Il 19 Giugno 2018, in seguito alla trasmissione a Firenze in data 15 marzo 2018, della denuncia di Francesco Amicone del 1 marzo 2018 e conseguente verbale di assunzione di informazioni sempre del 1 marzo 2018, lo stesso Amicone viene ascoltato, su delega del PM Luca Turco, dai carabinieri della Sezione Anticrimine Carabinieri di Firenze.

Giuseppe Bevilacqua era Stato ascoltato il 30 maggio 2018.

Nel frattempo il 21 giugno 2018 viene inviata una delega al RaCIS da parte del Procuratore Luca Turco.

Questo il verbale: bevilacqua-dichiarazioni-amicone-19 giugno 2018

Questa la trascrizione:

Oggetto: Verbale di sommarie rese da: AMICONE Francesco 

….sentito in merito alla delega d’indagine datata 1 giugno 2018 emessa nell’ambito del Procedimento Penale Nr. 879/18 R.G.N.R. Mod. 45 dal PM – Dr. Luca Turco della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze.

L’anno 2018, addì 19 del mese di giugno, in Perugia, presso gli Uffici della Stazione CC, alle ore 10.40.

Avanti ai sottoscritti Ufficiali di P.G. LGT CS LANFRANCHI Luca e MAR MAG SARDI Leonardo, entrambi effettivi al ROS con impiego alla Sezione Anticrimine Carabinieri di Firenze, è presente il sig. AMICONE Francesco, sopra compiutamente identificato, che sentito in merito a quanto da lui denunciato ai CC di Lecco in data 01.03.2018 [cfr. ratifica di denuncia-querela da lui sporta a carico di Bevilacqua Giuseppe, in altri atti indicato (atto generante con data 07.03.2018 il Proc. Pen. Nr. 264/18 mod. 45 della Procura di Lecco poi inviato – per competenza territoriale – alla Procura di Firenze con timbro di ricevuta del 15.03.2018)] a domanda riferisce quanto segue:- 

Domanda: Può confermare che i due fogli allegati (non sottoscritti) al documento da lei presumibilmente dattiloscritto (il primo contraddistinto da un numero “2” scritto a penna in alto a dx e con una nota a piè pagina anch’essa manoscritta che termina con “12.9” e un secondo foglio relativo ad un snapshot del suo traffico telefonico cellulare) sono parte integrante di una sua denuncia ratificata in data 01.03.2018 dai CC di Lecco? 

Risposta: Si confermo che i due documenti privi di firma autografa sono stati da me composti ed allegati al documento presentato durante la denuncia ai CC di Lecco.

Domanda: Dalla visione di un documento (di nr. 98 pagine complessive) avente frontespizio “Il Mostro di Firenze Zodiac” con scritta a penna “Via Risorgimento 148 Sesto Fiorentino” e termine documento “8 Maggio 1974 Si firma “A citizen” (apparentemente da Lei vistato in basso a destra fino alla pag. 11 – così come il dattiloscritto presente dalla pag. 71 a pag. 75) conferma che sia un suo elaborato redatto dopo una serie di incontri-interviste avute con il Sig. BEVILACQUA Giuseppe di Sesto Fiorentino (FI)? I dati poi ivi contenuti (fotografie – cronistorie – soluzioni di enigmi riconducibili alle gesta del fantomatico “Zodiac”) conferma siano stati da Lei acquisiti da “fonti aperte”?

Risposta: Confermo che molti di questi dati, raccolti in data antecedente all’incontro avvenuto poi con il Sig. Bevilacqua Giuseppe nel maggio 2017, sono stati tutti da me redatti manoscrivendoli o in parte dattiloscrivendoli. Ovviamente ci sono riferimenti a fatti ed avvenimenti acquisiti da fonti cd “aperte”. In particolar modo segnalo che sul sito dell’F.B.I. c’è un archivio accessibile dall’utenza che tratta l’attività investigativa svolta a suo tempo su “Zodiac” (sono presenti rapporti di Polizia, dati di fatto relativi agli omicidi ecc.). 

Oltre a queste consultazioni ovviamente mi sono affidato anche a letture su libri appositamente scritti a seguito dei tragici eventi (come quello di Robert Grey Smith) e da qui ho tratto alcune mie ipotesi circa il coinvolgimento di Zodiac anche per i fatti poi addebitati al cd. “mostro di Firenze”. La mia è stata più che altro un indagine giornalistica basata soprattutto su ipotesi investigative da far auspicabilmente svolgere alla Magistratura.

