Segue dall’udienza preliminare del 1 ottobre 2009.

Il 9 novembre 2009 c’è la quarta udienza preliminare rispetto al procedimento 2782/05/21.

Il procedimento 2782/05/21 è un procedimento per omicidio e associazione per delinquere in quanto vi convergono all’interno il procedimento 17869/01/04 e 8970/02/21 rispettivamente procedimento sulla morte di Francesco Narducci e procedimento per associazione per delinquere delle persone presenti sul pontile e familiari.

Il GUP che presiede l’udienza preliminare è Paolo Micheli ed il Procuratore che vuol chiedere il rinvio a giudizio è il Sostituto procuratore Giuliano Mignini.

Il 9 novembre 2009 era la volta del prof. SIGNORINI, ulteriore consulente della difesa, specialista in radiologia, che formulava le proprie osservazioni in contraddittorio con il prof. Pierucci. (Il Prof. SIGNORINI non è riuscito a contrastare inequivoche risultanze derivanti in particolare dagli accertamenti del Prof. Giovanni Pierucci: lo stesso, infatti, si è dichiarato competente nel solo, limitato settore radiologico ed ha confessato la sua impreparazione in ambito medico – legale, ammettendo più volte, in tutta onestà, di non poter competere, sul punto, col Prof. PIERUCCI. Vedi: Sentenza Micheli Pag. 322)
CONSULENTE – Volevo precisare che sono un radiologo perciò un conoscitore diciamo delle situazioni anatomiche ed anche delle tecniche di studio che la mia veste è stata quella di.. il mio incarico è stato quello di valutare la documentazione radiologica che il professor PIERUCCI ha esibito, sia con esami radiografici diretti che con esami di tomografia computerizzata del pezzo anatomico che lui aveva studiato. Io diciamo sulla morfologia di queste formazioni anatomiche che sono state studiate posso riferire con certezza perché diciamo la documentazione è una documentazione di ottimo livello, sia quella radiologica e soprattutto quella di tomografia computerizzata, con acquisizioni dirette e con ricostruzioni anche elettroniche, perciò le scansioni sono assiali con ricostruzioni elettroniche verticali coronali, sagittali ed oblique. Perciò ho rilevato diciamo una integrità delle strutture anatomiche che compongono e circondano le vie aeree superiori. C’è un’eccezione ed è quella lesione trasversale sulla parte intermedia del cornetto tiroideo di sinistra. Per tutto il resto ho trovato una situazione di assoluta normalità nel senso che non vi sono deformazioni dei contorni, non ci sono irregolarità del lume, non ci sono costrizioni delle formazioni anatomiche che sono stati studiati con questi accertamenti. Questo cornetto è stato studiato anche dopo che è stata dissezionata perfettamente la parte anatomica relativa proprio al cornetto e in effetti il professor PIERUCCI ha dimostrato che c’è una discontinuazione traversale nella parte appunto intermedio inferiore di questo cornetto. Sulla, diciamo, natura di questa lesione io non posso esprimermi diciamo con certezza nel senso che intanto non sono un medico legale, in secondo luogo diciamo mia attività è stata quella di verificare questa documentazione radiologica perciò io devo riferire diciamo sulla situazione radiologica. Non c’è dubbio che ci fosse, che ci sia e che il professore PIERUCCI abbia dimostrato perfettamente questa discontinuazione trasversale sul decorso di questo cornetto. È altrettanto vero però che questo cornetto diciamo nella documentazione che ho valutato aveva un decorso perfettamente anatomico nel senso che non c’era nessuna dislocazione, nessuno inginocchiamento anche a livello della frattura, non c’erano alterazioni di rapporti con le strutture circostanti, non ci sono e con l’esame di tomografia computerizzata questa cosa è stata dimostrata in modo ineccepibile. Non solo, ma la tomografia computerizzata è stata effettuata con una macchina anche raffinata, con tecnica perfetta, metto in evidenza non solo il decorso di questo cornetto, ma anche la struttura diciamo anatomica di questa formazione che poi è una piccolissima formazione, alta circa diciamo centimetro e mezzo, due centimetri, ora non l’ho misurata e di diametro di 3 – 4 millimetri, struttura anatomica caratterizzata diciamo fisiologicamente come in tutte le persone oltre 40 anni, da una porzione periferica, una parete perciò del