Il 22 luglio 2011 le indagini svolte per identificare Joe o Joseph, l’americano della Cia, fonte di Alfredo Virgillito e coinvolto, a dire di quest’ultimo, nella strage di Piazza Fontana hanno dato esito negativo.
Infatti il 22 luglio 2011 giunge una nota del Cerimoniale Diplomatico della Repubb1ica – Ufficio II – del Ministero degli Affari Esteri il quale comunica che dalle ricerche effettuate è stata individuata una sola persona che, per il nome di battesimo e l’età potrebbe essere quella ricercata: tale Joseph Bevilacqua, nato a Totowabora (NJ), il 20.12.1935.
Costui, però, e stato accreditato in qualità di membro del personale tecnico-amministrativo presso il Consolato Generale americano a Firenze dal 1 luglio 1974 al 31 dicembre 1988 e, dal 1 gennaio 1989 al 30 luglio 2010, presso l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America a Roma.
Dunque, Joseph Bevilacqua:
– nel 1969, anno della strage di Piazza Fontana, e nel periodo antecedente all’1 luglio 1974, non era accreditato in Italia presso uffici consolari o diplomatici statunitensi;
– era in Italia negli anni (1988-1992) in cui – secondo Virgillito – avrebbe dovuto lavorare in Finlandia;
– era in Italia fino al 30 luglio 2010, regolarmente in servizio, mentre, a detta di Virgillito, il fantomatico Joe da lui incontrato, oltre che dedito all’alcool ed alla cocaina, sarebbe andato in pensione tra il 1992 ed il 1995 (allorchè si sarebbe dato anche al traffico di armi).
II fantomatico Joe o Joseph di cui parla Virgillito, in definitiva, non è Joseph Bevilacqua e, se esistente, resta persona ignota.
Vedi 24 aprile 2012 Richiesta archiviazione strage piazza Fontana pag: 46/47
Per poter capire come avviene questa identificazione bisogna seguire il percorso testimoniale di Alfredo Virgillito che comincia con una telefonata.
La prima telefonata è fatta il 22 dicembre 2010 al ten. col. Massimo Giraudo il quale si attiva nelle prime ricerche il 24 dicembre 2010.
A seguito della telefonata vi saranno una serie di contatti fra Virgillito e il ten. col. Massimo Giraudo precisamente un’altra telefonata il 30 dicembre 2010 che induce il Giraudo a chiede le deleghe il 4 gennaio 2011 per sentire a verbale il Virgillito. Cosa che avviene l’11 gennaio 2011.
A seguito delle informazioni fornite dal Virgillito, e alle investigazioni effettuate dal Giraudo, lo stesso emetterà più informative. La prima il 21 gennaio 2011, la seconda ancora il 21 gennaio 2011, una terza il 28 gennaio 2011 ed una quarta il 2 febbraio 2011.
A causa delle informazioni fornite dal Virgillito, gli atti d’indagine che si stanno svolgendo a Brescia e che riguardano la strage di Piazza Fontana, vengono trasmessi alla Procura milanese in data 2 febbraio 2011. Il PM di Milano dr. Armando Spataro in data 16 febbraio 2011 assume la conduzione delle indagini a Milano.
Il 17 febbraio 2011 la Procura di Brescia invia altre due informative alla Procura milanese ed il PM dr. Armando Spataro chiede delle indagini su Virgillito in data 23 febbraio 2001. La risposta dei ROS di Milano arriva in data 1 marzo 2011.
Il 9 marzo 2011 la Procura di Brescia invia altre tre informative alla Procura milanese.
La Procura di Milano ascolta Alfredo Virgillito a testimonianza il 9 marzo 2011, il 24 marzo 2011 ed il 30 marzo 2011 e ascolta la testimonianza del padre di Alfredo, tale Carmelo virgillito.
A seguito della testimonianza del padre la Procura recupera la cartella clinica di Alfredo Virgillito in data 11 aprile 2011.
In data 28 Aprile 2011 giungeva una nuova informativa redatta dal ten. col. Massimo Giraudo e su stimolo di questa il PM milanese prendeva informazioni presso la DNA in data 28 aprile 2011.