Domanda: Può indicare la sua attuale professione?.- 

Risposta: La mia attuale professione è quella di giornalista freelance e, adesso, anche quella di contadino; sono infatti domiciliato in Cupra M.ma (AP) Contrada San Michele 54 dove occupo una casa in cambio di lavori mezzadria.

Domanda: Lei è iscritto all’albo dei giornalisti ai sensi dell’art. 1 della Legge n. 69/1963? Se sì è iscritto come giornalista professionista o come giornalista pubblicista?

Risposta: Sono regolarmente iscritto all’albo dei giornalistici pubblicisti avendo già lavorato per il settimanale “Tempi”, “Il Giornale” e per altre collaborazioni minori. 

Domanda: Lei scrive ed eventualmente con quale tipo di contratto quotidiani/giornali?- 

Risposta: Adesso vendo i miei articoli in regime di “diritti di autore”. 

Domanda: Da quando si interessa alle vicende giudiziarie collegate al cd. “mostro di Firenze”?

Risposta: Dal Gennaio 2017 ho iniziato ad occuparmi delle vicende giudiziarie relative alle uccisioni poi addebitate nel tempo al cd. “mostro di Firenze”. E’ stata una mia libera scelta quella di “attenzionare” questo caso giudiziario e solo da questo ho spostato, per similitudine, l’attenzione anche sul caso Zodiac.

Domanda: Ripercorrere i fatti del cd. “mostro di Firenze” può apparire parlando – anacronistico? Cosa può dirci in merito?

Risposta: Verso la fine di gennaio inizio febbraio 2017, ho proposto al mio direttore del settimanale “Tempi” – l’allora Alessandro GIULI – di svolgere una inchiesta giornalistica sul processo del mostro di Firenze per poi dare così risalto alle lungaggini giudiziarie con gli eventuali errori investigativi e processuali nonché sul fatto che si trattasse del vero e proprio primo processo mediatico italiano.

Domanda: Può spiegare i motivi che la hanno spinta a “cercare” nel passato del Sig. BEVILACQUA Giuseppe [ex militare di carriera statunitense e già custode del Cimitero Monumentale delle Vittime di Guerra Americane di Falciani – Impruneta (FI] e da qui supporre che questi possa presumibilmente essere coinvolto negli omicidi attribuiti al cosiddetto “mostro di Firenze”? Quali fatti poi – secondo anche quanto da Lei dichiarato ai CC di Lecco nel verbale di s.i. rese il 01.03.2018 – troverebbero analogia con gli omicidi seriali commessi negli Stati Uniti d’America tra il 1966 e il 1970 ad opera del cd “ZODIAC”?

Risposta: Entrando nel vivo della mia inchiesta (stavo cercando un’alternativa alla verità processuale emersa dalla sentenza definitiva sui cd “compagni di merende”), ho iniziato ad interessarmi del primo investigatore a capo della SAM (squadra anti mostro della Polizia di Stato di Firenze) – Dott. Ruggero Perugini – leggendo il suo manoscritto “Un uomo quasi normale”; poi sono passato alla lettura del libro dell’Avv. Nino Filastò (difensore del Vanni al processo “compagni di merende) “Le merende infami”, e da qui leggere i libri del noto ex Commissario Michele Giuttari (ex capo del GIDES) quali “Il Mostro” e “I compagni di sangue” (quest’ultimo redatto in compartecipazione con Carlo Lucarelli).

Ho poi continuato a documentarmi leggendo altri testi come quello di Riccardo Catola, Mario Spezi, Francesco Cappelletti, Salvatore Maugeri e Vieri Adriani.

Ho poi consultato numerosi atti giudiziari resi ovviamente pubblici consultando anche il web.

Sulla base dell’analisi criminologiche sul caso del mostro di Firenze redatta dal Prof. Francesco De Fazio dell’Università di Modena (professionista allora chiamato dalla stessa Procura di Firenze a redigere una perizia psicologica e criminologica del fenomeno) questi nel sottolineare l’anomalia dei delitti seriali fiorentini, li ha indicati come atipici per un paese latino ravvedendoli come più aderenti ad una realtà nordica. 

