Mostro di Firenze, 37 anni fa l’ultimo delitto
Nel 1985 l’ultimo duplice delitto, dopo 37 anni sono proprio i familiari dei ragazzi francesi a chiedere di non mollare la ricerca della verità
FIRENZE — Sono passati 37 anni dall’ultimo duplice omicidio attribuito al cosiddetto Mostro di Firenze, l’assassino seriale che tra gli anni ’70 e ’80 ha ucciso 16 persone e terrorizzato una intera generazione. Il caso irrisolto più famoso d’Italia.
Avevano 25 anni lui e 36 lei, Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot, i due ragazzi uccisi nella notte tra il 7 e l’8 Settembre secondo la perizia del medico legale. Studi di entomologia forense avrebbero poi spostato l’ora del decesso inserendo un ulteriore elemento di dubbio nel quadro accusatorio del processo ai compagni di merende.
Una notte inquietante che più di tutte ricorre nelle cronache, la notte in cui per la prima volta l’assassino nasconde i cadaveri, la notte della lettera spedita da San Piero a Sieve alla Procura della Repubblica con un errore ortografico che ha aperto infinite ipotesi.
Sulla piazzola di Scopeti a San Casciano in val di Pesa c’è una targa realizzata attraverso una colletta ed apposta in ricordo e come monito alla richiesta di giustizia.
Dopo 37 anni, dopo numerose svolte e ben poche novità, su quell’ultimo delitto si sono concentrate le cronache giudiziarie perché i familiari hanno tenuto alta la guardia attraverso i loro legali chiedendo a più riprese approfondimenti sui reperti conservati e nuove indagini.
La squadra anti mostro, la Sam degli anni ’80, non è riuscita a chiudere il caso tanto che recentemente si è giunti alla richiesta di una sorta di super procura per passare al setaccio ogni fascicolo e reperto. I legali dei familiari hanno chiesto alla procura generale una avocazione delle indagini.
E’ opinione comune di criminologi ed esperti che per arrivare a risolvere il caso sia necessario trovare una pistola, armata con proiettili calibro 22 della quale però sono stati messi in discussione negli anni marca e modello tirando in ballo riduttori, silenziatori, canne corte e lunghe.
Ci sono anche dei coltelli nei duplici delitti, usati per le escissioni e come arma di offesa ma anche questi sono stati messi in discussione. Non mancano proiettili ed ogive inscatolati, seppelliti nel terreno, riesumati e ritrovati tra i reperti nella storia del Mostro di Firenze per i quali la discussione si fa ancora più lunga, delicata e non esente da colpi di scena.
Da anni oramai si ricordano le vittime senza però nulla aggiungere alla narrazione giudiziaria: Antonio Lo Bianco e Barbara Locci il 21 agosto 1968. Pasquale Gentilcore e Stefania Pettini il 14 Settembre 1974. Giovanni Foggi e Carmela De Nuccio il 6 Giugno 1981. Stefano Baldi e Susanna Cambi il 22 Ottobre 1981. Paolo Mainardi e Antonella Migliorini il 19 Giugno 1982. Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch il 9 Settembre 1983. Claudio Stefanacci e Pia Rontini il 29 Luglio 1984. Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot l’8 Settembre 1985.
Esperti del settore quali criminologi, ex inquirenti, avvocati, consulenti, documentaristi, scrittori da anni analizzano i singoli elementi montando e smontando il puzzle alla ricerca dei pezzi mancanti. Molti sono i gruppi di studio sviluppatisi attorno a social, trasmissioni radiofoniche e podcast.
Tra gli ultimi speciali prodotti sul caso Il mostro di Firenze, quel silenzio che non tace: bugie e verità su Ray Play.
Ritenuta molto interessante perché realizzata nel 1987 a ridosso dei duplici delitti è anche una storica puntata di Telefono Giallo, il Mostro di Firenze sempre su Rai Play.
https://www.quinewsfirenze.it/mostro-di-firenze-8-settembre-1985-scopeti-serial-killer.htm