In una recente live viene nominato il nostro blog in termini che lasciano intendere che ci saremmo appropriati di un lavoro fatto da altri. Non siamo amanti della polemica, cerchiamo di evitarla per quanto possibile, ma è giusto che si sappia come sono andate le cose.

La persona in oggetto ci aveva richiesto di rendere pubblica sulle nostre pagine una sua scoperta e la nostra redazione era più che felice di farlo, ogni informazione in più permette a tutti di capire. La sua insistenza era molta ma il nostro tempo poco, quindi avevamo chiesto alla persona stessa di redigere una serie di schede cronologiche sulla vicenda che aveva accertato. Schede che sarebbero state pubblicate con nome e cognome della suddetta persona a riconoscimento del merito avuto. Lo abbiamo sempre fatto e sempre lo faremo, niente ci da più gioia che riconoscere gli altrui meriti. Anzi, abbiamo più volte scritto che se qualcuno si riconosce in un lavoro da lui eseguito, a noi sfuggito nell’attribuirlo, di farcelo presente che lo avremmo riconosciuto immediatamente. Questo è giusto e non ci sottraiamo al giusto. Approfittiamo anche per dire che taluni fanno esattamente il contrario, si appropriano di lavoro fatto da noi e mai ci citano, oppure ottengono informazioni grazie al nostro lavoro, ma mai ci citano. Nonostante questo noi siamo sempre pronti a collaborare con chiunque, ci preme il caso MdF e non le piccole diatribe fra le persone.

Torniamo alla questione. In più occasioni, alle nostre successive richieste di redigere queste schede secondo lo stile del blog, siamo sempre stati disattesi sino a che la persona non ha cominciato a fare dei video con inserito il logo del blog e spacciando questo video per ciò che era stato da noi richiesto. I video sono interessanti, ma la storicizzazione cronologica e documentale può avvenire solo per scritto. I video potevano essere un valido complemento, ma non un atto cronologico degli eventi. Abbiamo fatto presente per l’ennesima volta che ciò che era stato fatto non è ciò che potevamo adoperare sulle nostre pagine.

A questo punto la persona deve aver elaborato esattamente il contrario di ciò che noi volevamo, cioè ha deciso che noi volevamo sottrarci nel divulgare certe informazioni. Se c’è una cosa che cerchiamo di fare è essere plurali e ogni “pista” trova tutte le informazioni, di cui disponiamo, pubblicate.

Per cercare di chiarire, per l’ennesima volta, telefoniamo a questa persona e di tutta risposta ci viene buttato giù il telefono. Per noi il discorso era chiuso, la maleducazione non è contemplata. Non solo, ma in alcuni video venivamo infamati di più titoli assimilandoci a depistatori.

Decidemmo quindi che avremmo affrontato noi quella vicenda appena il tempo lo avrebbe permesso. Sottolineammo, vicenda di cui non sapevamo nulla e nulla avevamo letto in proposito.

Un amico comune ci contattò per mediare le parti; nonostante gli avessimo fatto presente, all’amico comune, che questa persona si era autoconvinta della nostra malafede e che una mediazione sarebbe stata inutile accettammo una video chat di chiarimento. L’ennesimo tentativo.

In quella chat abbiamo provato a spiegare nuovamente il tutto, ma come era prevedibile trovammo un muro di gomma. Si arrivò a impedire a noi di esprimersi parlandoci sopra e addirittura alle offese nominando madri ed altro.

A quel punto per noi era decisamente calato il sipario. Ci arrabbiammo cosi tanto da decidere di interrompere ogni progetto e lavoro in atto e dedicarci a quella vicenda in maniera da pubblicare le schede quanto prima e dimostrare che mai e poi mai eravamo intenzionati, come si veniva descritti, a nascondere il fatto.

Due giorni di lavoro sono occorsi per leggere ciò che c’era da leggere, frammentarlo cronologicamente e comporre le schede relative che poi sono state pubblicate. Due giorni di lavoro che, per una persona che conosceva l’argomento e i testi, si sarebbero risolti in due/tre ore di lavoro.

Oggi ci sentiamo dire da questa persona che non è stato citato. Perdonerete, ma la maleducazione, le prese in giro, le testardaggine nell’accusarci di ciò che non siamo, e averci costretto ad interrompere ogni lavoro per riportare cronologicamente ciò che a questa persona interessava tanto, non ci permettono di citare nessuno se non negativamente.

Non basta dire all’amico comune, da parte di questa persona: “Devo fare un passo indietro nei loro confronti”, va fatto il passo indietro. Si prende il telefono e si chiarisce la posizione. Si ammette di aver sbagliato e magicamente, come è nostra abitudine, il nome della persona sarebbe comparso. Abbiamo atteso mesi questo passo indietro e non c’è stato. L’amico comune sa esattamente come sono andate le cose e se vuole può testimoniarlo.

Adesso dobbiamo sentirci dire che se abbiamo pubblicato quelle schede era per intercezione umana dell’amico comune? Non scherziamo, se abbiamo pubblicato le schede, a fronte di due giorni di lavoro, è perchè siamo onesti intellettualmente e rispettosi del caso MdF che necessita di ogni informazione possibile.

Quindi, nessuno nega a nessuno ciò che ha scoperto, ma il lavoro fatto sulle nostre pagine è il nostro e se qualcuno vuole essere citato prende il telefono e ci chiama, ci chiede scusa per averci apostrofato ingiustamente, e tutto può tornare nella norma, noi non portiamo mai rancore; il numero lo conosce benissimo.

La correttezza intellettuale non è per tutti, specie ai giorni nostri, ed ogni giorno ne abbiamo dimostrazione.

21 Giugno 2023 Chiariamo come sono andate le cose: Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire
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