Dopo aver consultato anche numerosi giornali dell’epoca sono stato colpito anche da una analoga deduzione fatta da uno degli investigatori del caso che affermò “questa è una americanata”. Anche il rapporto del FBI mi ha colpito perché formulava una ipotesi sul comportamento dell’assassino; secondo quegli agenti, da una visione prettamente casistica, il cd “mostro” aveva cercato anche un probabile “contatto” con gli investigatori. 

L’insieme di questi elementi, uniti anche al fatto che Firenze e la sua provincia sono realtà notoriamente abitate da persone straniere (sia anglosassoni che nord europei) mi ha indotto a focalizzare la mia attenzione su di un soggetto di origine americana emerso – come teste dell’accusa nel corso del processo Pacciani.

Prendendo spunto delle varie caratteristiche sopra descritte ho iniziato ad analizzare quei soggetti che potevano avere le caratteristiche dello “straniero” in grado di commettere delitti così efferati da una parte e così intelligente e sfrontato da sfidare gli investigatori dall’altra.

BEVILACQUA Giuseppe è stato il primo soggetto che ho voluto analizzare per i motivi sopra esposti. Non subito mi sono “innamorato” di questa tesi, anzi, l’ho addirittura per un momento messa da parte per poi invece ritornarci sopra.

Preliminarmente mi sono posto il problema di capire se questo serial killer “straniero” avesse già compiuto dei delitti nel paese di origine. Ho sentito quindi l’obbligo di verificare analogie ai delitti del mostro con altri delitti seriali commessi precedentemente in paesi del nord Europa ed oltreoceano.

In tale contesto mi sono imbattuto nella figura criminale del cd. Zodiac, noto serial killer che in America, nel periodo 1966-1970, colpì in prevalenza coppie appartate. 

Per quanto sopra e dopo un iniziale approccio “critico” alla figura del Bevilacqua, ho iniziato a fare delle vere e proprie ricerche su di lui (partendo dalla sua testimonianza) cercando informazioni sul web fra cui, proprio per l’incarico da questi ricoperto in Italia, alcune sue interviste e fotografie (alcune di queste foto sono state ora tolte dalla commercializzazione e quindi adesso apparentemente non pubblicabili). Da qua ho ricostruito anche la sua storia militare costruendomi così la sua biografia.

Per quanto ne so posso affermare che la carriera criminale di Zodiac, sulla base delle lettere firmate e ufficialmente attribuite a questi, determinano una carriera criminale che va dal 30 ottobre 1966 al 08 maggio 1974. Per tali motivi ho ritenuto che se Zodiac avesse continuato a commettere delitti questi li avrebbe potuti commettere non in America ma probabilmente nella provincia di Firenze posto che dal 1974 fino al settembre 1985 in queste zone imperversò il cd. “mostro di Firenze”. Tengo a precisare che oltre alla linea temporale sopra indicata lo Zodiac nella prima delle sue lettere (“The confession”) aveva minacciato di asportare alle sue vittime femminili gli organi genitali da poi mostrare alla popolazione.

Dalle mie ricerche agli atti del Congresso Americano e da una intervista con il Bevilacqua è emerso che lo stesso a partire dal luglio 1974 ha ricoperto il ruolo di assistente al cimitero monumentale Americano dei Falciani a Firenze.

Aggiungo che, compatibilmente con i periodi di inattività di Zodiac per quanto concerne le lettere che era solito inviare agli investigatori, ho ipotizzato che per motivi di lavoro o altro che non fosse dipeso dalla sua volontà, questi non potesse “scrivere o inviare lettere”. Al pari Bevilacqua, essendo un militare di carriera (dal 1954 al 1974), era soggetto a trasferimenti di sede, anche in zona di guerra (Vietnam), che ne rendevano difficile la collocazione in un solo luogo per cui mi è sembrato una figura compatibile a quella del killer americano.

La mia analisi contemporanea dei delitti attribuiti a Zodiac, la letteratura a lui attribuita, il modus operandi, le date dei crimini a lui ufficialmente attribuiti, hanno infuso in me la convinzione che il serial killer si potesse identificare nel Bevilacqua Giuseppe. 

