Morto Giampiero Vigilanti, l’ex legionario di Prato che fu indagato per i delitti del Mostro di Firenze
Antonella Mollica
Vigilanti aveva 93 anni. Le accuse furono archiviate. Il mistero delle pistole rubate
È stato uno dei due ultimi indagati nella lunga serie di sospettati nell’inchiesta sul Mostro di Firenze. Giampiero Vigilanti di Vicchio, 93 anni compiuti a novembre, ex legionario con un passato nella guerra in Vietnam e una passione mai nascosta per le armi, è morto ieri all’ospedale di Prato dove era ricoverato. Viveva da anni in una Rsa dopo che la moglie lo aveva denunciato per maltrattamenti. Quattro anni fa l’archiviazione delle accuse (per lui e per un medico chiamato in causa proprio da Vigilanti) di un coinvolgimento nei delitti che insanguinarono le colline intorno a Firenze tra il 1968 e il 1985. Le prove raccolte, spiegò il gip, non sono sufficienti a sostenere l’accusa in un processo e non possono consentire di arrivare a una condanna.
Era stato un esposto dell’avvocato Vieri Adriani, legale dei familiari delle ultime vittime del Mostro, la coppia di francesi massacrata a Scopeti nel 1985, Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, a fare riaprire nel 2017 il caso sui tre delitti rimasti irrisolti da un punto di vista giudiziario (quello del ‘74 e i due delitti del 1981).
L’avvocato Adriani aveva messo in fila una serie di elementi che portarono alla riapertura dell’inchiesta: Vigilanti conosceva Pietro Pacciani, suo coetaneo, anche lui di Vicchio; alcuni testimoni raccontarono di un’auto sportiva rossa avvistata sul luogo dei delitti del 1981 a Calenzano e nel 1984 a Vicchio, e Vigilanti aveva una Lancia Flavia rossa. E sulla scena del delitto a Calenzano venne trovata l’impronta di uno scarpone numero 44 che combaciava con la suola di scarponi militari francesi utilizzati proprio nella Legione straniera.
Nel settembre 1985, pochi giorni dopo il delitto degli Scopeti, l’ex legionario venne perquisito dai carabinieri che erano alla ricerca della Beretta calibro 22 con cui il Mostro uccideva. All’epoca Vigilanti aveva una calibro 22 ma di un modello diverso, High Standard. In quell’occasione gli trovarono molti articoli di giornale sul Mostro e sugli omicidi di prostitute in quegli anni.
Vigilanti nel 2013 denuncerà il furto di tre pistole, tra cui anche la calibro 22, da un cassetto di casa sua a Prato. Nel ‘94, anno in cui Pietro Pacciani viene condannato all’ergastolo, Vigilanti venne nuovamente perquisito, dopo una lite con un vicino e in casa vengono trovati 176 proiettili Winchester serie H fuori produzione. Nel ‘98 finì sui giornali e in tv raccontando di essere entrato in possesso di una grossa eredità di un parente americano che l’aveva rintracciato quando il suo nome venne accostato a quello di Pacciani.
«La morte di Vigilanti non cambia nulla dal punto di vista della ricostruzione della vicenda del Mostro — dice l’avvocato Adriani — visto che la giustizia era già morta prima di lui, quanto meno dal 2019, anno della richiesta di archiviazione dell’indagine promossa sei anni prima, anche grazie ai nostri esposti. La difesa delle famiglie francesi ha offerto all’autorità giudiziaria una quantità innumerevole di elementi probatori che tuttavia non sono stati presi in seria considerazione per ragioni ancora oggi non esplicabili».