Mostro di Firenze su CusanoTv: “falsa pista la setta esoterica, forse la soluzione nel Dna”
di Luca Marrone
Roma. Il Mostro di Firenze, le implicazioni criminologiche dei suoi delitti, gli ultimi sviluppi dell’indagine e la possibile soluzione, che sembra forse intravedersi ora, dopo più di cinquant’anni di misteri. Di tutto questo si è parlato lunedì nel programma “Crimini e Criminologia” su Cusano Italia TV.
Ospiti in studio, il giornalista e criminologo Michel Maritato e il reporter e documentarista Paolo Cochi con la partecipazione, in collegamento, di Barbara Fabbroni, psicoterapeuta e giornalista e gli avvocati Antonio Mazzeo e Valter Biscotti. La vicenda del Mostro è stata affrontata da più punti di vista, da quelli specificamente criminologici a quelli legati ai recenti sviluppi e alle potenzialità investigative che li caratterizzano. Ci si è soffermati, tra l’altro, a valutare la cosiddetta pista esoterica, direttamente correlata allo scenario dei compagni di merende, recepito in ambito giudiziario ma accolto, fin dal suo delinearsi, con numerose perplessità e che, alla luce dei recenti sviluppi, sembra rivelare più di una criticità. Concordi gli ospiti nell’escludere la fondatezza dell’opzione “occultistico-satanica”, conclusione cui chi scrive ritiene di dover a sua volta aderire, mancando – nelle scene del crimine del Mostro – i peculiari indicatori che la letteratura specialistica appunto associa ai delitti legati a consessi occultistici e ricorrendo invece elementi idonei a legittimare l’ipotesi che ad agire sia stato un singolo soggetto.
Per quanto riguarda gli sviluppi più recenti del caso, ricordiamo che, a luglio, il Gip di Firenze ha autorizzato i legali Mazzeo e Biscotti che, insieme all’avvocato Vieri Adriani, assistono i parenti di alcune vittime dell’omicida, ad accedere agli atti dell’indagine relativa al caso. Ora sembra che tale accesso presenti, in concreto, delle difficoltà. “Questa”, ha dichiarato Mazzeo al conduttore Fabio Camillacci, “è una palese violazione delle norme del codice di procedura penale, l’art.116. Sembra quasi uno scaricabarile tra Corte d’Assise e Procura della Repubblica. Sta di fatto che nessuno provvede ad assumersi la responsabilità dell’accesso agli atti. Sembra quasi che si tema particolarmente la visione di questi documenti; soprattutto dopo aver scoperto che la cartuccia rinvenuta nell’orto di Pacciani era artefatta come accertato dai Ris.”
“E’ già pronto un esposto sulla questione che finirà dritto dritto sul tavolo del prossimo Ministro della Giustizia”, ha aggiunto Biscotti. “Inoltre procederemo alla richiesta di revisione delle sentenze di condanna del processo ai ‘Compagni di Merende’. Ho avuto incarico dal nipote di Mario Vanni di procedere alla revisione. E unitamente al collega Mazzeo siamo già al lavoro con il nostro consulente Paolo Cochi e sarà un lavoro serio e scrupoloso senza affidarci a pentiti discutibili o testi già noti come palesemente inattendibili. Non ci possono più essere dubbi su cosa fare. Molti atti sono già a disposizione del collegio di Avvocati, tutti raccolti nel tempo proprio dal documentarista Paolo Cochi che segue il caso da moltissimi anni.”
E lo stesso Paolo Cochi ha aggiunto: “Si intravedono i contorni per una rivisitazione sostanziale del caso e una possibile e più certa soluzione. Basterebbe avere la collaborazione della Procura.” Il reporter, autore di una approfondita ricostruzione del caso, si dice infatti convinto – come ha più volte ribadito – che “nelle carte processuali c’è la chiave della soluzione del caso.”