Inizialmente, anche al fine di verificare la sua presenza nel territorio, ho svolto alcune ricerche [a tal proposito ho inviato due mail, una delle quali alla ABMC – Miss. Melanie RESTO – e l’altra PGMS Ground Managment (che non mi ha neanche risposto)] che mi hanno confermato che il Bevilacqua era reperibile su di una utenza cellulare italiana (risultata poi a lui in uso – 

Già sulle Pagine Bianche avevo comunque già individuato due Giuseppe Bevilacqua nell’area di Firenze.

L’Ufficio a questo punto dà atto che al Sig. Amicone viene chiesto di far visionare le due eventuali mail inviate ai due uffici statunitensi; questi dichiara di non essere nella possibilità di fornire tali atti atteso che la mail utilizzata era quella intestata a francesco.fenicio.cianci.@gmail.com (Cianci è il soprannome del sig. Amicone Francesco), utenza ora definitivamente cessata. 

Ho quindi contattato il Bevilacqua per un appuntamento, avvenuto i primi giorni di maggio del 2017, avente per oggetto un progetto sui fatti inerenti la guerra nel Vietnam. Non feci riferimento alla mia professione di giornalista. Solo dopo due incontri emerse che la mia professione fosse quella di giornalista. Nessuno di questi incontri con il Bevilacqua Giuseppe è mai stato da me registrato. Non li ho registrati anche per una forma di rispetto nei suoi confronti. Al secondo incontro era comunque presente la moglie, Maria. In tale circostanza non fu mai fatto riferimento esplicito alla gesta del mostro di Firenze.

A tal proposito, a riprova degli incontri, consegno una nota spese (poi opportunamente da me firmata in basso a destra), circa alcuni mie pernottamenti in Firenze c/o l’Hotel sul Ponte (zona Galluzzo). Il mancato pagamento si riferisce invece ad un mio viaggio in Firenze del 13.09.2017 per condurre il Bevilacqua a consegnarsi ai Carabinieri dopo le sue ammissioni fattemi telefonicamente il giorno 11.09.2017 e riferibili al suo coinvolgimento sugli omicidi del mostro di Firenze e di Zodiac.

Bevilacqua in quella circostanza (telefonata del 11.09.2017) si mostrò favorevole a consegnarsi ai Carabinieri, come peraltro gli avevo suggerito, e mi chiese addirittura se fosse necessario portarsi qualcosa nella fattispecie la pistola. In tale circostanza gli ho fornito un numero di un avvocato, tra l’altro un mio amico – Avv. Francesco MORAMARCO del Foro di Milano (il quale era già a conoscenza della mia inchiesta giornalistica e della confessione fattami dal veterano). Tengo a precisare che Bevilacqua il giorno 11.09.2017, telefonicamente ha fatto riferimento ad una pistola che secondo lui poteva essere il caso di portare con sé al momento di consegnarsi ai CC ma della quale non mi ha mai fatto cenno durante i precedenti incontri o contatti telefonici né tantomeno me l’ha mai mostrata. Mi aveva solo accennato una volta di avere avuto un revolver in dotazione all’epoca dei fatti del mostro di Firenze.

Il giorno 13.09.2017, quando già ero a Firenze, ho contattato telefonicamente il Bevilacqua per dare seguito agli accordi presi circa la sua consegna alle Forze dell’Ordine. In quell’occasione il Bevilacqua mi disse “un mio amico mi ha detto di non farlo, di dire no, no, no e basta”. Preciso che già dal luglio 2017 il Bevilacqua sapesse della mia indagine giornalistica sugli omicidi seriali fiorentini e americani ma non gli avevo mai detto espressamente che pensavo che fosse lui il serial killer.

