Il 14 Luglio 2022 la Commissione parlamentare, alla presenza dell’on. Stefania Ascari, presidente del Comitato che ha svolto gran parte delle indagini e del segretario Consigliere Daniele Piccione, da remoto, dinanzi ai due Consulenti della Commissione, Dr. Giuliano Mignini e Dr. Guido Salvini, si è svolta l’audizione del Prof. Giuliano Di Bernardo anch’esso presente da remoto.
Il Prof. Giuliano Di Bernardo, già Gran Maestro (G.A.D.U.) del G.O.I. (Grande Oriente d’Italia) dal 1990 al 1993 ha fissato, in termini di certezza, il complessivo coinvolgimento massonico in tutta la vicenda Narducci.
Il Prof. Di Bernardo, nel triennio in cui era Gran Maestro dell’Obbedienza del G.A.D.U., ricevette continue indiscrezioni circa il coinvolgimento del Narducci, anch’esso appartenente a tale Obbedienza, nella vicenda dei duplici omicidi di coppie appartate nelle campagne di Firenze e di Prato.
Cercò di approfondire la questione che, evidentemente, era di estremo interesse per l’ambiente massonico e per i poteri di vigilanza che spettavano al docente, in relazione alla sua carica nel G.A.D.U. e ricevette una pressante richiesta di colloquio da parte di un massone fiorentino che gli comunicava di essere a conoscenza di tutta la vicenda Narducci e di essere disposto ad essere ricevuto dallo stesso Prof. Di Bernardo per renderlo partecipe di quanto era venuto a sapere.
Il personaggio fiorentino di cui il Professore non ricordava il nome ma che era conosciuto dai suoi collaboratori, non si presentò all’allora Gran Maestro che, in coincidenza con l’indagine della Procura di Palmi e con il maturato distacco dal G.A.D.U., decise di uscirne, fondando la Gran Loggia Regolare d’Italia, con riconoscimento britannico. Pertanto, l’incontro programmato non vi fu, comunque, non ne è stato divulgato il contenuto.
Il Prof. Di Bernardo, persona che è apparsa degna di assoluta fiducia, per la sua evidente probità, ha confermato quanto era emerso dalle indagini perugine circa il conflitto tra una componente massonica che invocava la trasparenza e che aveva come massimi esponenti l’Avv. Enzo Paolo Tiberi e il Prof. Mario Bellucci, entrambi deceduti e un’altra, attorno al capo del Rito Scozzese Antico ed Accettato, l’Avv. Augusto De Megni, che preferiva l’opposta soluzione, cioè un atteggiamento rigidamente negazionistico, limitato alla vulgata 1985, cioè alla morte per “annegamento da probabile episodio sincopale”. Tale ultima soluzione è quella che prevalse. Di Bernardo ha confermato altresì che tutta la ritualità funeraria riscontrata all’ esito della riesumazione della salma di Narducci era di impronta massonica e che si trattava di un « funerale massonico ».
Il Prof. Di Bernardo ha sottolineato, infine, come gli innumerevoli contrasti alle indagini avessero la stessa origine.
L’allora Gran Maestro, nel corso della sua audizione, ha mostrato invece di non tributare troppa credibilità alla ricostruzione proposta dai consulenti della procura di Perugia che si espressero ai tempi delle indagini, e che ritennero che il telo rinvenuto in vita al corpo riesumato a Pavia, fosse indice di una « ritualità massonica arcaicizzante di tipo punitivo ». Ha però ritenuto di scorgere, nei tratti caratteristici della tumulazione del Narducci, elementi distintivi di una cerimonia massonica.
Il Prof. Di Bernardo ha sottolineato, infine, come gli innumerevoli contrasti alle indagini avessero la stessa origine. Tale fondamentale dichiarazione avrebbe necessitato di ulteriori indagini volte a individuare il massone fiorentino che conosceva tutta la vicenda relativa a Francesco Narducci e si era dichiarato disposto a riferirne all’allora Gran Maestro e ai suoi collaboratori, ma la fine anticipata della legislatura lo ha impedito. L’accertamento, pur fondamentale, è rimasto così incompleto.
Vedi Relazione Commissione Parlamentare pag. 79/80
L’obbedienza si chiama GOI, Grande Oriente d’Italia; appunto.