Il 13 Giugno 2005 rilascia testimonianza Gabriele Barbetta, collaboratore di Nazzareno Morarelli nell’impresa funebre “Passeri”. Sentito alla presenza del figlio Andrea e del suo avvocato Luca MAORI.

…ricordo che la salma si trovava adagiata al suolo, al piano terra, e si presentava in pessimo stato di conservazione; il corpo era completamente gonfio, con chiazze violacee. Ricordo anche che mi stupii parecchio del fatto che i familiari volessero rivestire la salma, questo perché quel cadavere mi faceva anche un po’ ribrezzo, viste le condizioni, ma i familiari vollero che noi lo rivestissimo… non ho messo alcun telo o asciugamano sulla pancia del cadavere.
Ricordo che mettemmo un giubbino, forse di lana, che mi sembra avesse delle trecce di un colore grigio chiaro… dopo averlo vestito lo abbiamo messo sopra una brandina e poi siamo andati a prendere la bara… al nostro ritorno, intorno alle 13,30 circa, andammo di nuovo nello stesso ambiente, e cioè al piano terra, dove ritrovammo la salma nello stesso modo in cui l’avevamo lasciata… Aggiungo inoltre che, accanto alla salma, vi erano delle persone che la vegliavano e ricordo perfettamente che vi erano anche delle donne… Sono assolutamente sicuro del fatto che Morarelli e l’altra persona (di cui non ricorda l’identità) sono rimaste sempre insieme a me per tutto il periodo che ci ha visto protagonisti nella sistemazione del cadavere quel giorno…. Dopo aver saldato la cassa in zinco, abbiamo avvitato la bara con il relativo coperchio di legno. Posso stimare che quando chiudemmo definitivamente la bara, saranno state intorno alle 14,30, al massimo le 15,00… Credo che i sigilli li abbia apposti Moretti Nazareno di Magione, dopo aver espletato tutta la documentazione…Le pratiche funerarie sono state fate dal Moretti… Lei mi chiede come mai Moretti Nazareno abbia effettuato le pratiche funerarie ed io le rispondo che siccome il Moretti aveva “le mani in pasta” al Comune di Magione, e con ciò intendo che poteva sbrigare facilmente le pratiche, gli sia stato chiesto di darci un aiuto. Non gliel’ho chiesto io, presumo l’abbia fatto Morarelli, così come presumo che i sigilli alla bara in legno li abbia messi sempre lo stesso Moretti dopo lo svolgimento delle pratiche funerarie…

In sede di assunzione d’informazioni testimoniali, al Barbetta veniva fatto presente che alcuni testimoni avevano raccontato circostanze in contrasto con quanto da lui esposto [alcune persone avevano dichiarato che nei giorni successivi al ritrovamento del corpo e quindi il lunedì, avevano visto la bara aperta con il cadavere all’interno ed in zone della villa diverse da quelle descritte dal Barbetta], e così replicava:

Se la bara aperta l’hanno vista il giorno stesso in cui l’ho chiusa è possibile, se, invece, questo è accaduto dopo non ne ho la più pallida idea. Voglio aggiungere, ancora, che la salma che io ho rivestito non poteva essere esposta a lungo perché igienicamente non era il caso visto che era in piena fase di decomposizione.

