Muro contro muro in aula: “Le indagini non sono finite”. Ma la procura vuole chiudere

La discussione dei legali della figlia di Nadine Mauriot contro l’archiviazione dell’inchiesta. Chiesti accertamenti sull’arma e una risposta dei Ris sulla cartuccia trovata nell’orto di Pacciani.

Stefano Brogioni

FIRENZE

Muro contro muro. Da una parte la procura che ribadisce la richiesta di archiviazione dell’ultimo filone sui duplici delitti del mostro di Firenze, dall’altra Anne, la figlia di Nadine Mauriot uccisa a Scopeti con il fidanzato Jean Michel Kraveichvili nel settembre del 1985, che chiede ancora indagini, per completare un percorso giudiziario che reputa “insoddisfacente”.

Un’ora circa di discussione, ieri, nella stanza del gup Anna Liguori. Il giudice si è riservato la decisione: potrebbe assecondare la prospettazione della procura, oppure disporre ulteriori accertamenti.

Quali, hanno provato a suggerirli gli avvocati Vieri Adriani e Gaetano Pacchi (nella foto). Si è addentrato più dentro la vicenda il primo, ha sollevato più questioni di natura procedurale il secondo. Partendo entrambi dagli accertamenti di natura balistica che hanno dato vita a quest’ultimo stralcio, figlio dell’inchiesta sul legionario di Prato Giampiero Vigilanti “accesa“ da un esposto proprio di Adriani.

La revisione di bossoli e proiettili degli otto duplici omicidi, effettuata per la prima volta su tutti i reperti a disposizione dal consulente della procura Paride Minervini (in passato erano state fatte le comparizioni prendendo solo due bossoli a campione per ogni crimine), apre la possibilità che a sparare possa essere stato una Beretta non solo della serie 70, ma anche un modello 48. Certi segni sui colpi sparati, poi, fanno ipotizzare a Adriani che non l’unicità dell’arma dal primo delitto del 1968 al resto della serie non sia così granitica. Per questo, nelle sue memorie, aveva suggerito all’autorità giudiziaria anche di cercare tra le spoglie di Antonio Lo Bianco, ucciso a Signa nel 1968 con l’amante Barbara Locci, un’ogiva che potrebbe dire qualcosa di più sulla calibro 22. L’avvocato Pacchi, invece, si è concentrato sull’ultimo accertamento richiesto dalla procura sulla cartuccia Winchester che nella primavera del 1992 venne rinvenuta nell’orto di Pacciani. La parte non conosce l’esito di un’ulteriore delega d’indagine che il procuratore aggiunto Turco ha richiesto ai Ris ma che non è arrivato entro i termini di scadenza dell’indagine. Secondo il legale dei parenti della vittima di Scopeti bisognava attendere quella risposta prima di chiedere l’archiviazione.

https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/muro-contro-muro-in-aula-le-indagini-non-sono-finite-ma-la-procura-vuole-chiudere-5e2914ac

26 Ottobre 2023 Stampa: La Nazione – Muro contro muro in aula: “Le indagini non sono finite”. Ma la procura vuole chiudere
Tag:                                                 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Traduttore