Mostro di Firenze, chiesta la riapertura dell’inchiesta sulla morte di Milva Malatesta e del figlio
Vi sarebbe un collegamento tra la morte di Milva Malatesta, donna che nell’agosto del 1993 venne trovata carbonizzata in auto a Barberino Val d’Elsa, e il mostro di Firenze. Ne è convinto l’avvocato Alessio Fioravanti, figlio del legale che difese Pietro Pacciani.
A cura di Davide Falcioni
Un filo rosso collegherebbe la morte di Milva Malatesta, donna che nell’agosto del 1993 venne trovata morta carbonizzata in auto a Barberino Val d’Elsa, insieme al figlio di tre anni, al mostro di Firenze. Ne è convinto l’avvocato Alessio Fioravanti, figlio di quel Pietro Fioravanti che difese Pietro Pacciani, presentando un’istanza in procura per conto di Luciano Malatesta, fratello di Milva.
Per il legale, vi sarebbero “elementi incontrovertibili” per collegare i delitti e imprimere una svolta alle indagini: “Studiando i fascicoli io e i miei collaboratori abbiamo trovato per caso un dettaglio importante, un nesso tra la morte di una prostituta uccisa e una delle vittime del mostro”. Nessun riferimento però al contenuto della presunta novità, né sui delitti presi in esame: “Il materiale è stato depositato, non posso entrare nel merito perché c’è il segreto istruttorio. Non voglio danneggiare la pista”.
Il giallo del Mostro di Firenze non riguarda “solo” i 16 giovani amanti uccisi, sfregiati e mutilati dal killer, ma anche altre morti misteriose come quella di Renato Malatesta del 23 dicembre 1980 o di Francesco Vinci dell’estate del 1993. Pochi giorni dopo, il 19 agosto, a Barberino Val d´Elsa, Milva Malatesta, 31 anni, figlia di Renato Malatesta e di Maria Antonietta Sperduto, morì carbonizzata nella sua Panda insieme con il figlio Mirko di tre anni.
Tragedie per le quali non sono mai stati scoperti i colpevoli e che, secondo alcune ipotesi, rappresenterebbero le esecuzioni di alcuni testimoni considerati scomodi. In questo senso andrebbe l’istanza presentata dall’avvocato Fioravanti.