Vedi Nota Finale Gides 4 aprile 2007 Pag. 27/28

“….L’ufficio da atto che, prima di iniziare la verbalizzazione, si ritiene opportuno precisare che il Sig. BARBETTA Gabriele si è presentato in questi uffici unitamente all’Avv.to Luca MAORI del foro di Perugia, suo legale di fiducia, e al figlio BARBETTA Andrea, nato a Perugia il 22.05.1070, ivi residente Strada Castel del Piano Pila nr. 16/A, identificato mediante Carta d’Identità nr. XXXXX rilasciata dal Comune di Perugia il giorno XXXXXX. Il legale presenta all’ufficio un referto medico, datato 08.06.2005 a firma del Dott. FAGIOLARI Mauro, con il quale si certifica che il Sig. BARBETTA Gabriele è affetto da:” SINDROME ANSIOSA DEPRESSIVA” con prognosi di gg.20 s.c.. Inoltre depositano anche un referto del Pronto Soccorso dell’Ospedale Silvestrini di Perugia, datato 08.06.2005, con il quale si certifica che lo stesso BARBETTA Gabriele ha ottenuto gg.10 s.c. per “TRAUMA CRANICO NON COMMOTIVO, TRAUMA CONTUSIVO ALLA SPALLA DESTRA E ALLA SPALLA.”. A questo punto, e sempre alla presenza del legale e del figlio, si chiede al Sig. BARBETTA Gabriele se intende o meno avvalersi della presenza di un medico e lo stesso dichiara:” NON INTENDO AVVALERMI DELLA PRESENZA DI UN MEDICO
PERCHE’ MI SENTO BENE, L’IMPORTANTE CHE CI SIA LA PRESENZA DI MIO FIGLIO”. In considerazione di ciò ed a seguito di contatto telefonico immediatamente tenuto con il Sost. Proc. Dott. Giuliano Mignini, titolare delle indagini, i verbalizzanti danno atto che il Sig. BARBETTA Gabriele viene sentito con la presenza del di lui figlio Sig. BARBETTA Andrea, sopra generalizzato.

Si da atto, inoltre, che l’Avvocato Luca MAORI lascia l’ufficio.

DOMANDA: Lei conferma tutte le precedenti deposizioni rese anche dinanzi al Sost. Proc. Dott. Giuliano Mignini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia? RISPOSTA: Si, confermo tutto quello che ho dichiarato nelle precedenti audizioni, anche se intendo precisare qualcosa. In particolare ritengo di essere stato indotto in errore da una fotografia che mi venne mostrata la quale raffigurava delle persone che portavano una bara.

L’ufficio da atto che al Sig. BARBETTA Gabriele viene mostrata una foto che ritrae un gruppo di uomini, tra cui alcuni in divisa, che trasportano una bara. La foto in copia, riconosciuta per quella indicata dal Sig. BARBETTA Gabriele, viene allegata al presente verbale e siglata con il codice AAA/1 e controfirmata dai presenti.

Il Sig. BARBETTA Gabriele continua la sua deposizione. “In un primo momento mi ero quasi riconosciuto, nella foto mostratami, nell’uomo con il vestito chiaro e con la cravatta. Questo mi ha portato fuori strada perchè io oggi ricordo, con nettezza, che non sono mai stato al pontile di Sant’Arcangelo il giorno 13.10.1985, bensì di essere andato direttamente alla villa dei NARDUCCI insieme al Nazzareno Morarelli, all’epoca mio socio, ed un altro signore di cui non ricordo assolutamente l’identità. Debbo precisare che appena arrivati alla villa dei NARDUCCI, è arrivato un carabiniere in divisa il quale si è diretto verso il carro funebre e si è soffermato a parlare con Nazzareno Moretti, che aveva materialmente provveduto al recupero della salma al pontile, e con altre persone. Credo che questo Carabiniere, che aveva una cartella sotto il braccio, sia entrato anche dentro la villa in argomento. Aggiungo che non conoscevo questo Carabiniere. Ricordo che la salma si trovava adagiata al suolo, al piano terra, e si presentava in pessimo stato di conservazione; il corpo era completamente gonfio, con chiazze violacee. Ricordo anche che mi stupì parecchio del fatto che i familiari volessero rivestire la salma, questo perchè quel cadavere mi faceva anche un pò ribrezzo, viste le condizioni, ma i familiari vollero che noi lo rivestissimo. Non ricordo se abbiamo tagliato i pantaloni e la camicia per farli entrare a quella salma. In genere, però, la prassi è quella di tagliare dal dietro sia i pantaloni che la camicia per consentire la vestizione, certamente quando la salma appare gonfia. Non ho messo alcun telo o asciugamano sulla pancia del cadavere. Ricordo che mettemmo un giubbino, forse di lana, che mi sembra avesse delle trecce di un colore grigio chiaro. Il volto era molto gonfio, di colore violaceo e comatoso; i capelli erano normali e non ho fatto caso ad altre cose. Dopo averlo vestito lo abbiamo messo sopra una brandina e poi siamo andati a prendere la bara. Preciso che siamo arrivati in villa intorno alle 10,30-11,00 circa senza portare con noi nessuna bara. Successivamente, dopo aver finito la vestizione, intorno alle 12,30 circa, siamo ritornati tutti e tre a Perugia per preparare la bara e riportarla alla villa, dove siamo arrivati alle ore 13,30 circa. Nel frattempo il cadavere è rimasto sulla brandina sempre al piano terra e non è mai stato mosso da quell’ambiente. Al nostro ritorno, ripeto ancora intorno alle 13,30 circa, andiamo di nuovo nello stesso ambiente, e cioè al piano terra, dove ritrovammo la salma nello stesso modo in cui l’avevamo lasciata.

