Mostro di Firenze, il fratello di Milva Malatesta: “Riaprite le indagini”
di Luca Serranò
La donna fu trovata carbonizzata insieme al figlio Mirko il 19 agosto del 1993. L’avvocato Alessio Fioravanti, che assiste il fratello Luciano, sostiene anche di aver trovato “elementi incontrovertibili” per collegare uno dei delitti del Mostro a una delle morti di prostitute avvenute a Firenze negli anni ’80, e più volte accostate nel corso degli anni a quelle del killer delle coppiette.
Riaprire le indagini sulla morte di Milva Malatesta, del figlio Mirko e del padre di lei, Renato. E accorparle a quelle sul mostro di Firenze e sulle morti di prostitute avvenute a Firenze nei primi anni ’80. Il giallo infinito del killer delle coppiette continua ad avere strascichi giudiziari.
L’avvocato Alessio Fioravanti, figlio di quel Pietro Fioravanti che difese Pacciani dall’accusa di essere autore materiale dei delitti, ha presentato l’istanza in procura per conto di Luciano Malatesta, fratello di Milva, morta in circostanze mai chiarite insieme al figlio di 3 anni il 19 agosto del 1993: secondo il legale, ci sarebbero “elementi incontrovertibili” per collegare i fatti di sangue. E dare una svolta alle indagini: “Studiando i fascicoli io e i miei collaboratori trovato per caso un dettaglio importante, un nesso tra la morte di una prostituta uccisa e una delle vittime del mostro”. Nessun riferimento però al contenuto della presunta svolta, né sui delitti presi in esame: “Il materiale è stato depositato, non posso entrare nel merito perché c’è il segreto istruttorio. Non voglio danneggiare la pista”.
Di certo, nelle inchieste sui delitti del mostro non ci sono stati soltanto i sedici giovani amanti uccisi, sfregiati e mutilati dall’assassino (o dagli assassini). Intorno al giallo sono fiorite altre morti, come quelle oggetto dell’istanza. Morti altrettanto misteriose. Il 23 dicembre 1980 muore impiccato nella sua casa di Sambuca il contadino Renato Malatesta, marito di Maria Antonietta Sperduto, una povera donna che aveva rapporti con Pacciani e con Vanni. La sua salma viene riesumata per il sospetto di omicidio: i suoi piedi toccavano terra. Nell´estate del ´93, mentre Pacciani è in carcere, Francesco Vinci – arrestato nell´83 per i delitti del mostro e scagionato dal duplice delitto di Giogoli compiuto il 9 settembre 1983 mentre lui era detenuto – fa una fine orrenda: gli assassini lo incaprettano con un amico sardo, Angelo Vargiu, e danno fuoco alla sua auto nei boschi di Chianni.
Pochi giorni più tardi, il 19 agosto, a Barberino Val d´Elsa, Milva Malatesta, 31 anni, figlia di Renato Malatesta e di Maria Antonietta Sperduto, muore bruciata nella sua Panda insieme con il figlio Mirko di tre anni. Si saprà molti anni dopo che Milva, giovanissima, sarebbe stata attrazione nei festini organizzati (nel suo casolare di Faltignano, non lontano da Scopeti) dal mago Indovino, morto nel 1985 e citato nelle indagini negli anni successivi.
Tragedie per cui non sono mai stati trovati colpevoli, esecuzioni di testimoni scomodi, secondo alcune ipotesi emerse in più occasioni nel corso delle varie indagini sul Mostro. Le stesse che avevano messo in relazione la fine atroce di alcune prostitute uccise a Firenze negli anni ’80 ai delitti seriali. Tra i casi più discussi quello di Milvia Mattei, una prostituta uccisa e poi bruciata il 29 maggio del ’94 nel suo appartamento di San Mauro a Signa. Secondo le ricostruzioni, era l’amante di Francesco Vinci.