Il 3 Luglio 2006 rilascia testimonianza Giulio Mastroianni, all’epoca Direttore del Corriere dell’Umbria.
Questa la testimonianza: MASTROIANNI Giulio 3.07.06
Questa la trascrizione della testimonianza:
Il giorno 3, il mese di luglio, dell’anno 2006, alle ore 11.50, in Perugia, c/o Procura, in Via Fiorenzo di Lorenzo n. 22/24, dinanzi al Pubblico Ministero Dr. Giuliano Mignini sost. (ufficio sito al terzo piano del palazzo), assistito, per la redazione del presente verbale, dall’ App. CC. Danilo Paciotti, art. 55, secondo comma c.p.p., alla presenza dell’uditore giudiziario dr. Paolo Abbritti, è comparso il sig. Giulio MASTROIANNI il quale, richiesto delle generalità, risponde: ” Sono e mi chiamo Giulio MASTROIANNI, nato a Potenza il 18.12.1942 e residente a Perugia in via di Compresso nr. 12.“
Il Pubblico Ministero procede, quindi, a esaminare la persona informata sui fatti in ordine alle circostanze per cui è procedimento, già collegato, ex art. 371 c.p.p., con quello n. 1277/03 R.G.N.R Mod. 21 della. Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze.
Domanda: ” Lei è sicuro che la tastierista di cui ha parlato nelle sue precedenti dichiarazioni si chiamasse Paola Sportolari? ”
Risposta: “A quanto ricordo, intendevo riferirmi ad una delle tastieriste che risiedeva al Lago Trasimeno. Io ho fatto il nome di Paola Sportolari che non ricordo fisicamente. Io sapevo che vi era una tastierista originaria del Lago Trasimeno ed è stata mia moglie che mi ha detto che questa tastierista doveva essere originaria del Lago. Non so però se si tratti proprio di Paola Sportolari. Ricordo che all’epoca vi erano una decina di tastieriste e che una di esse era residente nella zona del Lago Trasimeno.
La voce secondo cui il Narducci fosse il “Mostro di Firenze” era dilagante all’epoca e mia figlia Giulietta Mastroianni, proprio ieri sera, mi ha confidato che una sua amica che ho saputo essere Simona MORETTI, abitante in via Savonarola, all’epoca sosteneva di abitare nel palazzo ove abitava il “Mostro di Firenze”. Mia figlia è ancora amica di questa Simona e si frequentano. So che il padre di Simona è un commerciante di tessuti. All’epoca della confidenza ricevuta da Simona entrambe le ragazze erano quattordicenni. ”
Domanda: “Lei non ricorda il particolare del blocco delle rotative che sarebbe dovuto avvenire circa due giorni prima della scomparsa di Francesco Narducci in quanto si stava per arrestare a Perugia il “Mostro di Firenze” ?”
Risposta: “Ieri sera, mentre mi trovavo a cena con il mio collega Mauro Avellini, che è attualmente vice direttore de “La Nazione” di Firenze, che all’epoca lavorava alla TV “RTE 24h” e collaborava a “Il Corriere dell’Umbria” e fu poi di li a breve assunto, abbiamo scambiato alcune considerazioni sulla vicenda Narducci e ci siamo detti entrambi che eravamo stati sentiti più volte dal P.M. Ad un certo punto io gli ho chiesto se si ricordasse di questo blocco delle rotative che io ordinai, essendovi imminenti novità sul “Mostro di Firenze”. Mauro Avellini mi ha detto che gli sembrava che ciò fosse accaduto. Mi ha detto infatti “mi sembra di ricordarlo anche io”. Io non me lo ricordavo ma se Mauro Avellini, che è una persona di assoluta fiducia se lo ricordava, vuol dire che è accaduto. Io gli ho detto che non mi ricordavo di questo particolare, ma lui mi è sembrato convinto. A questo punto, posso dire che non escludo di averlo ordinato. Aggiungo che durante l’estate 1985, io parlai delle voci sul Narducci al giornalista Roberto Chiodi del giornale “l’Europeo” o “L’Espresso”, che sapevo essere in buoni rapporti professionali con il Dr. Vigna, ma lui mi disse che aveva fatto una indagine ma era “una cazzata”. Non sono mai più tornato con lui sull’argomento e sono circa cinque anni che non lo sento. Era il Chiodi colui che mi dava suggerimenti sull’attività giornalistica relativa all’inchiesta sul “Mostro di Firenze”.”
A.D.R.: “Il De Masi non mi ha mai parlato di telefonate anonime ricevute da una signora tra gli anni 1984/1985 secondo cui il “Mostro di Firenze” era umbro. La cosa mi sorprende come mi ha colpito la presenza al lago Trasimeno di Federico Fioravanti nei giorni delle ricerche del prof. Francesco Narducci, quale ho potuto accertare prendendo visione della foto che mi è stata mostrata nel precedente interrogatorio. La cosa come detto mi è sembrata strana perché il Fioravanti all’epoca non si occupava di cronaca nera come mi ha confermato, in occasione della stessa cena, Mauro Avellini. Sono comportamenti che non riesco a spiegarmi perché io come direttore avrei dovuto essere informato di queste attività e invece, a quanto pare, ne sono stato tenuto all’oscuro.”
Domanda: “E’ sicuro che le indagini giornalistiche a Castiglione del Lago le abbia fatte Mino De Masi? ”
Risposta: “Può darsi che ci sia andato anche qualcun altro. Aggiungo che la fama del Narducci come “Mostro di Firenze” esisteva sicuramente abbastanza tempo prima della sua scomparsa. “
Il verbale viene chiuso alle ore 12.30.
L.C.S.
Questo uno stralcio della testimonianza:
“Mauro Avellini mi ha detto che gli sembrava che ciò fosse accaduto. Mi ha detto infatti “mi sembra di ricordarlo anche io”. Io non me lo ricordavo ma se Mauro Avellini, che è una persona di assoluta fiducia se lo ricordava, vuol dire che è accaduto. Io gli ho detto che non mi ricordavo di questo particolare, ma lui mi è sembrato convinto. A questo punto, posso dire che non escludo di averlo ordinato.“ Vedi: Sentenza Micheli Pag. 89
NdR: L’episodio si riferisce alla testimonianza di Mauro Avellini del 22 Febbraio 2002, si tratta del blocco delle rotative in attesa della conferma della notizia che Francesco Narducci era il Mostro di Firenze.