L’ufficio da atto che il Sig. BARBETTA Gabriele appare molto tranquillo e dichiara di sentirsi bene e di non avere bisogno di nulla, potendo continuare agevolmente l’esame.

Continua il Sig. BARBETTA Gabriele: ” Aggiungo inoltre che, accanto alla salma, vi erano delle persone che la vegliavano e ricordo perfettamente che vi erano anche delle donne. Lei mi chiede, Tenente, se quella salma con la bara sia stata spostata in un altro ambiente, ed io le rispondo assolutamente di no, perchè ricordo: sia di non averla spostata e sia di non aver fatto scale con questa bara. Sono assolutamente certo di quello che dico, potremmo averla spostata di qualche metro, ma restando sempre in quell’ambiente e non andando in altre aree o zone della villa. Questo aspetto mi è molto chiaro anche perchè, vista la pesantezza della bara, mi sarei ricordato di qualche suo spostamento più esposto, anche perchè in tre persone non si può spostare una bara di quelle dimensioni e pesantezza. Sulla presenza delle donne poco altro posso dire se non il fatto che erano molte addolorate, così come normale in quei casi. Sono assolutamente sicuro, visto che me lo chiedete, del fatto che MORARELLI e l’altra persona siano rimaste sempre insieme a me per tutto il periodo che ci ha visto protagonisti nella sistemazione del cadavere, quel giorno. Aggiungo che, adesso mi viene in mente, la presenza di un prete prima che chiudessimo la bara, che impartì una benedizione al cadavere. Dicevo, quindi, che ritornammo alla villa più o meno alle 13,30 massimo 14,30 circa. Ci recammo subito nel seminterrato portando la bara.  Sistemammo la cassa su di un cavalletto tipo camera ardente, con i lampioncini, e posizionammo il cadavere dentro la cassa che, per legge, ha in dotazione un vascone di zinco che viene sigillato. In pratica il legno è solo un abbellimento. In quel momento, dopo aver riposto il cadavere nel vascone di zinco, ricordo perfettamente di essermi recato al furgone per prelevare gli attrezzi per la saldatura e, contestualmente, io, MORARELLI e quest’altra persona, abbiamo iniziato la procedura che sarà iniziata di li a mezz’ora massimo. Per chiudere il vascone mettemmo il coperchio di zinco che combacia perfettamente con la parte bassa della vasca. MORARELLI o l’altro collega passarono l’acido sui bordi del vascone ed io, personalmente, effettuai la saldatura con lo stagno, di questo ne sono certissimo. Le mi chiede, Tenente, se io sono assolutamente sicuro di aver saldato il vascone di zinco lo stesso giorno in cui venne rinvenuto il cadavere, ed io le rispondo che ci posso mettere le mani sul fuoco e lo posso giurare. Riaffermo che è successo tutto in quel giorno lì. Dopo aver saldato la cassa in zinco, abbiamo avvitato la bara con il relativo coperchio di legno. Posso stimare che quando chiudemmo definitivamente la bara, saranno state intorno alle 14,30, al massimo le 15,00. Ricordo anche, visto che me lo chiede, che quando tornai a casa mia moglie ed i figli avevano già pranzato. Infatti, ricordo, che mia moglie esclamò:” COME MAI HAI FATTO COSI’ TARDI”, io risposi che il lavoro mi aveva portato a fare tardi. Le mi chiede ancora a che ora pranzavamo di solito in famiglia, ed io le rispondo che era intorno alle 12,30. Ricordo che mangiai da solo, seppure in compagnia di mia moglie. Lei mi chiede ancora se ho apposto i sigilli sulle viti che chiudono il legno della bara, quel giorno, e cioè la domenica 13.10.1985, ed io le rispondo che la mia opera terminò con la chiusura del coperchio in legno attraverso le viti senza apporre i sigilli. Credo che i sigilli li abbia apposti MORETTI Nazzareno di Magione, dopo aver espletato tutta la documentazione. Dopo aver chiuso la bara, come detto, andammo via tutti e tre ed io non sono mai più andato in quella casa. Non ho provveduto a fare altro anche perchè nei giorni successivi ho avuto altre cose da fare. Le pratiche funerarie sono state fatte dal MORETTI. DOMANDA: Signor BARBETTA ci spiega come mai, secondo lei, quel giorno sono state chiamate due imprese funebri? E’ anomalo secondo lei il fatto che una ditta faccia il recupero del cadavere per poi essere esautorata? E ancora, negli anni che l’hanno vista lavoratore attivo in questo settore, ha mai visto una cosa del genere? RISPOSTA: Ancora oggi non riesco a spiegarmelo, anche perchè MORETTI Nazzareno di Magione, aveva tutte le capacità di svolgere un funerale allo stesso nostro livello. Lei mi chiede se noi all’epoca avevamo un’auto funebre più nuova o più bella e potevamo disporre di ditte che avevano bare migliori, ed io le rispondo che il carro funebre era identico, sia per noi che per loro, in quanto Mercedes. Per quanto riguarda le bare il MORETTI poteva disporre delle migliori bare esistenti in commercio, esattamente come noi. Può accadere che una ditta venga messa da parte in favore di un’altra. Posso dire che è una cosa che accade di frequente. Posso aggiungere che se questo fatto è successo, presumo che la famiglia potesse conoscere la Ditta PASSERI, comunque non me. Lei mi chiede come mai MORETTI Nazzareno abbia effettuato le pratiche funerarie ed io le rispondo che siccome il MORETTI aveva ” le mani in pasta” al Comune di Magione, e con ciò intendo che poteva sbrigare facilmente le pratiche, gli sia stato chiesto di darci un aiuto. Non glielo ho chiesto io, presumo l’abbia fatto MORARELLI, così come presumo che i sigilli alla bara in legno, li abbia messi sempre lo stesso MORETTI dopo lo svolgimento delle pratiche funerarie.

