Mostro di Firenze, una nuova richiesta. Il mistero del proiettile nel giardino di Pacciani
L’avvocato Valter Biscotti chiede l’avocazione delle indagini sul Mostro di Firenze alla procura di Firenze e afferma: “Ci vogliono impedire di svolgere le indagini difensive”
L’avvocato Valter Biscotti, difensore di alcuni familiari delle vittime del Mostro di Firenze, ha depositato questa mattina la richiesta di avocazione delle indagini alla Procura Generale di Firenze. Ecco le sue dichiarazioni: “Alla luce di quanto accaduto a seguito di alcune decisioni della procura di Firenze, che di fatto impedisce ai difensori delle persone offese di svolgere indagini difensive relative agli otto duplici omicidi, siamo costretti ad agire di conseguenza”.
Come ci spiega l’avvocato, sussistono tutti i requisiti di legge per poter chiedere l’avocazione prevista dall’art. 412 c.p.p., per:
– la fuga di notizie sulle relazioni Minervini
– le mancate risposte alle legittime istanze dei difensori, di accesso agli atti di processi definiti con sentenze dibattimentali da piu di venti anni
– la violazione dei termini di durata previsti dall’art. 407
– la violazione degli adempimenti imposti dall’art. 407 comma 3 bis cpp
– la mancata messa a disposizione della Corte di assise degli atti del fascicolo per il
dibattimento del processo Pacciani nella loro integrità e completezza
Ma entriamo un attimo di più nel dettaglio: Valter Biscotti è il difensore di Estelle Lanciotti, figlia di Nadine Mauriot, uccisa a Scopeti di San Casciano l’8 settembre 1985, in quello che è ufficialmente l’ultimo delitto del Mostro di Firenze. Al punto n° 4 della sua richiesta, si legge: “Inspiegabilmente, e del tutto illegalmente, è stata disattesa la richiesta dei difensori di avere accesso quanto meno agli atti di indagine del delitto del 1985, quello in cui persero la vita i due giovani turisti francesi, Jean-Miche Kraveichvili e Nadine Gisele Mauriot. I familiari, nel gennaio del c.a., hanno conferito espresso mandato a questi difensori per postulare la conoscenza completa degli atti riguardanti le indagini sulla morte dei loro cari. Atti che ancora oggi, nonostante la recente richiesta dei difensori , nuovamente proposta […] a distanza di quasi 37 anni, non sono ancora stati palesati per intero, ed anzi potrebbero riservare molte sorprese, a cominciare dai 17 fotogrammi della Nikon loro appartenuta, in grado di fornire elementi di interesse investigativo”.
Un’altra anomalia segnalata dall’avvocato Biscotti è quella relativa ad alcuni atti mancanti: risale al 2 maggio scorso, infatti, la richiesta di accesso agli atti dibattimentali del processo a Pietro Pacciani, richiesta accolta dal presidente della Corte d’Assise. Peccato che quegli atti, inspiegabilmente a detta di Biscotti, non si trovassero depositati presso la Corte d’Assise, ma presso gli uffici del procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco. “Grande però è stata la sorpresa – si legge al punto n° 5 della richiesta – […] nel constatare, il giorno 21 giugno scorso, che i faldoni degli atti dibattimentali del processo Pacciani, trasmessi dalla Procura alla Corte d ‘Assise su disposizione della Presidente, si presentavano gravemente lacunosi, perché mancanti di verbali di dibattimento, perizie, sopralluoghi ed atti di istruttoria dibattimentale . Su quanto sopra può testimoniare la Dott.ssa Dolfi dirigente della cancelleria della Corte d Assise che era presente al momento dell ‘apertura dei faldoni”.
Altro punto dolente della richiesta di Valter Biscotti è quello relativo alla fuga di notizie sulle relazioni del perito balistico Paride Minervini: “[…] si è verificata anche una violazione del segreto d’ ufficio con riferimento ad atti di indagine della Procura (perizia balistica Minervini) di cui il Dott.Turco ha negato la copia ad un legale di una parte offesa […] lo scorso gennaio e di cui sono invece apparsi ampi stralci in un opuscolo pubblicato da un giornalista nel novembre 2021″.
“Negli atti sia del processo Pacciani che in quello sui compagni di merende – aggiunge Valter Biscotti – c’è la chiave per la soluzione del caso. Poiché ritengo discutibilissimi gli esiti di quei processi, ho la sensazione che ci vogliono impedire di accedere a quegli atti”. Dichiarazioni forti. Ma l’avvocato rincara la dose: “Si pensi solo alla storia del proiettile trovato nel giardino di Pacciani. Una perizia (Minervini) mette in forte discussione il ritrovamento. Noi vogliamo vedere tutti gli atti perché li c’è la verità degli otto duplici omicidi, verità a mio giudizio che non ha nulla a che vedere con istruttorie e sentenze fino ad ora conosciute”.