cornetto circolare più densa e da parte centrale che invece è meno densa. Questo perché in questo tipo di cartilagini si determinano con il passar degli anni a posizioni di materiale calcifico. Allora questa documentazione di tomografia computerizzata nei tagli assiali, cioè quelli trasversali che si valutano nelle varie immagini mette in evidenza come questa struttura anatomica molto fine del cornetto stesso, è integra dall’apice del cornetto fino alla base. È chiaro che essendo la discontinuazione trasversale, cioè parallela agli assi di scansione quella alterazione che il professor PIERUCCI ha dimostrato nei tagli assiali non è visibile, non può essere visibile, però sono state effettuate anche ricostruzioni elettroniche coronali cioè verticali, coronali, sagittali ed oblique, ricostruzioni elettroniche che sono perfette perché i vari tagli assiali essendo stati effettuati su una struttura anatomica immobile non in persona che, voglio dire, si muoveva o respirava, un pezzo anatomico, le sovrapposizioni dei vari strati sono perfetti, per cui le ricostruzioni elettroniche sul piano verticale sia frontale sia coronale sia sagittale sono perfette, ed anche in queste ricostruzioni questa struttura con la parte periferica diciamo più densa, la parte centrale meno densa, è perfettamente evidente, qui ci sono le immagini, allora io gliele posso anche mostrare se lei vuole insomma. (..) Un’altra considerazione che volevo fare è questa: dunque i cornetti sono, questa appendice che viene dal bordo posteriore della cartilagine tiroidea e diciamo sono praticamente due piccole colonne, appunto cartilaginee che si pongono sui contorni posteriori e laterali della via aerea, cioè sono distanti dalla parete anteriore del collo, dove si apprezza la cartilagine ma questi sono più indietro e sono in posizione diciamo abbastanza alta per intendersi, se una persona tiene la testa flessa la mandibola blocca, cioè impedisce di arrivare ai cornetti che proiettivamente sono più alti del limite inferiore della mandibola, per cui per eventualmente raggiungerli occorrerebbe diciamo per iperestendere il collo e la testa e poi eventualmente raggiungerli. La integrità delle pareti però, di tutto il contorno della via aerea che è stata studiata, integrità intendo dire non tanto che mancano lesioni, che non ci sono, ma c’è anche un decorso che è perfettamente regolare con tutte le sinuosità, con tutte le strutture, le configurazioni anatomiche che si osservano in vivo insomma, questa integrità è documentata in questa tomografia, negli strati di questa tomografia computerizzata, per cui non so se si possa affermare con certezza che questa persona sia stata strangolata, non lo so.

G.I.P. – Questo l’ha detto lei, apprezzo la sua onestà intellettuale, non sono un medico legale, quindi le valutazioni non le faccio, però partiamo da questi dati certi. Okay, qualche inciso sulle sue osservazioni. Lei ha detto in pratica che ha trovato, salvo errori mi corregga che sbaglio, che le strutture anatomiche circostanti erano perfettamente integre?
CONSULENTE – Sì.
G.I.P. – Nei limiti ovviamente di quello che si poteva vedere visto e considerato che stiamo parlando di un cadavere riesumato da un bel po’, quindi voglio dire il fatto, cioè lei ha potuto verificare, queste immagini non si riferiscono ad una persona morta da poco tempo, ma ad una persona morta da parecchio tempo, okay?
CONSULENTE – Sì.
G.I.P. – Allora quando lei dice che le strutture anatomiche circostanti sono assolutamente perfette e come quello che si potrebbe trovare in vivo a che si riferisce ed in particolare ci sono dei dati che magari comunque non si vedono ma non perché le immagini non siano perfette ma proprio perché si è trattata di una riesumazione?
CONSULENTE – Mah, se voglio dire fosse stata applicata una forza costrittiva violenta tale da determinare poi lo strangolamento, ora poi il termine, credo che ci sia fra strozzamento e strangolamento, adesso non lo so comunque, tale da determinare questo evento patologico probabilmente voglio dire anche nel decorso delle vie aeree ci sarebbe dovuta rimanere traccia insomma di questa deformazione.
G.I.P. – Ecco in particolare secondo lei, qui entriamo un po’ nel merito…
CONSULENTE – Al condizionale ho parlato.
