Questo il documento: 19 giugno 2023 Richiesta ispezione e verifica sull’operato della Procura
Questa la trascrizione:
Studio Legale Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo 51016 – Montecatini Terme (PT) Via E. Magnani, 10 Tel. 0572.766284 – cell. 335.7055359 Part. IVA: 01669890475 E-mail: studio.mazzeo@virgilio.it
Montecatini Terme,19/06/2023
On.le Ministro della Giustizia III.mo Dott. Carlo NORDIO Via Arenula 70 00185 ROMA via pec gabinetto.ministro@giustiziacert.it III.mo
Dirigente dell’Ispettorato Generale presso il Ministero della Giustizia Via Arenula 70 00185 ROMA via pec dirigente.ispettorato@giustiziacert.it III.mo
Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Firenze Ill.mo Dott. Pietro Ferrante Via Alessandro Guidoni 61 50127 Firenze via pec prot.pg.firenze@giustiziacert.it
RICHIESTA DI ISPEZIONE MINISTERIALE PRESSO LA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI FIRENZE
Oggetto: Procedimenti penali n. 13891/2001 RGNR, n. 1277/2003 RGNR, n. 20075/2006 RGNR, n. 7372/2015 RGNR, n. 7265/2017 RGNR, n. 14165/2019 RGNR, accesi dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze; procedimenti penali n. 1/1994 e n. 8/1997 celebratisi presso la Corte di Assise di Firenze e definiti con sentenze dibattimentali, tutti riguardanti gli otto duplici omicidi del cosiddetto “Mostro di Firenze”, commessi tra il 22/08/1968 e il settembre 1985.
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Con riferimento ai procedimenti penali in oggetto, il sottoscritto avv. Antonio Giuseppe Mazzeo del Foro di Pistoia, difensore della sig.ra De Nuccio Rosanna (sorella di Carmela De Nuccio vittima dell’omicidio del 6/6/1981) e di Danièle Kraveichvili (prossima congiunta di Jean Michel Kraveichvili vittima dell’omicidio del 8/9/1985), che nomina quale proprio sostituto, anche ai fini del presente atto, l’avv. Alessio Tranfa del Foro di Roma, si pregia di esporre alle S.V. Ill.me, ciascuna per le rispettive competenze, quanto segue.
Esposizione dei fatti
Fin dal gennaio 2020 il sottoscritto difensore, con numerose istanze ex. art. 116 cpp, ha domandato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze l’autorizzazione alla disamina e alla copia di una nutrita serie di atti di indagine afferenti i delitti del “Mostro”, atti non confluiti nei fascicoli dei dibattimenti finora celebrati (processo “Pacciani” e processo “Compagni di merende”) per i quali la Corte di Assise di Firenze, pure compulsata dall’esponente, si è dichiarata incompetente all’autorizzazione <<non avendone la materiale (e giuridica) disponibilità>>, ritenendo la propria competenza limitata ai soli atti confluiti e formatisi nel dibattimento (doc. 1-5).
La Procura della Repubblica di Firenze, che detiene gli atti e documenti di indagine richiesti dal sottoscritto, ha respinto (fino all’8/11/2022) tutte le richieste di questo difensore con varie argomentazioni (doc. 6-7), contrarie al dettato della legge (art. 116 cpp: “Durante il procedimento e dopo la sua definizione, chiunque vi abbia interesse può ottenere il rilascio a proprie spese di copie, estratti o certificati di singoli atti…”), che si elencano:
1) gli atti richiesti riguarderebbero << altri fatti reato>>, cioè delitti del “Mostro” diversi da quelli per i quali l’esponente ha ricevuto mandato difensivo dai parenti delle vittime, come se tutti gli otto duplici delitti del “Mostro” non fossero legati tra loro dal vincolo della connessione e dalla stessa arma (la famosa “Beretta cal.22”);
2) al sottoscritto, quale difensore di persone offese dal reato (i parenti delle vittime dei delitti del 1981 e 1985) sarebbe preclusa l’attività investigativa preventiva (artt. 326 bis e 391 nonies cpp), che sarebbe consentita soltanto al difensore dell’indagato, dell’imputato o del condannato.