Nel corso dei vari incontri il Bevilacqua si è sempre posto sulla difensiva nei miei confronti ipotizzando più volte che non fossi li per scrivere semplicemente un sua biografia ma bensì che fossi al soldo di qualcuno che voleva scavare nel suo passato. Infatti, già dal primo incontro ho cercato di parlare della sua esperienza nella guerra del Vietnam, ma dal Bevilacqua provenivano in risposta alle mie domande numerose allusioni ad un’ arma (pistola Beretta), episodi cruenti di commilitoni che venivano colpiti in fronte dal tiro di cecchini, aneddoti e riflessioni filosofiche sull’inutilità delle guerre in generale e sugli accordi diplomatici che le potrebbero prevenire. Posso ritenere per questo motivo che lui volesse intenzionalmente alludere a dei particolari che avevano sì un senso se si parlava di guerra in Vietnam ma potevano benissimo avere attinenza a quelli che sono fatti del mostro di Firenze e di Zodiac. A mio modo di vedere, infatti, al termine del secondo incontro, ritengo che il Bevilacqua si fosse convinto che la mia presenza a Sesto Fiorentino fosse direttamente collegata al mio interesse verso i delitti del mostro perché lui, per le allusioni già citate (in particolare la pistola Beretta) mi salutò con un plateale gesto di pacca sulla spalla seguito dalla frase “mi piaci perché sei un ragazzo che non porta guai”. Questo mi è valso, alla luce delle mie convinzioni sulla sua vera “identità”, come una conferma che lui avesse capito le mie convinzioni e non volesse celare quello che lui sapeva.

Nel frattempo sono intercorsi tra noi diversi contatti telefonici propedeutici ad altri nostri incontri. 

Forse dal quarto incontro (luglio 2017) il mio interlocutore non mi è più apparso spaventato come nel primo incontro dandomi l’impressione della consapevolezza che io fossi lì non per parlare della guerra, cioè per la sua biografia, ma bensì di altro.

Dopo che nel luglio 2017 sono apparsi gli articoli del Vigilanti, il Bevilacqua mi disse che sua moglie Maria era solita leggere gli articoli che riguardavano il mostro e che quindi aveva avuto modo di leggere anche i mei che nel frattempo avevo pubblicato sul sito “Tempi.it”.- Preciso che verosimilmente prima del quarto incontro, era uscito un articolo di stampa che definiva l’interesse della Procura di Firenze verso la figura del VIGILANTI e ritengo che Bevilacqua fosse più rilassato in quell’incontro proprio perché questa notizia doveva in qualche modo averlo rassicurato ovvero ritengo avesse pensato che se la Procura indagava sul Vigilanti e non su lui i nostri incontri non lo potevano certamente preoccupare.

Gli incontri con il Bevilacqua sono durati tutta l’estate; in tutto credo una quindicina.

Durante questi incontri, ovviamente, l’argomento trattato era quello di Zodiac e del suo accostamento alle gesta del mostro di Firenze.

Domanda: Può spiegare i motivi che l’hanno spinta a presentare denuncia presso i CC di Lecco in data 01.03.2018?

Risposta: Per motivi personali ho portato la denuncia presso il Comando di Lecco che ha poi ratificato gli atti. Tale mie scelta non è dipesa certo da problemi di natura personale con i CC brianzoli. Il 22 febbraio 2018 avevo già portato tali atti ai CC di Monza che però non credo abbiano inviato immediatamente – alla Procura quanto da me consegnato.

Domanda: A tal proposito Lei ha asserito (cfr. verbale di s.i. rese ai CC di Lecco in data 01.03.2018) di aver inviato tale denuncia alla Questura e a Carabinieri di Firenze attraverso l’invio di posta certificata (PEC) a cui avrebbe allegato anche un file pdf inviando poi anche alla Procura fiorentina la stessa documentazione e solo da quest’ultima Autorità ricevere la richiesta di inoltro degli atti attraverso una denuncia da presentare ad un organo di Polizia. 

Come da Ns richiesta telefonica effettuata il giorno 14.06.2018 all’atto della sua odierna convocazione, Lei può fornirci il relativo rapporto di trasmissione/consegna di tale documento e il contenuto della sua nota?

Risposta: Come da Voi richiesto vi consegno – con sottoscrizione nella parte inferiore destra – due ricevute di consegna documento PEC, uno inviato all’ urp.quest.fi@pecps.poliziadistato.it ed uno al tfi30434@pec.carabinieri.it. All’interno di tale documento c’era un allegato pdf di due pagine con all’interno il nome di Bevilacqua apparso da un documento decifrato di Zodiac “My name is cipher del 20.04.1970”.

Non ho mai inviato documento di posta certificata alla Procura di Firenze. Ho solo inviato nel tempo varie mail a nome XXXX Dalla Procura di Firenze mi hanno sempre risposto che per i fatti per cui scrivevo dovevo necessariamente fare denuncia presso un Ufficio di Polizia.

Domanda: Lei è già stato sentito per tali fatti da personale della Polizia Giudiziaria?