G.I.P. – Che cos’è che secondo lei, tra quello che ha visto e che invece ha riscontrato integro, avrebbe dovuto presentare dei segni, di discontinuità, di lesione, anatomicamente parlando, che cos’è che secondo lei in quelle immagini della Tac avrebbe dovuto presentare una lesione o qualche cosa di coerente rispetto…
CONSULENTE – Intanto una deformazione dei contorni, non tanto una discontinuazione della
parete delle vie aeree, quanto una deformazione dei contorni. (.. ) Come vede la via aerea è questa parte centrale scura con questa… Come vede, appunto i cornetti sono queste immagini puntiformi che sono a destra e sinistra, questo è davanti, questo è dietro, questo è destra e questo è sinistra. Le vie aeree come vede sono, voglio dire, non solo pervie, ma hanno diciamo dei contorni che sono esattamente qualunque che si vedono in un paziente vivo e sano, se si prende un libro di anatomia e si confrontano queste immagini si vede che c’è una sovrapposizione assoluta insomma.
G.I.P. – Mi scusi, in modo tale che ne rimanga traccia anche per la verbalizzazione, lei mi esibisce in questo momento una lastra diciamo in senso atecnico, che reca un numero 1 all’interno della quale ci sono 5 per 5, 25 immagini, no, 4 per 5, 20 immagini ce n’è una che reca indicazioni e immagine numero 18 ecco e secondo lei praticamente… Quindi i cornetti si debbono individuare nelle indicazioni puntiformi bianche più marcate verso il basso. Quindi nel momento in cui lei indica la descrizione dell’aspetto, della morfologia delle vie aeree fa riferimento complessivamente a questa immagine che potremmo definire abbastanza grossolanamente ellissoidale dell’immagine.
CONSULENTE – Mi scusi sono tagli assiali sovrapposti…
G.I.P. – Ho capito sì sì.
CONSULENTE – Che partono dall’alto verso il basso e si esplora questo tratto. Allora questa integrità diciamo dei contorni non si osserva solo su quel taglio lì, su tutti, così come la presenza dei cornetti si osserva in tutti perché lo strato è 3 millimetri per cui mettiamo che i cornetti siano alti un centimetro e mezzo ma anche di più, li dobbiamo vedere in 5 – 6 – 7 strati, così è insomma.
G.I.P. – Ho capito. E quindi secondo lei, grossolanamente parlando, per quello che mi riguarda ovviamente, una ipotesi di strozzamento, strangolamento come lo vogliamo chiamare poi entreremo più nel dettaglio, ove sia da ricollegare, o meglio ove la fonte si dovesse dimostrare solo in base alla lesione di quel cornetto avrebbe dovuto dimostrare, magari lasciare una qualche traccia con un andamento di queste vie aeree, la descrizione del contorno delle vie aeree più regolare?
CONSULENTE – Deformata.
G.I.P. – Mentre invece secondo lei questa è assolutamente fisiologica.
CONSULENTE – Questa è la morfologia che si può sovrapporre ad un esame, un preparato anatomico, ad un esame in vivo insomma.
G.I.P. – Okay, e questa è una sua valutazione. Si accomodi. Poi lei ha detto, salvo errore, anzi ricolleghiamoci a questo, lei di lesioni di quel tipo, del cornetto superiore sinistro o destro quel che sia, cioè sinistro è nel caso di specie, ma nella sua esperienza potrebbe averne viste magari a destra, quante ne ha viste nella sua vita?
CONSULENTE – Io non ne ho viste.
G.I.P. – Mai?
CONSULENTE – No, non ne ho viste perché diciamo questo è un evento particolarissimo, nella patologia quando diciamo vediamo, vedevo ora sono in pensione, ma questi pazienti quando avessero avuto un grosso trauma diciamo sul collo, i reperti che si vedevano erano molto più clamorosi, molto più drammatici, io non ho mai visto la lesione solo di un piccolo cornetto e tutto il resto integro in vivo e né tanto meno l’ho visto in cadaveri perché non faccio il medico legale.
G.I.P. – Logicamente, quindi è logico che lei questo l’abbia potuto vedere soltanto in vivo. Ma un’ipotesi in cui ad esempio, che lei ricordi, abbia potuto verificare almeno la lesione di entrambi i cornetti ma solo di quelli, pure quello non le è mai capitato?
CONSULENTE – No, io non ho ricordo, non ho ricordo.
