi confidò Francesco e, quando me lo disse ricordo che era particolarmente turbato, fu quella relativa alla sua appartenenza alla massoneria. Mi disse che era entrato perché in futuro gli avrebbe consentito di fare migliore carriera e che all’inizio gli avevano fatto intendere che la massoneria era una sorta di mutuo soccorso tra gli appartenenti e che ne poteva uscire in qualsiasi momento. Quando scoprì che questa loggia non era quello che lui pensava e volendone uscire, non gli venne concesso, lui affermò che aveva fatto, per questo, una sciocchezza.” 

e ancora:

“Posso anche dire che Francesco è cambiato tanto da quando ha iniziato a frequentare Firenze. E’ divenuto ancora più sfuggente di prima. Fu Francesco che mi disse che aveva iniziato a frequentare Firenze, credo per motivi di studio.
Francesco mi disse questa cosa, grosso modo nel periodo compreso tra il 1973 ed il 1975. Mi ricordo che, spesso, quando lui mi invitava ad uscire ed io gli proponevo un giorno della settimana, generalmente il giovedì, il sabato o la domenica, lui mi diceva che non poteva perché era a Firenze.” Vedi Nota Finale Gides 4 aprile 2007 Pag. 66 e Vedi: Sentenza Micheli Pag. 35

19 Giugno 2006 Testimonianza di Mariella Bigerna Torcoli

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