Siffatte “argomentazioni” sono state radicalmente confutate dall’Ufficio del Giudice per le indagini preliminari al quale il P.M. aveva rimesso gli atti di due dei procedimenti indicati in epigrafe, con richiesta di archiviazione. Il G.I.P., con due ordinanze (del 1/7/22 , GIP Romeo e del 5/7/22, GIP Fantechi) ha ribadito << che le persone offese ed i loro difensori hanno diritto alla visione degli atti dei procedimenti definiti ed al rilascio di copie per la tutela dei propri interessi e per l’esercizio dei diritti che sono riservati alle persone offese fra le quali, al di là di come esso sia stato declinato giuridicamente, vi è quello di compiere attività di impulso e di sollecitazione dell’azione investigativa del P.M.;
Ritenuto che, ancorchè le parti sostanziali della istanza non siano persone offese in ogni episodio criminoso oggetto del procedimento definito da questo giudice, la circostanza che i delitti oggetto del procedimento siano stati commessi -secondo una ipotesi investigativa mai smentita che è stata anche oggetto di riscontro con sentenza passata in giudicato-con la stessa arma induce a ritenere che la connessione autorizzi gli istanti (portatori di un interesse rilevante) anche alla visione ed alla estrazione di copia degli atti relativi agli omicidi che hanno visto come vittime persone diverse dai prossimi congiunti ma che sono stati oggetto di investigazioni unitarie>> (doc. 8-9).
A questo punto dell’accidentato percorso del sottoscritto, finalizzato all’accesso agli atti delle indagini sui delitti del “Mostro”, risulta documentato un vero e proprio conflitto tra le decisioni di Uffici dello stesso Tribunale, e precisamente del Giudice per le indagini preliminari, della Corte di Assise e della Procura della Repubblica, provocato dal pertinace diniego di quest’ultima di concedere al difensore l’accesso agli atti richiesti.
Finalmente, e dopo quasi tre anni, in data 8/11/2022 la Procura della Repubblica, con due decreti a firma del p.m. Giunti (sost.), << riservando ogni determinazione all’esito dell’eventuale reperimento degli atti richiesti>>, autorizzava medio tempore l’estrazione di copia di due dei dodici atti di indagine richiesti dal sottoscritto (compresa la perizia del genetista Ricci): così (per inciso) ammettendo di avere fino ad allora errato reiteratamente nel negare a questo difensore l’accesso agli atti richiesti (doc. 10-11).
La vicenda sembrava avviarsi a definizione in conformità alla legge, ma purtroppo ciò non è avvenuto.
Infatti, a distanza di sette mesi e mezzo dalla data dei citati decreti autorizzativi, l’ufficio della Procura della Repubblica non ha ancora reperito nessuno degli atti richiesti dall’esponente.
Soltanto così si può spiegare il silenzio opposto da detto Ufficio alle numerose richieste e sollecitazioni del sottoscritto, trasmesse via telefono, mail e pec, con cui si domandavano informazioni circa l’esito delle ricerche disposte dal P.M. con il decreto dell’8/11/2022 (doc. 12-15).
Analoga sorte hanno conseguito le richieste di essere ricevuto dal pubblico ministero, nonché l’istanza di accesso ad ulteriori atti di indagine depositata in Procura via pec dall’avv. Tranfa, quale sostituto del sottoscritto, in data 14/5/2023 (doc. 16).
Considerazioni
Congruenti con i fatti fin qui illustrati appaiono gli ulteriori fatti che si vanno ad esporre.
a) Il 21/6/2022 il Dott. Paolo Cochi ausiliario del sottoscritto, l’avv. Vieri Adriani ed il Dott. Giuseppe Fabozzi suo collaboratore, recatisi nella cancelleria della Corte di Assise di Firenze per l’esame di atti dibattimentali del processo “Pacciani” e del processo ai “compagni di merende”, in forza di autorizzazione della stessa Corte, ebbero a constatare, insieme alla cancelliera dirigente dott.ssa Dolfi, che gli atti trasmessi dall’ufficio della locale Procura della Repubblica si presentavano gravemente lacunosi; mancava quasi tutto, anche i verbali delle istruttorie dibattimentali ed i rilievi eseguiti sulla scena del crimine relativi al duplice delitto di Scopeti del 1985.
b) Nell’ occasione, apprendevano dalla dirigente un’altra grave anomalia: tutti gli atti dei dibattimenti dei processi “Pacciani” e “compagni di merende”, definiti con sentenze irrevocabili, non erano custoditi presso la cancelleria della Corte di Assise dove dovevano trovarsi per legge, ma erano sempre stati, si trovavano e si trovano tuttora presso la Procura della Repubblica di Firenze.
c) Si è documentata sopra la condotta della Procura di Firenze, improntata ad una pertinace opposizione all’accesso, da parte dei difensori dei parenti delle vittime del “Mostro”, agli atti di indagine sui delitti in questione.
Tale condotta nei confronti dei legali delle persone offese non ha impedito, però, quella che in gergo si definisce “fuga di notizie”, ma soltanto a favore… dei giornalisti.
Infatti, in data 7/1/2022 l’avv. Vieri Adriani, difensore della sig.ra Anne Lanciotti, figlia della defunta Nadine Mauriot, vittima del delitto di Scopeti, inoltrava alla Procura istanza di rilascio di copia integrale delle tre relazioni balistiche del maggiore Paride Minervini agli atti del procedimento n. 7265/17 RGNR già iscritto nei confronti di Giampiero Vigilanti e Francesco Caccamo.