G.I.P. – Non le è mai capitato. Lei ha anche detto prima che non ha, dalle immagini praticamente non ha potuto riscontrare alcun segno di inginocchiamento del cornetto stesso, giusto?
CONSULENTE – Esatto.
G.I.P. – Mi pare di ricordare al contrario che ci siano state invece delle indicazioni che erano state proprio suggestive verso la verifica della eventuale discontinuità di questi cornetti perché era stato notato un inginocchiamento dalle prime immagini anche se guarda caso era del cornetto destro piuttosto che di quello sinistro.
CONSULENTE – No, non credo.
G.I.P. – Lei questo l’ha potuto verificare?
CONSULENTE – Guardi i cornetti, dunque hanno un decorso che è assolutamente normale.
G.I.P. – Però per normale anatomicamente…
CONSULENTE – Anatomicamente sì.
G.I.P. – Sono un po’ più piegati o sono perfettamente dritti?
CONSULENTE – No, intanto la prima cosa da dire che è c’è una differenza fra quello di destra e quello di sinistra anatomicamente, ma questa variante anatomica è abituale, non è una patologia. L’orientamento che hanno i due cornetti, che non è perfettamente verticale, ma è leggermente obliquo è un orientamento che è identico a quello che si rileva voglio dire nei libri di anatomia di una persona normale, soprattutto diciamo c’è… Il decorso è normale e non ci sono inginocchiamenti. Su questa documentazione proprio non ci sono dubbi assolutamente, che non ci siano inginocchiamenti. Nell’ultimo esame radiografico che ha fatto il professore c’è, diciamo questa discontinuazione si vede perché appunto il professore poi l’ha giustamente, l’ha provocata nel senso che l’ha dimostrata e naturalmente il decorso della parte superiore del cornetto è discontinuato rispetto al decorso della parte più prossimale. (..) Cioè lui l’ha dimostrata, però ha fatto questa operazione su un cornetto che era stato scarnificato completamente, cioè era stato levato tutto il resto, probabilmente lui aveva tolto, ora il professore… (..) Il pericondrio ha pulito diciamo e poi ha potuto dimostrare che c’era questa discontinuazione insomma, però il decorso prima di questo intervento insomma, il decorso, parlo del decorso era assolutamente fisiologico.
(..)
PUBBLICO MINISTERO – Lei ha individuato, ha detto che questa lesione, frattura, discontinuazione, il professor PIERUCCI la chiama frattura, è la stessa cosa, frattura è chiaramente una frattura del corno superiore sinistro della cartilagine tiroide, è una frattura isolata, senza segni di traumatismo dei settori contigui, cioè è solo quel punto.
CONSULENTE – Sì.
(..)
PUBBLICO MINISTERO – Le chiedo questo, lei dice, ritiene che non si può essere verificata dal vivo questa…, in vita questa frattura perché lei dice l’argomento mi sembra, è quello che vi sarebbe stata la reazione, essenzialmente vi sarebbe stata la reazione della vittima, quindi l’azione dei muscoli, essenzialmente è questo e poi dice che invece più verosimilmente questo traumatismo, questa lesione si deve essere verificata nelle fasi post mortali. Allora io le chiedo: con quali mezzi si può provocare una frattura così circoscritta di, non lo so, mi corregga se sbaglio, grosso modo di un centimetro.
CONSULENTE – No, meno, meno.
PUBBLICO MINISTERO – Meno di un centimetro.
CONSULENTE – Meno.
PUBBLICO MINISTERO – In situazioni di traumatismo grossolano diciamo di, non so, faccio un esempio a parte, non so l’urto del cadavere contro il bordo della barca, l’urto del collo della vittima contro il bordo della barca non mi pare che potrebbe provocare una cosa del genere, non so è d’accordo.
CONSULENTE – D’accordo.
PUBBLICO MINISTERO – Non lo so, urti del cadavere contro uno spigolo, contro un bordo, un altro bordo di un tavolo, non so, è difficile immaginarlo, operazioni, poi fino ad arrivare, arriviamo, queste sono le fasi immediatamente post – mortali, arriviamo alle operazioni di isolamento del reperto, posta in essere dal professor PIERUCCI, io ero presente, lei non c’era mi pare.
CONSULENTE – No.
