La Cassazione azzera l’inchiesta sul dottore di Perugia e il mostro di Firenze

Vicenda processuale << estremamente complessa >>nella quale il giudice che ha stabilito, il 20 aprile 2010, il non luogo a procedere di venti indagati con le formule il fatto non sussiste e il fatto non costituisce reato, ha travalicato il limiti che la legge pone al giudice dell’udienza preliminare. Quasi comportandosi in alcuni passi da giudice di merito invece che fermarsi alla prognosi dei possibili sbocchi processuali dell’ impianto accusatorio . Lo sostiene la Corte di Cassazione nelle motivazioni della sentenza (21 marzo 2013) che ha di riportato davanti al gip solo quattro dei venti  indagati ( e per reati cosiddetti minori) nell’ambito dell’inchiesta sul presunto grande depistaggio intorno alla morte del medico perugino Francesco Narducci avvenuta nell’ottobre del 1985. Un morte che una precedente inchiesta ha visto archiviata come omicidio volontario a opera di ignoti. Una morte che anche una seconda inchiesta, quella della quale si sono occupati ora i giudici della Suprema Corte, ha messo in relazione agli otto duplici omicidi attribuiti al Mostro di Firenze, senza però riuscire a provare con riscontri oggettivi la bontà dell’impianto investigativo. Ma- afferma la Cassazione – anche stabilendo il proscioglimento di tutti gli indagati di primo piano con l’accusa di associazione a delinquere in relazione alla ipotizzata messa in scena per sviare le indagini (mancata autopsia, doppio cadavere, falsificazione di documenti, falso recupero della salma, falso ed altro) il giudice è andato oltre un pronunciamento di competenza, il reato associativo ipotizzato <<è inconsistente e, frutto di una vera e propria fantasia anche se fosse vera la tesi dell’omicidio. O meglio.<< possono richiamarsi le conclusioni sviluppate dal gup rivelatrici di un programma inconsistente ex se,( non semplicemente fragile , frutto di una vera e propria fantasia , anche se fosse stata vera l’ipotesi dell’omicidio….quindi il gup non può fare a meno di pervenire ad una soluzione negativa in ordine al passaggio alla fase dibattimentale …in quanto è il programma stesso ordito dai possibili componenti di questa ( fantomatica per come l’ha ritenuta il gup) compagine criminale a non reggere ad una analisi superficiale che esclude la possibilità di approfondimenti successivi>>. L’ipotesi della grande trama-afferma la Cassazione, con le parole del Gup Paolo Micheli- non avrebbe potuto comunque avere sviluppi processuali appunto perché non provata. La Cassazione ha stabilito in sostanza che non c’è stato depistaggio, che l’ipotesi del doppio cadavere è fantasia, che non c’è mai stata stata un’associazione a delinquere finalizzata a depistare le indagini che andavano nella direzione dei collegamenti con i delitti del Mostro di Firenze. Cade il pilastro dell’accusa, escono definitivamente di scena e senza ombre i maggiori e preminenti chiamati in causa. Ovvero è confermato il proscioglimento di Ugo Narducci, il padre, di Pierluca Narducci, il fratello, di Francesco Trio, il questore di allora,di Alfredo Brizioli, l’avvocato amico di famiglia che ha rinunciato volontariamente ai benefici della prescrizione, l’ex vicecomandante dei vigili del fuoco Adolfo Pennetti Pennella, ora defunto e l’ex dirigente della polizia di stato Luigi De Feo. Inoltre quasi tutti singoli indagati per fatti che avrebbero commesso individualmente sono prosciolti perchè i reati loro addebitati sono caduti in prescrizione. In altre parole è stato accolto il ricorso del piemme Giuliano Mignini e della Parte civile Francesca Spagnoli, vedova di Francesco Narducci, rappresentata dall’avvocato Francesco Crisi , ma non c’è il rinvio dei fascicoli a Perugia. C’è, come si diceva, la prescrizione. Il tempo ha azzerato le accuse. Quattro indagati soltanto infatti compariranno davanti ad un nuovo gip per la nuovo udienza preliminare voluta dalla Cassazione. Torneranno quindi davanti al giudice tra gli altri l’amico d’infanzia Alfredo Brizioli che ha rinunciato alla prescrizione di tutti i reati a suo carico( tra questi  violenza nei confronti di pubblico ufficiale, il consulente del pm Carlesi e minacce all’investigatore Giuttari), il giornalista Mario Spezi (interruzione di pubblico servizio),la testimone Emma Magara (falsa testimonianza in merito al presunto ritrovamento di uno scritto di Francesco Narducci ), Luigi Ruocco (calunnia). La prescrizione è scattata per le accuse di calunnia nei confronti dei familiari del medico scomparso nel Trasimeno, per l’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio contesta all’avvocato Fabio Dean (nel frattempo deceduto) . per l’accusa di falso nei confronti di Ugo Narducci, Pierluca Narducci, Francesco Narducci Adolfo Pennella, per le false dichiarazioni addebitate ai testimoni Marcello Zoppitelli, per l’accusa di favoreggiamento personale mosse a Adriana Frezza e Gianfranco Bernabei. Quattro indagati- in data da definirsi- davanti al giudici per reati minori dopo dieci anni di indagini ,misteri e colpi di scena. Ma se la macchina della giustizia marcerà ancora con il freno tirato sono possibili nuove prescrizioni con l’ipotesi non remota che davanti al giudice finirà per il proscioglimento o per il rinvio a giudizio il solo Alfredo Brizioli. Questa è lo stato dell’arte. Al momento.

La Cassazione azzera l’inchiesta sul dottore di Perugia e il mostro di Firenze

25 Marzo 2013 Stampa: Fiorucci News – La Cassazione azzera l’inchiesta sul dottore di Perugia e il mostro di Firenze
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