Mostro di Firenze, è morto Giampiero Vigilanti: ex legionario di Prato che fu indagato per i duplici omicidi
Nel 2017 le luci si accesero su di lui per seguire la cosiddetta “pista nera” legata all’estrema destra. Era nato a Vicchio come Pietro Pacciani
Quando si parla del “Mostro di Firenze” si ci riferisce ad una serie di otto duplici omicidi avvenuti fra il 1968 e il 1985 nella provincia di Firenze. Vari i fronti su cui hanno indagato e indagano ancora le Procure di Firenze e Perugia. L’inchiesta della Procura di Firenze ha portato alla condanna dei cosiddetti “compagni di merende”: Mario Vanni e Giancarlo Lotti. Mentre il terzo, Pietro Pacciani, condannato in primo grado a più ergastoli per 7 degli 8 duplici omicidi e successivamente assolto in appello, è morto prima di essere sottoposto ad un nuovo processo di appello. Quello del mostro di Firenze è il primo caso di omicidi seriali in Italia, che creò una vera e propria psicosi da mostro.
PRATO. E’ morto nella mattina di oggi, martedì 9 gennaio, Giampiero Vigilianti, ex legionario, tra gli ultimi indagati per i delitti del ‘mostro di Firenze’. Vigilanti, 93 anni compiuti lo scorso novembre, originario di Vicchio del Mugello (Firenze) ma da sempre residente a Prato, era ricoverato all’ospedale Santo Stefano di Prato. Il nome dell’ex soldato della Legione straniera è rimbalzato a lungo sulle pagine di cronaca perché ritenuto presunto tassello di quella pista pratese sui duplici omicidi del mostro mai emersa fino in fondo, mai provata, mai chiarita. Nella sua abitazione, al Cantiere, i carabinieri, negli anni ’90, trovarono una collezione di proiettili Winchester serie H, stesso tipo utilizzato per uccidere le coppiette.
Lui, appassionato di armi, disse che quei proiettili li aveva trovati al poligono e se l’era portati a casa. Passarono molti anni prima che il suo nome finisse sul registro delle notizie di reato: la procura di Firenze lo iscrisse nel 2017, insieme a quello di un medico. Si indagò a lungo sul passato dell’ex legionario, sui suoi rapporti e le sue frequentazioni nel Mugello e in particolare a Vicchio dove era nato come Pietro Pacciani. Anni di indagini fino all’archiviazione. Un’archiviazione che ora, con la morte di Vigilanti, sembra definitiva su tutti i fronti: dei tanti coinvolti nelle varie inchieste, chi come imputato e chi solo come indagato, non è rimasto più nessuno. Anche la procura di Prato, ricorda sempre si è occupata in passato di Vigilanti: nel 2019, il sostituto Laura Canovai chiese e ottenne il rinvio a giudizio per maltrattamenti in famiglia al termine di un’inchiesta aperta in seguito alla denuncia della moglie. Vigilanti, difeso dall’avvocato Diego Capano, fu processato e condannato.
Quando si parla del “Mostro di Firenze” si ci riferisce ad una serie di otto duplici omicidi avvenuti fra il 1968 e il 1985 nella provincia di Firenze. Vari i fronti su cui hanno indagato e indagano ancora le Procure di Firenze e Perugia. L’inchiesta della Procura di Firenze ha portato alla condanna dei cosiddetti “compagni di merende”: Mario Vanni e Giancarlo Lotti. Mentre il terzo, Pietro Pacciani, condannato in primo grado a più ergastoli per 7 degli 8 duplici omicidi e successivamente assolto in appello, è morto prima di essere sottoposto ad un nuovo processo di appello. Quello del mostro di Firenze è il primo caso di omicidi seriali in Italia, che creò una vera e propria psicosi da mostro.
I collegamenti con Pietro Paccini
I carabinieri del Ros e il pm Paolo Canessa valutarono o la “pista nera”, cioè i possibili nessi tra i delitti seriali delle coppiette e stragi, attentati e misteri di quegli anni, in gran parte collegati al mondo dell’eversione. Il collegamento sarebbe potuto essere proprio l’ex legionario che risiedeva al Cantiere, personaggio legato ad ambienti dell’estrema destra ma anche a Pietro Pacciani, il contadino di Mercatale Val di Pesa morto mentre stava per essere processato di nuovo dopo l’annullamento della sua assoluzione in appello. Le indagini del 2017 finirono con l’archiviazione.
Il pratese era già stato lambito dalle indagini in passato: fu perquisito il 16 settembre 1985 dopo l’ultimo duplice delitto del mostro perché sospettato di avere collegamenti con Pietro Pacciani ma in quell’occasione non emerse nulla di rilevante. Vigilanti fu perquisito anche nel 1994 dopo una lite con un vicino e fu trovato in possesso di 176 proiettili calibro 22 marca Winchester, gli stessi utilizzati per i delitti seriali, ma anche quella volta fu scagionato. Nel 2005 tornò agli onori delle cronache per una presunta eredità di 18 milioni di dollari ricevuta da un cugino di secondo grado residente nel New Jersey.