PUBBLICO MINISTERO – Come è possibile che in situazioni accidentali di questo tipo, non so, adesso mi riesce difficile immaginarne altre, non so a meno ne non si pensi ad un’azione di strozzamento di un cadavere, tutto è possibile nella vita, ma insomma questo mi sembra un pochino… Come è possibile che in situazioni di questo tipo, così grossolane in cui c’è un impatto di una superficie più o meno estesa, si vada a rompere quel settore così circoscritto senza nessun interessamento dei settori contigui, ecco se lei me lo spiega io la ringrazio perché mi è rimasto onestamente un po’ difficile da capire.
CONSULENTE – Dunque diciamo in vivo la posizione dei cornetti che sono appunto nel contorno postero laterale della cavità aerea, posteriormente cioè abbastanza lontano, è tale per cui c’è una protezione da parte, come dicevo della mandibola e da parte dei muscoli, dei muscoli del collo, subito dopo dell’osso ioide anche, per cui prendere una persona e voglio dire strozzarla in vivo arrivare indietro e rompere solo, così, questo cornetto senza creare alcun problema alle strutture anatomiche circostanti mi sembra difficile. (..) Io per esempio credo che nelle manovre di rimozione di un cadavere specialmente voglio dire trovato non in una posizione comoda come un letto diciamo di ospedale, ma in una posizione, in una situazione drammatica come mi sembra che sia stata questa del ritrovamento, ora io non conosco gli atti del processo, non ho seguito perciò non sono condizioni di dire cose provate certamente, perché appunto non ero presente e non conosco, mi sembra molto più possibile o verosimile che in un paziente senza la difesa della muscolatura con la possibilità della flesso estensione del collo liberamente, prendendo per spostare un cadavere sia possibile diciamo di raggiungere una posizione anatomica anche più profonda senza difesa e creare un danno anatomico.
G.I.P. – Mi passi ancora una volta il riferimento un po’ da profano. Immaginiamo il cadavere steso sul pontile o comunque delle prime operazioni ancora di verifica, se fosse vivo o se fosse morto, etc., etc., e qualcuno che va lì e in modo abbastanza prosaico piglia e si mette a sentire qui se la carotide pulsa, se c’è pulsazione, quello è già morto, qualcuno spinge lì sotto, si può verificare un risultato di quel genere? Cioè mi sembra di capire una cosa del genere.
(..)
CONSULENTE – Ma in teoria diciamo questo è possibile perché il sistema per rilevare se una persona è deceduta però questo voglio dire in una persona appena deceduta non in un cadavere…
G.I.P. – Logicamente.
CONSULENTE – Certo quando si pigia la carotide per sentire se la carotide batte diciamo il dito va proprio in quella regione.
G.I.P. – Va lì.
CONSULENTE – Avevo avuto notizia insomma, ma non provata per esperienza personale che queste lesioni si possono trovare anche per un traumatismo che provenga al davanti, dalla bocca..(..) nel senso che i cornetti sono molto più vicini alla parete posteriore del cavo orale, piuttosto che al contorno anteriore del…
(..)
G.I.P. – Una lesione provocata dall’interno della bocca che…
CONSULENTE – Da un corpo estraneo che non so, questa però è una cosa sulla quale non ho cognizione diretta insomma.
(..)
PUBBLICO MINISTERO – Quindi voglio dire, quand’è che da vivo si può verificare questo fenomeno nello strozzamento che noi di omicidi per strozzamento ce ne sono.
CONSULENTE – Ne ho visti molti.
PUBBLICO MINISTERO – Credo che ce ne siano.
CONSULENTE – Avrei questa curiosità di sapere se alla lesione della struttura cartilaginea si associavano altre deformazioni diciamo del contorno delle vie aeree, cioè non fratture…
G.I.P. – A questo punto facciamo rispondere direttamente il professor PIERUCCI, pare la cosa più ragionevole.