Risposta: Informalmente il 16 aprile 2018 sono stato sentito dalla P.G. della Procura della Repubblica di Firenze. Non ho sottoscritto alcuna verbalizzazione.

Domanda: Durante i suoi reportage ha mai avuto contatti con altri personaggi che sono emersi, anche solo come teste, nel corso dei procedimenti penali a carico del Pacciani e/o dei cd. “compagni di merende”?

Risposta: Non ho mai avuto contatti con testi di tali processi. 

Domanda: Lei ha mai sentito parlare di un ex legionario che tesi giornalistiche vedrebbero contiguo alle vicende legate al cd. “mostro di Firenze”?

Risposta: Si, parliamo di VIGILANTI Giampiero di Prato. Ho incontrato l’ex legionario nel mese di maggio 2017. Non conoscevo prima di allora il Vigilanti. Me ne parlò, per puro caso, a maggio 2017 quando ero già a Firenze Edoardo ORLANDI (che è un criminologo dell’Università di Firenze) nel corso di un colloquio nel corso del quale parlammo anche del Vieri Adriani. Ho incontrato poco dopo (maggio 2017) l’ex legionario davanti a casa sua e gli ho chiesto del Vietnam. A Vs contestazione circa la presenza di legionari in Vietnam rettifico che mi riferisco al periodo dell’Indocina. Ho chiesto al Vigilanti se avesse delle scarpe militari usate all’epoca al fine, non di certo rivelato all’anziano militare, di confrontarle con quelle dello scarpone rinvenuto nei pressi dell’autovettura nell’omicidio di Calenzano del 1981.

Domanda: Come è riuscito a contattare il Vigilanti.

Risposta: Ho avuto il suo indirizzo da Edoardo ORLANDI. Venne proprio lui ad accompagnarmi a casa del Vigilanti a Prato nel quartiere attiguo alla Ferrovia. In quella circostanza il Vigilanti mi ha dato il proprio numero telefonico per eventuali futuri contatti.

Domanda: Lei conosce l’Avv. Vieri ADRIANI. Ha mai avuto contatti con questi e, in caso affermativo, attraverso che mezzo? 

Risposta: Conosco il Vieri Adriani solo telefonicamente in quanto da me contattato anche ulteriori informazioni sul suo libro. Non di certo sul Vigilanti. L’Adriani non ha mai voluto rilasciarmi interviste.

Domanda: Lei, dopo queste sue rivelazioni, peraltro poi riprese anche da numerosi quotidiani nazionali, è mai stato contattato da altri giornalisti della carta stampata o televisivi per avere interviste anche a pagamento?

Risposta: Nelle ultime settimane sono stato più volte contattato da alcuni colleghi giornalisti, ai quali ho rilasciato tre interviste, tutte senza alcuna corresponsione di denaro; una al settimanale “OGGI”, in particolar modo al giornalista Giangavino SULAS, una con un giornalista freelance Michele BARBARO e una con il giornalista Giuseppe PIZZO di “Chi l’ha visto”. 

Domanda: Lei conosce il giornalista Giangavino SULAS del settimanale “OGGI”? Ha avuto con questi, nel tempo, rapporti di lavoro.

Risposta: Non conoscevo prima di allora né il SULAS né gli altri due giornalisti. 

Domanda: Ha mai ricevuto da parte dei legali del Bevilacqua diffide in tal senso ovvero a rilasciare dichiarazioni sul conto del loro assistito?

Risposta: Fino ad oggi non ho mai ricevuto diffide e/o atti giudiziari da parte del legale del Bevilacqua Giuseppe.

L’Ufficio a questo punto dà atto che al Sig. AMICONE Francesco viene posta in visione una lettera datata 5 maggio 2018 apparentemente da lui inviata al Sig. BEVILACQUA Giuseppe.

Domanda: Si assume la paternità di tale scritto? 

Risposta: Si l’atto che Voi mi ponete in visione l’ho inviato con posta assicurata a casa del Sig. Bevilacqua Giuseppe. Non ho mai avuto risposta a tale mia missiva. 

Domanda: Ha mai più avuto contatti con il Bevilacqua? 

Risposta: Non ho più avuto contatti con il Bevilacqua. Ho solo inviato tre mail all’indirizzo del suo legale – Avv. Elena BENUCCI – senza però da questi ricevere alcuna risposta.

