LETTERA Caso Narducci, Pm Mignini: “Morte accidentale? No, quella sentenza è stata tolta di mezzo dalla Cassazione”
Il Pm, ora in pensione, ha voluto precisare i procedimenti per accertare la verità sul caso. “Accertate le cause della morte e il doppio cadavere. Questi non sono giudizi, sono fatti”
LETTERA Caso Narducci, Pm Mignini: “Morte accidentale? No, quella sentenza è stata tolta di mezzo dalla Cassazione”Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviata dal Pm Giuliano Mignini, da poche settimane in pensione, che dopo aver letto l’articolo sulla morte di Piero Bricca, uno dei testimoni chiavi del ritrovamento del cadavere che fu attribuito al dotto Narducci, oggetto di inchieste sul cosiddetto Mostro di Firenze e sulle circostanze della sua misteriosa morte. Buona lettura.
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Gentile Direttore di Perugia Today. Sono Giuliano Mignini, da poco a riposo dopo essere andato in pensione come magistrato. Durante la mia carriera, mi sono occupato, tra l’altro, della vicenda del gastroenterologo Francesco Narducci e, con una certa sorpresa, ho letto oggi un articolo relativo alla recente morte dell’ex maresciallo della Polizia Provinciale che conobbi durante le indagini e che si dimostrò sempre leale e collaborativo verso gli inquirenti. Lo ricordo con simpatia.
Nell’articolo si dice però una cosa profondamente inesatta che, purtroppo, non è una novità in questa vicenda. Si dice cioè che, per il Tribunale, il Narducci sarebbe morto per disgrazia, mentre per me e per il dr. Giuttari sarebbe morto per omicidio (con tutto il contorno di doppio cadavere e connessioni fiorentine). Per il Tribunale perché? Perché per l’allora gup Paolo Micheli, autore di una macroscopica sentenza, il Narducci sarebbe morto per disgrazia.
Eppure, dovrebbre essere ormai chiaro a tutti che quella sentenza è stata tolta di mezzo dalla Quarta Sezione della Corte di Cassazione, il 22 marzo 2013, dietro mio ricorso. E pensare che l’unica statuizione del Tribunale rimasta in piedi sia l’ordinanza del gip De Robertis nel procedimento 1848/08/21 che ha stabilito la causa di morte del medico nell’omicidio, il “doppio cadavere” e le connessioni fiorentine. E questo senza parlare dell’ordinanza del Tribunale d’Appello cautelare di identico tenore. Questi non sono giudizi, sono fatti.