PIERUCCI – In pratica alterazioni diverse da queste parcellari diciamo pure dell’osso o meglio dei cornetti tiroidei e/o dei corni dell’osso ioide non si vedono. Salvo i fenomeni reattivi emorragici però alterazioni del profilo delle vie aeree, del profilo voglio dire scheletrico, osteo cartilagineo non si vedono, tanto che queste morti si classificano fra quelle asfittiche però sono dal punto di vista patogenetico un po’ misterioso, non sono pure asfissie, sono asfissie però con una grande componente per esempio vascolare, la compressione dei vasi, delle carotidi e/o nervose, compressione del nervo vago bilateralmente o del glomo carotideo che darebbe luogo ad una scarica diciamo così di natura vegetativa con coinvolgimento del cuore. D’altra parte anche nell’impiccamento non si ha una deformazione che è una, anzi è la più frequente delle forme costrittive del collo, non si ha una deformazione del profilo delle vie aeree e d’altra parte se si ha è transitorio, figuriamoci poi dopo 17 anni in cui si ha rilasciamento, c’ha la modificazione di tutta componente muscolare, comunque tanto che dico anche nell’impiccamento non si ha deformazione del profilo, tanto che si parla, sì, di morte costrittiva al collo però si ritiene … il meccanismo sia quello di scivolamento (..) dell’ingresso della laringe tramite la violenza che viene ad applicarsi all’osso ioide, qui all’angolo della mandibola, in alto e indietro, cioè si occlude l’aditus della laringe contro la parete posteriore della faringe. Ecco quindi sono meccanismi un po’ singolari. D’altra parte la lesione isolata di uno o di due, i cornetti, voglio dire i corni della tiroide e/o dei corni ioidei si spiegano proprio con peculiarità dell’arto aggressivo costrittivo, cioè una sorta nello strozzamento, una sorta di pinza che viene a diciamo gravare specificamente in quel punto dove si trova. Ecco se lei immagina, ecco questa pinza non è anteriore, è posteriore. D’altronde le lesioni che si verificano anche nello strangolamento che forse sono più frequenti che non nello strozzamento si legano alla compressione della membrana tiroidea del legamento tiroideo per cui queste formazioni tendono a divergere fino ad un punto di rottura.
(..)
CONSULENTE – Io naturalmente non posso competere con il professor PIERUCCI su queste argomentazioni perché lui voglio dire è un luminare che fa questa attività da tantissimi anni ad altissimo livello, per cui c’ha una casistica e c’ha questa bibliografia anche… Io diciamo a difesa delle mie perplessità vorrei anche però rilevare come la valutazione che si fa in un esame autoptico sul piano dei rapporti anatomici probabilmente non è altrettanto accurata quando si può fare attraverso l’autopsia virtuale cui parlava il Pubblico Ministero, perché la autopsia virtuale è una tecnica che permette di analizzare le strutture anatomiche nei loro rapporti esatti in una situazione diciamo più fisiologica allora non lo so se in questi casi laddove per esempio appunto non c’erano altre lesioni associate se si fosse fatto un esame con una TAC avremmo rilevato per esempio un decorso così regolare, sinuoso con tutte anfrattuosità, con tutte le piccole piegature che ci sono in queste vie aeree come si osserva invece con l’esame di TAC (..)
PUBBLICO MINISTERO – Meno di un centimetro, lei mi dice avrebbe dovuto, se si fosse trattato di un traumatismo dal vivo, di lesione dal vivo avrebbe dovuto interessare i settori contigui, ma io posso farle questa domanda: ma perché a maggior ragione in manovre traumatiche post-mortem, cioè lì veramente… Cioè io mi rendo conto che lei dice non riesco a capire perché non c’è il traumatismo intorno, ma allora a maggior ragione sarebbe dovuto verificare il traumatismo nei settori contigui, cioè diciamo…
(..)
CONSULENTE – Io torno ad enfatizzare un aspetto che quando una persona è viva ed ha, voglio dire, anche movimenti riflessi attivi ha un potere di difesa che è notevolissimo. Quando una persona invece è deceduta la possibilità di creare dei traumatismi manovrando un cadavere è molto maggiore, perché non c’è nessuna difesa. Allora anche il semplice fatto di afferrare il collo in modo improprio per spostare il cadavere dal molo sulla barella o dalla barca sulla barella o sul molo, il cadavere non ha difesa, per cui la possibilità di creare anche un danno limitato a mio avviso è maggiore. Le mie però sono considerazioni di tipo così, di ipotesi, non sono in grado di dimostrarlo.
(..)
PARTE CIVILE – AVV. CRISI – Adesso poi il problema della vitalità della lesione sarà poi oggetto ovviamente di approfondimento anche in fase di discussione, ma in merito a quello che lei professore rispondeva poc’anzi al Pubblico Ministero, volevo farle solamente una domanda, un approfondimento, nel caso in cui questa lesione, questa discontinuità fosse rapportabile al momento in cui il soggetto era in vita. In un soggetto medio giovane in cui la corna della cartilagine tiroide è caratterizzata da importante elasticità solitamente, lei ritiene compatibile che in un soggetto giovane in vita questo tipo di discontinuità sia rapportabile ad una pressione costante?
