Mostro di Firenze: Chiesto l’intervento della Vigilanza Rai sul Docufilm. Il Generale Torrisi conferma la retrodatazione del delitto
Paolo Cochi
Dopo le notizie apprese dal sito ufficiale di RAInews, nel quale veniva comunicata la realizzazione di un docufilm con l’utilizzo di mezzi e personale della polizia scientifica di Roma e Firenze, in una ricostruzione in 3D, effettuata con sopralluogo e ricostruzioni sulla piazzola scenario dell’ultimo delitto.
È stata oggi fatta una richiesta di chiarimenti circa le modalità dell’iniziativa e gli scopi della stessa al Sen. Alberto Baracchini (Presidente Vigilanza Rai) e all’On. Massimiliano Capitanio (capogruppo Lega – Vigilanza Rai) da parte del componente della segreteria del Partito Radicale On. Marco Beltrandi.
“Anche l’onorevole Giachetti ed il Senatore Rampi, che di recente hanno presentato interrogazioni parlamentari sul tema “mostro di firenze”, sia alla Camera che al Senato, hanno ricevuto detta segnalazione – dice Beltrandi – L’obiettivo è quello di capire i motivi per i quale si è utilizzato personale e mezzi della polizia di stato a beneficio di una società di produzione incaricata dalla Rai nella realizzazione del Docufilm. Ma anche chi ha autorizzato il provvedimento e capire a quali fini istituzionali”
Sappiamo che si son susseguite tesi controverse sulla presenza delle forze dell ordine a Scopeti. Dapprima si era parlato di rilevamenti a scopo di indagine e accademici, poco dopo si è appreso, invece, proprio da Rainews che si trattava della realizzazione del Docufilm. I risultati sarebbero poi stati messi a disposizione delle autorità giudiziarie.
“Si chiede chiarezza, in quanto, la polizia non può essere utilizzata per scopi privati o per agevolare la realizzazione di un prodotto cine-televisivo – Prosegue Marco Beltrandi – quindi è opportuno che si accerti l’origine dell’iniziativa, chi la disposta e / o autorizzata.”
Riguardo, invece, la controversa data del delitto di Scopeti, invece, abbiamo sentito l’allora colonnello, ora Generale dei CC, Nunziato Torrisi che all’epoca seguiva direttamente le indagini, ed esprime la sua opinione dopo 36 anni dal delitto. È stato uno dei protagonisti delle indagini negli anni sul mostro e per la prima volta, dopo tanti anni, si racconta nel video che abbiamo realizzato. A seguire alcune domande poste al Generale Torrisi.
“L’omicidio avvenne il venerdì 6 o il sabato 7 settembre 1985.”
“Indubbiamente il cadavere dell ‘uomo presentava un rigonfiamento, dei gas che si producono per la circostanza. Addirittura per un profano, guardare il cadavere con la catenina al collo che “scompare” tra le pieghe del collo è significativo. Non può essere una morte del giorno prima, se poi ci aggiungiamo l’incipiente putrefazione degli occhi, ombelico e le larve che già camminavano è pressoché impossibile che la morte possa risalire alla domenica sera.”
Quindi vi erano delle larve sul cadavere del ragazzo?
“Ma certo! Ci sono dei tempi necessari per lo sviluppo delle stesse, che quanto riguarda le larve di mosca carnaria che deposita delle uova il mattino al sorgere del sole. Passono delle ore prima che si sviluppano. E poi, guardi, se una persona non ha visto mai un cadavere… è meglio che non si pronunci.”
Il parere di Torrisi è stato confermato anche dall’ex capo della squadra mobile Dr. Sandro Federico, dal medico legale Giovanni Marello, e da altri medici legali ed entomologi professionisti del settore e titolari di cattedre universitarie. L’allora colonnello dei CC Nunziato Torrisi fu uno dei principali investigatori che seguirono l’indagine con estrema professionalità e con zelante impegno. Stilo’ ben due rapporti che sottopose allora Giudice Istruttore Mario Rotella.