Il 27 dicembre 2007 rilascia testimonianza Maria Rosaria Bagnoli.
“Dinanzi al P.M. dichiarava di aver conosciuto il marito Achille Sertoli nella primavera del 1975, e di essersi sposata nel 1977. Erano andati a vivere nella casa di Viale Machiavelli n. 3 che il Sertoli condivideva con l’odierno imputato (NdR: Francesco Calamandrei). “Il marito è dermatalogo con specializzazione in allergologia e si era occupato di questi temi anche nell’ambito delle malattie professionali, non le risultavano, sue specifiche conoscenze nel settore delle malattie tropicali. Riferiva di aver conosciuto il Calamandrei e la moglie Mariella Ciulli in quanto costui era amico del Sertoli, avendo altresì, conosciuto anche anche Ferdinando Zerini, zio di Francesco. Tra l’altro nel 1982 prestò loro per 15 giorni la sua casa al mare a Punta Ala per le vacanze estive. Poi nell’anno 2000 vennero invitati al matrimonio della figlia Francesca e sempre nell’estate del 2000 invitarono il Calamandrei a cena una sera, ma non era sicura che la cena si fosse verificata prima o dopo quel matrimonio. Circa il carattere del marito egli, particolarmente all’inizio del matrimonio, si comportava in modo piuttosto violento, nel senso che se c’era qualcosa che lo disturbava, non esitava ad alzare le mani e a picchiarla. In seguito, quando gli fece presente che non avrebbe più tenuto per se queste manifestazioni di violenza, le aveva cessate cominciando però ad offenderla verbalmente, sempre in occasione dei suoi scatti di ira. Dalla prima denuncia che aveva fatto nel 2001 per maltrattamenti, era stato poi assolto, e, comunque, lei non si era costituita parte civile. In seguito fece un’altra denuncia per le escandescenze in cui dette allorchè ricevette l’ordinanza di allontanamento dall’abitazione, denuncia che tuttora risulta pendente, evidenziando che per tale reato era orientata a costituirsi parte civile. Circa eventuali frequentazioni di suo Marito a San Casciano rispetto a quando lo aveva conosciuto, la Bagnoli confermava che di non avere conoscenze ulteriori rispetto a quelle del Calamandrei e dello Zerini. Il Sertoli molti anni prima le parlò di una Specie di goliardata che fecero in occasione di una serata a San Casciano dove c’erano degli amici tra cui, a quanto aveva capito, proprio Calamandrei e Zerini. Tra l’altro il marito aveva una fiat seicento nuova che gli amici gli nascosero per fargli uno scherzo. Nella circostanza, secondo il racconto di suo marito, il gruppo, composto di soli uomini, era andato per una serata dal Mago di San Casciano. A quanto le riferì il Sertoli erano andati lì per divertirsi un po’ e per vedere quale era l’ambiente, Le parlò anche del fatto che aveva una sorta di aiutante e lei inquadrò la circostanza nell’ambito di una relazione omosessuale. La Bagnoli veniva informata dai P.M. che, nell’ambito di una attività di indagine tecnica a carico di suo marito, risultava intercettata una conversazione tra ella stessa e il Sertoli nella quale, dopo l’interrogatorio che la Bagnoli subì all’epoca della perquisizione, gli diceva di non aver parlato del Mago di San Casciano, ottenendo da lui l’invito a stare zitta. Dopo aver ricevuto integrale lettura del passaggio di detta conversazione e fattole presente che, da come esponeva la circostanza, sembrerebbe un discorso più ravvicinato rispetto a come da lei riferito in precedenza, la Bagnoli riferiva: “Per quanto mi riguarda non posso che confermare ciò che ho dichiarato. In realtà è possibile che di questa visita al mago si sia parlato nel corso degli anni anche in epoca più recente ma non sono assolutamente in grado di individuare alcun contesto di riferimento. Lo considero solamente come un aneddoto che mio marito ebbe a riferirmi. Gli ho dato rilievo, come