Mostro di Firenze, la scoperta in aula: le foto sono sparite
Smarriti alcuni oggetti presenti su una scena del crimine fondamentali in merito a una testimonianza chiave
Angela Leucci
Un giallo nel giallo del cold case per eccellenza: gli omicidi del mostro di Firenze. Sono stati infatti smarriti degli scatti realizzati da una delle vittime nei giorni precedenti alla morte. Sembrerebbe un dettaglio da poco ma non lo è, perché riporterebbe in auge i dubbi sulle responsabilità attribuite in aula sulla base di una particolare testimonianza.
Lo smarrimento è legato a due fotografie scattate da Nadine Mauriot, uccisa dal mostro di Firenze a settembre 1985 nella piazzola degli Scopeti insieme al compagno Jean Michel Kraveichvili. Le immagini si presumeva si trovassero in scatole sigillate insieme ad altri oggetti personali rinvenuti sulla scena del crimine, ovvero un giubbotto di jeans, una maglia, una camicia, una parte di tenda canadese usata dalla coppia. Mancano all’appello diciassette scatti e la macchina fotografica Nikon con cui furono realizzati.
Quest’assenza è stata rilevata ieri, come riporta il Corriere Fiorentino, all’apertura degli scatoloni degli atti del fascicolo sul Mostro di Firenze in corte d’assise. C’erano le pm Beatrice Giunti e Ornella Galeotti, oltre che gli avvocati Vieri Adriani, Gaetano Pacchi, Antonio Mazzei e Valter Biscotti.
Perché queste foto sono così importanti? Perché potrebbero fornire dei dettagli sull’omicidio della coppia, l’ultimo attribuito al Mostro di Firenze. I corpi di Mauriot e Kraveichvili vennero trovati il 9 settembre 1985. Ma, in base alla testimonianza del pentito Giancarlo Lotti, i due sarebbero stati uccisi la sera prima. Lotti disse infatti di aver visto Pietro Pacciani e Mario Vanni commettere l’omicidio domenica sera. Tuttavia le perizie della procura sullo stato di decomposizione dei corpi sollevarono il dubbio che Mauriot e Kraveichvili potessero essere stati assassinati venerdì o sabato. E questo contraddirebbe quindi la testimonianza di Lotti.
Una questione complessa da districare, non fosse altro che imputati, assolti o condannati, sono in gran parte venuti a mancare, ed è passato un lasso di tempo tale da escludere la possibilità che emergano altri nuovi elementi sul caso.
Al Mostro di Firenze furono attribuiti otto duplici omicidi tra il 1968 e il 1985 nel bucolico hinterland fiorentino, per un totale di sedici vittime. Per questi reati fu dapprima condannato e poi assolto Pietro Pacciani, che tuttavia morì pochissimo tempo dopo l’assoluzione. Un destino diverso toccò a Vanni e Lotti: il primo fu condannato al carcere a vita ma ebbe la pena sospesa nel 2004 per motivi di salute, scomparendo 5 anni più tardi, il secondo fu condannato a ventisei anni e fu scarcerato, anche lui per motivi di salute, a marzo 2002, morendo un paio di settimane più tardi.