Il 17/1/2022 il procuratore aggiunto dr. Luca Turco respingeva l’istanza, con la seguente motivazione: << Le relazioni balistiche del consulente Minervini sono coperte da segreto>> (doc. 17-18). L’obbligo di tale segreto giudiziario, imposto dall’art 329 cpp, risulta, però, platealmente violato già prima della pronuncia di rigetto del P.M. sopra richiamata.
Infatti, dal novembre 2021 era disponibile in tutte le librerie fiorentine il libro di Stefano Brogioni dal titolo “Il mostro nero- Gli anni dei delitti a Firenze” (Intermedia Edizioni-Orvieto, stampato nel mese di novembre 2021) ove, alle pagine 86-87, sono trascritti, alla lettera e virgolettate, le conclusioni della consulenza del Minervini, di cui il Brogioni indica anche il numero delle pagine (“centoundici”).
Con atto pervenuto alla Procura della Repubblica di Firenze in data 29/6/2022 il sottoscritto, insieme ad altri due legali difensori di parenti delle vittime del “Mostro”, sporgeva denuncia per il reato di rivelazione di segreto d’ufficio (art.326 cp), documentando i fatti e segnalando possibili persone sospette (doc. 19).
Si chiede che il nominando Ispettore verifichi la pendenza del relativo procedimento penale.
d) Si segnala, infine, il fatto che gli atti di indagine sui delitti del “Mostro” abbiano formato oggetto dell’apertura di una miriade di fascicoli, ciascuno con un autonomo numero nel Registro generale delle notizie di reato (vedasi l’elenco -parziale- nell’epigrafe della presente istanza), quasi tutti riguardanti la stessa notizia di reato, e cioè gli otto duplici omicidi del “Mostro”.
Spesso, per un singolo atto di indagine (es. perizia in materia di genetica forense, perizia balistica, ecc.) risulta aperto un autonomo fascicolo con assegnazione di un distinto numero di RGNR. Ne è conseguita una parcellizzazione degli atti di indagine sui medesimi fatti di reato che appare in evidente contrasto con il dettato dell’art. 335 cpp, con il risultato di rendere estremamente difficoltoso, a chi ne abbia interesse (art. 116 cpp), il reperimento degli atti e una conoscenza organica e unitaria delle indagini accumulatesi nell’arco di oltre quarant’anni.
Conclusioni e richieste
Alla luce di tutto quanto sopra esposto appare necessario procedere, da parte del sottoscritto difensore (se si vuole attribuire un senso alla funzione difensiva), alla richiesta di un’ispezione ministeriale che accerti e verifichi quanto sopra narrato e documentato e che proceda all’adozione di ogni opportuno provvedimento affinché venga rispettato e garantito il diritto del sottoscritto difensore, e ancor prima delle persone offese da lui assistite, ad avere piena e integrale contezza di tutti gli atti che compongono i fascicoli di indagine e processuali relativi ai procedimenti penali indicati in oggetto.
Appare altresì necessario che i competenti Organi disciplinari accertino, con gli strumenti propri dell’azione disciplinare, la commissione di tutti gli illeciti disciplinari eventualmente posti in essere dai Magistrati interessati dal compimento (o dal non compimento) degli atti a seguito delle istanze proposte dal sottoscritto in relazione ai suddetti procedimenti.
TANTO PREMESSO
Il sottoscritto avv. Antonio Giuseppe Mazzeo, con salvezza e riserva di ogni ulteriore azione di legge in relazione a tutto quanto sopra esposto e documentato CHIEDE – che venga disposta ispezione ministeriale (straordinaria e/o mirata) e/o inchiesta amministrativa presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Firenze affinché, in relazione ai fatti sopra descritti, accerti ogni eventuale omissione o illegittimità commesse e tuteli con ogni mezzo di legge il diritto-dovere del sottoscritto difensore di visionare ed estrarre copia di tutti gli atti relativi ai procedimenti penali <>; – di essere informato degli sviluppi e dell’esito della presente istanza e dei provvedimenti che verranno instaurati sulla base di essa. Il presente atto è stato redatto con la collaborazione dell’avv. Alessio Tranfa del Foro di Roma, nominato dal sottoscritto sostituto processuale nei procedimenti penali indicati in oggetto e che il sottoscritto nomina fin d’ora quale proprio sostituto ad ogni effetto di legge anche nel procedimento che originerà a seguito della presentazione del presente atto. Si allegano gli atti e i documenti sopra citati con la numerazione indicata in narrativa.
Con ossequi. Avv. Antonio Giuseppe Mazzeo