CONSULENTE – Ad una pressione costante in che senso scusi?
PARTE CIVILE – AVV. CRISI – Ad una pressione costante, quindi una forza di intensità crescente sul luogo in cui viene impressa, quando il soggetto è in vita è medio giovane e vista la elasticità della cartilagine tiroide. Quindi in antitesi della circostanza che un soggetto in vita, un soggetto che in realtà di età medio giovane, possa subire quella discontinuità per mera accidentalità. CONSULENTE – Senta sull’elasticità diciamo cartilagine in un soggetto che abbia superato i 30 – 35 anni, 40 anni, c’è qualche dubbio nel senso che la cartilagine è vero che la cartilagine è una struttura diciamo elastica, ma è altrettanto vero intanto che ci sono apposizioni calciche che tengono ad irrigidirla e poi voglio dire è una struttura questa che c’ha una sua consistenza per cui tutto è possibile, non mi sembra che però questa ipotesi sia facilmente percorribile, cioè dire elastica come un elastico per cui si comprime, fintanto che si comprime fa un’azione lesiva, poi si lascia e torna esattamente al proprio posto. Comunque mi fa una domanda, io le dovrei rispondere in modo preciso, specifico e non sono in grado… In questo parliamo per ipotesi.
PARTE CIVILE – AVV. CRISI – In un soggetto di età medio giovane, in cui la componente calcifica è secondaria, ponendo… (..) Che ci sia elasticità, lei ritiene compatibile che quel tipo di discontinuità del corneo cartilagineo possa derivare da una costrizione costante di intensità…
CONSULENTE – Mi scusi, la situazione anatomica di questi cornetti era, come dicevo agli inizi al signor Giudice, era già una consistenza importante con una parte periferica che era già densa, abbastanza, mentre una parte centrale che era ipodensa, espressione questa del fatto che probabilmente c’era già materiale calcico nella parte più periferica esterna della parete, a livello certamente microscopico non calcificazioni grossolane insomma, cioè io sulla elasticità di questi cornetti ho dei dubbi.
G.I.P. – Nel caso specifico.
CONSULENTE – Nel caso specifico.
G.I.P. – Le riformulo io la domanda dell’Avvocato in termini diversi, ipotizziamo che fossero, adesso lasciamo perdere il caso, ipotizziamo che fosse effettivamente abbastanza elastica comunque questa cartilagine, questo cornetto, secondo lei una lesione di quel genere con un corpo ancora abbastanza elastico si può produrre più facilmente con una botta occasionale, con un colpo accidentale o volontario che sia oppure per effetto di una costrizione prolungata e per effetto di una forza crescente che si viene a porre sul punto? Questo immagino fosse il senso della domanda dell’Avvocato.
CONSULENTE – Io non so se ci sono stati dei traumatismi specifici in quella zona.
G.I.P. – No, non entro, lasciamo perdere il caso, secondo lei con quelle caratteristiche è più facile che si spezzi, che ci sia quella lesione di discontinuità con una forza crescente che preme o con un colpo isolato?
CONSULENTE – Se c’è elasticità anche una pressione diciamo abbastanza importante graduale secondo me può essere esserci anche un adattamento ed una…, se c’è elasticità una risposta diciamo inflessione in deformazione temporanea, la frattura presuppone qualche cosa di più.
G.I.P. – Di più di cosa scusi?
CONSULENTE – Di più o voglio dire un evento traumatico importante e poi il fatto che questa struttura non sia più così elastica.
G.I.P. – Non fosse così elastica, quindi sostanzialmente se non ho capito male, la sua risposta è che vede più probabile l’evento traumatico forte e isolato?
CONSULENTE – Sì, io direi di sì, considerando che questa persona poi aveva, non era più
giovanissimo, ora non mi ricordo quanti anni avesse.
PARTE CIVILE – AVV. CRISI – 36 anni.
CONSULENTE – No, allora era giovane. Vedi: Sentenza Micheli Pag. da 502 a 509

9 Novembre 2009 Quarta udienza preliminare procedimento 2782/05/21 per omicidio e associazione per delinquere
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