Il 1 Giugno (giorno e mese fittizi) 2009 viene messo in onda il Telefilm dal titolo “Il mostro di Firenze” per la regia di Regia: Dario Germani

Cast: Marco Aceti, Giulia Todaro, Tiziana Rivale, Azzurra Martino, Martina Carducci, Ilio Vannucci, Enzo Pierguidi, Maria Tona

Note: Il film è chiaramente ispirato ai delitti del Mostro di Firenze. Dal Blog www.davinotti.com

L’aggancio ai delitti del Mostro di Firenze è evidente fin dal titolo e dalla locandina: la lettera H è quella stampata sul fondo di tutti i proiettili calibro 22 Winchester utilizzati dal Mostro fin dal primo omicidio (che ancora resta da stabilire con certezza se sia quello del 1968 o del 1974). La sua firma, in poche parole. Anche la 127 (per quanto blu e non gialla come in questo caso) era l’auto ritrovata sul luogo del delitto del 1974 (citato alla radio prima dei titoli di coda) e qui ha un ruolo sorprendentemente importante: simbolo di un’epoca (le cui pubblicità televisive vengono bizzarramente interpolate in più occasioni alle immagini), è tirata a lucido dal protagonista maschile (Aceti) e guidata fino alla piccola radura nel bosco dove è ambientata buona parte del film. Lui, Seba, è un meccanico che partecipa a una festa Anni 80 (sul palco Tiziana Rivale canta “Ash”) e sta insieme a Patty (Todaro), più giovane di qualche anno, la cui madre non lo vede proprio di buon occhio.

Sono le brevi fasi del film che precedono gli orrori successivi e ci presentano i personaggi lasciando comunque intravedere la personalità del regista Dario Germani, che cerca di uscire dagli standard proponendo – anche all’interno di un prodotto con chiari limiti di budget – inquadrature non banali e scelte particolari nel montaggio. E’ comunque, la prima, una fase chiaramente preparatoria, perché il film entra nel vivo di una messa in scena horror discretamente riuscita solo quando l’auto di Seba e Patty si ferma tra gli alberi di notte. Qui il richiamo alla location tipica utilizzata dal Mostro per i suoi delitti si fa strada prepotentemente in chi conosce la vicenda e l’atmosfera comincia a surriscaldarsi in ogni senso. Sappiamo bene cosa si accinge a fare la coppia e solo parzialmente quello che avverrà in seguito. Possiamo immaginarlo però, ed è un verbo chiave, perché quanto vedremo attingerà agli elementi più canonici dell’horror andando a lavorare sulla qualità delle riprese e sugli effetti speciali di Sergio Stivaletti, in alcuni casi fondamentali. Lascia invece piuttosto delusi l’assenza di una sceneggiatura che possa supportare al meglio quanto comunicato dalle immagini, con un conseguente calo della tensione, in molti momenti, dovuto a frasi smozzicate, rese talora poco comprensibili dai toni sussurrati e che fanno spesso supplicare che le scene vengano in qualche modo sintetizzate.

Poi il colpo di scena (non esattamente sorprendente) e la continuazione di un percorso in cui è sempre l’atmosfera a giocare il ruolo fondamentale, e le sagome che si muovono minacciose nella notte. Qualche buona idea non manca, l’aver utilizzato spunti legati alla vicenda del Mostro anche in modo poco “ortodosso” è insolito e in fondo scusabile (non siamo certo in un documentario), perché il clima che si respira riesce davvero a creare un ponte tra un passato cupo e un presente che lo rievoca a tratti mirabilmente. Poco felice tuttavia la scelta di aver calato il tutto in una romanità dilagante che al contrario sembra voler marcare la differenza in un costante avvicinamento/allontanamento dai crimini di riferimento che un po’ spiazza e non sempre positivamente, come se si fosse scelto di sfruttare elementi della nota vicenda fiorentina solo per dare sostanza tangibile agli incubi dei protagonisti.  DI MARCEL M.J. DAVINOTTI JR.

1 Giugno 2019 5° Film sul MdF: Lettera H
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