La Richiesta archiviazione strage piazza Fontana (pag.47 e 48) prosegue con altre due pagine di indagini su Virgillito che risultano inutili al fine della nostra ricerca.
Se vogliamo essere coerenti si deve certamente affermare che Alfredo Virgillito aveva sicuramente dei problemi di origine psichiatrica e quindi si deve ammettere che la Procura milanese, nonostante l’inaffidabilità testimoniale dello stesso Virgillito, ha svolto accurate indagini e riscontri sulle parole che lo stesso ha riferito a Brescia e a Milano.
Che sia una combinazione o che Virgillito, nella sua paranoia, abbia detto la verità il nome Joseph Bevilacqua viene fuori. E’ comprensibile che le indagini milanesi sul soggetto si siano fermate agli incarichi ufficiali, ma noi sappiamo che questo signore americano ha un percorso “lavorativo” non solo ufficiale, ma anche legato ai “servizi”. Quindi la sua permanenza sul territorio italiano non può essere limitata solo ai dati ufficiali.
Per prima cosa vale la pena ricordare che lo stesso Joseph Bevilacqua ammette pubblicamente, in un aula di tribunale, di essere in Italia almeno dal 1964. Riporto un estratto della 17esima udienza del processo Pacciani del 6 giugno 1994.
Presidente: Vi sono altre domande signori avvocati di parte civile? Nessuna. Prego avvocato Bevacqua.
A.B.: Senta da quanti anni lei è in Italia?
G.B.: 26 anni.
A.B.: Anche nel ’68 c’era in Italia?
G.B.: Si.
A.B.: Bene. Senta e dove stava in Italia?
G.B.: ’78?
A.B.: Ah.
G.B.: Cimitero americano
P.M.: ’78 o ’68?
A.B.: Settanto… non lo so, io ho detto ’68, l’ho buttato lì…
P.M.: Allora… chiediamo, forse ha capito male.
A.B.: Quanti anni è che è in Italia lei?
G.B.: Io quando arrivato prima 1964.
A.B.: ’64, sei, quattro.
G.B.: Sei, quattro ma io andato via d’Italia per lavoro 3/4 volte.
A.B.: ’64 lei è stato in Italia.
G.B.: Si.
Possibile anche ascoltarlo direttamente in video:
Da considerare inoltre che talune informazioni sono coperte da segreto di Stato e che fra queste informazioni celate vi sono anche quelle notizie che coinvolgono spie, agenti segreti, agenti dei servizi di paesi stranieri ma alleati dell’Italia. Questo segreto di Stato non può essere rimosso autonomamente da uno dei due stati coinvolti, ma deve trovare il consenso di entrambi gli stati alla sua desecretazione. Questo spiega perchè una figura come quella di Joseph Bevilacqua alias Giuseppe Bevilacqua alias Joe, ad una semplice indagine di un Procuratore della Repubblica, non appare nella sua totalità, ma solo negli aspetti superficiali ed accreditati.
Quindi, pur riconoscendo alla Procura milanese un lavoro certosino, quest’ultima era impossibilitata a sapere la vera permanenza in Italia di Joseph Bevilacqua e quali incarichi, non ufficiali, abbia svolto lo stesso sul nostro territorio italiano e toscano.
Resta il fatto che l’unico Joe di cui ha parlato Virgillito è Joseph Bevilacqua e questo Bevilacqua è stato uno dei maggiori accusatori di Pacciani durante il suo processo del 1994. Testimonianza che gli studiosi del caso non possono non rilevare estremamente imprecisa nelle date e negli orari, non possono ignorare l’estrema somiglianza fra Joseph e Pacciani e non possono ignorare il modo con cui lo stesso Pacciani apostrofa il Bevilacqua durante il confronto sull’altezza, definendolo “Giuda” che come sappiamo è una parola che incarna pienamente il senso del tradimento.
Va inoltre aggiunto che dopo l’inchiesta di Francesco Amicone il Bevilacqua fu escusso dai carabinieri in data 30 maggio 2018 e nell’occasione smentì se stesso (deposizione in aula) rispetto alla sua conoscenza di Pacciani.