Mostro di Firenze, danneggiata la lapide in ricordo delle vittime degli Scopeti
Di Luca Marrone
Firenze. Qualcuno ha danneggiato la lapide che, in via degli Scopeti, a San Casciano in Val di Pesa, ricorda Nadine Mauriot (36 anni) e Jean Michel Kraveicvhvili (25 anni), i fidanzati francesi che il Mostro di Firenze ha ucciso nella notte tra sabato 7 e domenica 8 settembre 1985.
È quanto accertato nei giorni scorsi dai Carabinieri. La lapide è nella radura del bosco dove i due giovani si erano accampati in tenda e dove vennero trovati senza vita. Posata il 4 settembre 2020, è stata spaccata in più punti. Il danneggiamento, spiegano i carabinieri della compagnia di Scandicci, è avvenuto in un giorno imprecisato. In corso gli accertamenti del caso.
Il delitto degli Scopeti, l’ultimo attribuito al Mostro di Firenze, presenta una dinamica più complessa dei precedenti ed è stato seguito da sviluppi singolari e insoliti, se rapportati all’abituale “firma” dell’omicida. Secondo una possibile ricostruzione della notte del delitto (cfr. L. Marrone e M. Marrazzo, Il Mostro di Firenze. Scene del delitto e profili criminologici, 2020), il soggetto ha tentato di squarciare il telo della tenda in cui si trovavano i ragazzi con un’arma da taglio estremamente affilata. Non vi è riuscito, perché il telo aveva più di uno strato. Ha quindi esploso dei colpi di pistola (la consueta Beretta .22, mai recuperata) contro la tenda e si è spostato sul lato opposto della stessa, in prossimità dell’accesso anteriore. Qui è stato quasi travolto da Jean Michel, che ha tentato di fuggire verso la boscaglia. Lo ha raggiunto e colpito a morte con numerosi fendenti. Ne ha sollevato il cadavere, rovesciandolo oltre i cespugli, in mezzo a un cumulo di rifiuti. Ha raggiunto quindi la tenda, ne ha estratto il corpo di Nadine, cui ha asportato il pube e (come già fatto nel 1984, nel delitto Rontini-Stefanacci) il seno sinistro, lacerando i tessuti in modo irregolare e discontinuo. Infine, ha nuovamente collocato la donna all’interno della tenda.
Nello stesso fine settimana, una busta anonima, indirizzata alla dottoressa Silvia Della Monica, magistrato in precedenza incaricato del caso, è stata spedita da una cassetta postale di San Piero a Sieve, a nord di Firenze. Conteneva un lembo del seno della donna uccisa. È giunta a destinazione dopo la scoperta dei cadaveri e si è ipotizzato che, nelle intenzioni dell’omicida, dovesse pervenire prima, proprio per annunciare l’ulteriore delitto.
Il danneggiamento della lapide che ricorda Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveicvhvili sembra avere dei precedenti, certo non necessariamente riconducibili allo stesso soggetto sconosciuto. In ogni caso, alcuni anni dopo il delitto del 14 settembre 1974 (vittime, Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore) una mano ignota ha manomesso la tomba della vittima femminile nel cimitero di Borgo San Lorenzo, il paese dove la ragazza viveva e dove ha trovato la morte. Pochi giorni prima dell’inizio del processo di primo grado contro Pietro Pacciani, qualcuno ha profanato le croci che commemoravano Pia Rontini e Claudio Stefanacci (uccisi dal Mostro il 29 luglio 1984), che il padre della giovane aveva posto sul luogo del delitto. Secondo Francesco Bruno e Andrea Tornielli, nello studio Analisi di un Mostro (1996), un dato del genere si sarebbe potuto forse rivelare utile ai fini dell’indagine: la ricerca criminologica ha posto in evidenza che spesso un serial killer torna a visitare i luoghi dei suoi delitti o, appunto, le tombe delle vittime.
Mostro di Firenze, danneggiata la lapide in ricordo delle vittime degli Scopeti