Vi sarebbe, in effetti, la concreta possibilità di procedere a un confronto tra il Dna di “Uomo sconosciuto 1” (traccia genetica recuperata sulla scena del delitto del 1985), di “Reperto 80” (materiale genetico presente sulle buste contenenti le minacce inviate ai tre magistrati titolari dell’inchiesta, proprio a ridosso dello stesso delitto) e quello di soggetti lambiti dall’indagine negli anni Ottanta. Finora, tale confronto con le tracce presenti su una delle buste non ha avuto riscontro positivo rispetto a Pietro Pacciani, Francesco Narducci, Giampiero Vigilanti, Francesco Caccamo, Salvatore Vinci, Rolf Reinecke e altri. L’indagine deve continuare. Secondo quanto recentemente dichiarato dalla genetista Marina Baldi con specifico riferimento a “Reperto 80”, “il Dna rinvenuto sulle buste può considerarsi quasi completo e nuovamente comparabile in futuro con altri profili o altri reperti disponibili.” Non solo: “Con le tecniche di oggi, si potrebbe tentare un certo tipo di approfondimento di analisi per avere informazioni sul fenotipo biologico e quindi: le caratteristiche fisiche dell’individuo, quali l’etnia, il colore degli occhi ed altri fattori fisici.”
La soluzione di uno dei più agghiaccianti misteri italiani potrebbe venire dalla scienza forense. L’auspicio è dunque che la determinazione di giungere, finalmente, alla verità animi davvero tutti.
come sarebbe a dire che la pista esoterica sarebbe falsa? Ma cosa dicono questi qui ?
Assurdo. Davvero assurdo ed irrispettoso!
La pista esoterica è l’unica che è arrivata ad una briciola dalla verità ed è quella che è stata più ostacolata da chi triga nell’ombra del potere!
Giuttari, ed i suoi uomini, ci avevano preso in pieno, mica come gli altri.
Solo alle sette sataniche servono i feticci, da quello bisogna ripartire.
Altro che massoni o bombaroli di estrema destra o menate varie.
Ognuno è libero di esprimere il proprio parere.
Contento lei, contenti tutti.
Riferito a chi?
All’aria fritta.
Il Satanismo ed Esoterismo in Umbria e Toscana non esistono e non sono mai esistiti…..ovvio troppo scomodo dichiarare i nomi importanti che sono stati riconosciuti e raccontati da diverse prostitute che hanno parlato formalmente ed informalmente con gli inquirenti, quelli visto partecipare ai riti esoterico/satanici insieme a Pacciani, Vanni, Francesco Vinci ed il Mago indovino…: gente come Narducci, Zucconi, Calamandrei….
Ed il collegamento tiscontrato con il potente aristocratico Evelino Massenzi di Cancelli a Foligno, con il quale Narducci era comunque collegato (setta di Sassovivo).
E la cerchia di Firenze composta dall’Avvocato Gian Eugenio Jacchia…amico di Vigna, e guarda caso Calamandrei amico di Vigna…
Jacchia amico di Narducci…
Narducci amico di Calamandrei…
Avvocato Giuseppe Jommi frequentava Narducci…la moglie di Jommi era la proprietaria dell’appartamento dove abitava la Famiglia Cambi di Susanna Cambi…la famosa telefonata a cass della zia di Susanna poteva farla soltanto chi sapeva che avevano da poco lasciato l’appartamento in cui viveva la Famiglia Cambi…molto probabilmente Jommi e la moglie ersno gli unici ad avere il numero di telefono dove raggiungere la famiglia cambi…
Narducci aveva in affitto una porzione della villa dei Nobili Corsini a San Piero a Sieve da dove fu spedita la lettera del mostro a Della Monica…
Nobile Nathanel Vitta a San Piero a Sieve amico di Narducci e Achille Sertoli (anche lui Sertoli visto partecipare insieme a Vitta ai riti esoterici…).
Pacciani che confida all’avvocato che i Nobili Vitta, Corsini e Narducci sono dediti a pratiche scabrose, violente e indescrivibili di tipo satanico esoterico….
Paolo Poli uno degli ultimi indagati molto probabilmente conosceva Narducci…..
Ultima….ma come si fa a Non sapere che Barbara Locci e Stefano Mele avevano abitato proprio nel Mugello vicino a San Casciano Val di Pesa primq di trasferirsi a Signa…..chiaro che Locci e’ stata individuata in quella zona prima che andasse a Signa…
La Zona del Mugello e’ quella di Impruneta, Mercatale Val di Pesa, San Casciano….dove abitavano i Zucconi, Calamandrei, Pacciani, Vanni, Mago Indovino, Vinci Salvatore, Francesco…
Il livello superiore di insospettabili dediti ai riti insieme al livello basso…
Prendete tutti i DNA dei nomi sopra….tra loro ci sono anche gli sparatori quelli della pistola….oltre a quelli che individuavano le coppie, e quelli che facevano le escissioni….