risulta dalla conversazione telefonica, per il fatto che erano stati in casa sequestrati dei libri attinenti a materie tipo l’astrologia e simili”. La Bagnoli dichiarava che il mago, di cui, sul momento non ricordava il nome, si chiamava proprio Indovino, come le veniva detto dai P.M., ricordando esattamente quel nome così particolare per averlo fatto suo marito al tempo del suo racconto. Ne riparlarono anche dopo la perquisizione ed egli, a suo dire, le confermò che lui c’era stato una volta soltanto e che si era trattato di una goliardata, tanto per divertirsi. Lui non le aveva parlato della presenza di donne nel corso di quella serata e lei si era fatta l’idea, dai discorsi del marito, che era più che altro una questione a livello di seduta spiritica o simili, cui sì erano recati per curiosità. La Bagnoli dichiarava poi di non avere altri elementi da fornire sui contatti del marito a San Casciano ed in particolare sui suoi rapporti con Calamandrei anche perché rammentava che all’epoca in cui quest’ultimo ebbe un’operazione al fegato, negli anni ’90, chiamava il marito che sostanzialmente si negava in quanto non lo voleva vedere, e lei era rimasta sorpresa di tale comportamento. All’epoca non era emerso ancora nulla circa i sospetti su un coinvolgimento di Calamandrei nelle vicende di San Casciano o, forse, si era nel momento in cui egli le disse che Mariella aveva iniziato ad accusare il marito. Lei gli diceva che sicuramente il suo amico lo chiamava perché aveva piacere di parlargli, ma lui le faceva presente che preferiva non incontrarlo per non dover stare ad ascoltare tutte le sue lamentele. Da quello che capì il marito considerava in quel momento il Calamandrei un depresso al quale non dare ascolto. Quanto alle accuse di Mariella al marito, della quale ella effettivamente le parlò, probabilmente già in quel periodo, ricordava che in un primo tempo le disse che sicuramente era una vendetta della moglie nell’ambito della separazione; successivamente le disse che Mariella era diventata matta o qualcosa del genere. | suoi contatti con la Ciulli erano stati piuttosto sporadici. L’aveva rivista nel 2000 al matrimonio della figlia e nell’occasione le parve provata. Dopo la separazione ebbe modo di vederla soltanto una volta essendo capitata al negozio dei Ciulli in Via Pindemonte, dopo il 1990, facendo riferimento all’età dei suoi figli, nel senso che si era recata per comprare del materiale per qualche lavoretto Scolastico. Mariella viveva in Via San Niccolò dopo che si era definitivamente separata dal Calamandrei perché la convivenza si era rivelata ormai impossibile. Era al lavoro in negozio e non le parve affatto disturbata, comunque non entrarono in discorsi più particolareggiati. A quel punto il P.M. mostrava l’album fotografico n. 4 del 2003 in atti e la Bagnoli riconosceva la foto del marito, quelle di Francesco Calamandrei, mentre relativamente alle foto del Narducci, Lotti, Vanni e Pacciani dichiarava di averle viste solo sul giornale. Poi Precisava che, dopo foto in cui queste persone erano ritratte insieme; lei ne chiese conto al marito ed egli lo escluse. Nell’occasione, poiché già si parlava della vicenda di Narducci, e poiché egli aveva avuto ‘una costante frequentazione dell’ambiente perugino avendo fondato, col Prof. Lisi, una associazione di dermatologia tosco umbra, gli chiese se per caso avesse conosciuto Narducci. Egli le rispose di non sapere assolutamente chi fosse. Della vicenda della serata del marito e gli altri dal mago Indovino ne aveva parlato solo con i suoi genitori e con il suo amico Maurizio Cianferoni, Maresciallo dei Carabinieri al Galluzzo.” Vedi 22 dicembre 2008 motivazioni sentenza Silvio De Luca processo a Francesco Calamandrei Pag: 103 104 105