Il 20 febbraio 2020 esce il libro Chi ha ucciso Barbara Locci? di Demetrio Piras, edito da Bandecchi & Vivaldi, 190 pag.
Una pazzesca, incredibile, ma vera e singolare storia criminale. Per anni il MOSTRO DI FIRENZE semina il terrore attorno al capoluogo toscano prendendo di mira le coppie appartate. Colpisce per la prima volta a Signa la sera del 21 agosto 1968, ma si percepirà solo anni dopo di avere a che fare con un essere mostruoso, quando ripeterà i massacri delle coppie a scadenza quasi fissa. La paura coinvolge tutti. Barbara Locci, sarda, sarà la prima vittima femminile insieme al suo amante. Quel delitto, a lungo dimenticato, riemergerà dopo quattordici anni e costituirà punto centrale in quella parte dell’inchiesta sul mostro conosciuta come la pista sarda. Sarà tralasciata con l’entrata in scena di Pietro Pacciani e dei suoi presunti complici: i compagni di merende e la setta satanica. Per tanti anni si è pensato che dietro al MOSTRO DI FIRENZE si celasse un solo individuo, un classico serial killer; poi l’inchiesta ha fatto emergere un’associazione di mostri in cui figuravano esecutori e presunti andanti. Tuttavia, con l’assoluzione nel maggio del 2008 del farmacista di San Casciano Val di Pesa Francesco Calamandrei, la tesi dei “mandanti”, che secondo l’accusa avrebbero commissionato i delitti del MOSTRO DI FIRENZE per acquisire feticci da utilizzare in riti esoterici, si è completamente sgonfiata gettando ombre anche sui risultati dell’inchiesta che aveva portato alla condanna degli esecutori materiali, i compagni di merende di Pacciani, probabilmente anche loro vittime indirette del maniaco che assassinava le coppie. L’ipotesi che il “mostro” sia stato un killer solitario resta per molti la più convincente.