A questo punto l’Ufficio da atto che viene chiesto al Sig. BARBETTA Gabriele il suo stato di salute e se intende proseguire con l’esame, e lo stesso risponde di andare avanti perchè non ha alcuna difficoltà.

DOMANDA: Signor BARBETTA le indagini hanno fatto risaltare alcune testimonianze che raccontano il fatto che, nei giorni successivi al ritrovamento del cadavere e quindi il lunedì, alcune persone dichiarano di aver visto la bara aperta con il cadavere all’interno ed in zone della villa diverse da quella da lei appena ora raccontata. Lo trova possibile RISPOSTA: Se la bara aperta l’hanno vista il giorno stesso in cui l’ho chiusa è possibile, se, invece, questo è accaduto dopo non ne ho la più pallida idea. Voglio aggiungere, ancora, che la salma che io ho rivestito non poteva essere esposta a lungo perchè igienicamente non era il caso visto che era in piena fase di decomposizione. Lei mi chiese se ho mai parlato con il mio ex socio MORARELLI di questa storia, ed io le rispondo che con MORARELLI, con il quale mi sono separato nel 1992, non ho mai parlato di questa storia e delle chiacchiere che la contraddistinguono. Fu MORARELLI ad occuparsi di tutto con la famiglia NARDUCCI ed io non so se si conoscessero. DOMANDA: Ha altro da aggiungere o modificare? RISPOSTA: Voglio dichiarare, visto anche che me lo chiedete, che adesso mi sento molto meglio perchè ho chiarito alcuni aspetti di questa vicenda, perchè mi sento a mio agio con voi e sono stato male perchè avevo timore di aver ricordato male qualcosa e che questo potesse scombussolare tutta questa situazione. Sono solo questi i motivi per cui sono stato male…..”

Vedi: Nota Carabinieri 27 giugno 2007 pag. 178/179/180/181/182

13 Giugno 2005 Testimonianza di Gabriele Barbetta

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