Domanda: Di questi fatti ha messo al corrente altri organi di Polizia?- 

Risposta: Come evincibile dal foglio manoscritto che che vi consegno e da me opportunamente sottoscritto vi consegno l’indirizzo e il nominativo del personale dell’FBI di San Francisco a cui ho inviato la copertina del libro Zodiac di Robert Grey Smith su cui sono impresse le impronte digitali di Bevilacqua Giuseppe.

La verbalizzazione ha termine alle ore 16.20 e previa lettura viene sottoscritta dall’interessato.

Francesco Amicone 

NOTA N. 1 E N. 4 

Amicone ha contattato Bevilacqua tramite la direttrice del Cimitero Americano di Sicilia-Roma Melanie Resto, come dimostra uno scambio di e-mail fra i due datato 7 – 10 aprile 2017 agli atti dopo averlo recuperato chiedendone copia alla direttrice. 

From: Resto Mélanie 

Sent: Monday, April 10, 2017 8:53 AM 

To: ‘francesco.fenicio.cianci@gmail.com’ 

Subject: RE: messaggio per Joseph Bevilacqua 

Buongiorno Sig. Cianci, 

Il Sig. Bevilacqua preferisce che lei lo chiami al numero qui. 

Sig. Bevilacqua tramite: 339 3873920. 

Regards, 

Melanie Resto 

Superintendent 

American Battle Monuments Commission | Sicily-Rome American Cemetery 

Unit 9500 Box 11 | DPO AE 09624-0011 

Piazzale Kennedy 1 | 00048 Nettuno | Italy 

T +39 06.98.80.284 

From: Francesco Cianci <francesco.fenicio.cianci@gmail.com> Sent: Friday, April 7, 2017 6:19:10 PM 

To: Resto Mélanie 

Subject: messaggio per Joseph Bevilacqua 

Buonasera, 

l’ho chiamata questo pomeriggio per avere un contatto con l’ex Soprintendente Joseph Bevilacqua. Ecco il messaggio che vorrei gli fosse recapitato (se possibile). 

Grazie per la cordialità e la disponibilità! 

“Salve, sono Francesco Cianci, 

la contatto perché sto scrivendo una biografia su una persona che servi per l’Esercito USA fra il 1960 e il 1968. Della sua vita in quel periodo purtroppo si sa poco. E non so da dove iniziare per le mie ricerche, che partono solo dal fatto che nel periodo del Vietnam doveva essere di base in California e forse faceva parte della Military Police. Sono del tutto incompetente dell’ambiente militare e avrei bisogno di orientarmi per scrivere questo capitolo che dovrebbe rivestire una certa importanza nel complesso della storia di questa persona. Contatto Lei per la sua esperienza e perché mi hanno suggerito il suo nome. 

Sarebbe disponibile a concordare un colloquio telefonico o anche per email? Grazie, 

Francesco” 

NOTA N. 2 

I tabulati riscontrano che la telefonata a cui si riferisce Amicone è avvenuta il 12 settembre 2017. 

NOTA N. 3 

L’interferenza che ha disturbato la “telefonata dell’ammissione”, in quei momenti percepita da Amicone come indizio di un’intercettazione in corso, potrebbe essere dovuta al tentativo della sig.ra Meri Torelli, moglie di Bevilacqua, di ascoltare meglio la conversazione fra il giornalista e il marito. Nella sua deposizione del 12 ottobre 2023, la sig.ra Torelli affermerà di avere inserito il vivavoce. 

NOTA N. 5 

Il primo incontro fra Amicone e Bevilacqua riscontrato dall’analisi del ROS risale al 26 maggio. 

Nei primi giorni di maggio del 2017 Amicone a Firenze ha incontrato il criminologo avv. Edoardo Orlandi, il blogger Francesco Cappelletti, e, in seguito, l’indagato Giampiero Vigilanti insieme all’avv. Orlandi. 

NOTA N. 6 

Gli incontri con Bevilacqua accertati dai Carabinieri sono stati 6 e sono avvenuti il 26, 27 maggio; il 30 giugno; il 28 luglio; il 9 e il 10 agosto.

Informazioni ricavate, totalmente o in parte, dal blog: https://ostellovolante.com

19 Giugno 2018 Verbale di assunzione di informazioni di Francesco Amicone

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